(Scritto il 21/03/2016)

Caro Franco,

oggi, 21 marzo 2016, ricorre l’anniversario della morte di Tonino Guerra. Il giorno prima della sua scomparsa, quando gli ero accanto nella casa di Santarcangelo, aveva pronunciato a fatica una frase sorprendente, al pari di un vecchio stoico dell’antichità che cercava le parole per accomiatarsi dagli amici, e provare a consolarli un po’. Ci diceva di non preoccuparci, perché lui non andava via, stava soltanto “passando nella stanza accanto”.

Era la medesima espressione, incantevole, utilizzata dal teologo inglese del secolo scorso Henry Scott Holland, nella sua meravigliosa orazione funebre in morte di Edoardo VII di Inghilterra.

Mi piacerebbe che tu la riproponessi perché ognuno possa leggerla sul vostro bellissimo sito, ricordando Tonino che com’era prevedibile, più passa il tempo e più manca a tutti noi; ma anche per riflettere sull’immagine della “stanza accanto”, che personalmente credo esista davvero.

La morte non è nulla.

Non conta.

Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.

Non è successo nulla.

Tutto resta esattamente come era.

Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme è immutata, intatta.

Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.

Chiamami con il vecchio nome familiare.

Parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.

Non cambiare tono di voce,

Non assumere un’aria solenne o triste.

Continua a ridere di quello che ci faceva ridere, di quelle piccole cose che tanto ci piacevano quando eravamo insieme.

Sorridi, pensa a me e prega per me.

Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima.

Pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.

La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:

È la stessa di prima,

C’è una continuità che non si spezza.

Cos’è questa morte se non un incidente insignificante?

Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?

Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.

Va tutto bene; nulla è perduto

Un breve istante e tutto sarà come prima.

E come rideremo dei problemi della separazione quando ci incontreremo di nuovo!

Ciao Franco, buona primavera a te e ai lettori.

Gianfranco Angelucci


Caro Gianfranco, grazie. La “stanza accanto” esiste. Un cinefilo come te avrà certo visto “Interstellar” che, con linguaggio spettacolare, ci spiega le più recenti speculazioni dei grandi fisici. Il film, che ci porta attraverso l’universo e i buchi neri, in realtà gioca tutto il suo formidabile messaggio in due scene ambientate proprio in una “stanza accanto”, con protagonisti un padre e una bambina che poi diventerà donna e salvatrice dell’umanità. Guerra come tutti gli autentici poeti aveva il dono di capire quello che noi non possiamo vedere e di trasmetterci questa conoscenza attraverso la bellezza dell’arte.

Franco Fregni

A PROPOSITO: IL RICORDO DI GRAZIA STELLA ELIA

21 marzo 2012: muore Tonino Guerra

Un altro Grande se n’è andato

ad abitare una Casa immensa,

dove non vi è tramonto,

né sera, né notte,

ma un eterno mattino di sole.

Se n’è andato presso quel Dio

che pensava fosse “dentro l’aria”,

Lui, che viveva nell’aria tersa

della poesia.

Starà forse cercando, ancora,

la sua “infanzia,

l’infanzia del mondo”?

O l’avrà già trovata lì,

dove regnano sovrani

il Bello e il Buono?

Starà proponendo agli Angeli

nuovi progetti di pittura, di poesia,

di scultura e di cinema?

Già, non può essersi spento

il suo fuoco creativo,

la fiamma dell’Arte

che dentro gli ardeva,

spandendosi in spazi senza tempo…

Grazia Stella Elia, Trinitapoli, 25 marzo 2012

A Salvatore Giannella.

Fortunato te, Salvatore, che tanto hai potuto godere di quel calore, umano e quasi divino, che da Lui in ogni momento emanava! Penso a quanto ti manca. All’umanità tutta rimane la sua incommensurabile eredità di pensiero e di Arte, che nessuno potrà cancellare.

