Continua la campagna di Giannella Channel per ritrovare il patrimonio artistico disperso all’epoca della Seconda guerra mondiale: a fine testo altri link utili, pubblicati in precedenza. In questa puntata, grazie alle testimonianze scritte e visive raccolte nella Siviero’s list, le opere razziate e mai tornate in Toscana: in ordine alfabetico, a Buonconvento di Siena, Camaiore di Lucca, Chianciano (Siena), Grosseto, Lucca, Pisa, Poppi (Arezzo), Prato, Radda in Chianti (Siena), Torrenieri (Siena), Siena città e Viareggio (Lucca). Nella prossima puntata illumineremo il territorio di Firenze e provincia.
TOSCANA
BUONCONVENTO (SIENA)
- San Pietro, di Luca Di Tommè (1330-1389).
CAMAIORE DI LUCCA
Nella Villa Borbone delle Pianore, a Capezzano Pianore, presso Camaiore, trascorse lungamente la sua esistenza la principessa Maria Teresa di Savoia, moglie di Carlo Ludovico di Borbone, già Duca di Lucca ed in seguito di Parma, ed ivi morì nel 1879. Il 9 maggio 1892 vi nacque la principessa Zita di Borbone, ultima imperatrice d’Austria, moglie dell’imperatore beato Carlo I. Attualmente la villa è di proprietà dell’ordine religioso Cavanis, in uso al comune di Camaiore. Nella villa i nazisti della XVI Divisione corazzata delle SS nella primavera del 1944 razziarono gran parte della collezione Borbone Parma. In particolare non sono ancora rientrati:
- Trinità, di Alesso Baldovinetti (1425-1499).
- Sacra Famiglia con donatore, di Pier Francesco Bissolo (1470/72 circa – 1554).
- Ritratto di guerriero, di Paris Bordon (1500-1571).
- Guerriero, di Paris Bordon (1500-1571). Nella denuncia di esportazione da parte dei proprietari questa opera, che forse fu un olio su tela, è dichiarata come “guerriero in armatura, faccia scura”.
- Madonna con Bambino, di Cima da Conegliano (1459 circa – 1518), Camaiore (Lucca)
- Ritratto di Francesco II (o Enrico II) di Francia, di Francois Clouet (1510 ca. – 1572), 60 x 70 cm.
- Redentore, di Dosso Dossi (1489-1542).
- Presentazione di Gesù al tempio, di Girolamo Dai Libri (1474-1555).
- San Girolamo, di Jan van Hemessen (1500-1566).
- Gruppo di santi, religiosi, donatore, di ignoto pittore tedesco.
- Ritratto di ignoto, attribuito a Giovanni Battista Moroni (1529-1578).
- San Girolamo penitente, del Perugino (1450 ca.-1524), Camaiore di Lucca.
- Luigi XIV che passa il Reno, due opere di Adam Frans van der Meulen (1632-1690).
- Madonna con i Santi Giorgio e Margherita, di Ippolito Scarsella detto Scarsellino (1551-1620).
- Adorazione dei pastori, di Adriaen van der Werff (1659-1722).
- Vedute del Canal Grande a Venezia, di Bernardo Bellotto (1721-1780).
- Veduta della Riva degli Schiavoni verso est, di Canaletto (1697-1768), Camaiore di Lucca.
- Due vedute attribuite a Canaletto (1697-1768).
- Veduta del Campo Santi Apostoli, attribuito al Canaletto (1697-1768). L’opera è un olio su tela (cm. 80 x 58) databile agli anni 1731-1735 circa. Sembra una derivazione dalla versione conservata in una collezione privata milanese.
- Veduta di Piazza San Marco verso le Procuratie, attribuito a Francesco Guardi (1712-1793). L’olio su tela (84 x 60 cm) è importante poiché documenta l’antico aspetto della piazza prima della demolizione ottocentesca della chiesa di San Gemignano.
- Scena di genere, di Jan Josef I Horemans (1682-1795). L’olio su tela, di cm. 101 x 76, è firmato in basso a destra “Hormans.f.”.
