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Partono le procedure per assumere entro l’anno ricercatori nelle aree scientifiche di competenza dell’Ente e identificate dalla ricerca europea come strategiche. La selezione sarà celere e con standard di eccellenza adeguati ai criteri internazionali. Il presidente Inguscio: “Non basta ma è un significativo segnale di un’inversione di tendenza”

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Stefania Giannini (Lucca, 1960), Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca del governo Renzi dal 22 febbraio 2014.

82 posti per ricercatori giovani e di eccellenza sono stati banditi dal Consiglio nazionale delle ricerche. Il Consiglio d’amministrazione dell’Ente ha deliberato, ai sensi del Decreto del ministro dell’Istruzione, università e ricerca scientifica Stefania Giannini, i criteri dei concorsi per poter assumere entro l’anno 82 ricercatori, che andranno a coprire tutte le aree disciplinari strategiche dell’Ente e della ricerca italiana ed europea.

“Il primo aspetto positivo”, sottolinea il presidente del Cnr, Massimo Inguscio, “è proprio l’ampiezza e varietà delle aree che questi posti vanno a toccare e che risponde da un lato alla multidisciplinarietà dell’Ente e dall’altro ai settori di ricerca dell’European research council, cioè agli indirizzi individuati dall’Europa come strategici per il nostro futuro”.

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Il fisico Massimo Inguscio (Lecce, 1950). Dal febbraio 2016 è presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

Le 24 aree dei bandi vanno dalla biomedicina ai cambiamenti climatici, dalla chimica verde all’agro-food, dalla genetica all’informatica e Itc, dall’innovazione socio-culturale al cervello umano, dai nuovi materiali alle tecnologie quantistiche. “Questa ampiezza è essenziale, in particolare per il Cnr che nella possibilità di mettere in sinergia competenze diverse trova la sua caratteristica principale, ma più in generale perché le grandi sfide del nostro futuro si giocano in campi che travalicano gli steccati in cui per troppo tempo abbiamo ingabbiato la conoscenza”, prosegue Inguscio.

Le procedure saranno estremamente celeri: il provvedimento ministeriale recepito nella Legge di stabilità precisa infatti che le assunzioni devono essere effettuate entro il 2016. “Come ho già avuto modo di dire”, conclude il presidente Cnr, “il Decreto 105 del Miur non ha certo risolto dal punto di vista quantitativo il problema dell’insufficienza di risorse umane che affligge la ricerca italiana, ma afferma un principio qualitativo essenziale e che costituisce una significativa inversione di tendenza: dà agli Enti la possibilità di assumere senza i lacci burocratici tipici della pubblica amministrazione da cui sono vincolati. E consente di attrarre le risorse migliori, selezionate secondo gli standard internazionali, e più giovani: perché solo dai giovani, dalla loro fantasia e mancanza di stratificazioni culturali pregresse, possono arrivare le risposte per il nostro domani. La politica della ricerca è prima di tutto politica del reclutamento”.