Decidere di rimanere a Milano durante il fine settimana, quando le previsioni meteorologiche dicono che ci sarà il sole, può sembrare strano a chi è abituato a usare solo la città senza però conoscerne la vera essenza.

Sabato pomeriggio il centro è invaso da pedoni allegri e festanti che si riversano nelle strade seguendo un flusso preciso, quasi come fossero le piccole biche di formiche evocate da Montale.

Nei paesi e nei piccoli centri, si definisce “vasca”, l’andirivieni della folla; Milano, come città, può vantarne il plurale.

Ecco allora che le “vasche” si snodano lungo Corso Buenos Aires, Corso Vittorio Emanuele, La Galleria, Via Torino, via Dante ecc. Si finisce con l’essere in coda anche a piedi…

“Che stranezza”, penso, mentre faccio via Torino verso il Carrobbio, “ho lasciato a casa l’auto proprio per evitare tutto questo”.
Decido così di cambiare itinerario e perdermi nel piccolo labirinto della Milano romana e medioevale.

Ci riesco così bene che a un certo punto ho bisogno di guardare una mappa per sapere dove mi trovo!
Intorno a me, poche auto, poche persone che, passando, mi salutano come se fossimo in montagna, negozi di antiquari simili a piccoli musei, gallerie d’arte e frammenti di edifici che testimoniano il passato illustre di questa città.

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Cortile del Museo archeologico e torre romana.

Il centro storico di Milano ha la capacità di farti perdere il senso dell’orientamento e ti sorprende perché, di punto in bianco, ti catapulta attraverso strane scorciatoie spazio-temporali, in luoghi che conosci benissimo.

Per avere un’idea di come fosse costituito il reticolo di viuzze del centro storico ho avuto bisogno del supporto del Museo Archeologico, dove sapevo che avrei trovato mappe e plastici della Milano antica.

Innanzi tutto, mi preme dirlo, questo museo è una delle eccellenze di questa città. E’ collocato in un contesto architettonico straordinario, l’ex-convento del Monastero Maggiore di San Maurizio che fu fondato nell’VIII secolo d.C. L’area era già occupata da un edificio del I secolo d.C., dalle mura e dal circo romano della fine del III secolo d.C. Ancora oggi sono visibili una torre poligonale e una quadrata dell’epoca dell’imperatore Massimiliano.

Le collezioni sono esposte in diverse sale; al piano terra, superato il primo chiostro, si trova la sezione dedicata a Milano Antica.

La bellezza di questo museo, diretto da Donatella Caporusso, è quella che riesce a essere didattico senza essere pedante. I pannelli raccontano la quotidianità al tempo dell’antica Roma: che cosa si mangiava, come si viveva, di che cosa ci si ammalava, come era strutturata la società . I reperti, alcuni di rara bellezza, sono esposti e raccontati in modo chiaro e preciso.

L’oggetto più bello è sicuramente la Diatreta Trivulzio: una coppa in vetro con un motivo a gabbia risalente IV sec d.C. La meraviglia è l’iscrizione anch’essa in vetro: BIBE VIVAS MVLTIS ANNIS (“bevi e vivi molti anni”). Di questo tipo di coppe se ne sono conservati al mondo pochissimi esemplari e uno è a Milano. Ecco, mi dico, avevamo sotto gli occhi un’oggetto così bello e dal valore simbolico così forte che poteva diventare un’icona di questa Expo. Come ha fatto a passare inosservata quando era qui, davanti a tutti?

Il passato contiene lezioni che dovremmo conoscere. (Ha ragione l’insegna che accoglie i visitatori della Biblioteca del Congresso a Washington: In the past the future)

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La rarissima coppa di vetro Diatreta Trivulzio. Si contano sulle dita di una mano gli esemplari del genere presenti al mondo.

Il percorso di visita continua nel chiostro interno con una collezione di epigrafi che, fortunatamente, sono state quasi tutte tradotte, consentendoci di comprendere quel senso di pietas a cui una tomba dovrebbe rimandare.
Ecco qui la torre poligonale al cui interno sono visibili alcuni affreschi raffiguranti un girotondo di Santi. (XIII secolo).
Dal chiostro, percorrendo la passerella che attraversa le mura romane, si raggiunge un altro edificio che è la continuazione del museo.
Al piano terra è stato allestito un percorso dedicato alla musica antica, mentre al primo piano è esposta la sezione altomedioevale, al secondo la sezione etrusca mentre il terzo piano è dedicato alla sezione greca.
Da una sala in fondo alla sezione etrusca e dalle scale è possibile gettare uno sguardo alle due torri romane del complesso del Monastero Maggiore.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

