Il paese marchigiano di rara bellezza in provincia di Ascoli Piceno era stato, nel 1936, al centro della studiosa attenzione dell’allora ispettore della Soprintendenza di Ancona: dell’uomo cioè che, tre anni dopo, sarebbe diventato Soprintendente delle Marche e coordinatore dell’”Operazione Salvataggio” dei principali tesori culturali italiani nel Montefeltro marchigiano (Sassocorvaro, Carpegna e Urbino).
Rotondi conosceva bene la zona sconvolta dal terremoto del 24 agosto scorso, non solo come addetto ai lavori ma anche per motivi familiari: lui aveva sposato la storica dell’arte Zea Bernardini, la cui madre (Ida Cucchi) era originaria proprio di Arquata. La loro casa, oggi ferita, era la penultima nella salita che dalla piazza principale del paese porta alla Rocca. Uno zio di Zea, Guerino, era segretario comunale.
Ecco l’elenco dettagliato nella schede di Rotondi, diviso in quattro voci: le case, le chiese, le mura e la Rocca. Non sappiamo se a distanza di 80 anni le opere descritte con minuzioso rigore siano ancora al loro posto. Il documento ritrovato resta comunque importante per illuminare l’identità artistica di Arquata e per orientare le ricerche e l’auspicabile ricostruzione. (s. gian.)
Le case di Arquata
- In frazione Borgo, via Emidio Mancini: al civico 11, con tre portali architravati e affresco in un a lunetta del sec. XVI. Proprietà Chiampella Domenico; al n. 13, con portale architravato del sec. XVI, proprietà Balestra; al n. 18, con portale del sec. XVI, proprietà eredi Gabrielli.
- In frazione Camartina, s.n., portale architravato con stemma del 1725 e, nell’interno, camino datato 1686 e due soffitti a cassettoni coevi. Proprietà Fiori Giacomo e Salvatore; altra casa s.n., con terracotta smaltata del secolo XVIII sul portale a finestra cinquecentesca. Proprietà: Onesi Angelo.
- In frazione Pretare: via del Crocifisso n. 4, con cornici e finestrine cinquecentesche sul prospetto e mensola e falco su un portale. Di proprietà Piccolomini Giovanni e Angelini Nazzareno. Stessa via, n. 12-13, con portale architravato datato 1564, epigrafe e finestre coeve. Proprietà Angelini Nazzareno, Piermarini Savina, Ciccolini Saverio; al n. 14, portale architravato con stemma e altri elementi del sec. XVI. Proprietà Amadio Rocco.
- In frazione Spelonga: via S. Agata n. 29, con prospetto verso la Piazza, del 1517-1533. Proprietà Martorelli Domenico.
- In frazione Trisungo: via Centesimo n. 77, con finestra datata 1783, loggetta ad archi a tutto sesto e colonna miliare romana del tempo di Augusto coin iscrizione, proprietà Petrucci Marta; in via Grande n. 39-42, a due portali architravati con stemmi e finestrine, mensole del sec. XVII. Proprietà Marinelli Caterina e Petrucci Sante; in via del Ponte n. 19, con portale adorno di cornice a rilievi floreali, datato 1801, proprietà Pichini Filippo; al n. 15, con camino in pietra scolpita a fregi floreali, datato 1796, proprietà Petrucci Giusto; ai nn. 22, 23, 24, 25, con prospetto in pietra squadrata, scala esterna, portale datato 1515 architravato su mensole di cui una a forma di gufo, due altri portali sormontati daluinette con affreschi coevi, due finestre monoforte, due bifore. Proprietà Petrucci Sabbatino, Enrico, Concetta, Antonio; al n. 27, con portale architravato datato 1539, proprietà Cantalamessa Tito e Fratelli.
- In via Andrea Gallo: ai nn. 3-23, a portale architravato su mensola con iscrizione e data 1532 sormontato da lunetta con affresco coevo e altro portale del sec. XVIII. Proprietà Marcatili; al n. 9, con portale bugnato e mensole decorate del sec. XVII. Proprietà Guidi.
- In via Garibaldi: al n. 2, con portale bugnato del sec. XVII. Proprietà Ambrosi Salvatore e altri.
