In principio, nel 1960, il Muro dipinto nacque a Dozza come una manifestazione di arte contemporanea, estemporanea e alla stregua di tante altre. Istituita dal comune di Dozza, un delizioso borgo medievale tra i colli bolognesi, questa rassegna vedeva però i muri delle case paesane, e non le tele affisse sulle pareti di una galleria, colorarsi e animarsi di disegni, forme, azioni e nuove emozioni portate dagli artisti (così come accadde nel 1956 ad Arcumeggia, in provincia di Varese, primo paese dipinto d’Italia). E rivolte a tutti, abitanti e passanti occasionali, conoscitori e non.

Proprio in quello stesso anno l’amministrazione comunale aveva finalmente acquistato e ristrutturato la Rocca quattrocentesca appartenuta prima a Caterina Sforza, la “leonessa della Romagna” (“Caterina Sforza e le mille virtù del cardo e del vino”) alla quale si deve l’attuale assetto del castello per mano dell’architetto militare Giorgio Marchesi, e poi dalla nobile famiglia dei Malvezzi – Campeggi, a partire dal Cinquecento. Nel 1962 la Rocca fu poi aperta al pubblico, inaugurando al suo interno la Pinacoteca del Muro dipinto, dove sono oggi conservati i bozzetti delle opere realizzate sui muri della cittadina durante il primo esperimento della rassegna. Tentativo che riscosse un notevole successo, accolto con entusiasmo dagli abitanti del borgo e anche dalla critica, tanto che la Pro Loco di Dozza decise, qualche anno dopo, di trasformare il singolo evento in un appuntamento da ripetere ogni due anni: nacque così la Biennale del Muro dipinto, che nel 2015, durante la sua ultima edizione (la prossima è prevista per settembre 2017) ha spento ben cinquanta candeline.

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Veduta della Rocca di Dozza (Bologna), complesso monumentale di origine medievale trasformato da Caterina Sforza in castello fortificato e adibito, in epoca rinascimentale, a residenza nobiliare. A partire dal 1960 la Rocca, cuore e simbolo del borgo, è di proprietà del Comune, che ne ha fatto una Casa Museo aperta al pubblico. Le mura della Rocca ospitano anche l’Enoteca Regionale dell’Emilia Romagna.

Benvenuti, artisti!

I festeggiamenti per questa ricorrenza di valenza artistica, culturale e sociale, sono stati inaugurati in concomitanza con la settimana dedicata alla XXV Biennale del Muro Dipinto, tenutasi dal 14 al 20 settembre 2015 nel borgo medievale di Dozza e nel paese contemporaneo di Toscanella, che dal 2007 aderisce alla manifestazione e mantiene la linea tradizionale della pittura su muro, più orientata però alla street art. Protagonisti dell’opera di abbellimento ben accolta dai dozzesi, sono stati gli artisti Maria Agata Amato, Paolo Barbieri, Maria Distefano, Omar Galliani, Fabrizio “Bicio” Fabbri e Umberto Zanetti. Zanetti, Galliani e Barbieri hanno dipinto le pareti di via De Amicis a Dozza, Amato quelle di via XX Settembre, mentre Distefano e Fabbri hanno ridato un nuovo volto agli spazi della scuola primaria “Pulicari” e piazza della Libertà a Toscanella.

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Veduta di via De Amicis a Dozza (Bologna). Da sinistra verso destra, Sacra Conversazione di Dante Maffei (1991), Cometa di Giordano Garuti (1997), Momenti di vita di Guerrino Bardeggia (1985).

Dalle Accademie per salvare le opere del passato

Nel frattempo, nei giorni di festa, importanti opere di restauro sono state terminate grazie alla tecnica e alla manualità degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Bologna, che hanno restituito luce e integrità a diversi murales del borgo medievale. Tra questi, Muro 150 firmata nel 2011 da Gino Pellegrini sulla facciata della caserma dei Carabinieri di Dozza antistante la Rocca; Libertà di pensiero di Simon Benetton (1997) e La scalata di Concetto Pozzati (1971) in piazza Zotti. Durante la manifestazione, le Accademie delle Belle Arti di Bologna e Brera hanno organizzato nel salone maggiore della Rocca la conferenza “Restauro dei muri dipinti di Dozza”, rivelando agli ascoltatori curiosi i segreti della manutenzione delle opere su muro durante i 50 anni di Biennale. È stato Vanni Dal Re invece a restituire prestigio all’opera del padre Tonino Del Re, La festa della segavecchia, dipinta nel 1962, quando il Muro dipinto era ancora una manifestazione a cadenza annuale.

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Cortile della Rocca di Dozza da cui si vede, sulla sinistra, l’affresco strappato del maestro Bruno Saetti, Il Sole (1967) che durante la XXVI Biennale verrà sottoposto a un intervento di restauro conservativo.

