guida-alla-partenza-cartelloHa intervistato diversi ragazzi e ragazze di età compresa tra i 20 ed i 30 anni, alcuni già partiti e altri che invece, pur essendo intenzionati a partire, si trovano ancora in Italia.
La ricerca le ha permesso di individuare il percorso tipico dei giovani emigranti italiani, raccogliendo gli elementi comuni delle diverse esperienze di cui è stata testimone.
Per facilità di condivisione della sua ricerca, ha pensato di scrivere una sorta di guida per tutti gli intenzionati, per capire a che punto del percorso si trovano e per aiutarli ad individuare meglio gli step successivi da compiere.
Ricordiamo che questa guida vuole solo essere uno spunto di riflessione senza dimenticare che, nella realtà, il percorso di ciascuno è molto soggettivo!

E TU, A CHE PUNTO SEI?

Questa guida è stata pensata per aiutarti a fare chiarezza e a capire a che punto ti trovi rispetto alla tua partenza verso l’estero. Se sei agli inizi, può aiutarti a capire quali sono le fasi successive verso cui stai andando incontro; se stai organizzando da molto tempo la partenza, ma non sei ancora riuscito a concretizzarla, può aiutarti a capire a che punto ti sei bloccato o se stai trascurando qualche passaggio importante.

1° FASE: L’INTENZIONE

“Mi piacerebbe andare all’estero, mi sto informando e sto valutando varie possibilità”.
Se ti ritrovi in questa frase, sei probabilmente nella prima fase del percorso verso l’espatrio, quella dell’intenzione.
Probabilmente stai cominciando a informarti, usando soprattutto i vari blog o chiedendo ad amici che sono già emigrati di raccontarti la loro esperienza.
Probabilmente non hai ancora le idee chiare circa la meta, per cui ti stai informando su varie destinazioni, e magari non hai ancora ben chiaro come partirai: ti appoggerai a una organizzazione? Andrai a fare volontariato? Andrai a studiare? Andrai a lavorare? Cercherai lavoro dall’Italia o direttamente sul luogo?
Forse stai già anche provando a mandare qualche curriculum, ma più che un’azione di ricerca mirata lo stai facendo soprattutto per sondare il terreno.
In questa fase, i blog e le esperienze di altri emigranti sono sicuramente utili per farti un’idea circa le varie possibilità a tua disposizione e per lasciarti ispirare.
Attenzione a non sottovalutare questa fase!
È importante fin da ora fare chiarezza su alcuni punti, altrimenti il rischio è di bloccarsi prima ancora di iniziare il percorso vero e proprio: sono tante le persone che si perdono tra le informazioni o che si bloccano più avanti nella progettazione proprio perché hanno lasciato qualcosa di “irrisolto” in questo stadio iniziale. In questo caso è vero il detto che chi ben comincia è a metà dell’opera!
Ecco alcune domande che possono aiutarti:

  1. Sai perché vuoi andare all’estero?

    Sembra una domanda banale, ma capire il perché si vuole andare all’estero è fondamentale per progettare al meglio il percorso e prepararsi alla partenza.
    Le principali motivazioni si riassumono in due posizioni: fuga dall’Italia (“Voglio scappare dall’Italia, non ce la faccio più a vivere in questo paese”; “Non sopporto più la mentalità degli italiani”; “Nonostante tutti gli sforzi, non sono ancora riuscito a trovare un lavoro dignitoso”; “Ho un lavoro, ma non vedo prospettive di crescita”) o sogno verso l’estero (“Ho sempre sognato di trasferirmi all’estero”; “è un’esperienza che bisogna fare almeno una volta nella vita”, “desidero allargare il miei orizzonti culturali”; “Ho già fatto un’esperienza in passato, e mi è rimasto quel paese nel cuore”).
    Attenzione: non c’è una motivazione giusta e una sbagliata.
    Sono entrambe valide, ma la cosa migliore è che ci sia un mix di entrambe: se è solo fuga dall’Italia, senza un genuino interesse e desiderio di scoprire e vivere in un nuovo paese, il rischio è che appena si allontana “il momento no” si esaurisce anche il desiderio di partire perché “tutto sommato si sta bene anche qui” o, magari, arriva finalmente quell’occasione lavorativa che si aspettava da tempo.
    Se è solo sogno, dettato da pura esterofilia, il rischio è di crogiolarsi troppo nell’idea, di perdersi a fantasticare quanto sarebbe bello trasferirsi all’estero, senza risolversi nell’organizzare la propria partenza.
    A volte, toccare il fondo è un male necessario che aiuta a uscire dall’empasse, dalla routine, e a dare la spinta necessaria.