Le chiese
- Annunziata, in via B. Saladini, con altare ligneo del sec. XVI. Proprietà Parrocchia di S. Salvatore;
- S. Egidio, in frazione Piedilama, via La Villa, n. 48-A, con affreschi del sec. XVI e quattro altari lignei del secolo XVIII. Proprietà Confraternita omonima;
- Chiesa conventuale di S. Francesco in località Borgo, via Nazionale Salaria, con tracce romaniche, portali del sec. XVI, soffitto ligneo del sec. XVI-XVII, ancona in pietra affrescata e datata 1524, pulpito, cantoria e altari lignei dei sec. XVI-XVII, chiostro del sec. XV. Proprietà del Comune;
- Madonna delle Grazie, in frazione Trisungo, con portale del sec. XVI, affreschi coevi affioranti dalle pareti interne, altare ligneo cinquecentesco, monumento funebre con rilievo marmoreo in forme neoclassiche del 1831. Proprietà Parrocchia;
- Madonna del Sole in frazione Capodacqua, via Madonna del Sole n. 13, costruzione a pianta centrale, con facciata tripartita orizzontalmente e cupola ottagonale, attribuita a Cola dell’Amatrice, che dipinse nell’interno un affresco con l’Assunzione, datato 1550. Altri affreschi del sec. XVI. Proprietà Parrocchia di San Pietro;
- S. Maria della Neve in frazione Faete, via Capo La Villa, con affreschi attribuiti a Panfilo da Spoleto (sec. XV) e di Pietro Alamanno. Proprietà Parrocchia;
- S. Maria Venere in località Pretare, via del Cimitero, con affresco datato 1579 attribuito a Luigi Vergari, portale datato 1603 e campanile a vento coevo. Proprietà Parrocchia;
- S. Matteo in frazione Faete, via Pie’ La Villa, con affresco del sec. XV, attribuito a Panfilo da Spoleto. Proprietà Comunità Frazione di Faete;
- chiesa parrocchiale di Frazione Spelonga, con altari cinquecenteschi laterali, altar maggiore datato 1631, affreschi di Panfilo da Spoleto (1482) e altri attribuiti a Cola dell’Amatrice staccati dalla demolita chiesa di S. Maria di Collepiccione. Proprietà Parrocchia;
- S. Pietro in località Borgo, via Subappennina n. 3-A, a elementi romanici e lunetta con Pietà attribuita a Cola dell’Amatrice. Proprietà Parrocchia;
- S. Silvestro Papa in frazione Colle, via La Villa n. 1, con affreschi datati 1511. Proprietà Parrocchia.
Le mura
- Mura frammentarie romane in via S. Agata. Proprietà Gallo.
La Rocca
- Rocca medievale sulla via omonima, con torre cubica a merlatura ghibellina e difesa piombante tra beccatelli (sec. XIII) contenuta entro cortine verticali originariamente merlate (sec. XIII-XIV), a torrione circolare munito di controscarpa speronata (sec. XV) e ampliamenti della fine del 1400. Proprietà del Comune.
Turismo solidale: a questo link
gli articoli successivi.
Invito alla visita
Il salvataggio e la messa in sicurezza dei tesori delle Marche “museo diffuso” portano per il momento a escludere viaggi nell’area colpita dal sisma. Ma il resto delle Marche, da Gradara al Montefeltro, da Fano a Urbino, da Senigallia a Jesi, dalla Riviera del Conero all’entroterra di Ancona, da Loreto a Osimo, aspettano i nostri e vostri occhi curiosi di turisti solidali.
- Info: numero verde della Regione Marche 800.222111
- Web (1): www.turismo.marche.it
- Web (2): www.umbriatourism.it, il sito ufficiale del turismo nella Regione Umbria.
A proposito di arte, terremoto e ricostruzione, leggi anche:
- Marche intatte, nel museo dove il tempo è sospeso
- Un gesto nobile per salvare le opere d’arte rovinate dal terremoto dell’Aquila
- Sisma in Umbria: 260 opere messe in sicurezza da 10 giovani restauratori fiorentini
- Mostrare le Marche: rinasce l’arte dopo il terremoto
- Marche intatte, benvenuti nella cripta che conserva i segreti delle mummie
- Toccherà ai poeti ridisegnare con la forza delle parole gli orizzonti sbriciolati dalla forza della natura
(via mail)
Una bella storia ancora più bella grazie alle tue parole appassionanti per avvicinare all’Arte e all’esempio di questi uomini così preziosi; dopo l’incontro con Salvatore Giannella la nostra sensibilità artistica si è arricchita di nuova linfa, scoprendo uomini sorprendenti per la loro lezione e integrità a tutto campo. Tu hai raccolto la lezione e la stai trasmettendo con successo ai bambini e io sono fiero di te perché sai rendere l’arte materia preziosa e affascinante.
(via mail)
Ho conosciuto la storia di Pasquale Rotondi a Sassocorvaro, al Premio L’Arca dei salvatori dell’arte dove ho stretto la mano al grande Tonino Guerra, grazie a Salvatore Giannella. Insieme ad Antonio Capitano abbiamo scoperto l’opera, a noi sconosciuta, di Pasquale Rotondi che durante la guerra fu Soprintendente per i Beni storici e dell’Arte. Rotondi salvò 6.509 opere d’arte nascondendole ovunque nel Montefeltro marchigiano. Per suo merito oggi, possiamo ammirare ancora alcuni capolavori di Raffaello, Botticelli, Tiziano e tantissimi altri artisti italiani e stranieri le cui opere erano e sono conservate in Italia. Aggiungo a questa conoscenza questo prezioso documento di Arquata del Tronto, ‘la città della memoria’, forse si può definire così, perché solo un mese fa come oggi si era svegliata alla vita, come ogni giorno, da secoli e in una sola notte è andata distrutta… Qualcuno ha detto: “Una sola volta è come mai”… spero che la volontà di rinascita e ricostruzione superi l’orrore di questa distruzione, imparando dalla volontà ferrea di uomini come Rotondi con “un occhio puntato sull’arte di salvare l’arte”.