Alle tappe gustose nella Milano verso Expo si aggiungono i “viaggi” fuori-porta di Vanni Cuoghi, artista genovese trapiantato a Milano, che comprendono piccoli e grandi capolavori da visitare, una delizia nascosta e una trattoria sotto i 35 euro. Insomma, l’ideale per una gita domenicale o in un giorno di brutto tempo per chi è affamato anche d’arte e di bellezza. In questa nuova puntata, dopo l’invito a Morimondo e a Barate di Baggiano (link), Vanni invita a un percorso artistico-culinario regionale che si dirama tra Milano e un piccolo borgo lungo il Naviglio Grande, Zelo Surrigone (Milano). Nel segno di Leonardo da Vinci e di Bernardino Luini. (S.G.)

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La Chiesa di S.Galdino a Zelo Surrigone.

In un documento datato 21 aprile 1498 tal Gualtiero Bascapè informava il Signore di Milano, Ludovico il Moro, del fatto che “…lunedì se desarmerà la camera da le asse, cioè da la tore. Maestro Leonardo promette finirla per tuto septembre”.
Questo documento trasse in inganno Luca Beltrami nel 1885 che definì erroneamente “Sala delle Asse” la stanza dipinta da Leonardo da Vinci situata nella zona Nord-Est del Castello Sforzesco di Milano.
 Beltrami pensava che la parola “delle Asse” fosse riferita a una pannellatura lignea che rivestiva le pareti, invece erano i ponteggi allestiti per la decorazione del soffitto. Questa errata considerazione portò lo storico a considerare postume le tracce di decorazione sulle pareti che rappresentavano tronchi di alberi.

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Interno della Chiesa di S.Galdino.

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S.Galdino, particolare della volta.

La stanza è un esempio straordinario del genio di Leonardo e ne rivela un aspetto ludico inedito. L’artista decora le pareti e il soffitto rappresentando un bosco. Dai tronchi, dipinti sulle pareti, arriva alle lunette seguendo l’andamento architettonico in un inaspettato trompe l’oeil. Il soffitto è un groviglio di foglie e rami in cui campeggia la stemma ducale.
Fin qui niente di nuovo, se non il fatto che, di recente, mi sono imbattuto casualmente in una decorazione analoga che, presumibilmente, è stata realizzata nello stesso periodo.
Lungo la strada statale 494 che da Milano, costeggiando il Naviglio Grande, porta ad Abbiategrasso
 andiamo a pranzo con degli amici a Zelo Surrigone all’Antica Trattoria di San Galdino. 
Arriviamo con largo anticipo rispetto all’orario prestabilito e nell’attesa chiedo alla titolare del ristorante se è possibile visitare il piccolo oratorio adiacente. Avevo già notato un’epigrafe sulla facciata che indicava l’anno di fondazione (1418) e i nomi dei committenti: Bernardo e Gabriele Sala.

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S.Galdino, particolare della volta e delle vele.

All’apertura del portone ecco la sorpresa: in una stanzetta di quattro metri per tre sono dipinte sette figure monocrome di Santi intervallate da colonne che raffigurano alberi i cui rami arrivano a intrecciarsi sulla volta proprio come nella Sala delle Asse! Siamo davanti alla “cugina di campagna” di Leonardo.

La decorazione floreale dà forma a un cuore, che ritroviamo raffigurato nello stemma della famiglia Sala e le figure dei Santi, secondo me, sono attribuibili a Bernardino Luini. Riconosco, fra le altre, San Sebastiano trafitto dalle frecce, Santa Caterina con la ruota, San Rocco che mostra la ferita sulla gamba e il fedele cagnolino, Santa Barbara con la torre e San Gerolamo con il leone; purtroppo il grado di conservazione e qualche ridipintura non ne consentono una lettura completa e precisa.

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Santa Caterina.

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San Rocco

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L’Antica Trattoria San Galdino.

I grandi viaggi sono sempre dietro la porta di casa e, la migliore happy hour (letteralmente “ora felice”) potrebbe essere un salutare pranzo domenicale in compagnia di Leonardo e Bernardino Luini a base di Bonarda, salame e pancetta all’Antica Trattoria di San Galdino (via Vittorio Emanuele 22, Zelo Surrigone, Milano,
 tel 02.9440434, 
chiuso domenica sera e lunedì
, prezzo medio 25-30€. 
Carte di credito e bancomat: si).

Il ristorante è adiacente alla cappella merita anch’esso una visita. Straordinario è il “mosaico” di insalata russa: un’opera d’arte che, per cromatismi, non ha nulla da invidiare a quelli ravennati.
I primi e i secondi seguono la stagionalità; fantastico l’ossobuco con il risotto, la trippa e nelle giornate fredde la casoeula.
Tra I dolci non dovete perdere lo zabaione, rigorosamente sbattuto a mano, le crostate e la torta al cioccolato. Il consiglio è di indossare un paio di pantaloni comodi: eviterete di sbottonarli a fine pasto.

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Vanni Cuoghi nasce a Genova nel 1966, si diploma in scenografia all’Accademia di Brera nel 1989. Realizza grandi cicli pittorici per hotel, chiese, edifici fino al 2012, quando Costa Crociere gli commissiona otto grandi dipinti per la nave Costa Fascinosa. Ha partecipato a mostre e fiere in Italia e all’estero, tra queste: “Arte italiana 1968-2007 pittura” a Palazzo Reale, la “54a Biennale di Venezia” alle Corderie dell’Arsenale, la “Biennale di S. Pietroburgo”, la “Biennale di Praga” e la “Biennale Italia-Cina” alla Villa Reale di Monza. Espone a Frieze Art Fair a Londra, Scope Art Fair a New York, a Pechino nel 2008 in occasione dei Giochi Olimpici, a Shangai presso il Liu Haisu Museum e a Permm, in Russia, presso il Museo d’Arte Contemporanea. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Homo Faber” presso la Sala della Balla al Castello Sforzesco di Milano. La sua pittura rappresenta personaggi che paiono usciti da un libro di illustrazioni per l’infanzia, a cui, però, sembrano aver levato il lieto fine.