Come in una fiaba…

C’era una volta una rocca quattrocentesca affacciata sui morbidi e tondeggianti colli bolognesi e le prime pendici dell’Appennino romagnolo. Era una bellissima fortezza che dominava dall’alto un piccolo paesino di sole due strade principali. Come per magia quelle strade adesso raccontano centinaia di altre storie da tutti gratuitamente visibili, molte delle quali legate alle tradizioni del luogo, altre in grado di far viaggiare in luoghi lontanissimi. Il grazioso paese su cui si erge la Rocca, che oltre a ospitare mostre temporanee è visitabile negli interni ricchi di dipinti e arredi e dal 1970 è sede dell’Enoteca Regionale Emilia Romagna, è diventato un museo all’aperto dove dal 1960 fino a oggi hanno lasciato il segno del loro passaggio oltre duecento artisti, come per esempio Sebastian Matta, Bruno Saetti, Giuseppe Ziganina, Emilio Contini, Concetto Pozzati, Remo Brindisi, Renzo Grazzini, Giacomo Soffiantino, Riccardo Schweizer, Riccardo Licata, Aldo Borgonzoni, Ennio Calabria, Cesare Sughi, Norma Mascellari, Tano Pisano, Bruno Ceccobelli, Luca Alinari, Gino Pellegrini, Marcello Jori, Bruno Benuzzi, Karin Andresen.

E l’incantesimo non si è ancora fermato, ma si è esteso anche alla cittadina contemporanea, Toscanella, dove dal 2007 i murales rivestono i grigi muri con opere di street art firmate da artisti come Ericailcane, Eron, Dado, Wany, Basik, Cuoghi Corsello, Rusty, Joys, Moneyless, Hemo, Paperresistance.

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Paolo Scarpa mentre lavora al suo affresco Uomini che volano e le vigne, 1981 (via De Amicis).

Il futuro della Biennale

E vissero felici e contenti? Certamente sì, perché gli abitanti sono sempre andati fieri di questa manifestazione e ancora dopo più di cinquant’anni amano e aspettano quella settimana di fermento creativo con la presenza degli artisti per il borgo e il paese. Anzi, la Biennale del Muro dipinto è in costante evoluzione, si interroga e si rimette in discussione in occasione di ogni nuova edizione. La saga continua, poiché una cosa è certa: la bellezza genera bellezza, e l’arte, in tutte le sue molteplici forme, fa bene a tutti. Non è solo una teoria di scrittori e filosofi, o un motto di soli appassionati: studi internazionali del professore e ricercatore americano Harold J. Dupuy (autore del The Psychological General Well-Being Index, PGWBI, User Manual), infatti, dimostrano come la dopamina, che aumenta il senso di piacere e gratificazione, venga prodotta in quantità maggiori, per esempio, dopo che ci si è esposti all’ascolto di musica o alla contemplazione di un capolavoro. C’è ancora un alone di mistero sui nomi degli artisti che prenderanno parte alla XXVI Biennale del Muro Dipinto del 2017, che sarà possibile vedere all’opera sui nuovi muri da abbellire e arricchire di significati dall’11 al 17 settembre. Già noti invece i nominativi della commissione predisposta agli inviti, costituita da Enrico Maria Davoli, Enrico Fornaroli, Francesca Grandi, Patrizia Grandi, Pierluca Nardoni. Per preparare il pubblico alla nuova grande festa, già da giugno sarà possibile visitare una mostra tra le mura della Rocca sul grande maestro Bruno Saetti, che partecipò all’edizione del 1967, con l’affresco Il Sole, che verrà sottoposto a restauro conservativo durante la XXVI Biennale. In mostra anche alcuni lavori di due suoi allievi, Paolo Scarpa e Virgilio Mazzetti, autori dei murales eseguiti durante la Biennale del 1981 (per maggiori informazioni sulle date e il programma degli eventi fondazionedozza.it).

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Affresco di Virgilio Mazzetti, Il menestrello, 1981 (via XX Settembre).

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La giornalista e storica dell’arte Benedetta Rutigliano in visita a Dozza, davanti al dipinto di Giuliana Bonazza, L’Angelo di Dozza (1993).

Intanto vi aspettiamo a Bologna il 23 maggio al Festival del Turismo Responsabile IT.A.CÀ (spazio QR Photogallery, via Sant’Isaia 90, ore 19.00), per raccontare, con in mente un progetto più ampio, di respiro quantomeno nazionale, alcune delle storie incontrate sui muri di dodici comuni lombardi. Personaggi, fatti, leggende che abbiamo raccolto nella Guida ai paesi dipinti di Lombardia, e che ricostruiscono, come piccole tessere di un ampio mosaico, un’altra storia del nostro Paese. Per dare più luce alla nostra Itaca, quella meno conosciuta e così ricca di segreti, volti, oggetti, connessioni.

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FOTOGALLERY

Artisti al lavoro a Dozza per la Biennale del Muro dipinto

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L’artista Umberto Zanetti di fronte alla sua opera Prima di noi (2015) per una delle pareti di via De Amicis a Dozza.

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L’artista Paolo Barbieri mentre impugna i pennelli per realizzare il suo murale Respiro marino (2015) per una delle pareti di via De Amicis a Dozza.

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L’artista Omar Galliani mentre dipinge Blu oltremare (2015), per una delle pareti di via De Amicis a Dozza.

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L’artista Bicio Fabbri al lavoro sull’opera Connessioni divine (2015), per dare nuovo volto agli spazi della scuola primaria G. Pulicari a Toscanella.

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L’artista Maria Agata Amato all’opera sulle pareti di via XX Settembre mentre dipinge accuratamente Vicus calancus (2015).

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L’artista Maria Distefano colta in un attimo di pausa, sui ponteggi davanti al suo murale Non c’è conoscenza senza immaginazione (2015), per la scuola primaria G. Pulicari a Toscanella.

 



 

A PROPOSITO

Il mosaico dei cento turismi, in natura e di cultura, a Dozza e dintorni

Ogni scheda del nuovo Atlante dei paesi dipinti è arricchita da simboli grafici indicanti quali forme di attività turistica, in natura e di cultura, è consigliabile nell’area presa in esame.

Turismi in natura

  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 01b fotografia naturalisticaBotanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 05b picnic scoutismo vacanze scolastiche familiariPicnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde

Turismi di cultura

  • 24b artigianatoArtigianato e collezioni
  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 19b musei e beni storiciMusei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 26b strade romanticheStrade romantiche
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
  • mosaico-cento-turismiVisite a paesi fantasma, borghi abbandonati.

Informazioni utili:

Fondazione Dozza Città d’Arte, Rocca Sforzesca di Dozza, Dozza (BO)

Come arrivare:

icona-autoAuto: Dozza è a tre chilometri dalla Via Emilia, nel tratto fra Bologna e Imola, da cui dista rispettivamente 25 e 6 chilometri. Uscite dell’autostrada A 14 (Bologna – Ancona): Castel San Pietro Terme (se si proviene da nord) o a Imola (se si proviene da sud). Poi percorrere la Via Emilia fino al bivio per Dozza.

Mangiare e dormire bene:

  • ristorante-iconaRistorante La Corte di Caterina da Fis-Cin, piazzale Rocca 4/6, 40060 Dozza (Bologna). Tel. 0542.679072, scheda Google Map. Proprio di fronte alla Rocca, una locanda dall’atmosfera genuina, dove gustare piatti a base di specialità tipiche romagnole. Oltre al menu classico, è presente anche un menu vegetariano a base di prodotti rigorosamente a chilometro zero.
  • ristorante-iconaRistorante La Scuderia, Via XX Settembre 53, 40060 Dozza (Bologna). Tel: 0542.678103, email: info@lascuderiadozza.it, scheda Google Map. Dove sorgevano un tempo le scuderie dei cavalieri, di fronte alla Rocca, dal 1977 la famiglia Preti gestisce questo delizioso ristorante specializzato nella cucina tradizionale romagnola abbinate alla carta dei vini dell’Enoteca Regionale.
  • ristorante-iconaPiccola Osteria del Borgo, Via XX Settembre 19, 40060 Dozza (Bologna). Tel: 0542 678200, email: info@osteriadozza.it, scheda Google Map. Menu originale con pasta fatta a mano e patatine fritte ormai vanto del locale.
  • hotel-bnb-iconaHotel Monte del Re****, Via Monte del Re n. 43, 40060 Dozza (Bologna). Tel: 0542 678556, email: info@montedelre.it, scheda Google Map. 38 camere arredate con cura e oggetti artigianali in una dimora storica del XIII secolo immersa nel verde e nel paesaggio collinare. Hotel dotato di piscina, ristorante d’eccellenza, enoteca e spazi per eventi.
  • hotel-bnb-iconaAlbergo Ristorante Canè, Via XX Settembre 27, 40060 Dozza (Bologna). Tel 0542.678120, email info@ristorantecanet.it, scheda Google Map. Uno dei locali storici della regione, con servizio di pernottamento e ristorazione, attivo dal 1928.
  • hotel-bnb-iconaB&B Farm Stay Italy, Via Val Sellustra 55, 40060 Dozza (Bologna). Tel: 0542.678188, scheda Google Travel Hotels. Un’autentica esperienza in un agriturismo tra i vigneti e alberi da frutto, con animali come galline, capre e maiali, che offre la possibilità di pernottare nelle ampie camere.
Benedetta Rutigliano è giornalista pubblicista, divulgatrice di arte e cultura sul web (Wakeupnews.eu, Artincontro.com, Stillmagazine.eu) che ha dimostrato una passione per il giornalismo e la scrittura dai tempi del liceo classico, quando collaborava con il settimanale La Gazzetta della Martesana, edito a Cernusco sul Naviglio. Si è laureata a pieni voti in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sperimentale, sulla pittura murale in edifici pubblici nell’Italia del dopoguerra (gli artisti trattati: Aldo Borgonzoni, Renzo Grazzini, Sineo Gemignani, Armando Pizzinato e Sabino Coloni). Ha frequentato un Master in Giornalismo e comunicazione multimediale e lavora nel campo della comunicazione e dell’organizzazione di eventi.