Sassocorvaro (Pesaro Urbino) –
Il Premio Rotondi ai salvatori dell’arte compie 20 anni e li festeggia alla grande, nel tempo e nello spazio, nel consueto segno dell’Arte, della Bellezza e della Storia. Ingrandisce il periodo degli eventi (una settimana invece che il solo giorno della consegna dei premi: da domenica 14 maggio a domenica 21) e allarga l’area geografica coinvolta: oltre a Sassocorvaro, anche Carpegna, Urbino e Macerata Feltria. Il culmine, e cioè la cerimonia di consegna del Premio, è fissato alle 16,30 di sabato 20 maggio nel teatro della Rocca di Sassocorvaro, alle 16,30. L’intera manifestazione è dedicata alla memoria di Khaled al-Asaad, l’eroe martire di Palmira. L’invito è stato esteso, in occasione dell’anniversario speciale, a tutti i vincitori delle edizioni precedenti: una rosa di nomi simbolicamente riuniti sotto la R, iniziale di Rotondi (l’ex Soprintendente di Urbino che, com’è noto, coordinò l’Operazione Salvataggio di 6.509 tesori culturali provenienti nel Montefeltro marchigiano da Milano, Bergamo, Venezia, Marche, Roma e persino dalla Dalmazia), ma anche iniziale dei verbi che contraddistinguono l’operato di donne e uomini premiati nelle passate edizioni per aver praticato l’arte di salvare l’arte.
Tante storie luminose, caratterizzate da verbi come Restituire (il pensiero corre ad alcuni premiati: Giovanni Bazoli e al Progetto Restituzioni con restauri di beni pubblici e privati finanziati da Intesa San Paolo, alla Cineteca di Bologna che ci restituisce film recuperati o Daniele Kilghren, che ha ridato vita al paese abruzzese di Santo Stefano di Sessanio o all’imprenditore Brunello Cucinelli, valorizzatore del borgo Solomeo o al compianto Sir Denis Mahon, arrivato a ritirare il riconoscimento poco prima che, a 100 anni, lo colpisse il dardo della morte). O come Restaurare (Pinin Brambilla Barcilon e la famiglia dei Nicola, la Venaria Reale e Mauro Micheli con il Progetto Italia-Cina, Caterina Bon Valsassina e Alisa Akesenova con l’Anello d’oro di Mosca). R come Ricostruire: Roland Gunther e la Ruhr, da area dismessa a capitale europea della cultura; ma anche Fondazione Bruschettini (arte islamica) e Marco Cobau (barca Europa), Paul Bucherer (salvataggio dei tesori afghani) e Bill Garret (l’unificatore della Ruta Maya). R come Riscoprire, da Paolo Matthiae (Ebla nell’odierna devastata Siria) e Daniele Petrella (scopritore dei resti della flotta di Kubilai Khan), Salvatore Settis e Antonio Paolucci. R come Reinventare: Frank Gehry (museo di Bilbao), Gabriella Belli (Mart di Rovereto), Nani Marcucci Pinoli (albergo “ad arte” Alexander Museum di Pesaro) e Raccontare (su tutti: Piero e Alberto Angela seguiti, nel 2000, da Dario Fo con Franca Rame).
Veniamo ai riconoscimenti assegnati dalla giuria presieduta da Giovanna Rotondi Terminiello e coordinata dall’ideatore Salvatore Giannella, con le sintetiche motivazioni. Arriveranno a ritirare la scultura appositamente ideata dallo scultore iracheno Selim Abdullah, artista che vive e lavora tra Lugano, Milano e Parigi:
SEZIONE MONDO
Marcella Frangipane, docente all’Università La Sapienza di Roma di preistoria e protostoria del Vicino Oriente, per le sue straordinarie scoperte ad Arslantepe, la “collina dei leoni” nell’Anatolia turca, che hanno portato a nuove, fondamentali conoscenze sulla formazione delle prime società statali, sulla nascita delle gerarchie sociali e della burocrazia. Scoperte che le sono valse l’elezione, come membro straniero, nella prestigiosa National Academy of Sciences americana, prima italiana nel campo delle scienze umane.
