Per quanto un lavoro sia lungo e complicato, a un certo punto succede che lo finite e lo potete consegnare, no? La risposta è “sì, l’avete finito ma no, non è ancora esattamente il momento di consegnarlo”. Tenetevi un po’ di tempo per un’ultima revisione: rifinire un lavoro può fare la differenza tra “così così” ed “eccellente”.
E poi: neofiti e dilettanti a volte vengono considerati tali non perché i loro lavori siano meno buoni, ma semplicemente perché sono meno compiuti. Insomma, ci sono incertezze e aree di miglioramento che non sono state risolte.
Non sto parlando di elementi palesemente sbagliati (errori di ortografia o di sintassi in un testo, una crenatura disarmonica in un marchio, una curva sbilenca in un progetto, una pagina incomprensibile in una presentazione, una ditata da qualche parte): tutta ‘sta roba, se avete completato il lavoro, dovrebbe essere già più che a posto. Sto invitandovi a dare un ultimo sguardo d’insieme, ponendovi cinque domande.
- COM’È, VISTO DA LONTANO? Dico “lontano” in termini sia spaziali sia temporali. Anzi, in realtà, vanno bene tutte le possibili accezioni di “lontano” che potete immaginare: lontananza psicologica (sarà convincente anche per chi non pensa o sente esattamente come voi?), lontananza culturale (sarà comprensibile anche per chi non condivide la vostra formazione?), lontananza anagrafica… e così via. Un bell’esercizio.
- TUTTO SI TIENE? Avete ragionato e preso decisioni su ogni singolo elemento di quanto avete prodotto (su ogni frase, ogni tratto, ogni dettaglio costruttivo di un edificio, di un abito…) curandolo al meglio e sapete che funziona, ma… avete controllato se gli elementi funzionano tutti assieme? Come si connettono? L’insieme è fluido e naturale? Sono naturali le proporzioni tra gli elementi, e le relazioni che li legano? Le sequenze sono giuste?
- QUAL È LA LOGICA? C’è un’intuizione di base, un’idea forte (un concept, direbbero gli anglofili) a cui il vostro lavoro può essere ricondotto? Se doveste descriverlo in pochissime parole, che cosa direste? Quanto facilmente i destinatari del vostro lavoro sono in grado di ricostruire quella logica, quell’idea o quell’intuizione?
- DOVE SI È CACCIATO L’ERRORE? Che cosa ancora potreste migliorare? Ci sono sbavature? Incertezze o imprecisioni? Dai, non rispondete “niente”, sfidate voi stessi e trovate almeno un dettaglio su cui lavorare ancora. Sarò maniacale, ma devo dirvi che questa è la parte del lavoro di revisione che trovo più divertente. Aggiungo che, a volte, le cose da migliorare sono così visibili che si rischia di non farci caso.
- QUANTO SOMIGLIA AL PROGETTO INIZIALE? Se tutto è andato bene e se avete fatto un buon lavoro, probabilmente il vostro risultato è migliore, più preciso, più interessante o più brillante di quanto avevate immaginato. Ripercorrere i passaggi può aiutarvi non solo a scoprire qualcosa del vostro modo di pensare, ma anche a ottimizzare l’intero processo creativo. E può permettervi di raddrizzare il tiro all’ultimo, se per caso vi siete persi per strada qualcosa di importante.
… e se non c’è più tempo? Vuol dire che avete fatto male i conti. Non si può rifinire qualcosa se prima non lo si è finito, ma anche per rifinire ci vuole un po’ di tempo, specie se il lavoro viene fatto onestamente: essendo, cioè, disposti a modificare ancora una volta quanto serve, là dove serve. •

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