È il 29 settembre 2012, un giorno importante per noi di Technogym perché inauguriamo il Village. Abbiamo organizzato una grande festa per condividere con la squadra, i partner, la comunità, i nostri 29 anni di vita, lavoro, sacrifici e visione. Vorrei che tutto fosse perfetto, ma soprattutto vorrei che questa non fosse una celebrazione. Le celebrazioni fanno pensare alla fine di un ciclo e invece io vorrei che tutti vivessero questa giornata come l’inizio di una nuova avventura. Forse il messaggio del sogno è proprio questo: guarda fuori dalla finestra, sii curioso e vai alla conquista.

Sono partito dal niente, con mio fratello Pierluigi e i nostri collaboratori abbiamo costruito una grande azienda apprezzata nel mondo, ma ho la stessa fame di quando ho cominciato, a 22 anni. Vorrei che anche la mia Italia avesse la stessa fame che gli ha permesso di costruire cose splendide nel passato. Vorrei un Paese con giovani affamati di idee, di conquista, di conoscenza, di bello, di futuro, di vita. La fame è una grande opportunità. Ti costringe a migliorare e a non aspettare il futuro, ma a costruirtelo tu.

Sogno, fame, visione, lavoro quotidiano, la méta, la strada, il desiderio, la fatica. Sono ingredienti a disposizione di tutti, per averli non serve denaro, ma curiosità.

Mai trascurare i dettagli

Mentre finisco di radermi ripasso i punti chiave del mio discorso, penso ai dettagli. Mai trascurare i dettagli, mai smettere di considerare il punto di vista degli altri, mai abituarsi all’abitudine, e soprattutto mai lasciarsi soggiogare dalla vanità.
Torno in camera. Apro le finestre.

“Ciao, com’è il tempo?”.

È Stefania, si è appena alzata.

“Qualche nuvola, ma non piove. Non pioverà”.
“Meno male”.

La luce di fine settembre illumina le pareti, i soffitti alti, il letto, il divano di fronte. Questa camera è grande come l’appartamento dove sono cresciuto, ma io sono lo stesso di allora. Una parte di me è orgogliosa per i risultati raggiunti. L’altra non vuole dare troppo peso a tutto ciò, agli agi, alle “cose”, perché è rimasta la stessa di un tempo, quando aveva poco e pensava solo alle sfide future.

Il pensiero corre alla stanza che dividevo con mio fratello Pierluigi quando ero bambino, poi ragazzo, poi giovane uomo. Due letti, un armadio, un tavolo da disegno. Era una camera essenziale, dentro una casa semplice, costruita da gente onesta e tenace, i miei genitori. È stata la camera dove sono nate tutte le mie curiosità. Ai bambini non servono dimore lussuose per imparare a sognare, i bambini sono curiosi perché non hanno il virus del preconcetto.

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(qui e in apertura) Nerio Alessandri nel giardino del Technoym Village, l’avveniristico quartier generale di Cesena, firmato dall’architetto Antonio Citterio. Si sviluppa su un’area di 150 mila metri quadrati, di cui 60 mila sono coperti.

Costruivo con i Lego

Per un attimo mi rivedo lì, a sei anni, con il mio primo regalo, il Lego. Andavo pazzo per quei mattoncini. La prima cosa che costruii fu una casa: quattro solidi muri, un grande balcone e nessuna finestra, chissà perché.
Stefania mi chiama.

“Ti preparo un caffè?”.

Quando l’ho conosciuta Stefania aveva sedici anni e io venti. Da allora è stata sempre al mio fianco, mi ha sostenuto fin dall’inizio, poi è stata il collante della famiglia. Siamo sempre stati solidali nei progetti e nei sogni, nella fatica e nell’entusiasmo.

Erica ed Edoardo, i nostri figli, hanno 29 e 38 anni meno di me. Sono nati dopo l’azienda, non hanno visto le nostre fatiche iniziali, sono arrivati quando tutto era già partito e consolidato, sono cresciuti in un mondo completamente diverso dal mio. Ogni tanto mi domando se sono stato capace di trasmettere loro la stessa fame che ho avuto e che ho ancora.

Le mie certezze vacillano quando penso che io stesso ho dato a Erica ed Edoardo tutto ciò che serve per non avere fame. È inevitabile che dei genitori cerchino di dare ai figli una vita più facile della propria, ma si corre il rischio di togliere loro lo stimolo della curiosità. Dalla curiosità nasce la voglia di migliorare e da lì la grinta che ti fa sopportare la fatica necessaria a conquistarsi ogni cosa.
La voce di Stefania mi richiama al presente.

“Il video di tuo padre nel garage lo proiettate?”.
“Non so, ho dei dubbi. È una cosa così intima. E poi non voglio esagerare con l’autocelebrazione”.
“Però è commovente”.
“Appunto, per questo è meglio tenere quel ricordo per noi. Ora vado. Mi raccomando, puntuali. Ci vediamo là”.

Stefania è come una roccia accogliente, è il baricentro della famiglia, spontanea e semplice come quando l’ho conosciuta, completamente priva di fronzoli. Mi è sempre piaciuto la sua trasparenza, la sua capacità di stupirsi, salvo poi spiazzarti ogni tanto con osservazioni profonde e autoironiche.

Mi allaccio le scarpe e all’improvviso sorrido. Mi sono ricordato la frase che disse quando decise di passare al part-time dopo la nascita di Erica. Era l’inizio del ’91. Fino ad allora aveva lavorato in azienda dodici ore al giorno, spesso si era portata a casa il lavoro da finire e lo aveva sempre fatto con il sorriso. “Adesso”, mi disse, “vorrei rallentare. La chioccia ha bisogno della sua bambina”.

Scendo nel cortile e salgo sull’auto. Sono le sette, attraverso Cesena, vado verso il casello sud dell’autostrada, dopo nemmeno quattro chilometri compare il Village. Il cancello automatico si apre qualche secondo prima che io arrivi. Un uomo si affaccia alla porta della reception e mi saluta: “Ben arrivato ingegner Alessandri. Oggi sarà una grande giornata”. E sorride.

I clienti su tutti

Valter è con noi da molto tempo, è stato vicino a mio padre Giovanni fino alla sua morte. Vent’anni fa in azienda era più facile conoscere tutti perché eravamo meno di cento, all’inizio siamo cresciuti insieme con amici e qualche parente. Oggi è più difficile ricordare ogni nome, ma cerco di farlo ancora anche se siamo 1.000 in Italia e oltre 2.000 nel mondo. Più si diventa grandi, più è necessario sentirsi uniti…

Mi fermo. I trecento metri che mi separano dall’entrata li voglio fare a piedi e non in auto. A destra sono già pronti i banchetti con i pass e i cartelli che guideranno i 1.700 invitati arrivati da settanta Paesi del mondo, ospiti istituzionali, la stampa, ma soprattutto i clienti. Devono essere loro i protagonisti della giornata. Il cliente è l’unica e vera ragione di esistenza di un’azienda, non è solo quello che ne garantisce il futuro, ma colui che con le sue esigenze la stimola a evolversi e a migliorare nella competizione con gli altri.

Ascolto la musica che esce dagli altoparlanti nascosti tra i cespugli nel prato e ripenso ai dettagli: le scenografie per lo spettacolo di inaugurazione della fabbrica al piano terra, le quasi 2.000 sedie per il Wellness Congress al terzo piano. Ho lavorato 29 anni per arrivare fin qui, da due settimane io e i miei collaboratori più stretti dormiamo due ore per notte, tutti vogliamo che ogni cosa sia perfetta…

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Nerio Alessandri aveva 22 anni, nel 1983, quando lasciò il posto fisso e nel garage di casa progettò il primo attrezzo per palestra.

