Caro Salvatore, anche noi in Germania abbiamo onorato la memoria di Tonino Guerra con un giorno dedicato a raccontarci, via telefono, le qualità di quel poeta del cinema che a noi tedeschi della Ruhr ha insegnato a rendere più poetico il paesaggio. Io stesso, che ho avuto il piacere e l’onore di conoscere Tonino e di frequentarlo in Romagna, ho chiamato amici e conoscenti per riaccendere in loro la memoria della favola vera di un uomo che ha onorato l’umanità. Una favola ricordata all’incirca così.
Un bambino di nome Tonino
Il 16 marzo del 1920, cento anni fa, aprì gli occhi sul mondo un bambino di nome Tonino e di cognome Guerra per il primo giorno della sua vita lunga quasi un secolo, tutta vissuta a scrutare, capire, vivere i mondi vicini e lontani. Nacque in un paese con un bel nome: Santarcangelo, anni dopo soprannominato da lui stesso, Santarcangelo dei poeti data l’alta densità di voci poetiche e artistiche lì fiorite addirittura nella stessa via Verdi. Quando, scendendo dalla Germania, ho fatto la conoscenza diretta di questo borgo romagnolo, ho capito che la sua fama è meritata. E noi abbiamo fissato in un giorno, sabato 28 marzo 2020, la festa virtuale per il suo centenario di Tonino in un villaggio in Germania chiamato Eisenheim (significa “città del ferro“), nella Ruhr. Verrebbe da aggiungere: noi siamo a 1.400 chilometri di distanza, ma non è vero perché i pensieri non conoscono distanze. È stata una festa che ha coinvolto da remoto pochi amici a distanza, modalità precauzionale richiesta dalla emergenza sanitaria del Covid-19 che minaccia vite e società intere.
Una passeggiata virtuale nei luoghi dell’anima
Christiane von Königslöw (figlia di una fotografa celebre della quale lei fu assistente) ha completato una sua mostra fotografica su Tonino e il suo mondo, la Valmarecchia. Io, Roland Guenter, ho letto al telefono testi di Tonino e suoi racconti tratti da un libro che abbiamo fatto per la visita nel 1991 del poeta a Troisdorf, vicino al Reno, città dove Tonino trascorse due anni come “schiavo di Hitler”. Tutti abbiamo fatto così una passeggiata virtuale nei mondi poetici di Tonino, i “luoghi dell´anima”. Abbiamo cominciato la giornata alle 11 di mattina con discorsi rievocanti pensieri di Tonino. Io stesso, come faccio spesso, ho rinnovato il ricordo andando a passeggiare nel parco vicino a casa, parco intitolato a Tonino Guerra, mi sono seduto su una panchina che è arricchita da una scultura raffigurante Tonino, ho bevuto una tazza di caffè e ho ascoltato un’ora di storie brevi, racconti e poesie dal totem eretto lì vicino, in lingua italiana e tedesca.
Questa piccola festa è stata un ringraziamento che ho voluto dare pubblicamente per le tante cose che ho imparato dal geniale Tonino. Lui ha dimostrato di quante potenzialità è capace una persona che, pur venendo da un ambiente umile, dalla civiltà rurale, da un piccolo borgo come Santarcangelo.
Tonino, grazie ai libri che parlano di lui, ha dato un’attenzione favolosa a se stesso e al mondo, un’attenzione a tantissimi uomini e donne con tanti destini diversi, alla vita degli alberi e dell’ambiente in generale.
Questa capacità, frutto di un’eredità di duemila anni di civiltà italica, non era stata cancellata dal campo di concentramento nel lontanissimo luogo in Rhenania tedesca dove l’allora studente fu trasportato dai fascisti. In quella cornice dolorosa scriveva le sue prime poesie. In dialetto romagnolo solo i suoi compaesani potevano capire le poesie e i loro significati. La guerra bruciava sulla pelle e da questo fuoco nascerà più tardi il film più realistico che fa vedere la follia della guerra: Tonino Guerra ha scritto la sceneggiatura con e per registi grandiosi, i fratelli Paolo e Vittorio Taviani: La notte di San Lorenzo, 1982 (il film con cui la Rai ha festeggiato il 25 aprile 2020, 75° anniversario della Liberazione dell’Italia). La guerra é assurda, da tutte le parti. Questa esperienza poteva venir fuori così realisticamente solo da un poeta.