SEZIONE EUROPA
Derya Ulubatli (Cipro, 1991). Per la tesi di laurea sui progetti artistici bi-comunali dei ciprioti turchi e dei ciprioti greci e su come questi progetti da lei ricostruiti possano creare un dialogo permanente tra le due parti dell’isola per arrivare alla riunificazione di quel lembo di terra devastato dalla guerra tra il 1963 e il 1974, che aveva avuto come conseguenza (lutti e rovine a parte) anche una distruzione identitaria. I progetti fanno lavorare insieme artisti delle due parti in modo che l’arte, ritenuta necessaria alla pace e alla riunificazione dei cuori delle nuove generazioni, possa tornare a unire un’isola e Nicosia, l’unica capitale in Europa a essere ancora divisa in due. Il premio vuole essere un augurio alla buona riuscita di questi propositi.
SEZIONE ITALIA
Don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità a Napoli per il coordinamento del recupero e della valorizzazione delle Catacombe di Napoli e la gestione innovativa di questo bene culturale di rara importanza storico-archeologica effettuata dai giovani del Rione costituitisi in cooperativa, grazie alla quale nel 2016 si è raggiunto il risultato di quasi 100.000 visitatori (contro i 5 mila visitatori annui della precedente gestione). La scelta di un modello di società “mutualistica”, attenta soprattutto all’inserimento lavorativo dei giovani più fragili e al reinvestimento degli utili in restauri di affreschi e mosaici, ha generato un’economia reale, non sostenuta da finanziamento pubblico. I giovani hanno investito in questa intrapresa soldi raccolti presso Fondazioni e le loro energie di volontariato. Il modello di gestione e di valorizzazione delle Catacombe è stato pensato per essere replicabile in altri siti storico-artistici. Questo modello ha destato anche l’interesse dell’Agenzia Onu per il turismo sostenibile, materia cui le Nazioni Unite hanno dedicato l’anno 2017.
Alle tre sezioni canoniche si aggiungono, come di consueto, i Premi Speciali.
SEZIONE COMUNICAZIONE
Al direttore Roberto Pisoni per la direzione della squadra di Sky Arte HD, canale televisivo tematico del gruppo Sky Italia, primo canale Sky interamente dedicato all’arte e alla cultura. Sky Arte racconta in alta definizione le espressioni artistiche in vari ambiti, dalla letteratura alla fotografia, i festival, la musica, le arti digitali, la grafica, il design, la pittura e la scultura.
SEZIONE MECENATISMO
Alla rosa di venti mecenati scelti simbolicamente tra i 3.941 singoli cittadini e imprese che hanno risposto all’appello della legge sull’Art Bonus voluta dal ministero dei Beni culturali e del Turismo, una legge che (prevedendo detrazioni fiscali per privati e imprese che vogliano investire nella cultura e nel patrimonio artistico del Paese) ha segnato il ritorno del mecenatismo in Italia: a fine 2016 sono state erogate risorse per 138 milioni di euro.
SEZIONE PROTEZIONE CIVILE
Ingegner Giuseppe Romano, direttore centrale per l’Emergenza e il Soccorso Tecnico del Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, come simbolo dell’impegno straordinario di quel Corpo in occasione del terremoto dell’Italia centrale, anche nel recupero dei beni culturali.
SEZIONE MARCHE
All’imprenditore Ferruccio Giovanetti per aver recuperato dimore di campagna e il Mulino omonimo nel Montefeltro in modo da dare accoglienza e aiuto a ogni tipo di disagio, da quello sociale all’ambientale allo psichiatrico così da fornire riabilitazione e successivo reinserimento sociale. Mantenendo così intatto l’antico spirito sociale e solidale della civiltà contadina.
MENZIONE SPECIALE
Oriano Giacomi. L’Operazione Salvataggio di Pasquale Rotondi era rimasta sconosciuta e lui dimenticato per ben 40 anni, fino a quando nel 1984 Giacomi, divenuto da poco sindaco di Sassocorvaro, andò a trovarlo a Roma… Fu l’inizio di una grande Storia.
Il programma della “settimana ad arte” prevede numerosi altri eventi tra i quali:
- Grazie Montefeltro! Il ritorno dei primi capolavori da Venezia (dalle Gallerie dell’Accademia arrivano: la Madonna del Caroto; Madonna del Morone; nel Palazzo Ducale di Urbino va Strage degli innocenti, di Bonifacio Veronese; dalla Ca’ d’Oro di Venezia torna: La Venere dormiente, del Bugiardini, mentre da Urbino sbarca nella Rocca lo Stendardo di Luca Signorelli). In contemporanea inaugurazione del Museo Ecclesiastico (sabato 20, ore 18, Rocca di Sassocorvaro);
- Cittadinanza onoraria all’architetto Massimiliano Fuksas, che firmò il suo primo lavoro proprio a Sassocorvaro (venerdì 19, Rocca di Sassocorvaro);
- Salvare la memoria: un secolo di distruzioni e di rinascite. Mostra di foto, documenti, filmati e testimonianze (giovedì 18, Palazzo dei Principi di Carpegna);
- La proiezione serale dei film “Monuments Men” (domenica 14, nella Rocca di Sassocorvaro) e del docu-film “La lista di Pasquale Rotondi” (mercoledì 17, Teatro Battelli, a Macerata Feltria in ricordo del “deputato del Montefeltro” Massimo Vannucci);
- Pasquale Rotondi junior, premiazione concorso scolastico “Con gli occhi di Rotondi” (giovedì 18, ore 9,30, Auditorium Sassocorvaro);
- Il ritorno del mecenatismo in Italia, incontro sull’Art Bonus all’Alexander Museum Palace Hotel a Pesaro (domenica 21, ore 11);
- Ad arricchire il programma ci sarà anche la stanza immersiva “Ben tornati!” curata da Streamcolors, studio d’arte digitale milanese specializzato nello sviluppo di software 3d e nella realizzazione di scenografie spettacolari per eventi e installazioni interattive per musei. Nella stanza immersiva i visitatori potranno, grazie a uno schermo touch screen, scoprire qualche informazione in più sulle opere provenienti da Venezia ed esposte nella Rocca e potranno rielaborare le immagini in modo semplice e divertente vedendo proiettato ciò che fanno in tempo reale sui muri. I quadri si trasformeranno così in immagini astratte rivestendo di colori le mura e diventando il set ideale per immergersi creativamente nel colore.
- e altri appuntamenti nel segno della Storia, della Bellezza, dell’Arte.
- Comune di Sassocorvaro (PU), Alice Ugolini.
- Tel. 0722. 769015, fax 0722.769258
- e-mail a.ugolini@comune.sassocorvaro.pu.it
RIPERCORRIAMO LE STORIE DEI VINCITORI DEL PREMIO ROTONDI (1)
Don Antonio, prete nel rione Sanità di Napoli, l’Operazione Catacombe ritrovate e lo spettacolare Festival targato Sky e Pisoni
testo di Giuliano Volpe
Chi fosse capitato a Napoli nel primo weekend di maggio, avrebbe avrebbe trovato una città effervescente per tutte le espressioni artistiche che trovano casa su Sky Arte, il canale Tv, diretto da Roberto Pisoni, organizzatore del primo, spettacolare Festival sul territorio dedicato a teatro e fotografia, arte classica e street art. Due serate sono state organizzate nella basilica di San Gennaro Extra Moenia, nella parte superiore delle Catacombe, un bene culturale di rara importanza storico-archeologica recuperato e valorizzato grazie all’impegno di don Antonio Loffredo, parroco del Rione Sanità a Napoli, e ai giovani del rione (così bello ma anche così difficile) costituitisi in cooperativa. Roberto Pisoni e don Antonio Loffredo: due vincitori del Premio Rotondi 2017, identificati dalla giuria nel gennaio 2017 e che la coincidenza ha voluto che fossero uniti nel palcoscenico del primo Festival organizzato interamente da una tv. A don Antonio è dedicato un capitolo del nuovo libro (Un patrimonio italiano, UTET, 14 euro) di Giuliano Volpe, professore ordinario di Archeologia all’Università di Foggia, dal 2014 presidente del Consiglio Superiore “Beni culturali e paesaggistici” del ministero dei Beni culturali e Turismo. Ecco un condensato.