Da “Tonino Guerra 100: stop agli eventi ma non ai ricordi”:

  1. Edoardo Turci e l’infanzia del poeta. Uno storico locale di Sant’Angelo di Gatteo (da dove proveniva la madre di Tonino) rievoca i primi anni della grande firma del cinema in coincidenza con il centenario della sua nascita. È il primo dei contributi che leggerete su Giannella Channel. A seguire: un testo ritrovato di Sepulveda, al quale auguriamo una completa guarigione
  2. La scintilla poetica scoccata nel lager. La prigionia in Germania vede Tonino farsi Omero per i suoi compagni di sventura che con lui condividono il dialetto romagnolo. Per fortuna un medico ravennate, Gioacchino Strocchi, scriverà un diario dettagliato di quei giorni insieme, annotando i testi poetici che Antonio crea e recita ai compagni. Al ritorno in Romagna quei testi diventano un libro e la poesia resta in lui un nutrimento per l’anima
  3. Il giorno che disse grazie, dopo 66 anni, a un angelo di Verona. Nella Giornata della poesia, dieci anni fa, fui testimone di una storia degna di un film di Tonino e Fellini. Dalle fila di un teatro veronese si concretizzò a sorpresa la figura di una pasticcera che, a suo rischio, aveva portato dolciumi e sapone a Tonino prigioniero dei nazifascisti in quella città veneta, in attesa di essere trasferito via treno nel lager
  4. Il giorno in cui mi presentò Eliseo, il Socrate della Valmarecchia. Un noto fotoreporter accompagna il cantore della valle all’incontro con il saggio curatore di un orto. E le ore si riempirono di poesia e di ironia in questa quarta puntata del viaggio per il centenario di Tonino Guerra (testo e foto di Vittorio Giannella per Giannella Channel)
  5. Il giorno in cui accese il fuoco del teatro alle porte di Milano. Il fondatore e direttore di Emisfero Destro Teatro risponde al nostro appello rievocando il festival e l’incontro a Cassina de’ Pecchi che illuminò il futuro artistico suo e di tanti altri giovani di quel borgo lombardo
  6. Il giorno in cui donò, a me regista, la neve sul fuoco. Marco Tullio Giordana doveva girare, nel film “La domenica specialmente”, l’episodio più poetico, tra fascino della sensualità e tristezza della solitudine. Ma quel titolo era appesantito da un mattone. Un viaggio a Pennabilli e da Tonino nasce un’idea e un incontro con due donne straordinarie: Maddalena Fellini, sorella di Federico il Grande, e per il provino, Monica Bellucci
  7. Il giorno in cui mi ricordò che un paese ci vuole. Valentina Galli si stava laureando a Bologna e la tentazione di restare in città era forte. Ma l’incontro con Tonino le fece cambiare idea e ora insegna nella sua Valmarecchia
  8. Il giorno in cui il poeta si mise a dare i numeri. Il direttore del Museo del calcolo Renzo Baldoni rievoca l’inaugurazione delle stanze dedicate al far di conto. Con un rammarico: non aver potuto dirgli che le zone del cervello stimolate da un poeta o da un matematico, sono le stesse
  9. Il giorno in cui insegnò a noi tedeschi come rendere poetico il paesaggio. Roland Guenter, storico dell’arte da Eisenheim, racconta i festeggiamenti virtuali per il centenario nel parco creato sul Reno nel nome di Tonino e rievoca le lezioni di architettura poetica ricevute da lui e da altri studenti a Pennabilli, decisive per dare alla Ruhr un volto seducente per i turisti culturali
  10. Il giorno in cui mi parlò di Serafim, il santo che dava miele agli orsi. A Gianfranco Angelucci, scrittore e sceneggiatore amico di Fellini, il centenario del poeta del cinema che stiamo festeggiando sul blog, ispira un emozionante video e una lettera aperta a Tonino, con una inedita rivelazione spirituale
