Nella fantasia collettiva la vita di un artista è quanto di meglio ci possa essere al mondo: vestito di un grande e largo camicione lo si immagina aggirarsi per lo studio tra tele, colori, pennelli, modelle seminude e mercanti alla porta, pronti a mettere mano al libretto degli assegni per accaparrarsi anche solo un disegno fatto con la mano sinistra.
Non è così e, credetemi, so di che cosa sto parlando.
Alessandra Redaelli, nell’ultimo suo libro (Keep Calm e impara a capire l’arte, Newton Compton, euro 9,90), traccia una serie di profili ben definiti, di artisti contemporanei accompagnandoci per mano nelle loro opere più significative.
Il libro è un’edizione davvero confortevole. La definisco così per via di una copertina morbida al tatto e gialla che viene immediatamente individuata negli scaffali di una libreria.
“Il giallo è il colore della comunicazione” mi disse, qualche anno fa, il direttore di una nota rivista di natura e scienza. Conosco Alessandra da diverso tempo e devo dire che questa sua opera le assomiglia: il libro è leggero, ma efficace, sviscerando i concetti base dell’opera degli artisti, partendo dalle domande che tutti noi ci porremmo davanti ai loro lavori.
I protagonisti vengono raccontati per quello che sono e quali sono le motivazioni che li hanno spinti a dipingere quadri completamente bianchi o blu, a inscatolare i propri escrementi o a farsi filmare mentre fanno sesso.
Diviso in quattordici capitoli che trattano i temi dell’identità, della morte, del cibo, del denaro e del sesso, Keep Calm e impara a capire l’arte è un libro che invita a essere curiosi e ad approfondire i temi che caratterizzano tutta l’Arte contemporanea mondiale. Il suggerimento che l’autrice dà inizialmente è quello di “abbandonarsi al piacere” incoraggiando il lettore a fidarsi di se stesso e del proprio istinto.
In questo modo ci dice che, in primo luogo, l’Arte va guardata! Questa sembra un’ovvietà, ma, se c’è una cosa che molti tra gli “addetti ai lavori” (galleristi, critici, curatori e collezionisti) non fanno, è proprio quella di guardare, anteponendo allo sguardo, il brand ,il nome dell’artista o la galleria che lo tratta, il costo dell’opera e il relativo investimento.
È vero anche che, per molto tempo, l’Arte Contemporanea, è stata un tabù, basti pensare alle scene del film “Le vacanze intelligenti“ con un Alberto Sordi perso tra le sale della Biennale del ’78.
La lettura delle pagine di questo libro è funzionale anche per chi l’Arte la pratica oggi. Luciano Inga Pin, che è stato uno dei più importanti galleristi italiani, l’avrebbe definita un’opera “assolutamente contemporanea” perché l’autrice è una giornalista e fa riferimenti a fatti accaduti recentemente, come l’ultima Biennale di Venezia o l’Expo che si è appena conclusa, ponendo l’accento sul concetto di inafferrabilità del presente: “del qui, ora” e lascia il compito dello scolapasta alla Storia.
Dal diario di viaggio di Vanni Cuoghi:
- Sapessi quant’è strano scoprire l’antica Roma a Milano
- Tra riso e arte, il verde brillante della prateria della Lomellina
- Zelo Surrigone: “La cugina di campagna” di Leonardo e un affresco di Luini ritrovato
- E, dopo l’abbazia di Morimondo, un parroco pittore vi stupirà
- Keep Calm e impara a capire l’arte
- Raffaella Scarpetti e le praterie di Lilliput
A proposito di Vanni Cuoghi e Ilario Cuoghi, leggi anche: