Nel nuovo libro di Salvatore Giannella i “Monuments men” italiani (come Pasquale Rotondi, che sottrasse ai nazisti Giorgione e altre 6.509 opere di valore) e gli altri coraggiosi che, a rischio della vita, hanno protetto i capolavori durante la Seconda guerra mondiale in Italia. E anche nella guerra civile spagnola, in Afghanistan, nella ex Jugoslavia…
Con un capitolo dedicato ai tesori ancora “prigionieri di guerra”
Le truppe della Wehrmacht avevano già occupato lo splendido Palazzo dei Principi di Carpegna, al confine tra Marche e Toscana. In un locale segreto erano stati murati in fretta e furia il tesoro del Castello Sforzesco di Milano e quello di San Marco, comprendenti opere di Donatello, Veronese, Raffaello, Tiziano, Antonello da Messina, Pinturicchio, Beato Angelico, Bramante, Piero della Francesca e Caravaggio. L’esercito con le insegne del Führer si era fatto sfuggire per errore quelle opere di Carpegna e ora avanzava a passo spedito verso la rocca di Sassocorvaro, pronto alla rapina per soddisfare gli appetiti artistici di Hitler e del suo vice Hermann Goring. Nella notte del 21 ottobre del 1943, sotto una pioggia battente, un uomo di 34 anni preme sull’acceleratore della sua Fiat Balilla. Sta cercando di arrivare prima dei tedeschi. Poche ore dopo tutto quello che riesce a stipare nel bagagliaio della vettura, il San Giorgio di Andrea Mantegna, quattro Madonne di Giovanni Bellini, il Ritratto di Vincenzo Morosini del Tintoretto e il Ritratto maschile di Lorenzo Lotto, è nella sua casa di campagna alle porte di Urbino. La Tempesta del Giorgione, a suo giudizio “forse il quadro più raro e suggestivo che possegga l’Italia”, avvolta in un telo bianco come una mummia, è nascosta sotto al letto.
Oltre cinquant’anni dopo, a Kabul, il buio è ugualmente fitto quando il direttore della Cineteca esce furtivo dal suo ufficio. Rischia grosso. Ha una quindicina di pellicole nascoste nell’ampio mantello e, camminando lungo i muri, sfugge alle pattuglie armate dei fondamentalisti islamici che ispezionano le strade. Le pizze cinematografiche approdano anche questa volta sotto lenzuola e coperte.
Evacuazione concordata
Che rapporto c’è tra questi due personaggi divisi da decenni, da migliaia di chilometri e da culture profondamente diverse? Il coraggioso Soprintendente ai Beni artistici delle Marche e della Dalmazia, Pasquale Rotondi, che aveva ricevuto ordini da Roma per nascondere i capolavori italiani, e Jamil Sarwar, l’intrepido cinefilo afghano, hanno messo entrambi a repentaglio la propria vita per difendere i tesori culturali che erano stati loro affidati. Adesso, a raccontarci tutti i segreti dell’Operazione Salvataggio, ovvero le imprese degli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre (come recita il sottotitolo del volume edito da Chiarelettere) è Salvatore Giannella, ex direttore de L’Europeo e di Airone, ancorché abile narratore-segugio che si è mosso in tutto il mondo per seguire sulle tracce degli 007 del patrimonio artistico. Galeotto per Giannella è stato il ritrovamento del diario di Rotondi: ha attivato la sua passione per i monuments men, i soprintendenti, i funzionari, gli esperti di restauro che hanno speso tante energie nella tutela o nel recupero degli ultimi prigionieri di guerra (“Solo le opere confiscate dai nazisti agli ebrei valevano intorno ai 2,5 miliardi di dollari dell’epoca”, ha stimato il direttore del Metropolitan Museum di New York, “più del valore di tutta l’arte esposta oggi negli Stati Uniti”). Originario della provincia di Frosinone, laureato con una tesi su Pietro Bernini, Rotondi (al quale Giannella ha dedicato un importante premio: arcaarte.it e ha sceneggiato nel 2005 un pluripremiato docu-film per la Rai, La lista di Pasquale Rotondi) si era dato anima e corpo all’Operazione Salvataggio, come era stata chiamata in codice l’evacuazione di quadri, statue, oggetti preziosi e incunaboli concordata fin dall’inizio della guerra con il ministro fascista Giuseppe Bottai.
“Camiones del arte”
Dopo aver ricostruito la biografia dello Schindler dell’arte italiana, il giornalista ha proseguito le sue ricerche sulle tracce di altri Indiana Jones dell’arte e in questo suo libro ripercorre gli affascinanti salvataggi compiuti da Emilio Lavagnino, Rodolfo Siviero, Giulio Carlo Argan (ancora oggi 1.653 pezzi sottratti all’Italia dai nazisti si trovano all’estero). Lo scrittore si è poi spinto sulle orme di altri grandi benefattori, come il pittore Timoteo Pérez Rubio. Detto Timo dagli amici, l’artista dal volto affilato e dai baffetti sottili negli anni della guerra civile spagnola si trovò a imballare a gran velocità ventimila capolavori del Prado, ai quali si aggiunsero quelli del Patrimonio nazionale, della Biblioteca di Spagna, dell’Accademia di San Fernando. Coadiuvato dalle milicias de la cultura, Timo avviò nel 1936 il suo ingente carico verso l’esilio con i camiones del arte che procedevano a 15 chilometri all’ora, a fari spenti, a rischio attentati sotto una pioggia di bombe. In quasi tre anni tutto quel ben di Dio viaggiò da Madrid a Ginevra e poi fece ritorno: dopo un silenzio durato settant’anni, il premier Zapatero ha ricordato il salvataggio avvenuto durante il conflitto.
Ricostruire i giganti
Ancora nel solco della tradizione dei monuments men si è mosso l’architetto Paul Bucherer-Dietschi. Da studente era partito per Kabul, mecca per archeologi, storici e fotografi. Ma l’arrivo dei talebani di Abdul Wahid era destinato ad azzerare tutte le libertà. Il progettista e studioso svizzero ha fondato a Bubendorf un museo dell’arte afghana in esilio (1.423 opere d’arte sono oggi ritornate a Kabul) e ha cercato inutilmente con tutte le sue forze di evitare la distruzione delle due meravigliose statue di Buddha scolpite nella roccia della valle di Bamiyan. Adesso ha lanciato una campagna per ricostruire quei giganti fatti a pezzi dal regime teocratico, rimettendone insieme i cocci, si fa per dire, ovvero duecento tonnellate di frammenti. “Sembra un’altra missione impossibile”, scrive il giornalista, “ma Paul, silenzioso salvatore dell’arte, è un ottimista di fondo”.
Convinti di un futuro abbastanza rosei lo sono anche gli operatori che si sono mossi tra le rovine della ex Jugoslavia, come Milijenko Domijan, il ricostruttore dei monumenti di Zara, e gli italiani Francesco Papafava e Donatella Cavezzali, che stanno anche formando una leva di restauratori locali. Ma in questo campo appena si chiude un capitolo un altro se ne apre: nelle pagine finali del libro di Giannella appare un commosso appello di Paolo Matthiae, l’archeologo scopritore di Ebla, che richiama l’attenzione sulla terribile devastazione in atto in Siria. E la storia delle operazioni salvataggio ancora continua.
A PROPOSITO / La scheda del libro
Operazione Salvataggio. Gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre
Il nuovo libro di Salvatore Giannella dopo Voglia di cambiare
Non penso a tutta la miseria, ma alla bellezza che rimane.
Anna Frank
Investire nella cultura è una necessità per noi italiani. Se funzionano i nostri musei, se funziona il nostro cinema, il nostro teatro, la nostra musica, allora funziona meglio tutta la società italiana, e con essa l’economia.
Carlo Azeglio Ciampi
SCHEDA
Un’altra guerra, quella di eroi sconosciuti che rischiando la vita hanno salvato migliaia di opere d’arte. Le loro storie incredibili, che riguardano la Seconda guerra mondiale, la guerra civile spagnola ma anche conflitti più recenti, dall’ex Iugoslavia all’Afghanistan, sono ricostruite da Giannella in un affresco emozionante e inatteso, che va ben oltre il racconto del lodevole film di George Clooney, Monuments Men.