Così è stato beneficiato un territorio montano, in declino, com’era l’entroterra di Rimini. Un poeta privo di potere politico ed economico, ma ricco di progetti e di idee, Capace di una letteratura poetica che ha descritto la dignità degli ultimi anziani che hanno immagazzinato la memoria di una millenaria civiltà e i labirinti dell’umanità di quella regione.
Prossimo Parco letterario in Romagna
Questa resurrezione del paesaggio in Valmarecchia, oggi ben visibile e in procinto di diventare Parco letterario, possiede lo stesso spirito, la stessa forza dell’opera di Pasquale Rotondi con la sua Operazione Salvataggio dell’arte e della memoria: di quest’opera grandiosa esiste il ricordo attivo grazie al giornalista e scrittore Salvatore Giannella che l’ha scoperta, salvata, descritta e pubblicata in due libri (Operazione Salvataggio e L’Arca dell’Arte) e sceneggiato in Tv.
Considero unico per eccellenza l’idea di Tonino di creare nella Valmarecchia una rete di “luoghi poetici” che profumano di arte.
A quella idea di far crescere poeticamente il nostro ambiente ci siamo ispirati anche noi per valorizzare la regione della Ruhr dopo il declino della nostra industria principale, quella del carbone e dell’acciaio. In particolare conservo nella memoria il giorno in cui Tonino nel municipio di Pennabilli accolse me e studenti di architettura indicandoci come lezione futura: “Creare piccoli ma suggestivi musei con 500 mila lire dell’epoca”. Ci disse:
E, davanti agli sguardi scettici degli “alunni”, ci invitò a uscire dal municipio e ad andare verso una vicina cappelletta abbandonata dove ci mostrò il più poetico museo del mondo: quello con un quadro solo, L’angelo con i baffi (vedere testo a seguire, Ndr).
Questa poetizzazione l’ho imparata da Tonino e dal suo organizzatore congeniale, Gianni Giannini grazie a un‘amicizia lunga più di 25 anni.
Da allora ho fotografato, ho scritto un libro, con una regia e una grafica Bauhaus e qualche altro libro con soli testi. Un’idea meravigliosa volava così dalla Valmarecchia al mio mondo vicino al Reno, fino ad allora contrassegnato solo da aree industriali.
Con tanti cittadini abbiamo salvato circa mille case di operai con bella urbanistica, con belle architetture, con graziosi gardini, tra l’altro le piccole case del villaggio più antico della zona, Eisenheim. Per questo salvataggio hanno ricevuto il Premio Rotondi 2012 a Sassocorvaro, nel Montefeltro marchigiano, il Deutscher Werkbund tramite il presidente della regione Heinz Dieter Klink e io, Roland Guenter, come presidente del Werkbund.
Eisenheim è diventato un progetto celebre con un fascino che ha illuminato tanti paesi europei. Il villaggio é stato sviluppato senza distruggere una pietra. Con tante idee, inclusa quella dei luoghi poetici. Questi posti che sarebberpo piaciuti a Tonino si intrecciano con l´insediamento tradizionale. C’è la Casa azzurra, un impianto poetico realizzato dall’architetto Bernhard Kuppers, erede spirituale del famoso architetto Ludwig Mies van der Rohe, punto d´incontro, con posti di lavoro, con biblioteca, e archivio.
Tonino è con Michelangelo e Socrate
Davanti questo palazzo si estende il Parco Tonino Guerra. Si trova su una panchina rossa la scultura in dimensione umana di Tonino Guerra con al lato una colonna nera che racconta con la voce (registrata) di Tonino. Premo un bottone: e parla con me, suo amico, e a tante altre sculture, a tanti alberi, e alla grande natura che ascolta.
In questo modo Tonino Guerra possiede un suo luogo al di la delle Alpi. Ha creato un’idea che può volare in parti del mondo. Lui è presente qui.
Non credo che ci sia la morte. Per la mia immaginazione Lui è andato avanti di alcuni passi. Ora fa da compagnia dei miei amici Michelangelo e Socrate (a quest’ultimo è dedicata la Casa azzurra, Università di Socrate).