La chiesa, il cui ingresso si trova a fianco a quello del museo, ma da cui si può accedere dal museo stesso, è un capolavoro del Rinascimento lombardo, con affreschi di Bernardino Luini e figli, Antonio Campi, Simone Peterzano, Biagio e Giuseppe Arcimboldi, il Boltraffio e molti altri valenti pittori lombardi.
I committenti principali appartenevano alla famiglia Bentivoglio imparentata con il duca di Milano Ludovico il Moro.
Bernardino Luini, attraverso questo straordinario ciclo pittorico, sembra dialogare tanto con Leonardo che con Raffaello.
Santi, Martiri, storie del Vecchio e Nuovo Testamento si avvicendano in un tripudio cromatico inusuale per Milano.

Singolare la cappella con il martirio di Santo Stefano che, a detta degli esperti, fu affrescata da Evangelista Luini (figlio di Bernardino).
La stranezza è il soggetto che è stato realizzato in modo pressoché identico a un dipinto su tavola di Giulio Romano rappresentante anch’esso il martirio di Santo Stefano e conservato a Genova nell’omonima chiesa.

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Dipinto su tavola di Giulio Romano rappresentante il martirio di santo Stefano, nella chiesa di santo Stefano a Genova.

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Martirio di Santo Stefano, di Evangelista Luini, nella chiesa di San Maurizio a Milano. La somiglianza tra le due opere può indurre a credere che esse vengano dallo stesso cartone di Giulio Romano.

Raffaello, da cui Giulio Romano era a bottega, era noto per la sua generosità: spesso regalava disegni e cartoni ad allievi e a colleghi perché li utilizzassero. Chissà se questi due dipinti provengono dallo stesso cartone…

Esco da questo luogo con un grande senso di pace. Nel bookshop faccio incetta di finte monete antiche e libri per bambini da regalare ai miei nipoti: Alessandro e Elena. Compro due copie di un bestiario fantastico e una me la tengo.

La ricerca di un ristorante o una trattoria può riservare delle sorprese in quest’angolo della città. Ci sono locali veramente caratteristici e particolari.
Personalmente ho provato, accompagnato da Claudio Borghi, collezionista d’arte e buongustaio, La Fettunta. al 19/A di Via S. Marta tel: 02.8056630. Questo è un buon ristorante toscano: a iniziare dagli antipasti di crostini misti e la carciofata al forno. Vi consiglio di continuare con una dadolata di carne alla griglia: veramente ottima.

Si, lo so, i puristi criticheranno questa mia scelta obiettando che, nel cuore di Milano, occorre provare la vera cucina meneghina. Quindi riporterò anche i consigli ricevuti dagli amici milanesi che mi hanno fatto il nome (ma la conoscevo già) de La Brisa http://www.ristorantelabrisa.it e della Trattoria Milanese ‪Via Santa Marta 11, tel 02.86451991.

Per finire vorrei consigliare a tutti di provare, il ristorante degli Hare Krishna. Qui ho mangiato benissimo a prezzi imbattibili e ho fatto incontri davvero interessanti. Da provare almeno una volta: Govinda, Via Valpetrosa 5 – 20123 Milano, Tel. 02.862417.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

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Affreschi di Bernardino Luini (e scuola) nel monastero di San Maurizio, che ospita il Museo archeologico di Milano.

Vanni Cuoghi nasce a Genova nel 1966, si diploma in scenografia all’Accademia di Brera nel 1989. Realizza grandi cicli pittorici per hotel, chiese, edifici fino al 2012, quando Costa Crociere gli commissiona otto grandi dipinti per la nave Costa Fascinosa. Ha partecipato a mostre e fiere in Italia e all’estero, tra queste: “Arte italiana 1968-2007 pittura” a Palazzo Reale, la “54a Biennale di Venezia” alle Corderie dell’Arsenale, la “Biennale di S. Pietroburgo”, la “Biennale di Praga” e la “Biennale Italia-Cina” alla Villa Reale di Monza. Espone a Frieze Art Fair a Londra, Scope Art Fair a New York, a Pechino nel 2008 in occasione dei Giochi Olimpici, a Shangai presso il Liu Haisu Museum e a Permm, in Russia, presso il Museo d’Arte Contemporanea. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Homo Faber” presso la Sala della Balla al Castello Sforzesco di Milano. La sua pittura rappresenta personaggi che paiono usciti da un libro di illustrazioni per l’infanzia, a cui, però, sembrano aver levato il lieto fine.