Sono a Napoli per un paio di giorni e desidero soprattutto approfittare per visitare le Catacombe di San Gennaro e conoscere finalmente personalmente la realtà creata da don Antonio Loffredo al quartiere Sanità, che conosco indirettamente e apprezzo da anni. Organizziamo una visita grazie alla disponibilità di uno dei ragazzi di don Anto’, Vincenzo Porzio, laureato in beni culturali e turismo con la collega Maria Rosaria Napolitano proprio sul caso delle catacombe. Vincenzo ha anche trascorso un periodo negli Stati Uniti, è sposato con un figlio, e da anni lavora stabilmente, insieme ad altri 19 ragazzi con la cooperativa sociale La Paranza, di cui cura la comunicazione. Suo fratello, insieme ad alcuni amici, ha invece dato vita agli Iron Angels, un laboratorio creativo che con il riuso di materiali poveri produce oggetti artistici venduti in un negozietto-laboratorio alle catacombe. Ci sono poi i ragazzi dell’Officina dei Talenti, che ha realizzato un innovativo impianto di illuminazione, cura tutti i lavori di sistemazione e manutenzione delle Catacombe. Insomma il primo dei ‘miracoli’ di San Gennaro in questa bella storia è il lavoro, diretto o indiretto, per un centinaio di ragazzi e ragazze, in un quartiere non facile di Napoli, grazie ad attività connesse con la gestione del patrimonio culturale. Il secondo ‘miracolo’ è l’esperienza della visita delle Catacombe! Ci ero stato per interessi di studio molti anni prima, e le avevo trovate in quasi completo stato di abbandono, difficilmente visitabili, solo in una piccola parte del loro sviluppo (il 90% del sito era di fatto non fruibile). Le ritrovo belle, con percorsi organizzati, gruppi di visitatori con guide (anche in inglese) molto ben preparate, che danno informazioni precise e comunicano una passione, un interesse e una partecipazione davvero emozionanti.
Tutto è cominciato nel settembre del 2001 con l’arrivo, quasi casuale, al Rione Sanità, di don Antonio Loffredo, che ha raccontato la vicenda, sua e dei suoi ragazzi, in un bellissimo e commovente libro, Noi del Rione Sanità:
La sua intuizione è consistita nel puntare sui ragazzi, sulla formazione e la cultura e sul patrimonio culturale, ricchissimo in quel quartiere ma in totale stato di abbandono. Tra le varie attività messe in piedi nel quartiere don Antonio capì, infatti, che quella che avrebbe potuto far fare il salto di qualità era nel sottosuolo, nello straordinario e largamente sconosciuto patrimonio culturale, storico, religioso delle catacombe. Cominciò un lungo, faticoso, irritante, sconfortante percorso di richieste, lettere, risposte in incomprensibile burocratese, resistenze, un «reticolo di richieste di autorizzazione, nomine di commissioni, assegnazioni di fondi o bandi e appalti che moltiplicavano i partecipanti all’impresa in maniera esponenziale, sprofondando nelle lungaggini e nell’immobilità che ben conosciamo». Un carteggio infinito con Curia, Soprintendenze, Ministero dell’Interno, Pontificia Commissione di Archeologia Sacra, ASL Napoli 1, Comune, demanio, francescani e arciconfraternite, che avrebbe sfiancato chiunque, inducendo a desistere. Ma non don Antonio e i suoi ragazzi.
Resistenze (anche comprensibili) vengono anche dal Vaticano e dalla PCAS, che ha, sulla base dei Patti Lateranensi, competenze su tutte le catacombe di Roma e d’Italia: sembrava un rischio affidare un patrimonio così ingente, sia pure in quasi totale abbandono, a un prete e a un gruppo di ragazzi del Sanità. Don Antonio, però, in quanto parroco della basilica di Santa Maria della Sanità era anche automaticamente direttore delle catacombe di San Gaudioso. All’interno pioveva, c’erano infiltrazioni, pericoli gravi per il patrimonio e per i visitatori. «Inizia così la mia danza macabra con la burocrazia: ogni volta che si presenta un problema nelle catacombe (percolazioni continue, cattivo funzionamento dell’impianto elettrico, malsicure modalità di accesso, ecc.) io scrivo, relaziono, suggerisco e propongo, ma ricevo una sola risposta: ‘Chiudetele’».
