Per quanto un lavoro sia lungo e complicato, a un certo punto succede che lo finite e lo potete consegnare, no? La risposta è “sì, l’avete finito ma no, non è ancora esattamente il momento di consegnarlo”. Tenetevi un po’ di tempo per un’ultima revisione: rifinire un lavoro può fare la differenza tra “così così” ed “eccellente”.

E poi: neofiti e dilettanti a volte vengono considerati tali non perché i loro lavori siano meno buoni, ma semplicemente perché sono meno compiuti. Insomma, ci sono incertezze e aree di miglioramento che non sono state risolte.

Non sto parlando di elementi palesemente sbagliati (errori di ortografia o di sintassi in un testo, una crenatura disarmonica in un marchio, una curva sbilenca in un progetto, una pagina incomprensibile in una presentazione, una ditata da qualche parte): tutta ‘sta roba, se avete completato il lavoro, dovrebbe essere già più che a posto. Sto invitandovi a dare un ultimo sguardo d’insieme, ponendovi cinque domande.

  1. COM’È, VISTO DA LONTANO? Dico “lontano” in termini sia spaziali sia temporali. Anzi, in realtà, vanno bene tutte le possibili accezioni di “lontano” che potete immaginare: lontananza psicologica (sarà convincente anche per chi non pensa o sente esattamente come voi?), lontananza culturale (sarà comprensibile anche per chi non condivide la vostra formazione?), lontananza anagrafica… e così via. Un bell’esercizio.
  2.  

  3. TUTTO SI TIENE? Avete ragionato e preso decisioni su ogni singolo elemento di quanto avete prodotto (su ogni frase, ogni tratto, ogni dettaglio costruttivo di un edificio, di un abito…) curandolo al meglio e sapete che funziona, ma… avete controllato se gli elementi funzionano tutti assieme? Come si connettono? L’insieme è fluido e naturale? Sono naturali le proporzioni tra gli elementi, e le relazioni che li legano? Le sequenze sono giuste?
  4.  

  5. QUAL È LA LOGICA? C’è un’intuizione di base, un’idea forte (un concept, direbbero gli anglofili) a cui il vostro lavoro può essere ricondotto? Se doveste descriverlo in pochissime parole, che cosa direste? Quanto facilmente i destinatari del vostro lavoro sono in grado di ricostruire quella logica, quell’idea o quell’intuizione?
  6.  

  7. DOVE SI È CACCIATO L’ERRORE? Che cosa ancora potreste migliorare? Ci sono sbavature? Incertezze o imprecisioni? Dai, non rispondete “niente”, sfidate voi stessi e trovate almeno un dettaglio su cui lavorare ancora. Sarò maniacale, ma devo dirvi che questa è la parte del lavoro di revisione che trovo più divertente. Aggiungo che, a volte, le cose da migliorare sono così visibili che si rischia di non farci caso.
  8.  

  9. QUANTO SOMIGLIA AL PROGETTO INIZIALE? Se tutto è andato bene e se avete fatto un buon lavoro, probabilmente il vostro risultato è migliore, più preciso, più interessante o più brillante di quanto avevate immaginato. Ripercorrere i passaggi può aiutarvi non solo a scoprire qualcosa del vostro modo di pensare, ma anche a ottimizzare l’intero processo creativo. E può permettervi di raddrizzare il tiro all’ultimo, se per caso vi siete persi per strada qualcosa di importante.

… e se non c’è più tempo? Vuol dire che avete fatto male i conti. Non si può rifinire qualcosa se prima non lo si è finito, ma anche per rifinire ci vuole un po’ di tempo, specie se il lavoro viene fatto onestamente: essendo, cioè, disposti a modificare ancora una volta quanto serve, là dove serve.  

nuovoneu* Fonte: nuovoeutile.it.

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