- Ritratto di Vittoria Luisa di Francia, di Marc Nattier (1685-1766). L’olio su tela (ca. 74 x 62) è un ritratto di alta qualità della figlia di Luigi XV.
- Ritratti di principessa di Francia, quattro dipinti attribuiti a Marc Nattier (1685-1766).
- Fa la nanna e Fra due fuochi, di Gemmi (?).
- Ritratto di Luigi XIII re di Francia, di ignoto pittore. L’opera, di dimensioni 220 x 142 cm., fu trafugata nel 1944 dalle truppe naziste. Nella stessa occasione sparirono sei busti marmorei, rappresentanti personaggi storici tra cui Carlo III, Vittorio Emanuele I, Carlo Felice e membri della famiglia Borbone Parma; ritratti della famiglia Borbone; numerose miniature; la collezione di monete dei re di Francia e dei duchi di Parma; l’importantissimo archivio storico.
CHIANCIANO (SIENA)
Qui fu la Collezione Bastico a essere preda dei militari delle SS della 92° Legione presso il deposito nel convento dei frati di Chianciano Bagni.
- Assunta, di ignoto pittore giottesco. In questa tempera su tavola (110 x 80 ca.), probabilmente databile al secolo XIV, la Vergine è circondata da angeli dentro una cornice dorata con ombreggiature nere.
- Scene di genere, di ignoto pittore fiammingo. I due oli su tela (100 x 80 ca.) che formano pendant, raffigurano entrambi un interno di genere con numerose figure di uomini, donne e bambini raccolti intorno a una tavola; animali domestici completano la scena. Le tele sono ritoccate in più parti con rattoppi vistosi. La tonalità delle tele è scura.
- Alfiere spagnolo del Settecento, di ignoto pittore. L’olio su tela, di dimensioni 95 x 70, è databile al XVIII secolo. L’alfiere rappresentato porta un cappello piumato a larga tesa, mantellina con pizzi, pantaloni corti con calzettoni bianchi, scarpe basse con fibia, stendardetto impugnato nella mano destra, giustacuore con stemma, spada al lato sinistro. Sullo sfondo, a tinte scure, è raffigurato un accampamento militare con tende e figure abbozzate. La tela era stata ritoccata da poco, con un’aggiunta di tela nella fascia bassa. Il dipinto era dotato di cornice.
- Ritratto del colonnello dei bersaglieri Ettore Bastico, di Bagni (sec. XX). L’opera, grande 90 x 70 cm., è firmata e datata 1917. E’ raffigurata di tre quarti la figura del colonnello, in piedi, la mano destra appoggiata su un fianco, in uniforme grigio-verde. L’opera è all’interno di una cornice dorata.
MASSA MARITTIMA (GROSSETO)
Il nome della grande tenuta Marsiliana, un tempo grandissima, ricorda la Bella Marsilia, rapita dal pirata turco Barbarossa e portata in dono al sultano di Costantinopoli. Di proprietà della famiglia Corsini, una delle più antiche e importanti casate nobiliari italiane. Qui era stata ricoverata la Collezione Benarida di Grosseto, i cui pezzi principali furono trafugati dalle truppe naziste tra il novembre 1943 e il marzo 1944.
- Offerta, di Giuseppe Graziosi (1879-1942).
- Attesa, di Alimondo Ciampi (1908-1939).La scultura in bronzo fuso è alta circa 45 cm. ed è firmata. Il bronzo, dalla patina lucida e leggermente dorata, raffigura un busto di donna con il capo volto a sinistra.
- Nudino al sole, di Giuseppe Graziosi (1879-1942). La statua in bronzo fuso è alta ca. 90 cm. ed è firmata. Il bronzo è di colore nero lucido con qualche riflesso dorato. Il modello frammentario in gesso si conserva presso la Gipsoteca Giuseppe Graziosi di Modena.
- Bimbo, di Italo Griselli (1880-1958). Il busto, in bronzo fuso, è alto circa 45 cm. ed è firmato. Il bronzo si distingue per una patina marrone scuro, ruvida.
