Cara Paola, c’è stato un tempo in cui portavi negli studi di RaiUno gli eroi di tutti i giorni, quelle persone che, all’oscuro delle cronache, aiutano il prossimo. Persone che privilegiano il verbo dare, invece che prendere. Se dovessi indicare il tuo, di eroe, quale nome oggi faresti?
“Premesso che i miei eroi sono i genitori che si danno da fare in mezzo alla crisi, fanno studiare i figli e quadrare i conti in casa, il nome che ti farei è quella di Teresa, la madre-coraggio di Beatrice Vio, detta Bebe, la diciannovenne schermitrice veneta che a settembre ha aggiunto ai suoi tanti trofei anche l’oro alle Paralimpiadi di Rio (bissando la vittoria anche a Tokyo 2021, Ndr)”.
Parli di loro per conoscenza diretta?
“Le avevo incontrate in occasione di quel programma nel 2013. Come madre, mi ero immedesimata in quella donna che trasmetteva energia alla figlia colpita a 11 anni da una meningite che le causò l’amputazione di gambe e avambracci. Fosse capitato a me, avrei sofferto per tutta la vita per l’infelicità di mia figlia. Invece, parlando con loro, ho capito che la vera forza di questa giovane campionessa è stata la madre. La madre che, quando doveva rimproverarla, le diceva: ‘Guarda che se mi fai arrabbiare io non ti metto le braccia!’ Una minaccia grave che andava tradotta come quella di una madre che si comportava con normalità, senza usare la compassione, rinnovando il messaggio subliminale guarda-che-sei-fortunata-sei-viva-datti da fare”.
Avete mantenuto i contatti?
“Certo. Ho aderito alla causa che portano avanti. Teresa e suo marito Ruggero hanno fondato nel 2009 Art4sport, una onlus che sostiene l’integrazione sociale, attraverso lo sport, dei bambini che hanno subìto amputazioni. La mission è in queste sue parole: ‘Accogliamo i ragazzi, ci innamoriamo delle loro storie, li aiutiamo a disegnare il loro futuro attraverso un sogno sportivo’. Vanno in giro, si occupano di disabilità, cercano di colmare il ritardo culturale diffuso verso i disabili. Organizzano, parafrasando Giochi senza frontiere, Giochi senza barriere, gare per disabili fatte prima a Mogliano Veneto, dove ha sede la onlus, e l’anno scorso a Roma allo stadio dei Marmi dove sono andata come spettatrice. Mi sono fermata con loro negli spogliatoi e lì mi hanno raccontato un episodio accaduto durante la settimana bianca per disabili. C’era una bambina triste perché amputata di un braccio. A furia di vedere gli altri compagni sereni, una sera a cena è arrivata senza la protesi al braccio. Le hanno chiesto: ‘E la protesi?’. E lei, tornata finalmente a sorridere: ‘L’ho lasciata a riposare in camera’. Se non sono loro gli eroi, quelli come Teresa che alimentano nei ragazzi con difficoltà di vario genere la voglia di vivere e l’amore per lo sport, chi altri può meritare questo titolo?”.
VITAMINE PER LA MENTE/ Dal libro “Mi hanno regalato un sogno” (Rizzoli)
“La vita, ragazzi, è proprio
una figata”, parola di Bebe
Dalla collana “Il mio eroe”, confluite in parte, arricchite, nel libro In viaggio con i maestri (Minerva):
- Giovanni Palatucci (1909-1945), scelto da Ennio Di Francesco, già commissario di Polizia e fautore del Movimento democratico della riforma della polizia
- Giuseppe Caronia (1884-1977), grande pediatra che salvò molti ebrei e antifascisti a rischio della sua vita, è l’eroe scelto da Italo Farnetani, il medico dei piccoli
- Roberto Baggio sceglie il maestro buddhista Daisaku Ikeda, che ha dedicato la vita a sradicare le cause della violenza
- E Gianni Boncompagni scelse Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande pianista del mondo tifoso di Enzo Ferrari e Topolino
- Nerio Alessandri: quel giorno nella vita di mr. Technogym, il romagnolo che fa muovere il mondo: “Il mio eroe? Un altro innovatore che, come me, partì da un garage: Steve Jobs“
- Dario Fo elogia il Ruzzante: “Fu un vero rivoluzionario, l’unico che, in forma satirica, ha parlato del suo tempo”
- Urbano Cairo: “Se scalo le montagne lo devo a un filosofo-faro: Napoleone”
- Antonio Cederna, giornalista e battagliero difensore della città, del paesaggio, della bellezza italiana
- Brunello Cucinelli dona bonus culturale ai suoi 1.450 dipendenti e sceglie Marco Aurelio
- E don Ciotti mi indicò il suo eroe: Tonino Bello, vescovo degli ultimi
- Michael Collins: era italiano il gregario spaziale rimasto a orbitare intorno alla Luna. Ecco chi me lo raccontò
- Zorro, cent’anni fa nasceva la leggenda del giustiziere mascherato (l’eroe di Etro)
- Un eroe e un amore che, mi confidò, abitavano nella mente di Luciano De Crescenzo
- Rossana e Carlo Pedretti: le loro vite nel segno di quel genio di Leonardo
- E Roberto Bolle mi confidò: “Il mio eroe? Adam, bambino soldato d’Africa”
- Fabrizio Barca: “il mio uomo faro? Amartya Sen. Quell’economista e Nobel indiano ha dato una risposta alle paure e alla arida globalizzazione”
- Raffaella Carrà: “Felicità è aver avuto una nonna come Andreina mia maestra in una Romagna che era piena di note e di libertà”
- Lo spirito guida di Massimo Giletti? Toro Seduto, un leader lontano da potere e profitto
- E Mauro Corona mi confessò: “Devo a Mario Rigoni Stern la mia rinascita”
- Quando Maria Rita Parsi mi illuminò il suo spirito guida: Giovanni Bollea, esploratore delle menti bambine
- Giuseppe Masera: “per chi come me ha dedicato una vita nella battaglia alla leucemia infantile, la figura di Giovanni Verga assume i contorni di un gigante”
- Nel glossario di Andrea Camilleri inserite la voce: Mandrake, l’idolo che mi confessò
- Quando il grande giornalista Enzo Bettiza mi indicò il suo eroe vivente: Mario Draghi, italiano europeo che punta su competenza e controllo
(via email)
Una medaglia d’oro la merita anche Teresa, mamma di Bebe e presidente dell’associazione Art4Sport, dedicata a far “ripartire con la vita attraverso lo sport”. Questa frase andrebbe scritta sulle porte degli ospedali, dei centri riabilitativi e su tutti gli istituti dei ciechi.
(Una curiosità supplementare: nella famiglia di Art4sport è cresciuta anche Veronica Plebani, bronzo nel triathlon qualche ora prima dell’exploit di Bebe).
Sull’ideale podio farei salire anche il marito di Teresa, Franco. Entrambi sono capitani di un’associazione che ha facilitato il cambiamento radicale di tante famiglie. (s.g.)