Non piangere per me, io muoio.

Non puoi farci niente.

Ma vedi quel fiore,

quel fiore che appassisce?

Ti dico: Annaffialo

dall’addio di Oriana Fallaci ad Alessandro Panagulis

È finita la prima estate sulla Riviera adriatica senza Franca Rame (Parabiago, 18 luglio 1929 – Milano, 29 maggio 2013). Lei non c’è più, ad accompagnare Dario Fo nella passeggiate, con sosta davanti a un piatto di tagliatelle e pesci da Nobel, nei ristoranti sul porto canale leonardesco di Cesenatico (ultima passione: il Bragozzo della famiglia Bartolini), buen retiro non solo estivo di Franca e Dario. Ma di Franca si è parlato a lungo, e in particolare del suo sogno rilanciato in questi giorni (Il Nuovo Comitato il Nobel per i Disabili Onlus) e ancora da realizzare: la Riviera senza barriere.

Cervia, ferragosto 2010, sul palco de "La spiaggia ama il libro": da sinistra, Dario Fo, l'insegnante Manuela Cuoghi Giannella, Franca Rame e il presidente degli albergatori di Ascom Cervia, Terenzio Medri.

Cervia, ferragosto 2010, sul palco de “La spiaggia ama il libro”. Da sinistra, Dario Fo, l’insegnante Manuela Cuoghi Giannella, Franca Rame e il presidente degli albergatori di Ascom Cervia, Terenzio Medri.

Ne ho parlato allo sbarco degli autori, a Ferragosto, la spettacolare chiusura della storica manifestazione ideata dall’Ascom di Cervia La spiaggia ama il libro. Sono tornato a parlarne nella bella serata di beneficenza dedicata a Franca nel giardino dell’Hotel K2 in via dei Mille a Cervia, storico nido ospitale di Terenzio e Luciana Medri. Una serata brillantemente condotta con canzoni e brevi monologhi da Norberto Midani con la effervescente madre Norma che ci hanno tessuto un bellissimo ritratto di Franca dove la vita dell’artista e della donna, da loro affiancata per anni, si sono intrecciate in un’immagine completa.

Cesenatico, fine agosto 2013: Dario Fo a pranzo al "Bragozzo", sulla riva di Ponente dello splendido porto canale leonardesco. Lo circondano i componenti della storica famiglia di pescatori e ristoratori della città rivierasca: i Bartolini (in alto a sinistra, il capofamiglia Enrico).

Cesenatico, fine agosto 2013: Dario Fo a pranzo al “Bragozzo”, sulla riva di Ponente dello splendido porto canale leonardesco. Lo circondano i componenti della storica famiglia di pescatori e ristoratori della città rivierasca: i Bartolini (in alto a sinistra, il capofamiglia Enrico).

A me è stato chiesto di colorare di futuro il ricordo di questa grande artista perché in passato avevo avuto occasione di avvicinare Franca e Dario per lanciare, attraverso le pagine di Oggi (16 settembre 1998) il progetto “Nobel per i disabili” che suscitò grandi apprezzamenti anche da parte di chi poteva dissentire dalla Franca “politica” (nel 2006 è stata eletta senatrice, ma si è dimessa con una lettera che resta un documento storico sulla mala stagione della politica italiana). L’intera somma ricevuta con il premio a Stoccolma era stata destinata, per volontà di Dario e Franca, ad aiutare le associazioni dei disabili fornendo loro pulmini, carrozzine e sostegno vario alle famiglie più in difficoltà. “C’è questa folla invisibile di italiani sofferenti che mi sento addosso, che mi guarda in silenzio, piena di dolore muto, e non mi fa dormire. Perché già dalle richieste avute finora i soldi che noi mettiamo a disposizione non bastano”, mi confessò Franca. “Servirebbe un progetto preciso, che impedisca di disperdere in mille rivoli e in mille briciole risorse umane e finanziarie”.

Cervia. Norma Midani e suo figlio Norberto durante lo spettacolo in ricordo di Franca Rame sotto i pini dell'Hotel K2. I Midani hanno un legame affettivo con la famiglia Fo-Rame, nato da un ventennio di collaborazioni e amicizia che Norma ha avuto con Franca. Grazie alla sposa di Dario, Norma ha iniziato anche una carriera di cantante e attrice teatrale. Norberto ha iniziato la sua carriera in teatro vedendo Franca e Dario allestire tutte le loro più belle commedie teatrali. Per saperne di più www.norbertomidani.it

Cervia. Norma Midani e suo figlio Norberto durante lo spettacolo in ricordo di Franca Rame sotto i pini dell’Hotel K2. I Midani hanno un legame affettivo con la famiglia Fo-Rame, nato da un ventennio di collaborazioni e amicizia che Norma ha avuto con Franca. Grazie alla sposa di Dario, Norma ha iniziato anche una carriera di cantante e attrice teatrale. Norberto ha iniziato la sua carriera in teatro vedendo Franca e Dario allestire tutte le loro più belle commedie teatrali.
Per saperne di più www.norbertomidani.it

Franca Rame e Dario Fo a Cervia, 2010

Franca Rame e Dario Fo a Cervia, 2010

Progetto Quadrifoglio. Il progetto può essere visualizzato in un quadrifoglio, ogni foglia un continente del pianeta H (come Handicap).