Napolitano e Clinton

Squilla il telefono. È mio fratello Pierluigi. Sono le sette e un quarto gli ospiti cominceranno ad arrivare alle nove, la maggior parte di loro è già negli alberghi di Cesena, Cervia, Rimini, Riccione. Mancano solo i due più difficili da portare qui, il presidente della Repubblica italiana Giorgio Napolitano e l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton. Ragioni di sicurezza o un contrattempo potrebbero annullare la loro presenza all’ultimo minuto. Bill Clinton avrebbe dovuto dormire qui, ma ieri sera l’ambasciata ha cambiato i programmi. Non si sa ancora dove atterrerà il suo aereo e nemmeno a che ora. Napolitano dovrebbe arrivare alle 10. Il Quirinale ha confermato la sua presenza, ma finché non vedrò la sua auto varcare il cancello non sarò tranquillo…

Il Technogym Village è stato fatto pensando ai prossimi 50 anni, non ai prossimi 5, non è solo una grande opera di architettura, ma un luogo progettato per ispirare e coinvolgere più persone possibili nella nostra visione.

Alcuni collaboratori si sono sentiti un po’ spaesati entrando qui dentro, e lo capisco. Nell’arco di 29 anni siamo passati da un garage di Calisese a un capannone di Gambettola. Poi gli edifici sono diventati 14, ma era comunque un’atmosfera familiare. Ora, mettendo davanti alle persone che lavorano qui l’alta architettura di Antonio Citterio, abbiamo cambiato loro la scala di riferimento, e quindi il senso di responsabilità, la dimensione. Le aspettative. Sapevo che il passaggio non sarebbe stato ininfluente, non lo è stato nemmeno per me. Ma era necessario farlo.

Non lasciarsi sedurre dal successo

Questo cambiamento serve ad aprire gli orizzonti e a mettersi in discussione. Per questo, passata la festa di oggi, domani mattina saremo tutti qui a lavorare, senza aspettare, senza lasciarci sedurre dal successo.

Il successo è sempre pericoloso, va trattato con molta diffidenza perché è un cattivo consigliere, va domato e interpretato, lo ripeto spesso da quando una cosa ha successo, vuol dire che è già superata, è obsoleta. Solo i prodotti che diventano icone sopravvivono perché sono fatti di elementi che durano nel tempo: innovazione, qualità, funzionalità, design e unicità. Sembra paradossale, ma cambiare è necessario proprio all’apice del successo, anche a costo di raccogliere meno risultati nel breve termine. Quando ci si accorge di non avere più successo è troppo tardi, per questo bisogna avere l’umiltà e l’intuito di cambiare nel momento di massimo risultato. Investire nel cambiamento permette di essere preparati e pronti per il futuro…

Squilla il telefono. È Pierluigi.

“Nerio, gli ospiti cominciano ad arrivare”.
“Scendo”.

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nerio-alessandri-nati-per-muoverci* Condensato dal libro autobiografico di Nerio Alessandri “Nati per muoverci. Storia di Technogym da un garage alla wellness economy”, Baldini & Castoldi, 2014, 251 pagg. 16 euro. Il libro illumina la storia di un successo mondiale creato dal nulla a partire dal 1983, quando a 22 anni lascia il posto fisso e fonda, assieme al fratello Pierluigi, una start up di attrezzi per palestra. La grande intuizione è il Wellness, uno stile di vita basato su regolare attività fisica, sana alimentazione e approccio mentale positivo. Il Wellness è un’opportunità per tutti, governi, imprese e cittadini, per combattere i rischi della vita sedentaria che possono compromettere la felicità di ciascuno di noi ma anche i bilanci pubblici e la produttività. Nel 2003 in Romagna ha lanciato, in un convegno medico-scientifico in cui era relatore anche chi vi scrive, il progetto Wellness Valley, il primo distretto della qualità della vita che coinvolge pubblico e privato per valorizzare il patrimonio sociale, intellettuale, culturale e naturale del territorio. Nel mondo promuove la Wellness Economy come unica via per uno sviluppo socio economico sostenibile, attraverso l’attività della sua Wellness Foundation. La compagnia ha ricevuto il riconoscimento come Best Place to Work, venendo così identificato come il miglior luogo di lavoro in Italia e in Europa.

A PROPOSITO / Le parole ritrovate

Il mio eroe? Un altro innovatore che, come me, partì da un garage: Steve Jobs

intervista di Salvatore Giannella a Nerio Alessandri per Sette*

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Nerio Alessandri (Cesena, 1961), ha creato e presiede Technogym, leader mondiale nel settore delle soluzioni per il Fitness e il Wellness. Ha attrezzato oltre 65.000 centri wellness e oltre 100.000 abitazioni nel mondo. Sono 35 milioni le persone che utilizzano ogni giorno i prodotti Technogym. L’azienda impiega circa 2.200 collaboratori in 14 filiali nel mondo ed esporta il 90% della propria produzione in oltre 100 paesi.

Credit: GIACOMO GIANNELLA/STREAMCOLORS

GIANNELLA. Caro presidente, come per Steve Jobs anche la sua azienda, oggi leader mondiale nei prodotti e servizi per l’efficienza psicofisica, è cominciata dal garage di casa sua, a Cesena.

ALESSANDRI. “E proprio Jobs il mio imprenditore di riferimento, per la sua forza innovativa. Lui lanciò il primo personal computer, poi ha rivoluzionato il nostro modo di fruire musica, tv, film e libri. La sua passione, direi persino l’ossessione che aveva per lasciare un segno nel mondo, me lo fa sentire vicino. In fondo, anche noi promuovendo il wellness, cioè uno stile di vita utile alla prevenzione, alla salute e allo sport, abbiamo innovato e migliorato la vita di molte persone grazie a una regolare attività fisica, una sana alimentazione e un approccio mentale positivo”.

GIANNELLA. Per dirla con uno slogan: mens sana in corpore sano in Romagna excelsa…

ALESSANDRI. “Da dieci anni stiamo lavorando con una strategia glocal: favorire politiche sociali che mettano al centro l’uomo e la sua educazione alla salute e, insieme, rafforzare la Wellness Valley, la Romagna come prima valle del benessere al mondo. Come imprenditore avverto la responsabilità sociale verso il territorio e per questo ho dato vita a una fondazione con questa mission e che ha come destinatari privilegiati i giovani”.

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Steve Jobs (San Francisco, 1955 – Palo Alto, 2011) è stato il cofondatore della Apple. Fu classificato primo tra i 25 uomini d’affari più potenti per il 2007 da Fortune e persona dell’anno 2010 dal Financial Times.

Credit: GIACOMO GIANNELLA/STREAMCOLORS

GIANNELLA. Mi ritorna in mente Jobs che parla agli studenti di Stanford e chiude con un’esortazione: “Siate affamati, siate folli”.

ALESSANDRI. “Lui voleva dare una speranza ai giovani. Sì, oggi hanno bisogno che diamo loro fiducia, perché possano realizzare i loro progetti con passione, umiltà e curiosità. In Italia c’è posto per le start up, per le imprese creative. Noi investiamo per far loro vivere esperienze e incontri nel Technogym Village (l’ultimo dei nostri ospiti è stato Prandelli, allenatore di calcio anche della nazionale), per ascoltare le loro idee creative, e anche per assumere i migliori tra le migliaia che si fanno avanti ogni anno. Sponsorizziamo un vivaio di 500 ragazzi che seguono il calcio e altri sport: l’educazione può favorire un sano ricambio generazionale”.

GIANNELLA. Innovazione e tradizione in cima ai suoi pensieri: è romagnolo Girolamo Mercuriali, medico del ‘500, il primo ad aver teorizzato l’uso della ginnastica per star bene.

ALESSANDRI. “Abbiamo ripubblicato il suo libro che divulga concetti molto attuali. L’esecizio fisico è un giusto farmaco. Questo esercizio va prescritto dal medico, va dato in dosi precise a seconda delle caratteristiche della persona. L’uomo è nato per camminare, per fare circa 30 chilometri al giorno, oggi ne fa meno di uno: quei 29 mancanti generano molti problemi per la nostra salute”. (* Fonte: “Sette”, lo storico magazine del “Corriere della Sera” diretto da Pier Luigi Vercesi, marzo 2014, protagonista n. 48 dei 150 da me intervistati.)

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).