Ci vorrebbe un altro film per raccontare le gesta dei tanti eroi sconosciuti — italiani, svizzeri, inglesi, spagnoli, tedeschi — che con pochi mezzi e spesso in condizioni disperate sono riusciti a salvare un patrimonio che altrimenti non avremmo mai più rivisto (ancora oggi 1.653 pezzi sottratti all’Italia dai nazisti si trovano all’estero: i principali li troverete prossimamente su Giannella Channel). Tante storie che arrivano fino ai giorni nostri, nuove testimonianze che, anche attraverso le opere degli artisti dell’Olocausto, che qui proponiamo per la prima volta in un inserto a colori, raccontano una realtà da non dimenticare.
DEDICA
Ai cittadini di Sassocorvaro, Carpegna, Urbino e dei tanti piccoli paesi citati in queste pagine che, in tempi di guerra, hanno saputo difendere la vera Grande Bellezza: l’Arte, cioè l’anima della nazione. E ai loro figli, affinché sappiano portare avanti il testimone di un impegno futuro in un’Italia che resta unica al mondo, nonostante tutto.
L’AUTORE
Salvatore Giannella è stato direttore de L’Europeo, di Genius e di Airone. Ha curato le pagine di cultura e scienze del settimanale Oggi e ha una rubrica su Sette e Corriere.it. Nel 2008 ha pubblicato con Chiarelettere Voglia di cambiare, sulle eccellenze in Europa, di cui si occupa pure il suo blog Giannella Channel. Mail: salvatoregiannella@yahoo.it
IL SOMMARIO
Questo libro e i capolavori ancora prigionieri di guerra.
- Prima parte. Eroi della Seconda guerra mondiale
- Nazisti predatori. Dove si fa luce su due ministri dell’Educazione nazionale del regime fascista, Bottai e Biggini, che tifavano per il patrimonio culturale dell’Italia e per Rotondi e chi lo difendeva, non per il duce e i mercanti che si arricchivano con l’arte.
- Lo Schindler dell’arte. Dove si racconta di Pasquale Rotondi, l’uomo che durante la Seconda guerra mondiale condusse l’Operazione Salvataggio, sottraendo al saccheggio per mano dei nazisti un inestimabile patrimonio di capolavori di Milano, Roma, Marche e Venezia, inclusa la Tempesta del Giorgione.
- Gli 007 del patrimonio artistico. Dove si racconta del più grande agente segreto dell’arte, Rodolfo Siviero, e di tanti altri soprintendenti e funzionari statali che esercitarono senza clamore il loro ruolo di difensori dei beni culturali, servendo la cultura invece di servirsene.
- I Monuments men delle forze alleate in Italia. Dove si racconta di militari e artisti delle forze alleate che, durante la Seconda guerra mondiale, operarono in difesa dell’arte italiana e di un capitano inglese che si rifiutò di bombardare Sansepolcro.
- Il giallo dei tesori di Montecassino: come e chi li salvò, come e chi li rubò. Dove viene ricostruita nei dettagli l’Operazione Salvataggio dei capolavori della Chiesa e dello Stato ricoverati nella secolare abbazia e restituiti dai tedeschi al Vaticano e alle autorità italiane. Tranne quindici casse, portate in Germania a Goring.
- Missione Sunrise. Dove si racconta di come uno 007 svizzero e un barone napoletano hanno salvato il Nord Italia dall’Operazione Nerone, il piano distruttivo con cui Hitler voleva fare terra bruciata di industrie e porti, infrastrutture e monumenti dalla Linea Gotica in su.
- L’arte dell’Olocausto. Dove si racconta di come uno scrittore italiano, Roberto Malini, viaggiando in mezzo mondo e con l’aiuto della rete, è riuscito a recuperare (e a donare al Museo della Shoah di Roma) oltre 170 opere di artisti vittime dell’Olocausto. Con inserto fotografico a colori di 12 opere e due testimonianze di artisti: Jacob Vassover (vivente) e Tamara Deuel (recentemente scomparsa).
- Seconda parte. Eroi di altre guerre.
- I tesori del Prado. Dove si racconta dell’esodo, durante la guerra civile spagnola, di ventimila capolavori del Prado e di altri musei iberici, in fuga dal fronte della guerra. E dell’impresa con cui il Rotondi spagnolo riuscì a salvare opere di inestimabile valore.
- Lo svizzero che ha salvato i gioielli dell’Afghanistan. Dove si racconta dell’architetto Paul Bucherer, che ha rappresentato per i combattenti degli opposti schieramenti afghani la “Swiss Solution” per dare rifugio a opere di una civiltà millenaria
- La rinascita dei Balcani. Dove si racconta di Miljenko Domijan, salvatore dell’arte di Zara e della Croazia, e di due italiani che hanno ricostruito l’anima frammentata della ex Iugoslavia.
- Appello di Paolo Matthiae. Siria: un immenso patrimonio culturale in pericolo.
- Appendice.Protagonisti. Con le schede biografiche di Maximilian Becker, Carlo Alberto Biggini, Giuseppe Bottai, Giulio Carlo Argan, Mario Bondioli Osio, Paul Bucherer-Dietschi, Donatella Cavezzali, Anthony Clarke, Miljenko Domijan, Emilio Lavagnino, Paolo Matthiae, Roberto Malini, Giovanni Battista Montini, Eugenio Maria Giuseppe Pacelli, Luigi Parrilli, Pasquale Rotondi, Timoteo Perez Rubio, Francesco Papafava, Julius Schlegel, Frido Von Senger und Etterlin, Rodolfo Siviero.
- L’ultimo cacciatore dei tesori perduti. Intervista a Maurizio Fiorilli, l’avvocato dello Stato a capo della commissione speciale contro il traffico di opere d’arte.
- Bibliografia e ringraziamenti
- A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell’Arte in Ostaggio (testo di Tina Lepri per il Giornale dell’Arte online, fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
- Il Maio di Cassina, Museo dell’arte rubata, attira l’attenzione in Italia. Parola dell’agenzia di stampa cinese e del nostro Tg3 (testo di Marzia De Giuli da Xinhua, Pechino)
- Piccolo è bello. E uniti si vince. Quel che ci insegna il Museo Maio. Il consiglio comunale di Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, ha votato l’adesione del Museo dell’arte in ostaggio all’Associazione nazionale Piccoli Musei
- Quei 1.653 tesori rubati da Hitler e ancora prigionieri di guerra (testo di Salvatore Giannella)
- Pur sfigurata dalla guerra, ai soldati “aggiustaveneri” l’Italia sembrò bellissima (testo di Ilaria Dagnini Brey per Giannella Channel)
- “La Tempesta” nella tempesta della guerra e altre storie di eroici salvatori dell’arte (testo di Mirella Serri per Sette – Corriere della Sera)
- Fu trafugata dai nazisti nel 1943, la “Carica dei bersaglieri” torna alla Garibaldi
- L’italiano che ha salvato l’arte dell’Olocausto. La storia straordinaria di un italiano, Roberto Malini, che viaggiando in mezzo mondo e con l’aiuto della rete, ha recuperato e donato al Museo della Shoah oltre 170 opere di artisti vittime dell’Olocausto (testo di Salvatore Giannella per Conoscere la storia)
- La Venere di San Giovanni in Perareto torna a Rimini dopo mezzo secolo (testo di Sabrina Urbinati per Giannella Channel)
- Sergio Romano elogia Giuseppe Bottai, paladino della cultura: “Era convinto che il nostro patrimonio fosse la prova dell’esistenza di una nazione italiana” (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera, elaborazioni artistiche di Giacomo Giannella)
- Chi li ha visti? I tesori di Piemonte e Lombardia ancora prigionieri di guerra
- Chi li ha visti? I tesori d’arte della Toscana ancora prigionieri di guerra
- Chi li ha visti? I primi 60 tesori d’arte di Firenze ancora prigionieri di guerra
- Quei tesori d’Italia che intrigano gli Indiana Jones. Armati di metal detector, i predatori di antiche ricchezze scandagliano terreni ed esplorano fortezze dal Piemonte alla Sardegna. Per vivere il brivido del ritrovamento (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera)
- Gli 007 dei Carabinieri riportano in Italia da Ginevra 45 casse di reperti romani ed etruschi trafugati. Erano in depositi di proprietà dell’antiquario inglese Robin Symes, arrestato