A quel progetto Dario e Franca, in una serata trascorsa al Caminetto di Milano Marittima, chiesero di dare anche il mio contributo di tecnico della comunicazione all’impegno preso. Sono andato a rileggermi, su Oggi, quei miei appunti che, numeri a parte, conservano la loro attualità e che provo a ridisegnare.

  1. Il “Pianeta H”. Quanti sono i disabili in Italia e di che cosa hanno bisogno? E qui, con l’aiuto degli ultimi dati dell’Istat, cominciano le amare sorprese. In cerca d’aiuto in Italia è un esercito di tre milioni e 300 mila disabili (6,5 milioni sono i loro familiari): 1,9 milioni sono donne, oltre la metà ha più di 65 anni ed è concentrato prevalentemente nel Sud. Tutte cifre che possono essere ancora più alte, forse superare i quattro milioni: perché la ricerca ha fatto il punto della situazione soltanto per le persone dai sei anni in su. “Un universo di vero dolore, dove non si ‘bara’ e che non ha niente a che fare con le pensioni di invalidità fasulle (contro i quattro milioni di disabili, le pensioni di invalidità superano invece i sette milioni). Un universo dimenticato e sconosciuto, in tempi di svago e di smemoratezza, di egoismo e di violenza. In tempi in cui la solidarietà, l’amore e, perché no?, la pietà sono ‘merce’ sempre più rara, prodotta ormai quasi soltanto da quei santi moderni che sono i volontari, immersi in un mare di gente che ha paura di dare”, rifletteva Franca. Una sofferenza aggravata dalla miopia di molti. Un esempio: la legge 482/68 ha previsto l’assunzione obbligatoria di disabili nelle aziende pubbliche e private, ma negli ultimi dieci anni 76 mila posti sono scomparsi, le aziende preferiscono pagare la modesta multa piuttosto che assumere handicappati.
  2. I diritti. Nella legge sui disabili troppe promesse sono state tradite. Varata sei anni fa, la legge 104/92 avrebbe dovuto favorire l’abbattimento delle barriere architettoniche, l’assistenza e agevolazioni di ogni tipo. In realtà i fondi sono scarsi e modestissimi i risultati, sicché la legge è rimasta un monumento alle buone intenzioni. “A sentire i tanti dal cuore morto ai quali ho rivolto le domande che ti vengono spontanee, la risposta è sempre la stessa: purtroppo numerose difficoltà ancora ostacolano o limitano la completa attuazione della legge”, raccontava Franca. Eppure le idee non mancano: agevolazioni alle persone con handicap e ai familiari che li assistono (dalla riduzione dell’orario di lavoro fino al 50 per cento all’abbattimento dell’Iva per l’acquisto dell’auto anche per i familiari); potenziamento dei servizi alla famiglia (comunità-alloggio, centri socio-educativi).
  3. Le risorse. La radiografia del settore nella relazione inviata alle Camere dal ministero mostra interventi regionali in ordine sparso con modesti risultati. La Regione che nel ’97 ha investito di più è la Lombardia con oltre 320 miliardi di lire. All’opposto, con 850 milioni, la Basilicata. Un buon lavoro è stato fatto in Toscana, Emilia Romagna e Marche, mentre Puglia, Sardegna, Sicilia e le province autonome di Trento e Bolzano non hanno inviato dati. Eppure si ripete anche in questo settore quella che è una pecca dell’Italia rispetto all’Unione europea: da Bruxelles, tre anni fa sono stati stanziati 40 mila miliardi di lire per finanziare piani per anziani e disabili (per i quali è stato pubblicato Handynet, il primo catalogo europeo informatizzato su attrezzature e tecnologie, molte delle quali italiane, che rendono più ‘intelligente’ la casa, l’ufficio, l’auto). “Ma il mistero poco buffo è che in Italia questi progetti non decollano. Solo colpa della burocrazia?”, si chiedeva polemicamente Franca.
  4. L’informazione. Ultima foglia è quella della comunicazione e della visibilità (“non quella della tv ‘matrigna’, che abbaglia con i giochi a premi televisivi e i corpi griffati sin dalle mutande e che invece troppo spesso tratta i disabili come fenomeni da baraccone”, s’arrabbiava Franca). Perché, come insegna il felice modello di una città americana “amichevole per i disabili”, l’informazione corretta può essere il carburante per la rinascita delle fasce più deboli della società. La storia della “città friendly” è sul Wall Street Journal: si parla di Talladega, nell’Alabama, dove i ristoranti hanno menù in braille (ma anche una decina di ristoranti romani Da Vittorio in testa, hanno adottato il menù in rilievo), i semafori parlano e una fabbrica impiega ciechi e sordi.