Inutile ripercorrere qui tutte le complesse vicende fino all’affidamento della gestione delle catacombe: il sostegno del cardinale Sepe, il progetto presentato al bando della Fondazione Con il Sud, l’ottenimento di un cospicuo finanziamento (totale di € 370.000, cui si sono andati ad aggiungere altri finanziamenti e donazioni), la collaborazione con l’associazione l’Altra Napoli onlus, la riapertura dopo 40 anni della Basilica di San Gennaro, l’affidamento a don Antonio anche della direzione delle catacombe di San Gennaro oltre a quelle di San Gaudioso, e infine l’affidamento nel 2009 da parte della PCAS della gestione di tutte le catacombe all’Arcidiocesi che immediatamente la affidò, per un quinquennio, alla cooperativa La Paranza.
I lavori procedettero a ritmo serrato, senza interrompere le visite, si crearono percorsi e un nuovo impianto di illuminazione con tecnologia LED (tanto che si diede vita anche all’evento Lux in tenebris – Illuminando il mistero, con videoinstallazioni artistiche e le voci di Pier Paolo Pasolini, Eduardo De Filippo, Totò, che ha avuto un successo straordinario).
Ora la gestione delle catacombe è una realtà, parte di una ‘rete’ con gli altri siti di interesse del quartiere, che si visitano con un biglietto unico. Per questo sono stati formati tanti giovani per l’accompagnamento e l’accoglienza turistica. Sono state abbattute le barriere architettoniche con la realizzazione di un percorso per non vedenti e ipovedenti rendendo le catacombe di San Gennaro ‘catacombe senza barriere’. È stato, inoltre, ideato il Miglio Sacro, un itinerario turistico-religioso che, attraversando il Rione Sanità, mette in collegamento le catacombe di san Gennaro al Duomo di Napoli. E sono nati ben due B&B, laboratori di musica, una orchestra, una scuola di vela e tante altre attività. Inoltre è stata costituita, con il concorso di molti partner, la Fondazione di Comunità San Gennaro ed è stato possibile raccogliere in questi anni ben quattro milioni di euro di fondi privati a favore delle iniziative sociali del Rione.
La Paranza organizza eventi serali, concerti e mostre, percorsi didattici per scolaresche e laboratori educativi e anche corsi di formazione per giovani aspiranti cooperatori al fine di replicare il modello di gestione nato nel Rione Sanità. I risultati in termini di visitatori non si sono fatti attendere: dai 8.125 visitatori del 2008 si è arrivati ai 68.860 del 2015 (60% stranieri e 40% Italiani) e quasi 100.000 nel 2016. E grazie a questi risultati, in costante crescita, si è orami raggiunta l’auto-sostenibilità.
Alla fine della nostra visita, è stato il mio amico editore De Dominicis a ringraziare me per aver voluto visitare le catacombe. Lui napoletano, profondo conoscitore della storia e della cultura della sua città, non le aveva ancora visitate ed era entusiasta. Come ancora migliaia di napoletani: sono sempre più numerosi i visitatori locali, ma ancora tanti non le conoscono. Ecco una delle prossime sfide dei ragazzi di don Anto’: far diventare questo luogo uno degli elementi riconosciuti del riscatto di una città e non solo di un quartiere.
Come direbbe don Anto’,
- A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell’Arte in Ostaggio (testo di Tina Lepri per il Giornale dell’Arte online, fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
- Quei 1.653 tesori rubati da Hitler e ancora prigionieri di guerra (testo di Salvatore Giannella)
- Pur sfigurata dalla guerra, ai soldati “aggiustaveneri” l’Italia sembrò bellissima (testo di Ilaria Dagnini Brey per Giannella Channel)
- “La Tempesta” nella tempesta della guerra e altre storie di eroici salvatori dell’arte (testo di Mirella Serri per Sette – Corriere della Sera)
- Fu trafugata dai nazisti nel 1943, la “Carica dei bersaglieri” torna alla Garibaldi
- Roberto Malini, l’italiano che ha salvato l’arte dell’Olocausto. E i dipinti condannati alla damnatio memoriae. La storia straordinaria di un italiano, Roberto Malini, che viaggiando in mezzo mondo e con l’aiuto della rete, ha recuperato e donato al Museo della Shoah 240 opere di artisti vittime dell’Olocausto (testo di Salvatore Giannella per Conoscere la storia)
- La Venere di San Giovanni in Perareto torna a Rimini dopo mezzo secolo (testo di Sabrina Urbinati per Giannella Channel)
- Sergio Romano elogia Giuseppe Bottai, paladino della cultura: “Era convinto che il nostro patrimonio fosse la prova dell’esistenza di una nazione italiana” (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera, elaborazioni artistiche di Giacomo Giannella)
- Chi li ha visti? I tesori di Piemonte e Lombardia, della Toscana e di Firenze ancora prigionieri di guerra
- Quei tesori d’Italia che intrigano gli Indiana Jones. Armati di metal detector, i predatori di antiche ricchezze scandagliano terreni ed esplorano fortezze dal Piemonte alla Sardegna. Per vivere il brivido del ritrovamento (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera)
- Gli 007 dei Carabinieri riportano in Italia da Ginevra 45 casse di reperti romani ed etruschi trafugati. Erano in depositi di proprietà dell’antiquario inglese Robin Symes, arrestato
- I monumenti di Arquata del Tronto, nelle Marche, prima delle scosse, nel censimento fatto dal futuro “salvatore dell’arte”, Pasquale Rotondi (testo di Pasquale Rotondi, introduzione di Salvatore Giannella)
- Monza, recuperate dai carabinieri tre importanti opere trafugate dai nazisti. I dipinti sono di Cima da Conegliano, Alessio Baldovinetti, Girolamo dai Libri (testo di Tina Lepri, il Giornale dell’arte online)
- L’uomo che ha combattuto nella ex Jugoslavia per salvare i suoi tesori d’arte. Un nuovo libro illumina la figura e le azioni di Francesco Papafava, una figura a metà tra Sindbad, l’Ulisse d’Oriente e Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Ha fatto fino all’ultimo il pendolare tra la sua casa sulle rive dell’Arno e il Kosovo, per invocare un aiuto (concesso) affinché possano rinascere 1.800 monasteri e affreschi stupendi (testo di Salvatore Giannella)
- E Sgarbi annotò: onore a Pasquale Rotondi, salvò l’arte dalla furia nazista. Il Montefeltro in festa per la settimana ad arte dedicata al premio nato vent’anni fa per illuminare chi pratica l’arte di salvare l’arte (testo di Vittorio Sgarbi per QN, foto di Filippo Biagianti)
- La dichiariamo dottoressa in legge grazie alla sua tesi su guardie e ladri d’arte. Una studentessa in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano assiste a una serata condotta da uno 007 dei Carabinieri (il capitano Francesco Provenza) impegnato nel recupero delle opere d’arte. S’innamora dell’argomento e s’impegna per un anno in una documentata tesi di laurea che Giannella Channel, dato il grande interesse, presenta condensata in più puntate (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- Ritrovato dopo 70 anni il Cristo rubato a Lucca dai nazisti. Gli 007 dell’arte dei Carabinieri, sezione Toscana, guidati dal maggiore Lanfranco Disibio, hanno recuperato una scultura in terracotta di Matteo Civitali del valore di oltre un milione di euro: era stato trafugato dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale.
- Finalmente esposto a Bonn e Berna il tesoro di Hitler custodito da Gurlitt. Due mostre per fare chiarezza ed esortare altri eredi a richiedere la restituzione di opere trafugate in Italia e nel resto dell’Europa.
- L’Italia ringrazia l’avvocato cacciatore di tesori perduti. Un ritratto del mantovano Maurizio Fiorilli, l’inflessibile avvocato di Stato che dal 1965 ha rappresentato l’Italia in vari tribunali del mondo. Grazie alla sua diplomazia culturale ha riportato a casa tanti capolavori, soprattutto tesori archeologici, saccheggiati in anni recenti, meritandosi l’appellativo di “flagello dei predatori di tombe”.