- Torso di donna, di Attilio Torresini (1884-1961). L’opera in bronzo fuso, una volta e mezzo al naturale, è firmata e raffigura il busto di una donna nuda, col capo leggermente inclinato e senza braccia.
LIVORNO / SAN GREGORIO DEGLI ARMENI
Da questa chiesa furono trafugate nel 1944 queste quattro opere:
- San Gregorio battezza la famiglia del re Tridate, olio su tela di Francois Riviere (1675-1746).
- I quattro Dottori della chiesa armena, di Giuseppe Bottani (1717-1784). L’olio su tela, di grandi dimensioni, raffigura Sant’Isacco, San Narsete, San Mecroso e San Gregorio.
- San Bartolomeo apostolo predica a un re armeno, di Giuseppe Bottani (1717-1784).
- Assunzione della Madonna, di Alessandro Gherardini (1655-1726).
LIVORNO / CHIESA DELLA MADONNA
I furti risalgono a dopo l’8 settembre 1943 e al 1944.
- Madonna, San Francesco e Santa Chiara, di Matteo Rosselli (1578-1650). L’olio su tela era collocato sull’altare della compagnia dei Cordigeri.
- San Leonardo da Porto Maurizio in atto di predicare al popolo, di ignoto pittore. L’olio su tela, del secolo XVIII, fu trafugato dall’altare Inghirami.
- Lampade, di ignoto argentiere. Le otto lampade, del XVIII secolo, in argento cesellato, erano collocate sull’altare Inghirami.
LUCCA
- Busto di Cristo, di Matteo Civitali (1436-1501), Lucca
PISA
- Compianto sul corpo del Battista, di Tino di Camaino (1285-1337), Pisa
- Paliotto, di ignoto artista, Pisa. L’opera, un legno dipinto del XVI secolo, fu trafugata dopo l’8 settembre 1943 dalle truppe naziste dalla chiesa di San Domenico a Pisa.
- Storie di soggetto sacro, di ignoto pittore, Pisa. L’opera, forse un olio sui tavola, è una predella dipinta del XVI secolo. Fu trafugata nel 1943 dalle truppe naziste dalla chiesa di San Domenico a Pisa.
POPPI (AREZZO)
Nel Castello di Poppi dei conti Guidi tra il 22 e il 23 agosto 1944 militari nazisti della 305° divisione di fanteria si fecero aprire le porte a mano armata con la scusa di voler controllare la presenza di armi. In realtà fece razzìa di opere d’arte che, dopo una sosta a Forlì il 31 agosto, proseguirono verso il nord, su autocarri della X armata.
- Testa di fauno, Michelangelo Buonarroti (1475-1564) (già attribuito), a Poppi da Firenze, Museo nazionale del Bargello, Inv. 124.
- Madonna con Bambino, San Giovannino, San Giovanni e Santa Elisabetta, rilievo marmoreo (42 x 27 cm.) di Pier Francesco di Bartolomeo, detto Pierino da Vinci (1530 circa – 1553). A Poppi da Firenze, Museo nazionale del Bargello, Inv. 59.
- Ritratto di giovane, di Hans Memling (1433 ca – 1494), a Poppi da Firenze, Uffizi, Inv. 1890, n. 1134.Olio (?) su tavola (35 x 24), di eccezionale importanza, figura nell’inventario delle Gallerie Fiorentine come “Maniera del Memling”. E’ stato attribuito da Roberto Longhi ad Antonello da Messina. Sul retro, su fondo nero, è dipinta una quercia attraversata da un cartello che reca il motto “De bien en mieuls”.
PRATO
Pezzi della Collezione Giorgio Forti razziati dai nazisti tra l’ottobre 1943 e l’estate 1944.
- Strumenti musicali, due oli su tela (80 x 100 cadauno) di Evaristo Baschenis (1617-1677). Un tgerzo misura 65 x 100.
- Scena di interno rustico, di ignoto pittore fiammingo, due oli su tavola di 50 x 35 ca.
- Candelieri, di ignoto artigiano, due bronzi fusi del XVII secolo.
- Porticciolo marino, olio su tela (65 x 30 ca) di Giuseppe Abbati (1836-1868). Si tratta di un paesaggio marino, limitato a sinistra da cespugli scuri. Con cornice nera listata d’oro.