Ora ci guardano. Sono onnipresenti. È in particolare in questa piccola “Tonino-Guerra-Land”, che è questo parco con la Casa azzurra che è anche archivio di scritture, di libri, di mobili fatti in legno del fiume Marecchia.
Il poeta ha la forza dell’utopia. Nella vallata e nella Ruhr l’idea ha due ancore. Sono composizioni provocanti per un futuro migliore.
Fotogallery
Qui in Germania
Tonino è di casa
A PROPOSITO/ UN LUOGO DELL’ANIMA A PENNABILLI
Incontrate l’Angelo coi Baffi
nel Museo con un quadro solo
Nella ex Cappellina dei Caduti, nel centro storico di Pennabilli, è ospitato il più piccolo museo del mondo, titolo che gli appartiene perché possiede un unico quiadro dal titolo L’angelo con i baffi.
Questa la favola in versi di Tonino, scritta in romagnolo e tradotta in italiano:
C’era un angelo coi baffi
che non era capace di far niente
e invece di volare attorno al Signore
veniva giù nel Marecchia
dentro la casa di un cacciatore
che teneva gli uccelli impagliati
in piedi sul pavimento di un camerone.
E l’angelo gli buttava il granoturco
per vedere se lo mangiavano.
E dai e dai
con tutti i santi che ridevano dei suoi sbagli
una mattina gli uccelli impagliati
hanno aperto le ali e hanno preso il volo
fuori dalla finestra, dentro l’aria del cielo
e cantavano come non mai.
Da queste parole è nata l’idea di creare prima un quadro e poi un museo con un quadro soltanto, definito il più sguarnito e poetico museo del mondo. La grande tela è stata realizzata dall’artista milanese, romagnolo d’adozione, Luigi Poiaghi.
Il dipinto, collocato dietro una grata, è circondato da uccelli impagliati, che iniziano prodigiosamente a cinguettare all’arrivo dei visitatori. L’angelo coi baffi, ostinato e schernito, realizza il suo sogno facendo prendere il volo agli uccelli impagliati, stimolo e testimonianza che i sogni vanno perseguiti e coccolati.
Da “Tonino Guerra 100: stop agli eventi ma non ai ricordi”:
- Edoardo Turci e l’infanzia del poeta. Uno storico locale di Sant’Angelo di Gatteo (da dove proveniva la madre di Tonino) rievoca i primi anni della grande firma del cinema in coincidenza con il centenario della sua nascita. È il primo dei contributi che leggerete su Giannella Channel. A seguire: un testo ritrovato di Sepulveda, al quale auguriamo una completa guarigione
- La scintilla poetica scoccata nel lager. La prigionia in Germania vede Tonino farsi Omero per i suoi compagni di sventura che con lui condividono il dialetto romagnolo. Per fortuna un medico ravennate, Gioacchino Strocchi, scriverà un diario dettagliato di quei giorni insieme, annotando i testi poetici che Antonio crea e recita ai compagni. Al ritorno in Romagna quei testi diventano un libro e la poesia resta in lui un nutrimento per l’anima
- Il giorno che disse grazie, dopo 66 anni, a un angelo di Verona. Nella Giornata della poesia, dieci anni fa, fui testimone di una storia degna di un film di Tonino e Fellini. Dalle fila di un teatro veronese si concretizzò a sorpresa la figura di una pasticcera che, a suo rischio, aveva portato dolciumi e sapone a Tonino prigioniero dei nazifascisti in quella città veneta, in attesa di essere trasferito via treno nel lager
- Il giorno in cui mi presentò Eliseo, il Socrate della Valmarecchia. Un noto fotoreporter accompagna il cantore della valle all’incontro con il saggio curatore di un orto. E le ore si riempirono di poesia e di ironia in questa quarta puntata del viaggio per il centenario di Tonino Guerra (testo e foto di Vittorio Giannella per Giannella Channel)
- Il giorno in cui accese il fuoco del teatro alle porte di Milano. Il fondatore e direttore di Emisfero Destro Teatro risponde al nostro appello rievocando il festival e l’incontro a Cassina de’ Pecchi che illuminò il futuro artistico suo e di tanti altri giovani di quel borgo lombardo
