“Lo sapevate che uno dei tre astronauti dell’Apollo 11 era un italiano? Difficile a credersi, vero?”: esordisce così Umberto Brindani, direttore responsabile del settimanale Oggi, in uno dei suoi sempre stimolanti editoriali (per chi volesse ritrovare le altre sue parole, rimando al blog: blog.oggi.it/direttore). La spiegazione arriva subito dopo:

Neil Armstrong, Buzz Aldrin e Michael Collins: provate a indovinare quale dei tre mitici pionieri dello spazio era nato a Roma. Fatto? Ci avete azzeccato, è quello sfigato, l’uomo che è rimasto a orbitare intorno alla Luna mentre gli altri due, passeggiandoci sopra, passavano alla storia. È Collins, che vide la luce in via Tevere numero 16, a due passi da Villa Borghese, e oggi a 88 anni suonati vive tranquillamente nella sua America.

Il nome di Collins affiora tra gli undicimila nomi famosi nella storia del mondo (803 sono italiani: per i particolari, Pantheon Project su Google). Con sorpresa di molti, ma non per me che avevo saputo di Collins l’italiano dal conduttore radiofonico Filippo Solibello, il creativo inventore dell’iniziativa M’illumino di meno. Sono andato a rileggermi l’intervista, per molti versi attuale, che mi concesse per Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera (numero del 13 maggio 2016, allora era direttore Pierluigi Vercesi).

Filippo Solibello

Filippo Solibello (Milano, 1972), conduttore radiofonico di Caterpillar AM su Radio 2 e ideatore di eventi. Ha firmato, con Massimo Cirri, “Nostra eccellenza” (Chiarelettere), un viaggio-reportage nell’Italia che funziona.

(CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Caro Solibello, complimenti per il recente successo di Radiocity, il primo festival mondiale della radio a Milano, tua nuova bella idea come M’illumino di meno, la campagna di sensibilizzazione sul cambiamento climatico e sul risparmio energetico inventata nel 2005 per la trasmissione radiofonica Caterpillar

“A me piacciono i personaggi che danno luce senza chiedere di essere illuminati. Per esempio, l’astronauta Michael Collins. Invano lo cercherai nell’elenco dei 12 astronauti sbarcati sulla Luna. Eppure era quello dei tre che arrivarono per primi fino al nostro satellite, a quasi 400 mila chilometri dalla Terra. Era la missione Apollo 11, quella in cui Neil Armstrong e Buzz Aldrin, nella notte del 22 luglio 1969, scesero sul suolo lunare mentre Collins orbitava nel modulo a dieci chilometri d’altezza, in attesa di ripescarli, come fosse un tassista”.

Un tassista spaziale con l’Italia sul passaporto: perché era nato a Roma, dove il padre lavorava in quell’anno, 1930, come addetto militare nell’ambasciata statunitense.

“E italiano era il direttore della missione Apollo, l’impresa tecnologica più complessa messa su nella storia dell’umanità: Rocco Petrone, figlio di un carabiniere lucano (anche mio nonno era lucano, di Rapolla) passato nel giro di una generazione dai Sassi di Matera (il paese di laggiù, Sasso di Castalda) ai sassi della Luna”. (La sua storia è raccontata da Renato Cantore in un intrigante libro appena ricevuto: “Dalla Terra alla Luna”, Rubbettino Editore, 2019, Ndr)

Michael Collins

Michael Collins (Roma, 1930) ex astronauta che prese parte ai programmi Gemini e Apollo. Nel 1970, pensionato dalla Nasa, è stato chiamato a dirigere il National Air & Space Museum a Washington. Sulla sua esperienza ha scritto un libro: Carrying the Fire.

(CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Come nasce questa tua predilezione per Collins?

“Sono sempre stato appassionato di spazio e fantascienza. La missione Apollo 11 è quella che più mi ha affascinato. Ho letto e riletto le pagine di quei giorni, ho ascoltato i retroscena da Piero Angela e Tito Stagno, ho ricercato i filmati. All’interno di un video ho trovato la frase che da allora mi porto dietro. Alla domanda che gli rivolge un giornalista (‘Ma lei non c’è rimasto male a restare a girare sul modulo spaziale senza mai posare piede sulla Luna, mentre gli altri due allunavano entrando così nella Storia?’), lui risponde sereno: ‘Io non mi vedo come il terzo che non è sceso sulla Luna, ma come il primo che è arrivato in orbita, scelto dopo aver superato nella selezione migliaia di altri candidati’. Come dire: non stiamo a guardare il bicchiere mezzo vuoto ma quello mezzo pieno, che a volte è veramente pieno e non ce ne rendiamo conto. Ecco, questo cambio di prospettiva, questo osservare le cose da un altro punto di vista, vedere quello che abbiamo e non quello che ci manca: questo me lo rende un maestro di vita, insieme a un suo collega italiano, Luca Parmitano, che (da me intervistato in radio) ha spronato i giovani d’oggi a coltivare sogni grandissimi. Ritrovare lo spirito di questi navigatori spaziali farebbe bene agli italiani”.

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A PROPOSITO

Il decalogo di “M’illumino di Meno”

per il risparmio energetico

e per uno stile di vita sostenibile

  1. Spegnere le luci quando non servono.
  2. spegnere e non lasciare in stand by gli apparecchi elettronici.
  3. sbrinare frequentemente il frigorifero; tenere la serpentina pulita e distanziata dal muro in modo che possa circolare l’aria.
  4. mettere il coperchio sulle pentole quando si bolle l’acqua ed evitare sempre che la fiamma sia più ampia del fondo della pentola.
  5. se si ha troppo caldo abbassare i termosifoni invece di aprire le finestre.
  6. ridurre gli spifferi degli infissi riempiendoli di materiale che non lascia passare aria.
  7. utilizzare le tende per creare intercapedini davanti ai vetri, gli infissi, le porte esterne.
  8. non lasciare tende chiuse davanti ai termosifoni.
  9. inserire apposite pellicole isolanti e riflettenti tra i muri esterni e i termosifoni.
  10. utilizzare l’automobile il meno possibile, condividerla con chi fa lo stesso tragitto. Utilizzare la bicicletta per gli spostamenti in città.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).

Dalla collana “Il mio eroe”: