Costa un centesimo. E permette di trasformare lo smartphone in un microscopio per finalità mediche. Il Dipartimento di ingegneria dell’informazione dell’università di Pisa, in collaborazione con l’ateneo della California-San Diego, ha progettato una piccola lente di silicone da applicare alla fotocamera del cellulare per ingrandire l’immagine sino a cento volte. Obiettivo: scovare la presenza di batteri nella frutta e nella verdura, ma soprattutto all’interno di una ferita.
I ricercatori, per il brevetto, hanno sfruttato le proprietà di cristalli fotonici in silicio nanostrutturato che, fungendo da filtri ottici, costituiscono un dispositivo in cui lente e filtro diventano una cosa sola. Lo studio, effettuato nei laboratori dell’università toscana, è stato pubblicato sulla rivista scientifica Advanced functional materials.
Un simile prodotto, nel 2015, è stato progettato da una start-up italiana, SmartMicroOptics, per immortalare fiori, insetti e qualsiasi oggetto in modalità macro. Le lenti, denominate Blips e spesse un millimetro, hanno soprattutto uno scopo ludico, anche se il loro inventore, Andrea Antonini, alla fine di settembre ha annunciato di aver vagliato «la possibilità di fornire le Blips per individuare parassiti sulle colture».
Le lenti brevettate tra Pisa e la California, invece, si rivolgono in particolare all’ambito della medicina ospedaliera. «D’ora in poi, per le analisi di campioni biologici che necessitano di microscopia cellulare, sarà sufficiente una lente e un semplice apparecchio di lettura, come può essere uno smartphone, rendendole più facili e meno costose», ha detto ancora Barillaro a Repubblica Firenze.
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