- Contadine, di Cristiano Banti (1824-19004). Il dipinto raffigura due contadine col fazzoletto in testa, una seduta e l’altra in piedi.
- Campagna senese, di Niccolò Cannicci (1846-1906), 70 x 35 ca. Il dipinto raffigura un tratto della campagna toscana con il cielo al tramonto, grandi distese ondulate e un piccolo fuoco a sinistra.
- La fidanzata, di Niccolò Cannicci (1846-1906), olio (?) sui tela 50 x 70 ca. La fanciulla, seduta di profilo, vestita in marrone scurissimo, osserva un cerchietto d’oro infilato all’anulare della mano sinistra. Con cornice nera e listello dorato.
- Signora che legge (Giovane signora sul divano), di Serafino De Tivoli (1826-1892), olio su tela 64 x 54 cm. La signora, in grigio, è seduta sul divano con un libro; sullo sfondo una stufa di maiolica. Con cornice nera listata d’oro.
- Ritratto di fanciulla, di Michele Gordigiani (1835-1909), 35 x 38 ca. La fanciulla è vista di fronte, i capelli disposti in due bande, in abito scuro, con colletto bianco.
- Maternità, di Silvestro Lega (1826-1895), 15 x 8 cm. Si tratta di un bozzetto con cornice dorata, raffigurante una donna in bianco, seduta, che accarezza un bambino in piedi, vestito di bianco.
- Strada con ulivi, di Telemaco Signorini (1835-1901), 12×30 ca, strada tra due muri con grande ombra a destra e ulivi.
- Tappeti. Una pregevole collezione di 15 tappeti orientali antichi di diverse manifatture (tra cui Buchara e Yomud).
- Testa di bimba, di ignoto pittore, 15 x 18 ca. Con cornice nera a sbalzo. Sfondo rosso cupo.
RADDA IN CHIANTI (SIENA)
La Villa Campomaggio, sulle colline del Chianti, oggi affascinante hotel con Spa, piscina, camere e appartamenti, divenne lo scrigno che accolse da Firenze la Collezione Avvenente. In gran parte trafugata.
- Paesaggio con fauni e ninfe danzanti, di ignoto pittore francese. Olio su tela (350 x 250 cm) di fine sec. XVII, è ornato di una ricchissima cornice coeva scolpita e dorata.
- Nevicata, tramonto nel bosco, di Louis Apol (n. 1850). Olio (?) su tela, 180 x 150.
- Cortile con orcio, di E.I. A. Bagnes (fine sec. XIX). Olio su tela (51 x 65 ca), con cornice.
- Frate alla cerca, di E.I.A. Bagnes (fine sec. XIX). Olio su tela, 51 x 65 ca., con cornice.
- Paesaggio, di E.I.A. Bagnes (fine sec. XIX). Due oli su tela, 51 x 65 ca.
- Paesaggio, di Michele Cammarano (1835-1920). Olio (?) su tela, 50 x 40 ca., con cornice.
- Contadino con asino, di Vincenzo Caprile (1856-1936). Dipinto con cornice, 35 x 60.
- Paesaggio, di Eugenio Cecconi (1842-1903). Olio su tela, 40 x 60.
- Paesaggio, di Francesco Mancini (1830-1905). Olio su tela, 45 x 80, con cornice.
- Scogliera, di Mario Puccini (1869-1920). Olio su tela, 40 x 60, con cornice.
- Educanda, di Telemaco Signorini (1835-1901). Olio su tela, 35 x 45, con cornice.
- Testa di polacco, di Franz Seraph von Lenbach (1836-1904. Olio su tela, 40 x 50, con cornice.
- Tappeti. Dodici tappeti di manifattura persiana dei secoli XVII-XIX.
- Ricordi, di Avvenente (?). Venti dipinti, a olio e acquerello, sec. XX, con cornici.
- Testa di donna, di ignoto pittore rumeno. Dipinto 50 x 35, con cornice, sec XX (?).