Questa era la pianta che stava crescendo nel giardino di Franca Rame e Dario Fo. Il gesto nobile dei due attori aveva, aiuti concreti a parte, l’obiettivo di innescare un cambiamento culturale capace di riportare in gioco milioni di cittadini pieni di voglia di vivere, di essere, di partecipare. Un cambiamento auspicato, specie per la Riviera adriatica (prima méta turistica d’Europa e seconda nel mondo, dopo la Florida: le imprese dell’Ascom tengano conto anche delle opportunità offerte dall’essere la Riviera senza barriere) che Franca e Dario perseguivano con determinazione, anche a costo di svegliarmi nel cuore della notte per “chiedere scusa se posso sembrare noiosa, ma dobbiamo stare attenti a non cadere nel pietismo e tenere alto il filo della sfida, sempre sul piano dei diritti e della dignità. Il disabile non chiede alla società qualcosa “di più”. Semmai qualcosa “di meno”: meno barriere, meno impedimenti”.

comitato un nobel per i disabili onlus

Il rilancio. Oggi quel progetto di cui parlavo nel ’98, dopo un inciampo dovuto a un collaboratore infedele, è stato rilanciato da Dario e da Fo junior, Jacopo. In memoria e in onore di Franca è stato costituito il Nuovo Comitato Nobel per i Disabili che intende continuare il lavoro di quegli anni creando una rete tra le varie realtà sociali: istituzioni, associazioni, singoli di buona volontà, così da dare un contributo di ancor più largo respiro, in un momento in cui il bisogno è sempre più alto e diversificato. “Abbiamo ottenuto anche la collaborazione di venti avvocati volontari, che possono assicurare assistenza legale e psicologica a seconda delle necessità”, mi aggiorna Jacopo Fo dall’angolo di Umbria dove sovrintende alla costruzione di uno sperimentale ecovillaggio.

Le coordinate utili. Il sito web è: www.comitatonobeldisabili.it.

  • Bonifico bancario intestato a: Nuovo Comitato il Nobel per i Disabili Onlus, Banca popolare etica, Iban: IT15L0501803000000000137020, codice Bic CCRTIT2T84A
  • Vaglia postale: beneficiario Nuovo Comitato il Nobel per i disabili, indirizzo: Località Santa Cristina, 53 – 06024 Gubbio (Perugia).
  • Info (anche per eventuali e graditi sponsor): tel. 075.9229776
  • E-mail: nobeldisabilionlus@gmail.com

 

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A PROPOSITO

I numeri del pianeta H

Franca Rame li chiamava “folla invisibile di italiani sofferenti”. Ma chi sono, quanti sono, quali le associazioni che assistono i portatori di handicap? Ecco i dati raccolti al momento del varo del Progetto Quadrifoglio.

In Italia i disabili sono 3,3 milioni. Di questi, 1,5 milioni è del tutto privo di autonomia. In pratica, da sole, 1,3 milioni di persone non sono in grado di farsi una doccia o il bagno; 284 mila di lavarsi il viso o le mani. Tre quarti delle persone senza autonomia sono anziani. Un disabile su tre è senza titolo di studio, altrettanti hanno appena la licenza elementare.

Chi se ne occupa. Tra le associazioni storiche: UIC (Unione italiana ciechi), ENS (assistenza sordomuti), ANMIL (mutilati e invalidi civili) e la PRO JUVENTUTE Don Gnocchi che gestisce Siva, la banca dati sull’handicap. Altre offrono ai disabili consulenze nell’organizzazione di un viaggio: HPRESS di Monza, 039. 326341; Sportello Vacanze AIAS, sede di Milano: tel. 02.3302021, e-mail: info@aiasmilano.it;  Co.In, Consorzio cooperative integrate Onlus, Roma (persona da contattare: Larzia Lo Guzzo, e-mail: larzia.loguzzo@sociale.it); Civaturs – via Andrea Costa, 169/A – 40134 Bologna, tel. 051.4399101 – info@civaturs.net.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).