  2. Sai cosa vuoi fare all’estero?

    Sono tanti e diversi gli obiettivi delle persone decidono di partire.
    Ovviamente, sapere cosa si vorrà fare una volta giunti in terra straniera aiuta molto a definire il proprio progetto personale, restringendo il campo delle informazioni ricercate e focalizzandosi su un preciso obiettivo. A seconda di quello che vorrai fare, infatti, ci sono alcune strade più consigliabili di altre.
    Prova a farti queste domande:

    • Sto cercando un’avventura, un’esperienza di vita, o sono alla ricerca di un nuovo posto dove mettere radici?
    • Per quanto tempo ho intenzione di stare all’estero? Per pochi mesi, per 1/2 anni o per un tempo imprecisato?
    • Posso permettermi di partire facendo un salto nel buio, oppure ho la necessità di trovare un lavoro?
    • Che lavoro ho intenzione di fare? Per me è importante seguire il mio percorso professionale/gli studi intrapresi o sono disposto a fare qualsiasi lavoretto, non importa in che campo?

    A seconda delle risposte, aumenteranno o diminuiranno le possibilità a disposizione ed i tempi per finalizzare la partenza.
    Partire per fare un’esperienza circoscritta con l’obiettivo di prendersi una “pausa” e viaggiare è sicuramente diverso dal progettare di mettere su famiglia in un altro paese.
    Ad ogni modo, solo una risposta onesta aiuterà a indirizzarsi nel giusto percorso.

  3. Conosci le varie “strade” e i diversi “metodi”?

    Il working holiday per andare in Australia lo conosciamo tutti, ma sei sicuro che quella sia la via giusta per te?
    Fare il cameriere a Londra sembra andare di moda, ma è davvero l’unico mestiere su cui puntare?
    E perché limitarsi a Londra, quando ci sono molte altre città nel Regno Unito?
    Esistono infiniti programmi e possibilità, e quante più strade conosci tanto più aumenterà la possibilità di trovare quella che fa veramente al caso tuo. Non accontentarti di prendere in prestito strade battute da altri, ma trova quella che fa per te.

  4. Sei convinto di intraprendere questo percorso? Se ci sono ancora dei dubbi, sono superabili?

    Forse la certezza al 100% non arriverà mai (i ripensamenti del tipo “oddio cosa sto facendo” la notte prima della partenza esistono eccome!), però è importante essere consapevoli dei pro e dei contro nel prendere la decisione, così da essere psicologicamente pronti quando si presenta l’occasione.
    Capita a volte che, anche di fronte a una concreta possibilità, si rinunci a partire o perché l’occasione si è presentata troppo presto, prima ancora di aver maturato la decisione, oppure perché non era stata compiuta un’attenta valutazione.
    Sarebbe infatti un peccato intraprendere l’intero percorso, impegnandosi a livello di tempo e soldi, per poi realizzare solo quando la partenza diventa una concreta possibilità che ci sono altri impedimenti o semplicemente che non si è veramente pronti a correre il rischio di abbandonare le proprie certezze.

2° FASE: LA PROGETTAZIONE

“Ho deciso di andare all’estero, e sto progettando la mia partenza”
Hai risposto sì a tutte le domande precedenti?
Bene, sembra che tu abbia le idee chiare e sia pronto progettare la tua partenza!
Finalmente sei riuscito districarti nella giungla di informazioni (anche contraddittorie) che si trovano sul web, cominci ad acquisire più competenze e conoscenze sul tema dell’espatrio ed il tuo piano sta prendendo forma.
Ci sono sicuramente varie figure che potranno aiutarti, dal semplice supporto morale degli amici ad un sostegno più pratico anche sul piano burocratico da parte di agenzie o altre organizzazione, ma non dimenticare che sei TU il principale artefice della tua partenza.
L’impegno è fondamentale, bisogna darsi da fare in prima persona e non aspettare che le soluzioni arrivino da altri o cadano dal cielo.
Ecco alcune domande che ti aiuteranno a capire a che punto della progettazione sei e quali altre azioni potresti intraprendere.

  1. Hai scelto la destinazione?

    Se hai fatto chiarezza circa i motivi della tua partenza, probabilmente sei in grado di restringere il campo delle possibili destinazioni.
    Avere più mete in testa, infatti, non significa necessariamente avere più possibilità, al contrario!
    È molto più facile e proficuo diventare esperti di uno o due paesi, riducendo così lo spreco di tempo ed energie. Per esempio, se il tuo obiettivo è andare all’estero per realizzarti in una professione coerente con i tuoi studi, ti stai focalizzando sui quei paesi che hanno un’economia in linea con quel settore?

  2. Stai raccogliendo informazioni mirate? Sai quale documentazione ti servirà? Che documenti ti serviranno? Ti servirà un visto? Dovrai sostenere un esame di inglese? Il tuo titolo di studio è riconosciuto?

    Meglio saperlo prima della partenza, piuttosto che avere brutte sorprese una volta emigrati.

