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Irlanda occidentale: mappa delle contee di Sligo e Donegal.

Continua il lungo viaggio che facciamo in compagnia di mio fratello Vittorio Giannella, fotoreporter di natura e viaggi, alla costante ricerca di paesaggi eccellenti, cioè quelli che hanno ispirato le parole più belle di scrittori, poeti e artisti. È sua la mostra itinerante Quando fotografia fa rima con poesia, ultima tappa ad Anghiari (Arezzo), a cura del Werkbund Italia. Nella prima tappa Vittorio ha illuminato un brandello delle isole Azzorre che sono lo scenario di un romanzo di Antonio Tabucchi, il grande scrittore italiano legato da un amore viscerale al Portogallo e maggiore conoscitore, critico e traduttore dell’opera dello scrittore Fernando Pessoa.

In questa seconda tappa Vittorio ha percorso, con gli amici Valeria e Ferruccio, i luoghi dell’Irlanda occidentale ben segnati e raccontati dai magici versi di Yeats (Dublino 1865 – Roquebrune-Cap-Martin, 1939) tra laghi dove affiorano antiche leggende e moderne saghe, come Game of Thrones, con scogliere a picco sull’oceano Atlantico, tracce di sogno e brandelli di dura realtà.

Ha fatto loro da colonna sonora l’album di Angelo Branduardi Branduardi canta Yeats, prodotto da Dory Zard. Il cantautore ha messo in musica dieci poesie di Yeats: qui di seguito I cigni di Coole.

Yeats, premio Nobel per la letteratura nel 1923, con i suoi fratelli veniva a Sligo a passare le vacanze col nonno materno, Pollexfen, pescatore che tornava sempre con la sua barca nera carica di pesci e lui di scaglie luminose attaccati ai vestiti. Qui il poeta imparò a conoscere il tempo e le stagioni che mutavano, e “Sligo e il suo cielo furono la mia scuola” amava dire. Passava delle ore a guardare i riflessi sui laghi calmi, incuriosito dalle leggende che spiegano il perché di questo fenomeno : i riflessi, gli raccontava il nonno, sono stati inventati dalle fate perché, abitando sul fondo dei laghi, nessuno possa guardare le loro abitazioni.

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Due cigni accolgono il visitatore nell’isola di Innisfree, nel lago Gill.

Io voglio alzarmi ora, e voglio

andare, andare a Innisfree, e

costruire là una capannuccia

fatta d’argilla e vimini: nove filari

a fave voglio averci, e un alveare,

e vivere da solo nella radura dove ronza l’ape

(da L’isola di Innisfree, 1890)

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Da Glencolumbkkille si raggiunge a piedi la torre isolata di Glen Head a strapiombo sull’oceano.

Questa scala faticosa, e questa torre

rigida, possano diventare

una rovina scoperchiata, e la civetta

possa fare il suo nido nei muri

sbrecciati, e gridare la sua desolazione

al cielo desolato

(da Meditazioni in tempo di guerra civile, 1923)

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La bassa marea oceanica nella baia di Dunsfanagy.

Ormeggeremo qui la nave solitaria vagando con la mano nella mano,

teneri mormorando bocca a bocca, lungo l’erba

e le sabbie, mormorando come siano lontane ormai le terre inquiete

(da L’indiano alla sua amata, 1886)[/quote]

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La sagoma grigia del monte Errigal si staglia sullo sfondo delle tipiche torbiere irlandesi.

Perché sono infedeli, quando

la forza che essi posseggono

proviene loro dalle sacre ombre

che vagano nella roccia

grigia e nella luce piena di vento?

(da La roccia grigia, 1913)

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A PROPOSITO

Sette cose da fare nelle contee di Sligo e Donegal almeno una volta nella vita

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Una delle tombe di Carrowmore e, sullo sfondo, la cima di Knocknarea.

  1. Visitare il sito megalitico più grande e importante d’Irlanda, Carrowmore;
  2. Bere una birra con Connell Kennedy nello storico locale di Ardara, una birreria che da duecento anni è gestita dalla stessa famiglia;
  3. Fare una passeggiata sui prati ai piedi del mitico monte Benbulben tante volte citato nei versi di Yeats;
  4. Pedalare intorno al lago Gill per ammirare le grigie pietre di Park’s Castle e l’isola di Innisfree protagonista di una sua lirica;
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Sligo: il fiume Garavogue e, sulla destra, Rockwood Parade.

  1. Sostare nel piccolo cimitero di Drumcliff dove riposa il poeta;
  2. Una visita alle Slieve League, le più alte scogliere d’Europa con i suoi 601 metri d’altezza;
  3. Entrare nella macelleria-studio di Michael O’Quirkle, vicino a O’Connell Street a Sligo, e ascoltare i racconti mitologici sulla storia d’Irlanda portandosi a casa una scultura in legno raffigurante la regina Maeve o una creatura dei suoi boschi: come il lupo donato a Vittorio.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma della Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
Vittorio Giannella, fotografo free-lance, 52 anni, pugliese trapiantato a Bussero (Milano). Da anni collabora con importanti riviste di viaggi e turismo italiane ed estere, da Bell’Italia a Dove, da Weekendin a Meridiani; qualche anno fa ha realizzato con la collaborazione dell’UNESCO un reportage sulle remote isole della Micronesia per Airone. Attualmente sta portando in giro una mostra dal titolo “Quando fotografia fa rima con poesia“, luoghi che hanno ispirato rime indimenticabili di poeti e scrittori e che ha cercato di fotografare con le stesse atmosfere e luci. Dall’Irlanda di Yeats al Cile di Neruda, dalle Marche di Leopardi alla Liguria di Montale, un umile tentativo di cogliere con l’obiettivo attimi di questi luoghi, un percorso visivo che guarda la natura con gli occhi della poesia.