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Scorcio di Guidizzolo. In fondo la Torre civica (facciata del 1911).

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Da sinistra Salvatore Giannella e Benedetta Rutigliano di fronte al murale di Alessandra Odoni, edizione ‘I colori della moda‘ di Guidizzolo in Arte, 2008. Soggetto inconfondibile del murale è la cantante e diva Mina, voce unica al mondo, qui stilizzata secondo i modi della street-art. A causa del suo talento e del suo stile, Mina è diventata un modello per le donne negli anni Sessanta fino a trasformarsi in mito in seguito alla sparizione dalla scena pubblica nel 1978.

Ai piedi delle colline moreniche del Garda sorge un borgo per secoli conteso da Mantova, Brescia, Verona e Milano: è Guidizzolo, al limite della pianura mantovana e sotto la provincia di Mantova, città dove dalla seconda metà del XV secolo il pittore di corte dei Gonzaga fu il geniale Andrea Mantegna. Così intriso d’arte, pur se diversamente, è il comune di Guidizzolo, settima tappa lombarda lungo il viaggio per i paesi dipinti.

Un Festival sui muri per quattro edizioni

Proprio qui, come racconta il sindaco Sergio Desiderati, nasce nel 2006 la Fondazione NonSoloArte Franco Bombana, pensata da Desirée Bombana, figlia dell’industriale guidizzolese che dà il nome alla Fondazione stessa, in onore dal padre prematuramente scomparso, imprenditore a capo di uno storico calzaturificio, uomo sportivo e da sempre attento alla creatività dei giovani e al territorio. Grazie alla collaborazione tra la Fondazione e il Comune, il festival Guidizzolo in Arte prevede per quattro anni consecutivi che le pareti delle case paesane siano dipinte con murales, per portare l’arte per le strade. Dal 2007 al 2010, infatti, gli artisti vengono chiamati per sviluppare, ognuno secondo la propria sensibilità, tematiche predefinite: le diverse edizioni del festival prendono il nome di “I colori della velocità”, “I colori della moda”, “I colori della pace”, “I colori delle star”. Percorsi tematici che portano a realizzare trenta murales: non bisognerà stupirsi quindi, dati i temi, alla vista del pilota Tazio Nuvolari su numerose pareti, di figure angeliche e alate, di strette di mano pacifiche e baci riconciliatori, dell’inconfondibile cantante Mina, dell’attore icona Charlie Chaplin e molti altri che invitiamo a scoprire.

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Murale di Gabriele Ferrari per l’edizione ‘I colori della velocità‘ di Guidizzolo in Arte (2007). Un Tazio Nuvolari in versione quasi futurista.

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Monumento ai Caduti delle Mille Miglia, in ricordo del tragico incidente del 12 maggio 1957 che uccise 11 persone tra cui i piloti Alfonso de Portago, Edmund Nelson e cinque bambini.

Qui ha fine la “Mille Miglia”

Che la prima edizione della manifestazione artistica si sia ispirata alla velocità non è di certo stato un caso. Purtroppo è un nero fatto di cronaca, o se vogliamo rosso, come il colore del sangue versato e come la Ferrari che il 12 maggio 1957, in seguito all’esplosione di un pneumatico, uscì fuori pista durante la “Mille Miglia” che allora passava proprio per Guidizzolo, sulla statale 236 ad altezza Corte Colomba, località Cavriana. La Rossa 531 si diresse sulla folla come impazzita, provocando la morte del pilota Alfonso Cabeza De Vaca y Leighton Carvajal Ayre XVII marchese de Portago, XII conte de la Mejorada, Grande di Spagna, per tutti Alfonso “Fon” de Portago; del copilota statunitense Edmund Gurner Nelson e di nove spettatori, tra cui cinque bambini, due di questi fratelli. Sul luogo dell’incidente è stato costruito un monumento commemorativo.

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Murale di Franco Mora, il primo eseguito, per l’edizione ‘I colori della velocità‘ di Guidizzolo in Arte (2007). Comincia l’avventura dei muri dipinti a Guidizzolo.

L’Istituto trampolino per artisti

Tornando al festival dell’arte, il primo premio per l’edizione del 2007, quella dedicata alla velocità, fu vinto dall’artista Franco Mora (Guastalla, 27 gennaio 1949), esponente della pittura naïve italiana e autore di diversi murales guidizzolesi. Tra gli altri artisti che hanno contribuito a tale manifestazione negli anni citiamo Gabriele Ferrari, Claudio Caldana, Tiziano Lucchesi, Luigi Veronesi, Roberta Avidano, Damiano Valbusa, Enrico Sironi, Carlo Monopoli, Paola Magini, Carmen Crisafulli, Alessandra Odoni, Senso, Mariangela Cappa, Daniela Vicentini, e l’Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo. Su quest’ultimo vale la pena soffermarsi, poiché è qui che si sono formati professionisti di diversi rami dell’arte, come Francesco Frigeri, scenografo di fama internazionale, pluripremiato in ambito cinematografico (solo per fare degli esempi, ha lavorato per Massimo Troisi e Roberto Benigni in “Non ci resta che piangere” e nel 2005 ha vinto ben due Nastri d’argento per “La passione di Cristo” di Mel Gibson e “Non ti muovere” di Sergio Castellitto); Riccardo e Raffaele Darra, padre e figlio, artisti e maestri vetrai del laboratorio DARRA ArtGlassDesign, le cui opere in vetro, caratterizzate da tradizione e innovazione, sono presenti in alcune delle più importanti collezioni del mondo; Edoardo Bassoli, artista, prima allievo, poi docente e preside dell’Istituto d’Arte, attualmente pittore di fama nazionale; Fausto Gilberti, pittore e grafico, giovane emergente dell’arte contemporanea italiana. L’istituto, che ha origini nella Scuola Sociale di Disegno, inizialmente solo festiva, fondata nel 1895, visse periodi di prosperità e di decadenza fino agli anni ‘30, quando fu istituita la scuola d’Arte, con programmi e orari similari a quelli delle scuole regie, adattati alle esigenze dell’artigianato locale e di particolari industrie della zona. Il professore, studioso, artista, pedagogista Alessandro Dal Prato, si prodigò per dare una sede stabile a questa scuola (31 dicembre 1950) e soprattutto per una nuova didattica finalizzata alla formazione delle diverse professionalità. Dato il successo del suo approccio, nel luglio 1959 fu concessa la statizzazione dell’istituto, che fu poi in seguito intitolato al professore stesso.

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Murale di Carlo Monopoli per l’edizione ‘I colori della moda‘ di Guidizzolo in arte (2008). Musica, danza, teatro sono al centro degli interessi di Guidizzolo.

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Vista della torre civica con mosaico realizzato dagli allievi dell’Istituto d’Arte nel 1955. A sinistra parte del murale di Damiano Valbusa per l’edizione ‘I colori della moda‘ (2008)

La musica è arte: l’antica banda dell’Ente Filarmonico sbarca in America

Dal Prato andava fiero, così come tutti i guidizzolesi, di un’altra forma artistica di antiche radici a Guidizzolo, la musica: qui infatti è attivo un Ente Filarmonico che annovera una delle bande più antiche, se non la più antica d’Italia, che ha suonato in Germania, Lussemburgo, aprendo addirittura la parata del Columbus Day di New York nel 2008. La banda si propone, anche in vista di Expo, come promotrice ideale del Festival delle bande musicali lombarde, che unirebbe in un solo momento di scambio e sinergia queste preziose risorse regionali, ricche di storia e potenziale. Fondato nel 1839, l’ente ha diverse scuole di musica con circa 250 allievi provenienti anche dai comuni limitrofi; alcuni professori hanno inoltre dato vita anche all’Orchestra Sinfonica dei Colli Morenici. Gli ensemble dell’ente si esibiscono in diversi spazi guidizzolesi, tra cui bisogna ricordarne tre in particolare che sottolineano nuovamente la vocazione artistica di Guidizzolo: il Teatro Comunale, che ha una nuova sede dal 2000, ma le cui prime testimonianze nascono nel 1840, il MASeC, acronimo per “Musica, Arte, Spettacolo e Cultura”, spazio polivalente inaugurato il 1° gennaio 2014, e l’Oratorio di San Lorenzo.

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Sergio Desiderati, sindaco di Guidizzolo, davanti agli affreschi ‘San Sebastiano, San Nicola da Tolentino e un devoto‘, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (sinistra della controfacciata).

L’Oratorio di San Lorenzo: dall’affresco devozionale sacro a quello profano

L’Oratorio, acquistato dal comune di Guidizzolo nel 1995 e finito di restaurare nel 2004, si è rivelato un piccolo gioiello del XIII secolo circa, aperto anche nelle giornate di primavera del FAI e disponibile per celebrare matrimoni e per la cerimonia poetica (sarebbe piaciuta molto a Tonino Guerra) della riconferma, in cui gli sposi si promettono nuovamente amore. Officiato dai Padri Eremiti di S. Maria di Gonzaga dagli anni Novanta del 1400 per circa un secolo, passò poi ai monaci Olivetani, che avevano in cura già la chiesa parrocchiale. Soppressi gli ordini religiosi, nel 1801 i conti Rizzini acquistarono il fondo e l’oratorio di San Lorenzo ponendo qui la cripta funeraria. Quel che affascina maggiormente di questo semplice edificio a capanna di matrice romanica con aggiunte gotiche (come le finestre sulla facciata) è sicuramente l’interno, dove sono stati puliti e restaurati gli affreschi che furono realizzati tra gli ultimi anni del 1400 (il più antico è il “Sant’Antonio Abate” collocato sulla parete sinistra del presbiterio) e gli anni Quaranta del XVI secolo (di questo ultimo periodo è la “Madonna con Bambino con ai lati i Santi Sebastiano e Rocco”, sulla parete destra che si connette con la controfacciata). Non si tratta della mano di un unico artista, ma vari pittori, probabilmente itineranti, hanno contribuito ad affrescare la pieve di San Lorenzo e altre nei dintorni, con figure di santi (in particolare S. Sebastiano e S. Rocco, protettori dalla peste) invocati come protezione da pestilenze e carestie. A livello stilistico infatti non emerge un tratto univoco: anche se la maggior parte degli affreschi risente del tardogotico lombardo, per cui la resa è ancora piuttosto piatta e ieratica, alcuni affreschi accennano a una plasticità in cui si riflettono gli echi del Mantegna e di Piero della Francesca. L’affresco di qualità superiore rimane senz’altro la “Madonna in trono con il Bambino e un devoto” sulla parete destra del presbiterio. Nel coro della chiesa è collocato un paliotto seicentesco raffigurante San Lorenzo, e a destra della navata, di età coeva, un dipinto con “La Deposizione” all’interno di un’ancona lignea. È interessante però focalizzarsi sugli affreschi proprio per ricordare come questa tradizione antica sia stata ripresa poi, con materiali, tecniche e soggetti decisamente moderni e profani, anche sulle pareti del paese in età contemporanea.

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‘Crocifissione’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (secondo registro del fianco destro della navata).

Ancora più indietro: toponimo e origini di Guidizzolo

Il nome del paese, Guidizzolo, è registrato già alla metà del XIII secolo come “Vighizzolo”, toponimo diminutivo di vicus, quindi viculus, ossia “piccolo villaggio” che spiega l’esistenza della pieve. Di una pieve fortificata, come dichiarano molti documenti, che raccontano di un “fortilicium antiquum” forse di epoca anteriore all’XI secolo e citano l’Oratorio, in età medievale, come “Ecclesia Sancti Laurentii in castro”. Di questa piccola fortificazione difensiva, compatibile con la funzione di presidio di frontiera, rimangono, al fianco della chiesa, un lacerto di muro in ciottoli e frammenti laterizi legati con malta. Le origini del paese risalgono però al periodo preistorico, in cui ospitò insediamenti palafitticoli, e ci sono tuttora testimonianze del periodo romano, come il frammento di laterizio di color beige-rosato, di centimetri 16,5 x 16, conservato presso i Musei Civici d’Arte e Storia di Brescia. Noto come “Fasti Guidizzolenses”, il reperto venuto alla luce nel 1891 è un vero e proprio calendario che contiene i numeri delle date di novembre e dicembre nonché, nell’ultima colonna, feste e culti di età romana.

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Decorazione di un palazzo di Guidizzolo. Opera realizzata nel 2012 dall’artista madonnara guidizzolese Mariangela Cappa per il concorso di Grazie di Curtatone.

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‘Madonna con il Bambino’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo, parete sinistra della controfacciata.

Una passeggiata per il centro: architetture guidizzolesi

Oltre ai luoghi d’interesse già citati, il centro storico di Guidizzolo è caratterizzato dalla torre civica, che si erge nello stesso luogo dove nel 1870 era crollata, e in parte demolita, la torre medievale. Sulla facciata attuale, costruita nel 1911, alcuni allievi della Scuola statale d’arte di Guidizzolo composero il mosaico raffigurante la Vergine (1955). La chiesa parrocchiale, dedicata ai SS. Pietro e Paolo, fu antica pieve medievale, ma si presenta completamente rimaneggiata. Officiata dai monaci benedettini Olivetani dal 1508, passò sotto la giurisdizione del vescovo di Mantova nel 1787. Neoclassico il palazzo municipale, progettato e disegnato dall’architetto Giovan Battista Vergani, molto attivo a Mantova dal 1819, così come neoclassico rimane Palazzo Rizzini, le cui due facciate sono attribuibili all’architetto Rodolfo Vantini (1792-1856). Da menzionare anche Palazzo Pezzati (secc. XV-XVI), dal nome dell’ultima famiglia che era proprietaria del palazzo prima che la banca che vi ha sede attualmente lo acquistasse. All’epoca dei Gonzaga fu sede del Commissariato (come enuncia la lastra marmorea), e secondo la tradizione orale ospitò nel 1580 il cardinale Carlo Borromeo.

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Scorcio di Guidizzolo. A sinistra parte del murale di Franco Mora (primo premio edizione 2007), a destra murale di Damiano Valbusa, entrambi per l’edizione ‘I colori della velocità‘ (2007).

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‘San Lorenzo’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (fianco destro della navata).

Uno sguardo ai dintorni

Nei dintorni di Guidizzolo, oltre a Mantova, che è custode di diverse meraviglie architettoniche e artistiche, Cavriana merita una visita per diversi motivi: a partire dal castello, fortezza edificata nell’XI secolo, al Santuario Madonna delle Pieve, una delle chiese romaniche meglio conservate e più importanti del mantovano, che risale allo stesso secolo. Qui inoltre, la cinquecentesca Villa Mirra (riedificata nel 1770), in cui un’ala ospita ora Museo archeologico dell’alto mantovano, fu proprietà dei Gonzaga e quartiere generale degli austriaci durante la battaglia di Castiglione contro Napoleone (5 agosto 1796). Il 24 giugno 1959, centenario della storica battaglia di Solferino e San Martino, ospitò la colazione ufficiale tra il presidente delle repubblica francese Charles De Gaulle e il presidente italiano Giovanni Gronchi. A proposito di tale battaglia (che interessò anche Rebecco, tra Guidizzolo e Medole), una visita è d’obbligo anche al comune di Solferino: qui rimane la Rocca, detta la “Spia d’Italia”, alta 23 metri, eretta nel 1022, al cui interno (Museo La Rocca) sono conservati i cimeli della battaglia combattuta il 24 giugno 1859. Interessanti da vedere anche il Memoriale della Croce Rossa, eretto nel 1959, in ricordo del fondatore della Croce Rossa Jean Henry Dunant; piazza Castello, dove era eretto il Castello di Orazio Gonzaga; l’ossario di Solferino, del 1870; il Museo Storico, creato nel 1931 ancora per testimoniare la grande battaglia di Solferino e San Martino.

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‘San Fabiano, San Rocco e San Martino con il povero’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (fianco destro della navata).

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‘San Sebastiano’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (parete sinistra della controfacciata, di fianco a ‘Madonna con il Bambino’).

A breve distanza anche Castiglione delle Stiviere, patria di san Luigi Gonzaga (patrono mondiale della gioventù) e della Croce Rossa, scenario di diverse battaglie (da quelle legate alla successione spagnola, nel 1706, alla Campagna d’Italia di Napoleone, nel 1796). Numerose qui le architetture da visitare, tra cui il castello con le mura gonzaghesche, residenza estiva della famiglia Gonzaga dove nacque San Luigi, cui è dedicata la Basilica in piazza San Luigi, meta di pellegrinaggi di fedeli; la Torre delle prigioni in Piazza Dallò, dove è appesa anche la mandibola di una balena (creduta dalla popolazione una costola); il collegio delle Nobili Vergini di Gesù (edificato nella seconda metà del XVI secolo, antica residenza della famiglia Aliprandi, nel 1608 venne adibito a collegio per l’educazione delle ragazze di nobile famiglia dalle sorelle Cinzia, Olimpia e Gridonia Gonzaga, nipoti di san Luigi); il Teatro Sociale, opera tarda del noto architetto ticinese Luigi Canonica e il quattrocentesco Palazzo del Principe, residenza cittadina dei Gonzaga, con tracce di affreschi mantegneschi.

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‘Sant’Agata e Santa Maria Maddalena’, Guidizzolo, Oratorio di San Lorenzo (fianco sinistro della navata).

UNA MINIGUIDA

Il mosaico dei cento turismi

in natura e di cultura

a Guidizzolo e nei dintorni

Ogni scheda del nuovo Atlante dei paesi dipinti è arricchita da simboli grafici indicanti quali forme di attività turistica, in natura e di cultura, è consigliabile nell’area presa in esame.

Turismi in natura

  • 02b-itinerari-micologiciItinerari micologici
  • 05b picnic scoutismo vacanze scolastiche familiariPicnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
  • 16b sport precisioneSport di precisione (tiro a segno, tiro al piattello)

Turismi di cultura

  • 19b-musei-e-beni-storici Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 20b-itinerari-archeologici Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
  • 24b-artigianato Artigianato e collezioni
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore

Informazioni utili:

  • Municipio +39.0376.819201
  • Abitanti: 6.228
  • Altezza sul livello del mare: 61 m
  • Nome abitanti: guidizzolesi
  • Distanza da Milano: 140 km, da Mantova 27 km
  • Come arrivare:
    • car_iconAuto: A4 Torino-Milano-Trieste, uscire a Desenzano e seguire Castiglione delle Stiviere, poi proseguire sulla SP236 per Guidizzolo.
    • treno_iconaTreno: sulla linea Milano-Verona-Venezia, scendere a Brescia o Desenzano e prendere l’autobus per Guidizzolo.

Mangiare e dormire bene

a Guidizzolo e nei dintorni

  • ristorantealbergo Agriturismo Corte Fienili, via Ceresara – 46040 Guidizzolo, tel. +39.0376.88151, cell. 348.2980235, specialità della tradizione mantovana, sei camere e un appartamento.
  • ristorantealbergo Ristorante – albergo Alla Corte dei Bicchi, via Guidizzolo 10 – 46040 Cavriana, tel. +39.0376.815024, web: www.allacortedeibicchi.it. Misto di tradizione, innovazione ed eleganza, nei piatti e nelle architetture dell’antico casale padronale ristrutturato e adibito a ristorante e albergo con dieci camere.
  • enotecaristorante Ristorante Novecento, via Solferino, 118 – 46040 Guidizzolo, tel. +39.0376.847221, cucina tradizionale rivisitata con creatività. Per i vini Enoteca Novecentouno Bistrot, via Solferino, 124. Tel.+39.0376.1502277; web: circolonovecento.it.
  • enoteca Trattoria Alla Torre, Via Fabio Filzi, 31 – 46040 Guidizzolo, tel.+39.0376.819151, cucina tipica in un’osteria di una volta.

I muri d’autore di Guidizzolo

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‘Colori in movimento’, di Damiano Valbusa, edizione ‘I colori della velocità’ di Guidizzolo in Arte (2007)

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‘Il pescatore di stelle’, di Carlo Monopoli, edizione ‘I colori delle Star’ di Guidizzolo in Arte (2010)

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‘L’amor che move il sole e l’altre stelle’, di Margherita Tonini per l’edizione ‘I colori delle Star’ di Guidizzolo in Arte (2010)

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Murale decorativo nel retro del Palazzo Comunale, firmato ISA, Istituto Statale d’Arte di Guidizzolo

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Murale di Alessandra Odoni, realizzato per l’edizione ‘I colori della moda’di Guidizzolo in Arte (2008). Soggetto inconfondibile del murale è la cantante e diva Mina, voce unica al mondo, qui stilizzata secondo i modi della street-art. A causa del suo talento e del suo stile, Mina è diventata un modello per le donne negli anni Sessanta fino a trasformarsi in mito in seguito alla sparizione dalla scena pubblica nel 1978.

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Murale di Carlo Monopoli per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in arte (2008). Musica, danza, teatro sono al centro degli interessi di Guidizzolo

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Murale di Claudio Caldana per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in Arte (2008)

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Murale di Claudio Caldana per l’edizione ‘I colori della velocità’ di Guidizzolo in Arte (2007)

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Murale di Damiano Valbusa per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in Arte (2008)

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Murale di Franco Mora, il primo eseguito, per l’edizione ‘I colori della velocità’ di Guidizzolo in Arte (2007). Comincia l’avventura dei muri dipinti a Guidizzolo

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Murale di Gabriele Ferrari per l’edizione ‘I colori della velocità’ di Guidizzolo in Arte (2007). Un Tazio Nuvolari in versione quasi futurista.

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Murale di Paola Magini per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in Arte (2008)

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Murale di Tiziano Lucchesi per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in Arte (2008)

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Murale di Tiziano Lucchesi per l’edizione ‘I colori della velocità’ di Guidizzolo in Arte (2007)

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Murale realizzato dagli studenti dell’Istituto d’Arte di Guidizzolo per l’edizione ‘I colori della moda’ di Guidizzolo in Arte (2008)

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
Benedetta Rutigliano è giornalista pubblicista, divulgatrice di arte e cultura sul web (Wakeupnews.eu, Artincontro.com, Stillmagazine.eu) che ha dimostrato una passione per il giornalismo e la scrittura dai tempi del liceo classico, quando collaborava con il settimanale La Gazzetta della Martesana, edito a Cernusco sul Naviglio. Si è laureata a pieni voti in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sperimentale, sulla pittura murale in edifici pubblici nell’Italia del dopoguerra (gli artisti trattati: Aldo Borgonzoni, Renzo Grazzini, Sineo Gemignani, Armando Pizzinato e Sabino Coloni). Ha frequentato un Master in Giornalismo e comunicazione multimediale e lavora nel campo della comunicazione e dell’organizzazione di eventi.
Vittorio Giannella (Trinitapoli, BT, 1961) ha fatto delle sue passioni (natura, fotografia, viaggi) un affascinante lavoro. Collabora da anni con riviste come Bell’Italia, Touring, Bell’Europa, Travelglobe, WeekendIn, Confidenze, Donna Moderna, Madre e all’estero con Terre Sauvage, Der Spiegel, Geo, New York Times e con la collaborazione di Airone e UNESCO ha realizzato un reportage sulla Micronesia. Ha vinto numerosi premi tra cui il “Tourism Photo of the Year” di Singapore. Tre primi premi Agfa Gevaert. La sua mostra itinerante ha un titolo eloquente: “Quando fotografia fa rima con poesia”, ritratti di paesaggi che hanno ispirato le più belle parole di poeti e scrittori.