  3. Stai utilizzando canali ufficiali (non solo blog?)

    Hai letto i blog e i forum più disparati, hai seguito su YouTube le peripezie di altri emigranti, ti sei lasciato ispirare dalle loro storie… ora però è tempo di mettere da parte le esperienze soggettive e le opinioni altrui per cercare dati più “oggettivi”.
    Siti ufficiali governativi e consolati sapranno darti le informazioni più esatte e precise che ti serviranno per i preparativi.
    Non fidarti del “ho sentito dire che”, ma cerca sempre un riscontro oggettivo.

  4. Stai lavorando sulle competenze che ti serviranno per lavorare nel paese di destinazione, come la lingua?

    Vuoi andare in Germania, ma non hai mai studiato il tedesco.
    Probabilmente hai le tue buone ragioni per volerti trasferire in questo paese, ma non puoi mentire a te stesso pensando che il non parlare la lingua non costituirà un problema.
    Approfitta del tempo che precede la partenza per affinare la lingua o altre competenze che ti serviranno una volta espatriato.

  5. Ti stai dando degli obiettivi intermedi? Ti sei dato un limite temporale entro cui vuoi realizzare la partenza? Stai mettendo da parte dei soldi?

    Darsi dei limiti, delle scadenze, e degli obiettivi intermedi aiuta a restare focalizzati e non a non sentirsi sopraffatti dall’organizzazione.
    Ecco alcuni esempi:
    • “Appena metto da parte 3000 euro, parto”;
    • “Appena mi laureo, parto”;
    • “Se non trovo un lavoro in Italia entro la fine dell’anno, parto”;
    • “Entro i 30 anni voglio partire”.

  6. Hai fatto dei sopralluoghi esplorativi (se possibile) del paese di destinazione?

    Probabilmente più difficile per chi vuole andare oltreoceano, ma per le altre destinazioni europee fare dei sopralluoghi esplorativi (per esempio, durante le vacanze) sembra essere un’ottima strategia per cominciare a sondare il terreno e capire se la destinazione scelta fa al caso proprio.

  7. Ti stai impegnando?

    Quanto tempo dedichi alla progettazione e all’organizzazione della partenza?
    Sei costante, o mandi un curriculum una volta al mese quando ti capita?

    Solo la costanza e l’impegno possono portare frutti.

  8. Stai cercando contatti all’estero? Stai facendo network?

    Linkedin, ma anche Facebook, offrono l’occasione di entrare in contatto con potenziali datori di lavoro e con persone che hanno già affrontato l’esperienza dell’espatrio.
    Può essere utile avere una rete di persone e di contatti di riferimento nel luogo di destinazione, così come lo è entrare in contatto con professionisti del proprio settore che possano dare informazioni mirate su come e dove cercare lavoro in un dato paese.

3° FASE: L’ESECUZIONE

“Mi si è presentata l’occasione, e ho colto la palla al balzo”
Il momento è finalmente giunto!
O perché hai messo da parte quella somma che ti serviva, o perché hai finalmente trovato il coraggio, o perché quel colloquio su Skype è andato a buon fine: indipendentemente dal come, si è finalmente presentata l’occasione (o meglio, hai saputo crearla!) e sei partito.
In linea teorica, una volta giunti a questo punto, non ci sono ulteriori ostacoli ad impedire la partenza. Eppure, non sempre la partenza si concretizza.
Vediamo le situazioni più comuni.

  • “Non mi si è ancora presentata l’occasione giusta”.

    A volte occorre tempo, prima che l’occasione si presenti, si parla di parecchi mesi.
    Se però i mesi diventano anni, forse è il caso di rimettersi in discussione e chiedersi: cosa potrei fare di diverso? Cosa potrei fare in più che ancora non sto facendo? Non è detto che il primo piano che si elabora per partire sia necessariamente quello più adatto o più indicato: a volte è necessario rimettersi in discussione e fare un passo indietro, ridefinendo il proprio piano d’azione.

  • “Avevo l’occasione, ma non me la sono sentita”.

    Quando ci si lascia scappare una concreta opportunità può essere che sia capitata troppo presto (e da questo punto di vista, nulla toglie che un’esperienza simili aiuti a dire di sì alla prossima che si presenta), oppure non è stata pensata fino in fondo (il fatto di lasciare un posto fisso, i genitori, una casa in affitto, sono questioni che vanno valutate prima ancora di iniziare il percorso), oppure è il caso di re-interrogarsi circa il proprio desiderio e le proprie motivazioni: perché voglio partire? Cosa sto cercando? In questo caso, occorre fare non solo uno, ma due passi indietro e tornare alla fase che abbiamo definito come quella dell’intenzione.

italiansinfugaFonte: Aldo Mencaraglia ha creato e cura la newsletter di www.italiansinfuga.com