- Il giorno in cui donò, a me regista, la neve sul fuoco. Marco Tullio Giordana doveva girare, nel film “La domenica specialmente”, l’episodio più poetico, tra fascino della sensualità e tristezza della solitudine. Ma quel titolo era appesantito da un mattone. Un viaggio a Pennabilli e da Tonino nasce un’idea e un incontro con due donne straordinarie: Maddalena Fellini, sorella di Federico il Grande, e per il provino, Monica Bellucci
- Il giorno in cui mi ricordò che un paese ci vuole. Valentina Galli si stava laureando a Bologna e la tentazione di restare in città era forte. Ma l’incontro con Tonino le fece cambiare idea e ora insegna nella sua Valmarecchia
- Il giorno in cui il poeta si mise a dare i numeri. Il direttore del Museo del calcolo Renzo Baldoni rievoca l’inaugurazione delle stanze dedicate al far di conto. Con un rammarico: non aver potuto dirgli che le zone del cervello stimolate da un poeta o da un matematico, sono le stesse
- Il giorno in cui insegnò a noi tedeschi come rendere poetico il paesaggio. Roland Guenter, storico dell’arte da Eisenheim, racconta i festeggiamenti virtuali per il centenario nel parco creato sul Reno nel nome di Tonino e rievoca le lezioni di architettura poetica ricevute da lui e da altri studenti a Pennabilli, decisive per dare alla Ruhr un volto seducente per i turisti culturali
- Il giorno in cui mi parlò di Serafim, il santo che dava miele agli orsi. A Gianfranco Angelucci, scrittore e sceneggiatore amico di Fellini, il centenario del poeta del cinema che stiamo festeggiando sul blog, ispira un emozionante video e una lettera aperta a Tonino, con una inedita rivelazione spirituale
- Il giorno in cui mi regalò la sua gigantesca anima. Enrica, moglie di Michelangelo Antonioni, rievoca il primo e l’ultimo giorno in cui, tra rumori sapori e ricordi, incontrò il poeta del cinema
- Il giorno in cui giocò con la mia Gatta Danzante. Il pittore bolognese dei giardini Antonio Saliola, con rifugio creativo nella Valmarecchia, rievoca la favola di un pomeriggio in cui, sotto i suoi occhi stupiti, il suo felino fece le fusa al poeta del cinema, volteggiando come non mai. A seguire, un singolare documento: i pizzini di Tonino a Lora, sua signora, sulla legione di gatti in casa
- Il giorno in cui capii come nacque l’urlo in Amarcord “Voglio una donna!”. Uno storico romagnolo, Davide Bagnaresi, rievoca un incontro con Tonino Guerra in piazza a Bologna sui retroscena del film da Oscar e svela il ritaglio di cronaca che diede vita alla scena con Ciccio Ingrassia. A seguire, i consigli di Tonino per i bravi sceneggiatori
- Il giorno in cui assistetti all’incontro tra due grandi italiani: Tonino Guerra ed Enzo Biagi. Rita Giannini, biografa del poeta del cinema, rievoca l’inedito faccia a faccia nello studio in Galleria, a Milano, del popolare giornalista: due emiliani romagnoli, nati entrambi nel 1920, emozionati e liberi di raccontarsi a ruota libera
- Il giorno in cui fece cadere la pioggia sulla riviera bollente. Un grande giornalista romagnolo, Giancarlo Mazzuca, rievoca l’incontro a Cervia con il poeta solare fino al midollo che sapeva anche essere l’uomo della pioggia. A seguire: il regalo iridato di Tonino al fotoreporter Daniele Pellegrini
- Il giorno in cui conquistò il cuore di medici e infermieri. Il noto pediatra Italo Farnetani rievoca le parole con cui Tonino Guerra commosse 1.200 congressisti a Rimini, richiamando da poeta del cinema l’insegnamento di Ippocrate
- Il giorno in cui Sergio Zavoli lo salutò con parole eterne. Del grande giornalista appena scomparso ricordiamo lo speciale addio che diede a Tonino una primavera del 2012 a Santarcangelo
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