A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell'Arte in Ostaggio
Immagini e storie delle 1.651 opere trafugate dai nazisti e ancora introvabili. C’è anche la “Testa di Fauno”, prima scultura di Michelangelo
testo di Tina Lepri* / Giornale dell’Arte on line
fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell'Arte in Ostaggio
Immagini e storie delle 1.651 opere trafugate dai nazisti e ancora introvabili. C’è anche la “Testa di Fauno”, prima scultura di Michelangelo
testo di Tina Lepri* / Giornale dell’Arte on line
fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
Nel MAIO una postazione multimediale con video 3D, opera della giovane start up milanese Streamcolors, presenta ed esplora alcune delle opere ancora “prigioniere di guerra” trasformandole in immagini rielaborate attraverso algoritmi e pennelli elettronici.
Il torrione seicentesco nella corte della Cascina Casale, in viale Trieste a Cassina de’ Pecchi (Milano), che ospita il Museo dell’Arte in Ostaggio. (credit foto in alto e in apertura: Cinzia Bracco)
"Testa di fauno", la prima opera in marmo di Michelangelo, rubata dai nazisti della 305* divisione di fanteria dal castello di Poppi (Arezzo) nell'agosto 1944.
La ricerca di queste 1.651 opere (le storie sono raccontate da filmati e documenti esposti nel museo) è iniziata subito nel dopoguerra da Rodolfo Siviero, il famoso 007 dell’arte incaricato dal Governo per il recupero delle opere d’arte trafugate dall’Italia durante la guerra.
Il MAIO ospiterà mostre temporanee: si è partiti con riproduzioni 1:1 di famosi capolavori salvati durante la guerra da Pasquale Rotondi, Soprintendente di Urbino, e altri funzionari delle Soprintendenze e nascosti a Sassocorvaro e Carpegna, nel Montefeltro marchigiano.
Tra i tesori d’arte recuperati nell’ultimo anno dai Carabinieri dello speciale Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale: “Dormitio Virginis” di Andrea Di Bartolo, rubato alla famiglia Perkins di Lastra a Signa (Firenze) e per volontà testamentaria del mecenate inglese destinata ai frati della Basilica di Assisi; e “La carica dei Bersaglieri” di Michele Cammarano trafugato all’8° Reggimento Bersaglieri di Pordenone, opere che si aggiungono ad altre come “Il Seminatore” di Jacopo Bassano, sottratto alla Galleria degli Uffizi di Firenze e recuperato a Springfield, negli Stati Uniti.
Info per visite guidate: Biblioteca di Cassina de’ Pecchi, Tel. 02.9529295, Mail: salvatoregiannella@yahoo.it
Fotogallery
Fotocronaca dell'inaugurazione a Cassina
con gli occhi di Vittorio Giannella*
A proposito
(via mail)
Caro Giannella,
grazie per la nuova, bella iniziativa del MAIO da te ideato a Cassina de’ Pecchi per illuminare la memoria degli italiani sui tesori culturali trafugati durante la Seconda guerra mondiale. Tesori che qualcuno potrebbe essere tentato di liquidare come parte del patrimonio italiano: e che Piero Calamandrei, invece, ci ricorda che cosa essi siano veramente con queste parole ripescate dalla memoria e di sempre stringente attualità:
Buona fortuna
(via mail)
Bellissima iniziativa! Una delle tante perle preziose di quel genio della cultura e umano che si chiama Salvatore Giannella. Complimenti!
Maria Cristina Giongo, giornalista corrispondente dai Paesi Bassi
il MAIO è un autentico gioiello posto alle porte di Milano, a Cassina de Pecchi. Ho avuto la fortuna di visitarlo oggi con Salvatore Giannella e il Sindaco di Cassina, Massimo Mandelli… da non credere …visitatelo e vi appassionerete alle grandi storie che ciscuna opera trafugata porta con sè. Tra l’altro è una mostra trasportabilissima grazie agllo splendido video narrante della Streamcolors (a proposito complimenti anche a loro!) e interattiva.Da vedere!!
Bellissima iniziativa!!! Complimenti, ma andrebbe allargata anche alle spoliazioni napoleoniche, che ancora oggi arrecano sfregio al nostro patrimonio artistico-culturale, senza che i governi italiani abbiano fatto qualcosa di significativo in questi due secoli di storia. Può sembrare ridicolo parlarne oggi, ma come non gridare allo sdegno per i due falsi del Veronese che ancora adesso sono appesi sul soffitto di Palazzo Ducale a Venezia insieme agli altri originali dello stesso autore e che feriscono l’animo e la sensibilità degli iItaliani o alla predella di San Zeno del Mantegna o allo Sposalizio della vergine del Perugino, all’incoronazione di spine del Tiziano, alle 4 tele del Carracci tra le quali la famosa Resurrezione di Cristo o alla Natività della vergine per finire col più emblematico e celeberrimo di tutti i furti: le nozze di Cana del Veronese. Da sempre spero nel loro rientro nel nostro Belpaese, ma se mai ci si siede ad un tavolo a trattare….
Caro lettore Cristian,
purtroppo quello che lei auspica di fare sarebbe una partita persa in partenza perché ormai la spoliazione napoleonica è un fatto più che storicizzato, come la presenza a Londra dei fregi del Partenone, a Berlino dell’Ara di Pergamo… della Pala di Brera a Milano ecc..! Del resto saremmo noi disposti a restituire alla Grecia i Dioscuri? Sono tutte opere esposte al pubblico godimento mentre la lotta da me intrapresa riguarda beni culturali spariti il cui recupero equivarrebbe a una loro rinascita culturale!
Cari saluti (s.g.)