  11. Il giorno in cui mi regalò la sua gigantesca anima. Enrica, moglie di Michelangelo Antonioni, rievoca il primo e l’ultimo giorno in cui, tra rumori sapori e ricordi, incontrò il poeta del cinema
  12. Il giorno in cui giocò con la mia Gatta Danzante. Il pittore bolognese dei giardini Antonio Saliola, con rifugio creativo nella Valmarecchia, rievoca la favola di un pomeriggio in cui, sotto i suoi occhi stupiti, il suo felino fece le fusa al poeta del cinema, volteggiando come non mai. A seguire, un singolare documento: i pizzini di Tonino a Lora, sua signora, sulla legione di gatti in casa
  13. Il giorno in cui capii come nacque l’urlo in Amarcord “Voglio una donna!”. Uno storico romagnolo, Davide Bagnaresi, rievoca un incontro con Tonino Guerra in piazza a Bologna sui retroscena del film da Oscar e svela il ritaglio di cronaca che diede vita alla scena con Ciccio Ingrassia. A seguire, i consigli di Tonino per i bravi sceneggiatori
  14. Il giorno in cui assistetti all’incontro tra due grandi italiani: Tonino Guerra ed Enzo Biagi. Rita Giannini, biografa del poeta del cinema, rievoca l’inedito faccia a faccia nello studio in Galleria, a Milano, del popolare giornalista: due emiliani romagnoli, nati entrambi nel 1920, emozionati e liberi di raccontarsi a ruota libera
  15. Il giorno in cui fece cadere la pioggia sulla riviera bollente. Un grande giornalista romagnolo, Giancarlo Mazzuca, rievoca l’incontro a Cervia con il poeta solare fino al midollo che sapeva anche essere l’uomo della pioggia. A seguire: il regalo iridato di Tonino al fotoreporter Daniele Pellegrini
  16. Il giorno in cui conquistò il cuore di medici e infermieri. Il noto pediatra Italo Farnetani rievoca le parole con cui Tonino Guerra commosse 1.200 congressisti a Rimini, richiamando da poeta del cinema l’insegnamento di Ippocrate
  17. Il giorno in cui Sergio Zavoli lo salutò con parole eterne. Del grande giornalista appena scomparso ricordiamo lo speciale addio che diede a Tonino una primavera del 2012 a Santarcangelo
  18. Il giorno in cui mi disse: “Amico poliziotto, scrivi le tue storie gigantesche”. Uno 007 dell’Antidroga, Nicola Longo, incontra il poeta che lo esorta a pubblicare le sue avventure, consegnandogli le chiavi di casa per scriverle. E lo presenta a Fellini intenzionato a girare, dopo la Dolce vita, un film sulla Mala vita
  19. Il vescovo rievoca il giorno in cui Tonino pose le sue radici in un popolo d’onore. L’arcivescovo emerito di Ferrara monsignor Paolo Rabitti, già a capo della diocesi di San Marino e Montefeltro, rievoca il legame speciale che s’instaurò con il visionario poeta del cinema giunto tra i pennesi dopo aver lasciato Roma. A seguire: Mamma Penelina e il Signore: “Lui mi capisce”
  20. Il giorno in cui la Mostra del cinema di Venezia gli renderà l’omaggio più bello. Mercoledì 9 settembre, ore 18: nella Sala Giardino la prestigiosa Biennale onora la memoria del poeta del cinema con interventi di Wim Wenders e Giuseppe Tornatore. Qui la presentazione del direttore della Mostra (testo di Alberto Barbera)
  21. Il giorno in cui Tonino confessò a Fellini di parlare (ma poco) il tedesco. Lo storico del cinema Giuseppe Colangelo, poco prima di essere colpito da un infarto mortale, ripesca dal cassetto della memoria la sera in cui in un teatro lombardo scoprì l’esilarante intervista rilasciata da Fellini, con a fianco Tonino, a una giornalista tedesca: un “dietro le quinte” di Amarcord da non perdere

Altre letture correlate: