Dopo le grandi città italiane e francesi, anche un piccolo borgo romagnolo che mi sta a cuore, Pennabilli, onora Leonardo da Vinci con una mostra in occasione dei 500 anni dalla sua morte. L’originale Museo del Calcolo Mateureka, creato dal professor Renzo Baldoni in questo paese dell’entroterra riminese reso più famoso dal poeta e sceneggiatore Tonino Guerra, ha allestito la mostra “Le tavole vinciane nel De Divina Proportione” che presenta un aspetto fondamentale per comprendere meglio l’opera del grande artista. La mostra presenta l’influsso che il matematico Luca Pacioli ha avuto su Leonardo nel campo della matematica e della pittura. Dall’analisi dei disegni e degli schizzi, presenti nei Codici di Leonardo, si capisce che la matematica, presente nei suoi scritti, deve essere distinta in due periodi: prima dell’incontro con Luca Pacioli e dopo tale incontro, avvenuto a Milano nel 1496. Riguardo alla prospettiva nei suoi dipinti, la mostra analizza tre opere: l’Annunciazione, di età giovanile; l’Adorazione dei Magi, del periodo fiorentino, e il Cenacolo, del periodo milanese caratterizzato dalla collaborazione e amicizia tra Luca e Leonardo.

Ma il cuore della mostra è l’esposizione al pubblico, per la prima volta, di tutte le 60 tavole a colori dei poliedri che Leonardo dipinse per ringraziare l’amico Luca per le lezioni di matematica e di geometria ottenute a Milano. Queste tavole hanno un notevole interesse dal punto di vista artistico e sono stupende da vedere tanto che lo stesso Pacioli, affascinato dalla loro bellezza, le inserì nel suo volume sulla proporzione, da lui chiamata divina.

Una mostra pensata principalmente per le scolaresche in visita al museo e da loro fruibile da gennaio a maggio, ma aperta tutti i giorni, anche ai visitatori singoli, nei mesi di giugno, luglio e agosto 2019. Ulteriori informazioni sul sito mateureka.it

bussola-punto-fine-articolo

A PROPOSITO

Il singolare weekend che mi fece

riappacificare con la matematica,

con un viaggio dallo zero all’infinito

Dal mio diario della visita a Mateureka

per il mensile “Mate” (ottobre 2016)

“Il primo zero nella storia fu inciso sull’argilla fresca da uno scriba babilonese prima del III secolo avanti Cristo: oggi è alla base della numerazione binaria, composta solo da 0 e 1, grazie alla quale funziona tutto ciò che è digitale, dai computer ai compact disk. Ignoto ai greci e ai romani, lo zero giunge in Occidente nel Medioevo attraverso gli arabi che, a loro volta, ne avevano appreso la lezione dagli indiani (V secolo d.C.). Lo zero era indicato con un piccolo cerchio, detto sunya, che significa vuoto, nulla. In arabo sunya divenne sifr, in latino zephirum, da cui zephiro, zero…”.

L’affascinante viaggio dallo zero all’infinito (l’apeiron, l’illimitato di Aristotele) lo si può percorrere in un weekend visitando Mateureka, il museo del calcolo fondato 40 anni fa con i suoi risparmi da un insegnante di tecnologia, Renzo Baldoni, 66 anni, che mi fa da guida in queste 22 stanze divise su 4 piani in un palazzo della piazza Garibaldi a Pennabilli, 30 chilometri nell’entroterra di Rimini.

La caverna dei numeri che ti accompagna attraverso i principali strumenti di calcolo e i concetti che hanno aiutato l’uomo a passare dalla fatica al piacere di contare, ha occupato l’antico municipio messo a disposizione dall’amministrazione comunale di questo borgo del Montefeltro, ieri culla dei Malatesta e poi nido creativo scelto da Tonino Guerra per l’ultima stagione della sua vita. Un investimento ricambiato da un successo sorprendente, se si pensa che Pennabilli è città decentrata e di confine, e che l’unica forma di pubblicità, a parte il sito internet mateureka.it, è il passaparola tra le scuole.

BOOM DI PRESENZE

Un successo di arrivi e di reputazione: studiosi a parte (tra gli ultimi visitatori, il noto matematico Piergiorgio Odifreddi e 50 docenti arrivati dalla lontana Croazia), Mateureka è diventato uno dei musei più frequentati dalle scuole di tutt’Italia, insignito da prestigiosi riconoscimenti: l’ultimo dall’Università di Urbino, che ha firmato la motivazione del Premio Frontino-Montefeltro (“per la serietà scientifica della esposizione e del percorso didattico e per le peculiari mostre allestite”). Il consenso crescente è dovuto alla professionalità dell’ideatore e delle 15 guide, tutte retribuite, e rarissimi pezzi originali, talvolta unici, come il cono di fondazione sumerico del 2.200 a. C., esibito in copia e con l’originale conservato nella cassaforte vista la ripetuta attenzione dimostrata dai ladri, o come il falco in legno rappresentante il dio egizio Horus del 945 a. C. che con altri rari reperti coinvolgono anche emotivamente il visitatore.

Mateureka è riuscito anche ad acquisire in Germania la replica della calcolatrice di Schickard, del 1623, divenendo così il terzo luogo in Europa, dopo l’Università tedesca di Tubinga (città natale di Keplero) a ospitare la prima calcolatrice della storia perfettamente funzionante (l’originale non esiste, essendo andato distrutto in un incendio nel 1624).

Ma se di grande consenso si parla, si deve anche ai laboratori e alle sale tematiche che fanno sperimentare concretamente come la matematica riesca molto bene a spiegare il mondo intorno a noi (l’aveva detto in anticipo Galilei: “Il libro dell’Universo è scritto in linguaggio matematico”) e come tutta la nostra vita sia immersa nei numeri. Può capitare così di “manipolare” il teorema di Pitagora o immergersi in un viaggio emozionante all’interno di un frattale; “giocare” con i numeri primi e il pi greco o rimanere affascinati nella Sala aurea di quel numero d’oro (1,61…) che fa apparire bello tutto ciò che ci circonda e “scoprire” che la matematica è alla base dell’informatica, di internet, della realtà virtuale, della robotica (materie che si aggiungeranno nella prevista espansione del progetto in una vera e propria Casa dei Numeri).

L’ATTIMO FUGGENTE

“Molte volte mi viene da pensare all’attimo fuggente che innescò questa iniziativa”, mi confessa il professor Baldoni. “Accadde in un laboratorio dell’Istituto professionale Alberti di Rimini, dove insegnavo. Vidi un allievo che rompeva una calcolatrice, io ero contento perché pensai che quel ragazzo volesse capire come funzionava quell’aggeggio, invece no.

“Perché la rompi?”, gli chiesi. “Perché non vale niente”, fu la telegrafica risposta. Pensare che per me insegnante in quello strumento c’era tutta la fatica dell’uomo… Allora, mi dissi, devo raccontarlo tutto, quel faticoso cammino. E cominciai a riempire le stanze di casa di oggetti con la collaborazione di mia moglie, Rita, che per il suo contributo e per il suo amore verso di me e verso il mio sogno ho scelto come madrina ideale delle ultime mostre di Mateureka, quella di Ipazia, la prima donna matematica della storia, e l’attuale dedicata all’antico Egitto”.

bussola-punto-fine-articolo


Fotogallery

Sette buoni motivi

per una visita

 

  1. L’unicità di questo museo della matematica: unico in Italia, è il suo cono sumerico d’argilla del 2.200 a.C., uno dei cinque meglio conservati d’Europa;
  2. gli straordinari oggetti esposti come l’astrolabio, ambìto da un emiro arabo; il quadrato dei vampiri entrato nel Guinness dei primati o la macchina di Schickard, prima calcolatrice meccanica della storia;
  3. per sperimentare, nel laboratorio “lampi di genio”, gli strumenti che hanno permesso all’uomo di passare dalla fatica al piacere di contare;
  4. per immergersi in un emozionante viaggio all’interno di un frattale;
  5. giocare nella Sala dell’Infinito o scoprire l’armonia della natura nella Sala aurea;
  6. per un selfie (autoscatto) con la mummia, nella sala della scienza dell’antico Egitto;
  7. per la bellezza di Pennabilli, borgo medioevale e culla dei Malatesta, reso ancor più attraente dalle creazioni artistiche di Tonino Guerra.
mateureka-pennabilli

L’ingresso del Museo del Calcolo di Pennabilli.

L’ingresso del Museo del Calcolo di Pennabilli.

mostra-leonardo-mateureka-logo
mostra-leonardo-mateureka-logo
mostra-leonardo-mateureka-logo
mateureka-pennabilli

Il fondatore e direttore di Mateureka, professor Renzo Baldoni, con il noto matematico Piergiorgio Odifreddi.

Il fondatore e direttore di Mateureka, professor Renzo Baldoni, con il noto matematico Piergiorgio Odifreddi.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).