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Su ordinanza del sindaco Francesco Cerrotta dal primo gennaio 2016 nel Comune di Anacapri, isola di Capri (foto in apertura), sono vietate le slot machine per il gioco d’azzardo.
Il regolamento proibisce l’installazione di apparecchi a distanza di 150 metri da luoghi sensibili quali scuole, associazioni, bancomat, centri sportivi e stabilimenti balneari (in pratica tutto il territorio comunale!).
Da un’intervista a LaStampa.it: “Ci sono stati ricorsi?”. “Sì. Ma abbiamo vinto sia davanti al Tar che al Consiglio di Stato. I giudici hanno stabilito la competenza del sindaco sulla salute pubblica”.
La notizia fa affiorare alla mente la storia del primo bar italiano, premiato dalla Acli, per aver sfrattato le macchinette dal suo locale: il Tio Pepe di viale Venezia 88, a Brescia, gestito da Fiorella Bertoletti. Motivo? “I clienti erano interessati solo al gioco. Così ho visto svenarsi tanta gente. Un giorno un signore mi disse che con il gioco si era mangiato addirittura una casa. Meglio mettere il calcio balilla”.
(via mail)
A proposito di slot machines e dintorni, segnalo una mostra da non perdere, appena inaugurata a Pistoia: “In gioco“. La firma Ferdinando Scianna, il grande fotografo e narratore di storie del mondo, storie di guerra di culto e di costume, che presenta un suo personale viaggio, accompagnato da traghettatori del movimento No Slot, dal paradiso del gioco all’inferno dell’azzardo. Il fotoreporter siciliano (che, introdotto da Henri Cartier-Bresson, fu il primo membro italiano di Magnum Photos, la più prestigiosa agenzia fotografica del mondo) affronta il tema della corruzione del gioco e, con un’installazione di grande impatto, provoca lo sguardo.
Per chi non può essere a Pistoia, consiglio il libro “In gioco“, edito da Contrasto, come i precedenti “Obiettivo ambiguo“, “Visti & scritti“, “Ti mangio con gli occhi“, “Piccoli mondi” e “Baaria” con Giuseppe Tornatore. La sua bibliografia è completata da “Etica e fotogiornalismo” (Electa, 2010), “Quelli di Bagheria” (Peliti, 2011), “Lo specchio vuoto. Fotografia, identità, memoria” (Laterza, 2013).