Non riesco ad accettare l’idea dell’immobilità eterna di Luciano De Crescenzo, che continuerà ad abitare nella mia mente come un amico vulcanico e gioioso, capace di scendere dalla stratosfera della filosofia ad argomenti più terreni ma sempre capace di avvincerti. Lo avevo conosciuto sia a Roma (nella cerchia di Renzo Arbore & C.) sia a Milano, dove rispondeva positivamente alla chiamata del grande stilista Ottavio Missoni per le periodiche serate del Cenacolo nel ristorante storico Boeucc. Ma a questo mio diario elettronico voglio affidare due ricordi speciali: il primo riguarda l’intervista che mi concesse per Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera (allora diretto da Pier Luigi Vercesi, era il n. 31 del 5 agosto 2016), quando mi raccontò del suo spirito guida, Renato Caccioppoli, e non solo per la matematica: trovate il testo più in basso, entrerà arricchita nella seconda edizione di “In viaggio con i maestri”, edito dalla bolognese Minerva.
Il secondo ricordo risale alla metà degli anni Ottanta, quando avevo da poco iniziato il mio decennio di direzione del mensile di natura e civiltà Airone. Nel numero in edicola brillava un articolo sull’americano Roger Payne (foto a destra), biologo marino al quale si deve il primato di aver raccolto e registrato i misteriosi suoni delle balene. Nella mia stanza squillò il telefono e a sorpresa si concretizzò la voce di Luciano: “Caro Salvatore, ho appena letto Airone e ti devo chiedere una missione speciale”. “Se posso”, gli risposi. “Mi servirebbe avere un disco con i suoni delle balene”. “Provo a procurarmelo. Ma, scusa la curiosità: a che ti serve?”. “Devo conquistare il cuore di una donna”, fu la sorprendente risposta. Mi fermai lì, come cronista mi sono sempre imposto di non oltrepassare la soglia della camera da letto. Qualche giorno dopo a casa di Luciano spedii il disco di Payne, Songs of the megattera. Mi ero quasi dimenticato della singolare richiesta quando un mese dopo, su una rivista specializzata in gossip, mi apparvero le foto del cinquantenne Luciano sulla costa della Baja California (uno dei luoghi preferiti dalle balene). Era in compagnia dell’affascinante Isabella Rossellini, allora poco più che ventenne. Pensai che i canti delle balene potevano aver contribuito a unire due cuori e ne fui contento. Grazie per tutto, caro Luciano. (S.G.)
Caro Luciano, sono appena tornato dalla visita di Mateureka, un poetico museo del calcolo e della matematica a Pennabilli, nell’entroterra di Rimini. Durante la visita mi è affiorato il bel ricordo che tu, laureato in ingegneria elettronica, nella Storia della filosofia greca, dedichi a un tuo docente di matematica.
“Certo, era Renato Caccioppoli, sicuramente il mio spirito guida. Era il mio professore di Analisi e Calcolo all’università di Napoli. Oltre a essere un matematico, era anche un affascinante conversatore. Ricordo ancora i suoi comizi, erano la massima espressione del suo animo ribelle”.
Ribelle e ricordato più per le bizzarrie della sua vita che non per i risultati del suo lavoro…
«Renato era un uomo raffinato, ma a modo suo. Indossava spesso abiti scuri, sempre un po’ sgualciti e sporchi di gesso. Non era raro incontrarlo in strada negli orari più improbabili. Una notte lo arrestarono per accattonaggio: fermato dalla polizia per un controllo a piazza Garibaldi, vicino alla stazione ferroviaria, zona frequentata da persone al limite della legalità, quando asserì (non avendo documenti con sé) di essere docente all’università, gli agenti non gli credettero e lo arrestarono. L’indomani telefonarono all’ateneo per ricevere conferma di quanto il sospetto aveva affermato. Rispose uno dei suoi colleghi e alla domanda dell’agente, che voleva sapere se effettivamente quello fosse il Caccioppoli, e se lavorasse davvero all’università, rispose chiedendo se il soggetto in questione avesse un impermeabile e una canottiera bianca. Quando l’agente disse di sì, il collega del matematico affermò che quello che avevano fermato era senz’altro Renato Caccioppoli. Io stesso una notte lo vidi seduto sui gradini di una chiesa. Inizialmente pensai che stesse male e gli chiesi se avesse bisogno di aiuto. Mi invitò accanto a lui e mi disse: ‘Quando qualcosa ti fa paura, prendine le misure: ti accorgerai che in fondo è una cosa molto piccola’. Forse era ubriaco, forse no, ma nei momenti difficili ho pensato spesso alle sue parole”.
Quando lo hai conosciuto?
“La prima volta che ho assistito a una sua lezione universitaria: ne rimasi affascinato. All’esame, però, non me la cavai benissimo. Ottenni un voto basso, un 21 che lui definì di “scoraggiamento”. Era convinto che io fossi tagliato più per la poesia”.
Ritieni che possa essere utile riscoprire questo tuo eroe?
“Certamente. Io invito a leggere i libri su di lui e a rivedere il film che racconta la sua vita e la sua morte. Tenendo presente che Renato Caccioppoli non era solo un genio della matematica, ma anche un poeta e un eccezionale pianista. Il suo era uno spirito libero, e in tanti oggi dovrebbero imparare dalla sua ironia e dal suo carisma”.
Dalla collana “Il mio eroe”:
- Giovanni Palatucci (1909-1945), scelto da Ennio Di Francesco, già commissario di Polizia e fautore del Movimento democratico della riforma della polizia
- Giuseppe Caronia (1884-1977), grande pediatra che salvò molti ebrei e antifascisti a rischio della sua vita, è l’eroe scelto da Italo Farnetani, il medico dei piccoli
- Roberto Baggio sceglie il maestro buddhista Daisaku Ikeda, che ha dedicato la vita a sradicare le cause della violenza
- E Gianni Boncompagni scelse Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande pianista del mondo tifoso di Enzo Ferrari e Topolino
- Nerio Alessandri: quel giorno nella vita di mr. Technogym, il romagnolo che fa muovere il mondo: “Il mio eroe? Un altro innovatore che, come me, partì da un garage: Steve Jobs“
- Dario Fo elogia il Ruzzante: “Fu un vero rivoluzionario, l’unico che, in forma satirica, ha parlato del suo tempo”
- Urbano Cairo: “Se scalo le montagne lo devo a un filosofo-faro: Napoleone”
- Antonio Cederna, giornalista e battagliero difensore della città, del paesaggio, della bellezza italiana
- Brunello Cucinelli dona bonus culturale ai suoi 1.450 dipendenti e sceglie Marco Aurelio
- E don Ciotti mi indicò il suo eroe: Tonino Bello, vescovo degli ultimi
- Michael Collins: era italiano il gregario spaziale rimasto a orbitare intorno alla Luna. Ecco chi me lo raccontò
- Zorro, cent’anni fa nasceva la leggenda del giustiziere mascherato (l’eroe di Etro)
- Un eroe e un amore che, mi confidò, abitavano nella mente di Luciano De Crescenzo
- Rossana e Carlo Pedretti: le loro vite nel segno di quel genio di Leonardo
- E Roberto Bolle mi confidò: “Il mio eroe? Adam, bambino soldato d’Africa”
- Fabrizio Barca: “il mio uomo faro? Amartya Sen. Quell’economista e Nobel indiano ha dato una risposta alle paure e alla arida globalizzazione”
- Raffaella Carrà: “Felicità è aver avuto una nonna come Andreina mia maestra in una Romagna che era piena di note e di libertà”
- Lo spirito guida di Massimo Giletti? Toro Seduto, un leader lontano da potere e profitto
- E Mauro Corona mi confessò: “Devo a Mario Rigoni Stern la mia rinascita”
- Quando Maria Rita Parsi mi illuminò il suo spirito guida: Giovanni Bollea, esploratore delle menti bambine
- Giuseppe Masera: “per chi come me ha dedicato una vita nella battaglia alla leucemia infantile, la figura di Giovanni Verga assume i contorni di un gigante”
- Nel glossario di Andrea Camilleri inserite la voce: Mandrake, l’idolo che mi confessò
- Quando il grande giornalista Enzo Bettiza mi indicò il suo eroe vivente: Mario Draghi, italiano europeo che punta su competenza e controllo
(via mail)
Luciano De Crescenzo era una persona gentile, che rifiutava la volgarità. In cinquant’anni di amicizia non gli ho mai sentito parlare male di qualcuno o dire una parolaccia. Nonostante avesse tanto successo con i suoi libri (18 milioni di copie vendute in 43 paesi), in Italia non ha mai ricevuto premi importanti come lo Strega o il Campiello. In Germania, invece, gli hanno dato il loro maggiore premio letterario e in Grecia gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Atene come segno di riconoscenza per la divulgazione della cultura classica.
Luciano riteneva che il genere umano si dividesse in “uomini di libertà” cioè egoisti e “uomini d’amore” cioè altruisti e sottolineava con rammarico che nell’Italia attuale l’egoismo stesse prevalendo sulla solidarietà, come dimostra il comportamento nei confronti dei migranti.
Luciano, laureato in ingegneria e filosofo per vocazione, ci ha insegnato almeno cinque cose: