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Isole Azzorre, Horta. L’accesso al villaggio dei balenieri di Porto Pim.

Comincia oggi un lungo viaggio che facciamo in compagnia di mio fratello Vittorio Giannella, fotoreporter di natura e viaggi, alla continua ricerca di paesaggi eccellenti, cioé quelli che hanno ispiratole parole più belle di scrittori, poeti e artisti. È sua la mostra itinerante Quando fotografia fa rima con poesia, ultima tappa ad Anghiari (Arezzo). In questa prima tappa Vittorio ha illuminato un brandello delle Isole Azzorre che sono lo scenario di un romanzo di Antonio Tabucchi (Pisa 1943 – Lisbona 2012), il grande scrittore italiano legato da un amore viscerale al Portogallo e maggiore conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa.

Proprio in una delle nove isole dell’arcipelago delle Azzorre, frammento di Portogallo immerso nell’oceano Atlantico tra il Portogallo (1.500 km) e il Nord America (3.500 km), a sole 4 ore di volo dall’Italia, Tabucchi ha ambientato il romanzo Donna di Porto Pim (Sellerio editore, prima edizione 1983, anche in versione Audiolibri), 96 pagine di racconti di balene e di naufragi, di sogni e di cacce, di visioni e di sirene. Storie fantastiche e a un tempo reali, dell’arcipelago talora identificato come la mitica Atlantide, che vanno ben oltre i paesaggi, e che richiamano le isole e i mari delle avventure più antiche degli uomini.

La sintesi della struggente storia d’amore narrata da Tabucchi con il fascino dell’ammaliante voce di Marco Baliani.

In questa prima tappa del nostro viaggio Vittorio ha illuminato l’universo delle Azzorre di Tabucchi: qui vediamo cinque immagini dell’isola di Faial, con la città di Horta.

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Isole Azzorre, Horta. Il porto di Horta, con i graffiti realizzati dai velisti.

Per i navigatori che si fermano a Horta è norma lasciare sulla muraglia del molo un disegno, un nome, una data. È un muro lungo un centinaio di metri dove si sovrappongono disegni di barche, colori di bandiere, numeri, frasi.

Ne riporto una, fra le tante: “Nat, da Brisbane. Vado dove mi porta il vento” (pag.37)

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Isole Azzorre, Horta. Il punto di raccolta dei navigatori atlantici, il Café Sport / Peter’s Bar.

Peter’s Bar è un caffé sul porto di Horta, vicino al Club Nautico. È qualcosa a metà tra la taverna, il punto di ritrovo, un’agenzia di informazioni e un ufficio postale. Lo frequentano i balenieri, ma anche la gente delle barche che fanno la traversata atlantica o altri percorsi maggiori. E poiché i navigatori sanno che l’isola di Faial è un punto di appoggio obbligatorio e tutti passano di qua, Peter’s è diventato il destinatario di messaggi precari e fortunosi che altrimenti non  avrebbero altro indirizzo (pag.39)
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Isole Azzorre, Horta. La baia di Porto Pim.

C’era un riflesso chiaro sulla baia di Porto Pim. Percorsi il golfo come se fosse un sogno, quandi ci si trova subito all’altra estremità del paesaggio. Non pensai a niente, perché non volevo pensare. La casa di mio padre era spenta, perché lui si coricava spesso (pag.86)

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A PROPOSITO

Sette cose da fare e vedere alle Azzorre almeno una volta nella vita

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L’arcipelago delle Azzore si trova a circa 1,360 km ad ovest della costa del Portogallo continentale, e a circa 1,925 km a sud-est di Terranova in Canada.

  1. Sull’isola di Faial, nel piano rialzato del movimentato Bar Sport da Peter’s, ammirate la collezione più grande al mondo di denti di capodoglio, sorseggiando il miglior gin tonic dell’Atlantico.
  2. Scrivete anche voi qualcosa sul molo di Horta, pieno di graffiti lasciati da chi ha attraversato l’Atlantico: memo poetico per gli occhi dei curiosi.
  3. Scendete nelle stanze del centro studi vulcanici di Capelinho, dove nel 1957 nacque da una serie di eruzioni un nuovo promontorio, nel cui sottosuolo c’è ora un museo dedicato alle montagne di fuoco del pianeta.
  4. Sull’isola di Pico salite in cima al vulcano omonimo, che con i suoi 2-400 metri è la più alta montagna del Portogallo. Si parte dal rifugio a quota 1.800 metri, raggiungibile comodamente in auto, e da lì si scarpina fino alla cima fumante lungo un sentiero panoramico mozzafiato.
  5. Sfidate il matusalemme verde dell’isola, l’albero del drago che ha 800 anni e “fa la guardia” al museo del vino di Madalena tra vigneti bassi e pietre laviche.
  6. Perdetevi nei vivacissimi e sgargianti vicoli del centro storico di Angra do Heroismo, sull’isola di Terceira, patrimonio mondiale dell’umanità dal 2007 per l’Unesco.
  7. Per un giorno trasformatevi in speleologi e scendete tra le stalagmiti e stalattiti nel laghetto della grotta do Carvao, un cono vulcanico spento a Terceira, che ha un “gemello” in Indonesia. Avvertenza: portate un impermeabile contro lo stillicidio continuo.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma della Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
Vittorio Giannella, fotografo free-lance, 52 anni, pugliese trapiantato a Bussero (Milano). Da anni collabora con importanti riviste di viaggi e turismo italiane ed estere, da Bell’Italia a Dove, da Weekendin a Meridiani; qualche anno fa ha realizzato con la collaborazione dell’UNESCO un reportage sulle remote isole della Micronesia per Airone. Attualmente sta portando in giro una mostra dal titolo “Quando fotografia fa rima con poesia“, luoghi che hanno ispirato rime indimenticabili di poeti e scrittori e che ha cercato di fotografare con le stesse atmosfere e luci. Dall’Irlanda di Yeats al Cile di Neruda, dalle Marche di Leopardi alla Liguria di Montale, un umile tentativo di cogliere con l’obiettivo attimi di questi luoghi, un percorso visivo che guarda la natura con gli occhi della poesia.