- I monumenti di Arquata del Tronto, nelle Marche, prima delle scosse, nel censimento fatto dal futuro “salvatore dell’arte”, Pasquale Rotondi (testo di Pasquale Rotondi, introduzione di Salvatore Giannella)
- Monza, recuperate dai carabinieri tre importanti opere trafugate dai nazisti. I dipinti sono di Cima da Conegliano, Alessio Baldovinetti, Girolamo dai Libri (testo di Tina Lepri, il Giornale dell’arte online)
- L’uomo che ha combattuto nella ex Jugoslavia per salvare i suoi tesori d’arte. Un nuovo libro illumina la figura e le azioni di Francesco Papafava, una figura a metà tra Sindbad, l’Ulisse d’Oriente e Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Ha fatto fino all’ultimo il pendolare tra la sua casa sulle rive dell’Arno e il Kosovo, per invocare un aiuto (concesso) affinché possano rinascere 1.800 monasteri e affreschi stupendi (testo di Salvatore Giannella)
- E Sgarbi annotò: onore a Pasquale Rotondi, salvò l’arte dalla furia nazista. Il Montefeltro in festa per la settimana ad arte dedicata al premio nato vent’anni fa per illuminare chi pratica l’arte di salvare l’arte (testo di Vittorio Sgarbi per QN, foto di Filippo Biagianti)
- La dichiariamo dottoressa in legge grazie alla sua tesi su guardie e ladri d’arte. Una studentessa in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano assiste a una serata condotta da uno 007 dei Carabinieri (il capitano Francesco Provenza) impegnato nel recupero delle opere d’arte. S’innamora dell’argomento e s’impegna per un anno in una documentata tesi di laurea che Giannella Channel, dato il grande interesse, presenta condensata in più puntate (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- Più delle armi, arricchisce il commercio di opere d’arte. Dall’arte etrusca ai dipinti di Correggio sequestrati al boss romano Carminati. Aumentano gli scavi clandestini. Le esportazioni illecite che crescono. L’aumento dei reati contro il paesaggio. La seconda puntata dell’interessante tesi di laurea della milanese Camilla Angelino illumina le dimensioni gigantesche del traffico illegale di beni culturali e il lavoro sempre più arduo degli investigatori (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- Rodolfo Siviero, 007 dell’arte, e i recuperi dei capolavori rubati. Le avventure del più grande agente segreto cacciatore dei tesori trafugati dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale e la caccia ancora aperta del nucleo speciale TPC dei Carabinieri per far tornare ai legittimi proprietari le opere d’arte ancora “prigioniere di guerra”. La terza puntata dell’interessante tesi di laurea della milanese Camilla Angelino illumina le ricerche certosine e i meriti dei “recuperanti” (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- Arte, finché c’è l’Arma c’è speranza. I trecento Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, il più antico e più efficiente reparto al mondo specializzato nel recupero di beni culturali trafugati alla comunità, nel 2016 hanno recuperato 24.570 tra beni antiquariali, archivistici e librari, sequestrato 799 falsi e rilevato 14 scavi archeologici clandestini. Sono un vanto per l’Italia: tra tante pecche e note negative, può dirsi in questo campo un modello di eccellenza da seguire e imitare all’estero. La quarta puntata della tesi di laurea di Camilla Angelino illumina la storia di questi 007 dell’arte (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- L’Italia ringrazia l’avvocato cacciatore di tesori perduti. Un ritratto del mantovano Maurizio Fiorilli, l’inflessibile avvocato di Stato che dal 1965 ha rappresentato l’Italia in vari tribunali del mondo. Grazie alla sua diplomazia culturale ha riportato a casa tanti capolavori, soprattutto tesori archeologici, saccheggiati in anni recenti, meritandosi l’appellativo di “flagello dei predatori di tombe”. La quinta puntata della tesi di laurea di Camilla Angelino illumina il mondo di questo speciale salvatore dell’arte e della sua squadra (testo di Camilla Angelino per Giannella Channel, condensato dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)