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Salvatore Giannella e Benedetta Rutigliano di fronte al murale in via Garibaldi, a Dairago, rappresentante la vita paesana.

Nell’alta pianura lombarda nord-occidentale, tra gli ultimi comuni ancora sotto l’ala della provincia di Milano ma al limite estremo con Varese, sorge Dairago, un paese di oltre seimila abitanti che Giannella Channel visita in quanto unico borgo dipinto nel milanese e sesta tappa dell’Atlante dei paesi dipinti di Lombardia.

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Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Lia Rinni, Monica Calloni, Simona Bosi per la contrada ‘A Kruzeta‘, Palio delle Contrade 2014.

Expo 2015 lascia un segno per sempre. Un paese che ha deciso di raccontare il proprio punto di vista sui muri delle case anche su Expo 2015, e che ha inventato, grazie agli occhi e ai pennelli dei propri abitanti, nuove iconografie dell’evento che porterà il mondo a Milano e Milano nel mondo. Una manifestazione che a Milano durerà sei mesi, a partire da maggio 2015, ma che ai dairaghesi e a chiunque percorra le strade del paese resterà come promemoria colorato per il futuro.

Il Palio delle Contrade: gli abitanti di Dairago si rivelano artisti. Parlando e osservando le pitture murali con Maria Bianca Calloni, vicesindaco di Dairago e assessore alla Cultura, scopriamo che l’usanza di dipingere i muri nel borgo lombardo si inserisce all’interno del Palio delle Contrade, manifestazione nata a Dairago nel 1981, a cadenza oggi biennale, e che dura una settimana includendo la seconda domenica di settembre. In trent’anni (il primo murale, “Allegoria del Palio”, è infatti del 1985) il tema è stato quasi sempre libero, ma nella XVIII edizione del Palio, ovvero l’ultima di settembre 2014, è stato il soggetto dell’Expo a vedere gli abitanti delle quattro contrade sfidarsi a colpi di pennello sfoggiando le proprie doti artistiche. Le contrade sono:  “Madonna in Campagna” (dal nome dell’omonimo santuario presente sul territorio), “San Ginisi” (da San Genesio, il santo patrono della chiesa parrocchiale), “A monda” (dal termine mondine, legate alla natura rurale del luogo), “A kruzeta” (dalla croce posta da quasi un secolo su di una maestosa robinia al confine con la Dairago dei campi).

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Il pannello a tema Expo 2015 eseguito da Giulia Pezzato per la contrada Madona in Campagna, collocato sulla casa in cui abita la studentessa Martina Marangotto. Palio delle Contrade 2014.

Quattro interpretazioni: colori e forme parlano. Si aggiungono così ai murales esistenti, posti su pannelli attaccati ai muri (per salvare in extremis le pitture dalle intemperie), le quattro interpretazioni sul tema dell’Expo: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”. Lia Rinni, Monica Calloni, Simona Bosi (che nella vita quotidiana sono chi insegnante, chi grafica e quasi architetto) per la contrada “A kruzeta” lavorano a sei mani disegnando una pianta di grano che ha come frutto il pianeta stesso, e che si staglia sul cielo azzurro di una Milano sorretta, nel sottosuolo, da due losche e ciniche figure (che sembrano curare i propri interessi piuttosto che quelli del pianeta). Marina Pelucchi (casalinga che si dedica alla pittura per passione), per la contrada “A monda”, pone al centro dell’opera due grandi mani nell’atto di seminare, simbolo dell’importanza del lavoro in tutte le epoche: mani che hanno plasmato il passato rurale del paese, simboleggiato dall’uomo che ara i campi, e protagoniste dei progressi futuri, rappresentati da grattacieli e dalle forme di energia rinnovabile che preserveranno il divenire del pianeta. Giulia Pezzato, studentessa d’arte, disegna per la contrada “Madonna in Campagna” il mondo, gli alberi, i raggi solari, ovvero l’“Energia per la vita”, all’interno di sagome di camaleonti, rettili noti per lo spirito di adattamento, associati alla parola cambiamento. In ultimo, firmato Luisa Barlocco, Marta Milani e Monica Milani per la contrada “San Ginisi”, il pannello in cui l’acqua, in forma quasi umana, porge una copiosa cascata di frutti a un’esile madre e a suo figlio, di origine africana: che nutrire il pianeta significhi raggiungere chi è spesso ai margini. Vincitori a pari merito di questa edizione 2014 sono stati il murale della contrada “A kruzeta” e della “Madona in Campagna”.