- Porto di Livorno, di Ugo Manarini (1851-1917). Olio su tela, 70 x 45, con cornice.
- Paesaggio, di Marcot (sec. XX?). Olio su tela, 100 x 60, con cornice: mostra un sentiero in un bosco con contadina.
- Natura morta, di Merlati (sec. XX?). Olio su tela, 80 x 70, con cornice.
- Paesaggio, di Carlo Papini (n. 1684). Acquerello con cornice, 80 x 40.
- Paesaggio, di Gaetano Spinelli (1877-1945). Olio su tela, 180 x 140, con cornice.
- Buttero a cavallo, di ignoto scultore. Bronzo fuso, 60 x 60 ca., (base), sec. XX.
- Testa di Dante, di ignoto scultore. Bronzo fuso, 60 x 60 ca., (base), sec. XX.
- Testina di bimbo, di ignoto scultore. Bronzo fuso, 60 x 60 ca., (base), sec. XX.
SIENA / ARCHIVIO DI STATO
- Il tribunale della Mercanzia, di Simone Martini (1285/85 – 1344). La tavoletta di Biccherna (coperta lignea dipinta di libri contabili delle amministrazioni finanziarie delle magistrature della Biccherna di Siena), 37 x 26,5 cm, è relativa al registro dei sottoposti del 1326. I quattro giudici della Mercanzia sono al loro banco con altre due figure, tre di loro hanno le vesti azzurro scuro. Trafugata dal deposito di Villa Grotti (Siena) nel 1944.
- Pagina scritta, Scriptorium senese, 1356.
- Pagina scritta, Scriptorium senese, 1356.
- Madonna Assunta, di Stefano di Giovanni detto il Sassetta (1392-1450) (attr.).
- San Pietro in trono, di Sano di Pietro (1406-1481, tradizionalmente attribuito).
SIENA
- Madonna orante, di Andrea Della Robbia (1435-1525). Siena, Basilica minore di San Bernardino all’Osservanza.
- Torso di donna nuda, di Baldassarre Peruzzi (1481-1536), Siena, Collezione Ponticelli, poi collocato a Siena, Castello Quattro Torri. Il dipinto è attribuito anche alla scuola del Brescianino. La donna è raffigurata nell’atto di spremersi la mammella con l’indice e il medio. Cornice dorata. Trafugato dalle truppe naziste dal Castello Quattro Torri tra la fine di giugno e i primi di luglio del 1944.
- Ritratto di fanciulla, di ignoto pittore, Torrenieri (Siena), Collezione de’ Vecchi. La fanciulla, forse figlia di Pietro de’ Vecchi e Giulia Verdelli sposatisi nel 1587) è raffigurata a mezzo busto, con una mela. Trafugato durante la seconda guerra mondiale a Castelverdelli, Torrenieri (Siena).
- La chiesetta di Bestrifia, di Lorenzo Viani (1882-1936), Viareggio (Lucca), Municipio. Olio su cartone (80 x 50 cm), trafugato dalle truppe naziste nel 1944 durante l’occupazione.
VIAREGGIO (LUCCA)
- L’imperatore Guglielmo a cavallo calpesta un cumulo di teschi, di Lorenzo Viani (1882-1936), Viareggio (Lucca), Municipio. Carboncino su cartone (mm 1200 x 750), trafugato dalle truppe naziste nel 1944.
- Quei 1653 tesori rubati da Hitler e ancora prigionieri di guerra
- Pur sfigurata dalla guerra, ai soldati “aggiustaveneri” l’Italia sembrò bellissima
- Chi li ha visti? I tesori di Piemonte e Lombardia ancora prigionieri di guerra
- Fu trafugata dai nazisti nel 1943, la “Carica dei bersaglieri” torna alla Garibaldi
- Sergio Romano elogia Giuseppe Bottai, paladino della cultura: “Era convinto che il nostro patrimonio fosse la prova dell’esistenza di una nazione italiana” (con il mio invito al Ministro Dario Franceschini, affinché mandi un esperto a Monaco di Baviera per visionare i capolavori della collezione Gurlitt razziati anche in Italia)
Ottimo sito complimenti
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