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Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Luisa Barlocco, Marta Milani e Monica Milani per la contrada San Ginisi, Palio delle Contrade 2014.

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L’artista ex professore di storia e filosofia Walter Cervi fotografato sotto il suo murale del 2009 ‘Tutti gli uomini hanno le mani‘.

Volti e architetture dairaghesi, messaggi di un artista-professore ai suoi concittadini. Anziani e famiglie alla finestra, scorci del paese, murales che celebrano l’Unità d’Italia colorano le strade, per le quali abbiamo anche incontrato uno degli autori di diverse pitture murali, il docente di storia e filosofia, ora in pensione, Walter Cervi, che tramite l’arte riconferma il suo impegno civile: oltre ad aver contribuito al ciclo di pitture volte a celebrare il 150esimo dell’Unità d’Italia (2011), Cervi lancia i suoi messaggi di pace e uguaglianza e racconta il suo punto di vista sui muri del paese dal lontano 1987 con ”Freud all’osteria”, “L’artefice continua il mondo” (1989), “La guerra, oltre ke blasfema, è inutile” (2005), “Il futuro (non) è segnato” (2007), “Tutti gli uomini hanno le mani” (2009), solo per citarne alcuni.

Dairago, i Celti dopo i Liguri. Ma soffermiamoci su qualche particolare relativo alla storia di Dairago. Il nome Dairago ha senz’altro origini celtiche, in quanto furono i Celti (dopo i Liguri), a calarsi dalle Alpi nel V secolo a.C., importando il suffisso –ago (da –akos) volto a indicare le proprietà terriere. Dairago sta quindi per De, ovvero la preposizione “di”, unita ad Alliarii (dal nome latino Alliarius) con il suffisso –ago: “fondo di Alliario” quindi, in età romana, epoca di cui rimangono segni di centuriazione nella disposizione dei campi e della viabilità, nonché resti di sepolture, corredi funebri, una moneta romana con il busto di Costantino, alcuni trovati dopo il restauro della chiesa parrocchiale nel 1997.

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Reperto di età pagana raffigurante due mammelle, attualmente collocato sul basamento del campanile di San Genesio per celebrarla come chiesa madre di 46 chiese, ovvero capopieve in età medievale.

La chiesa di San Genesio: capopieve decisamente femmina. Il primo documento scritto che testimonia l’esistenza della chiesa risale al giugno 922, anche se sono stati ritrovati reperti di epoca precedente. In particolare sul basamento del campanile della chiesa è murata una lastra di granito con due mammelle in rilievo, testimonianza di un culto di epoca pagana: forse un monumento votivo a una delle divinità del Pantheon, invocate perché patrone delle madri. Ma la volontà dei dairaghesi di trasportare la lastra dal campanile medievale a quello moderno (in seguito all’ampliamento e all’ammodernamento della chiesa) si lega al desiderio di ricordare un’era gloriosa per Dairago, sia dal punto di vista religioso che civile, quella in cui la pieve era punto di riferimento nell’organizzazione medievale del territorio. A questa infatti erano soggette chiese, cappelle, oratori, ospedali, alcuni monasteri. Un documento del XIII secolo testimonia come ben 46 chiese rispondessero alla pieve dairaghese, una delle più estese della diocesi di Milano. Le mammelle conferiscono alla pieve il significato di chiesa cristiana madre, genitrice delle altre chiese. Gradualmente le chiese sottostanti acquisirono autonomia e Dairago perse la sua importanza. Tanto da diventare, dal 1868 al 1957, una frazione della confinante Arconate.

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Pannello a tema Expo 2015, eseguito da Marina Pelucchi, contrada ‘A Monda‘, Palio delle Contrade 2014.

Due misteri risolti: il doppio San Genesio e le reliquie dei Magi. Curiosa questa devozione al San Genesio di culto romano, martire considerato protettore dei mimi, così come celebrato dagli affreschi eseguiti nella chiesa parrocchiale di Dairago nel 1929: si tratta solo di una leggenda popolare, secondo lo storico dairaghese Lino Colombo, per il quale l’unico San Genesio degno di verità storica è il martire di Arles, soldato dell’esercito imperiale romano dove esercitava la mansione di notarius o stenografo, ucciso prima di ricevere il battesimo, nel 303. Tale culto di origine francese arrivò fino a San Lorenzo a Milano e nella pieve di Suno, sotto la diocesi di Novara, toccando anche Dairago. Interessante poi sapere perché Dairago conservi alcune reliquie dei Magi. Nel 1164 Rainaldo di Dassel, feudatario della pieve di Dairago premiato da Federico Barbarossa per i suoi meriti, sottrasse dalla chiesa di Sant’Eustorgio di Milano le reliquie dei Magi per portarle a Colonia, dove vennero accolte nella cattedrale gotica eretta appositamente. Rainaldo nel suo viaggio da Milano a Colonia si fermò a Busto Arsizio e a Dairago: per questo motivo in quest’area il culto dei Magi è celebrato da lungo tempo, fino a che nel 1903 il cardinale Andrea Ferrari riuscì a riportare a Milano alcune reliquie, parti delle quali vennero lasciate proprio nell’antico feudo di Rainaldo di Dassel.

The Dairago Method: storia di una meridiana. Persino sulla rivista americana di gnomonica “The Compendium”, nel settembre 2008, si parla della meridiana situata sul fianco meridionale del campanile di Dairago, svelando, grazie all’intuizione dell’esperto di gnomonica don Alberto Cintio, il metodo di costruzione dell’orologio solare, ricostruito grazie al disegno preparatorio ancora visibile sull’intonaco. L’anonimo autore della meridiana ottocentesca escogitò un metodo unico al mondo (con un errore alla sera al mattino di 15 minuti dovuto al calcolo sbagliato di 3° e 47’della declinazione del muro), dovendo ingegnarsi a causa dell’alto e stretto campanile che offriva una superficie non sufficiente per applicare il metodo classico. Un metodo funzionante, ma di fortuna fulminea, poiché calcolato per segnare le ore del tempo solare vero e non quelle determinate con l’introduzione dei fusi, in Italia in vigore dal 1° novembre 1893.

Onora la madre: un santuario per chiedere protezione e aiuto. Ai limiti orientali del paese, in direzione Villa , sorge il santuario della Madonna in Campagna, edificato, come dice la targhetta esterna all’abside, nel 1522. Pala d’altare è una pittura quattrocentesca raffigurante la Madonna del Latte, prima collocata in una chiesetta longobarda non più esistente, venerata dal popolo femminile per assicurarsi la protezione della Vergine durante la fase dell’allattamento, importante nelle culture contadine. Curiosa anche l’iconografia della Madonna dell’Aiuto presente sul paliotto dell’altare, che si ispira alla Maria Hilf di Lucas Cranach il Vecchio. I restauri del 1983 hanno fatto emergere gli affreschi con i santi e la figura del cavaliere che prega ai piedi di Maria (parete settentrionale), identificabile con Bernardino Casati, importante personaggio di Dairago nel XVI secolo. Secondo la tradizione orale un altero comandante fu sbalzato dalla sella del cavallo per non aver fatto alcun cenno di fronte alla cappella della Madonna: pentitosi promise di edificare la chiesa. Questa storia sembra richiamare la conversione del figlio di Bernardino Casati, Giovanni Francesco, che si convertì in seguito a un incontro con Carlo Borromeo dopo aver condotto una vita dissoluta.

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L’Assessore alla Cultura di Dairago, Maria Bianca Calloni, ci racconta le vicende del paese accompagnandoci al palazzo chiamato Camaóón (1550), dimora avvolta da misteri e credenze popolari.

Dai Magi ai Maghi: il palazzo Camaóón. Nel cortile dell’antica Domus Magna della famiglia Della Croce, di cui rimane lo stemma sulla facciata del palazzo, venne fatto erigere, nel 1550, il Camaóón, il bel palazzo porticato avvolto da un alone di mistero e terrore a causa della condotta del suo committente, il Giovanni Francesco Casati citato precedentemente, che sposò una Della Croce. Nel 1570, prima dell’incontro con Carlo Borromeo che ospitò proprio nel suo palazzo, fu accusato di praticare esorcismi. Secondo la tradizione orale i Maghi abitatori del palazzo erano individui crudeli, dotati di arti magiche, in grado di terrorizzare le ragazze del paese a tal punto che queste dovessero sporcarsi il volto di fuliggine per rendersi meno attraenti ed evitare che il “Mago” (il Casati) approfittasse di loro. Dal 1979 il Camaóón è monumento nazionale, acquistato poi dal Comune e restaurato.

Uno sguardo ai dintorni. Al di là del Parco delle Roggie, un’area boschiva di 513 ettari coperta da robinie, ciliegi tardivi, qualche quercia farnia spontanea e olmi, e che interessa i comuni di Dairago, Arconate e Magnago, sorge Buscate, antica frazione del paese capopieve. Qui fu edificata nel XVII secolo Villa Rosales-Abbiate con un giardino tipicamente romantico. A sud di Dairago sorge il comune di Busto Garolfo, dove è interessante visitare la chiesa dei santi Salvatore e Margherita, la cui facciata originaria, non più esistente, venne progettata nel Seicento da Francesco Maria Richini. All’interno è possibile ammirare alcune tele attribuite al Cerano (Giovanni Battista Crespi), mentre la coeva chiesa della Madonna della Neve conserva una pala d’altare attribuita a Bernardino Luini (o alla sua scuola). A nord di Dairago sorge invece Legnano, nota per l’omonima battaglia del 29 maggio 1176, celebrata anche nell’opera “La battaglia di Legnano” di Giuseppe Verdi. La cittadina vanta origini preistoriche (rimangono tracce della necropoli) e i numerosi reperti archeologici sono conservati presso il museo civico “Guido Sutermeister. D’obbligo poi, se di passaggio, una visita al Castello Visconteo (o di San Giorgio), che dal XIII secolo sorge su un’isola del fiume Olona, e una visita al Palazzo Leone da Perego, a pochi passi dalla Basilica dedicata a San Magno; di origini medievali, è dal 2001 area espositiva.

IL MOSAICO DEI TURISMI A DAIRAGO E NEI DINTORNI

Ogni scheda del nuovo Atlante dei paesi dipinti è arricchita da simboli grafici indicanti quali forme di attività turistica, in natura e di cultura, è consigliabile nell’area presa in esame.

Turismi di natura

  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 08b turismo equestreTurismo equestre
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde

Turismi di cultura

  • 19b-musei-e-beni-storici Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 20b-itinerari-archeologici Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
  • 24b-artigianato Artigianato e collezioni
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore

Informazioni utili:

  • Municipio +39 0331.431517
  • Abitanti: 6.291
  • Altezza sul livello del mare: 194 m
  • Nome abitanti: dairaghesi
  • Distanza da Milano: 33,8 km, 34,7 da Varese
  • Come arrivare:
    • car_iconAuto: A8 Milano-Varese, uscire a Legnano e prendere la SP128 verso Dairago. In alternativa A4 Milano-Torino, uscire ad Arluno e prendere SP214 e poi SP128.
    • treno_iconaTreno: Milano-Legnano/Busto Arsizio + autobus fino a Dairago

Mangiare e dormire bene:

  • albergo Hotel Motel Mediterraneo Via Augusto Righi 35, 20020 Villa Cortese. Tel. + 39 0331.435034; e-mail info@hmmediterraneo.it; web hmmediterraneo.it. Elegante e moderno 4 stelle con parcheggio interno.
  • ristorante Ristorante-pizzeria Contepiccoli, via Don Boschetti 14, 20020 Dairago (Mi), Tel. +39 0331. 432911; e-mail: info@contepiccoli.it; web: contepiccoli.it. Ristorante con cucina tradizionale rivisitata, con sfumature pugliesi e pizzeria.
  • enotecaEnoteca e ristorante Cielo e Vino, via E. Toti 28, 20020 Dairago (Mi), Tel. +39 0331.432553; e-mail: info@cieloevino.it, web cieloevino.com. Arte gastronomica e cultura del vino si incontrano in un menù alla carta ricco di tradizione e sperimentazione ideato dallo chef Roberto Raimondi.

ALCUNI DEI PIU’ SIGNIFICATIVI MURI D’AUTORE DI DAIRAGO

Abitanti di Dairago passeggiano lungo uno scorcio di vita rurale, per non dimenticare il passato.

Abitanti di Dairago passeggiano lungo uno scorcio di vita rurale, per non dimenticare il passato.

Aforismi volti a innalzare gli spiriti dei dairaghesi, così come la mongolfiera sale, in questo dipinto in cui si cita Sant'Agostino 'Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra' (2009).

Aforismi volti a innalzare gli spiriti dei dairaghesi, così come la mongolfiera sale, in questo dipinto in cui si cita Sant’Agostino ‘Nutre la mente soltanto ciò che la rallegra’ (2009).

Al di là del palio, altri muri sono dipinti con opere di street art.

Al di là del palio, altri muri sono dipinti con opere di street art.

'Angolo del passato', di Roberto Galli, 1989.

‘Angolo del passato’, di Roberto Galli, 1989.

'Domani, chissà', firmato Simona, Monica, Lia, per il Palio delle Contrade 2007, Contrada 'A Kruzeta'.

‘Domani, chissà’, firmato Simona, Monica, Lia, per il Palio delle Contrade 2007, Contrada ‘A Kruzeta’.

Eccoci a Dairago, Paese dei murales. L'unico nella provincia di Milano.

Eccoci a Dairago, Paese dei murales. L’unico nella provincia di Milano.

'Famiglia alla finestra', realizzato per il Palio delle Contrade del 1987.

‘Famiglia alla finestra’, realizzato per il Palio delle Contrade del 1987.

Generazioni e tradizioni antiche e nuove si incontrano nel piccolo paese. Il murale è firmato Lia-Monica 1989.

Generazioni e tradizioni antiche e nuove si incontrano nel piccolo paese. Il murale è firmato Lia-Monica 1989.

'L'artefice continua il mondo', di Walter Cervi, Palio delle Contrade 1989.

‘L’artefice continua il mondo’, di Walter Cervi, Palio delle Contrade 1989.

'L'artefice continua il mondo', di Walter Cervi, Palio delle Contrade 1989 (2).

‘L’artefice continua il mondo’, di Walter Cervi, Palio delle Contrade 1989 (2).

Luisa e Roberta eseguono questo murale. Due bambini su un muretto sembrano essere di fronte a una gigante cartolina con un campo di girasoli.

Luisa e Roberta eseguono questo murale. Due bambini su un muretto sembrano essere di fronte a una gigante cartolina con un campo di girasoli.

'Mercato globale', Palio delle Contrade 1995, via Garibaldi, 18.

‘Mercato globale’, Palio delle Contrade 1995, via Garibaldi, 18.

Murale che rappresenta i colori delle quattro contrade sfidanti al Palio di Dairago, manifestazione ludica e culturale di identità popolare la cui prima edizione risale al 1981.

Murale che rappresenta i colori delle quattro contrade sfidanti al Palio di Dairago, manifestazione ludica e culturale di identità popolare la cui prima edizione risale al 1981.

Murale che rappresenta i colori delle quattro contrade sfidanti al Palio di Dairago, manifestazione ludica e culturale di identità popolare la cui prima edizione risale al 1981 (2).

Murale che rappresenta i colori delle quattro contrade sfidanti al Palio di Dairago, manifestazione ludica e culturale di identità popolare la cui prima edizione risale al 1981 (2).

Murale del 1985 in cui ancora si intravvede l'acquedotto costruito nel 1913 e demolito nel 1961. Davanti a questo si stagliano due anziani del paese ritratti dal vero e due bambini.

Murale del 1985 in cui ancora si intravvede l’acquedotto costruito nel 1913 e demolito nel 1961. Davanti a questo si stagliano due anziani del paese ritratti dal vero e due bambini.

Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Lia Rinni, Monica Calloni, Simona Bosi per la contrada 'A Kruzeta', Palio delle Contrade 2014.

Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Lia Rinni, Monica Calloni, Simona Bosi per la contrada ‘A Kruzeta’, Palio delle Contrade 2014.

Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Marta Milani, Luisa B, Monica M . per la contrada San Ginisi, Palio delle Contrade 2014.

Pannello a tema Expo 2015 realizzato da Luisa Barlocco, Marta Milani e Monica Milani per la contrada San Ginisi, Palio delle Contrade 2014.

Pannello di Francesca Caccia per celebrare il 150°dell'Unità d'Italia (2011).

Pannello di Francesca Caccia per celebrare il 150°dell’Unità d’Italia (2011).

Pannello di Giulia Pezzato per celebrare il 150°dell'Unità d'Italia (2011).

Pannello di Giulia Pezzato per celebrare il 150°dell’Unità d’Italia (2011).

Pannello di Monica e Lia per celebrare il 150°dell'Unità d'Italia (2011).

Pannello di Monica e Lia per celebrare il 150°dell’Unità d’Italia (2011).

Pannello realizzato per la giornata contro la violenza sulle donne da Simona, Monica, Lia nel 2009.

Pannello realizzato per la giornata contro la violenza sulle donne da Simona, Monica, Lia nel 2009.

Particolare del murale di via Garibaldi con finzione architettonica.

Particolare del murale di via Garibaldi con finzione architettonica.

Particolare del murale di via Garibaldi.

Particolare del murale di via Garibaldi.

Particolare del pannello a tema Expo 2015, eseguito da Marina Pelucchi, contrada 'A Monda', Palio delle Contrade 2014.

Particolare del pannello a tema Expo 2015, eseguito da Marina Pelucchi, contrada ‘A Monda’, Palio delle Contrade 2014.

Raffigurazione simbolica del paese (si vede la chiesa di San Genesio) e del Palio.

Raffigurazione simbolica del paese (si vede la chiesa di San Genesio) e del Palio.

Rappresentazione di una storia popolare. Mentre le donne si riunivano nei fienili per cucinare, gli uomini calavano una gamba rossa per spaventarle, farle fuggire e rubare il pasto.

Rappresentazione di una storia popolare. Mentre le donne si riunivano nei fienili per cucinare, gli uomini calavano una gamba rossa per spaventarle, farle fuggire e rubare il pasto.

Scorcio di Dairago, si intravvede il murale 'Mercato globale' (1995) e le ombre dei giornalisti Salvatore Giannella e Benedetta Rutigliano.

Scorcio di Dairago, si intravvede il murale ‘Mercato globale’ (1995) e le ombre dei giornalisti Salvatore Giannella e Benedetta Rutigliano.

'Sogni e ricordi', murale realizzato nel 1997, sotto forma di locandina cinematografica, per la contrada 'A Kruzeta'.

‘Sogni e ricordi’, murale realizzato nel 1997, sotto forma di locandina cinematografica, per la contrada ‘A Kruzeta’.

'Tutti gli uomini hanno le mani', Walter Cervi, 2009.

‘Tutti gli uomini hanno le mani’, Walter Cervi, 2009.

Uno scorcio di paese si apre dietro la maschera che veste i colori della contrada 'A Kruzeta'. Nell'angolo a destra i colori delle quattro contrade, altro omaggio al Palio (1987).

Uno scorcio di paese si apre dietro la maschera che veste i colori della contrada ‘A Kruzeta’. Nell’angolo a destra i colori delle quattro contrade, altro omaggio al Palio (1987).

Veduta e scorcio di vita paesana, mentre un ragazzo riposa sotto le fronde dell'albero.

Veduta e scorcio di vita paesana, mentre un ragazzo riposa sotto le fronde dell’albero.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
Benedetta Rutigliano è giornalista pubblicista, divulgatrice di arte e cultura sul web (Wakeupnews.eu, Artincontro.com, Stillmagazine.eu) che ha dimostrato una passione per il giornalismo e la scrittura dai tempi del liceo classico, quando collaborava con il settimanale La Gazzetta della Martesana, edito a Cernusco sul Naviglio. Si è laureata a pieni voti in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sperimentale, sulla pittura murale in edifici pubblici nell’Italia del dopoguerra (gli artisti trattati: Aldo Borgonzoni, Renzo Grazzini, Sineo Gemignani, Armando Pizzinato e Sabino Coloni). Ha frequentato un Master in Giornalismo e comunicazione multimediale e lavora nel campo della comunicazione e dell’organizzazione di eventi.
Vittorio Giannella (Trinitapoli, BT, 1961) ha fatto delle sue passioni (natura, fotografia, viaggi) un affascinante lavoro. Collabora da anni con riviste come Bell’Italia, Touring, Bell’Europa, Travelglobe, WeekendIn, Confidenze, Donna Moderna, Madre e all’estero con Terre Sauvage, Der Spiegel, Geo, New York Times e con la collaborazione di Airone e UNESCO ha realizzato un reportage sulla Micronesia. Ha vinto numerosi premi tra cui il “Tourism Photo of the Year” di Singapore. Tre primi premi Agfa Gevaert. La sua mostra itinerante ha un titolo eloquente: “Quando fotografia fa rima con poesia”, ritratti di paesaggi che hanno ispirato le più belle parole di poeti e scrittori.