Forlì, agosto –
Tecnologia e organizzazione per evitare barelle e attese troppo lunghe e soprattutto per assistere al meglio i pazienti. All’ospedale di Forlì non vogliono sentir dire (forse per scaramanzia) che il loro pronto soccorso è uno dei migliori d’Italia, ma è un fatto che in un panorama nazionale dell’emergenza variegato ma in troppe zone poco esaltante la struttura della città romagnola (dove nacque nel 1682 il padre della patologia moderna, Giovan Battista Morgagni: approfondimento più in basso. Ndr).
Si tratta di un pronto soccorso di media grandezza, da circa 50mila accessi l’anno. L’ospedale ha 450 posti letto e il suo primo punto di forza è l’essere tutto cablato. “Quando lo hanno costruito nel 2004 ci hanno visto lungo”, commenta il primario Andrea Fabbri, che è anche il vicepresidente della società scientifica dell’emergenza Simeu. Tutti i reparti sono in grado di vedere in tempo reale ciò che viene fatto nelle altre aree dell’ospedale. “E poi con il supporto dell’anagrafe informatizzata, appena arriva un paziente sappiamo tutto di lui”, dice Fabbri. “Vediamo la sua storia sanitaria dal 1996 a oggi. Ogni radiografia che ha fatto, ogni visita, le schede del ricovero con le terapie che ha ricevuto. Una miniera di informazioni. Si tratta di un vantaggio per chi lavora in urgenza, magari su anziani che hanno più problemi cronici di salute”.
Al pronto soccorso di Forlì le barelle non si tirano mai fuori. “L’attività di emergenza è esposta a picchi di lavoro per sua natura”, spiega ancora Fabbri. “Importante è prevederli e avere alle spalle una struttura abbastanza elastica, che sia in grado di aumentare i letti per i ricoveri quando siamo in difficoltà. Non voglio esagerare, perché anche noi abbiamo i nostri problemi, ma chi deve essere ricoverato non aspetta certo 24 ore o più al pronto soccorso, al massimo qualche ora”.
Per quanto riguarda i tempi di attesa di chi deve ancora essere visitato, Fabbri spiega che spesso sono connessi alle carenze di personale, magari all’assenza di un radiologo o di un cardiologo.
Un altro punto di forza di Forlì è che i medici dell’emergenza non lavorano al pronto soccorso ma anche, a turno, sulle ambulanze del 118 e nel reparto di medicina d’urgenza. Un’organizzazione quasi unica in Italia. “In questo modo aumentano molto le loro competenze”.
Da qualche tempo Fabbri ha voluto far capire ai cittadini quanto vale il lavoro del suo pronto soccorso, anche economicamente. “In fondo alla scheda di dimissione scriviamo il costo che avrebbero delle prestazioni”. Qualcuno torna a casa senza pagare nulla, o pagando il ticket perché non aveva patologie gravi, vede così quanto ha speso per lui il sistema sanitario. Magari 3 o 400 euro tra visite, esami e accertamenti radiologici.
Fotogallery
Forlì, alla sanità pubblica
i robot danno una mano
La storia della robotica nell’ospedale di Forlì ha stimolato la curiosità di giornali e tv. Le immagini successive ci raccontano:
A PROPOSITO
L’Amerigo Vespucci, nave simbolo dell’Italia nel mondo, lancia un messaggio-video di ringraziamento all’ospedale di Forlì
A PROPOSITO/ Aggiornamento di Tiziana Rambelli
Il geniale Morgagni rivive in un libro e in un docu-film
Forlì riscopre il fondatore della patologia medica
C’è un docu-film in arrivo: questo è il trailer
E c’è un libro appena pubblicato: “Morgagni e Forlì”, a cura delle edizioni Grafikamente. Entrambi sono la punta dell’iceberg editoriale di un progetto che mette in luce i legami che unirono il fondatore della patologia medica Giovan Battista Morgagni, nato nel 1682 a Forlì, alla sua terra.
L’iniziativa è nata da un’idea del gruppo Ausl Romagna Cultura, nell’ambito del progetto di valorizzazione del patologo forlivese conosciuto in tutto il mondo. La narrazione libraria si svolge attraverso sette saggi, tutti illustrati: Franco Zaghini offre un panorama della situazione politica, economica e sociale della Forlì del secolo XVIII; Giancarlo Cerasoli (gruppo Ausl Cultura) passa al setaccio le autobiografie e le biografie di Morgagni, individuandone i punti nei quali sono raccontate le vicende forlivesi del protagonista; Enrica Micelli e un gruppo di studentesse del Liceo Classico G.B. Morgagni di Forlì ricavano informazioni utili a meglio delineare la personalità del medico dalla lettura dei suoi testamenti e di alcune lettere da lui inviate al suo procuratore forlivese Giovan Gualberto Pantoli; Antonella Imolesi Pozzi presenta un vasto corpus, in gran parte inedito, di opere (quadri, statue, stampe, medaglie) conservate a Forlì, che riguardano l’iconografia del medico forlivese; Anna Rosa Bambi, rifacendosi al “Libro di casa Morgagni”, ricostruisce le complesse vicende dell’origine “mercantile” di quella famiglia, ripercorrendo le trame commerciali e quelle politiche, culminate con l’attribuzione del seggio del consiglio cittadino; Paola Palmiotto compie una documentata analisi sui modi attraverso i quali la città natale volle ricordare Morgagni nel corso dei secoli; Gianluca Braschi svela il lavoro di documentazione che servì all’anatomista forlivese per scrivere le Epistole Aemiliane, nelle quali prese in esame la storia di parte del territorio della Romagna e dell’Emilia.
Completano il libro due importanti contributi, che riguardano il docu-film su Morgagni girato di recente dal regista Cristiano Barbarossa. Nel primo il regista racconta la trama dell’opera e nel secondo Leonardo Michelini illustra le splendide immagini da lui scattate durante le riprese cinematografiche.
Il volume contiene anche gli estratti dei contributi degli autori tradotti in lingua inglese, a cura della prof.ssa Angelica Fabbri. Il volume consta di 384 facciate, riccamente illustrate e stampate in quadricromia e può essere acquistato online su Amazon; su LaFeltrinelli.it; su IBS.it; su Libraccio.it; su Hoepli.it; su MondadoriStore.it oppure facendone richiesta direttamente a Grafikamente (tel. 0543.798303 – e mail: elisa@grafikamente.it – fax 0543.725439).
Dalla collana “Alle frontiere della salute”:
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Ps. 1 Un’ integrazione alla didascalia della foto, che illustra le specialita’ chirurgiche in cui viene utilizzato il robot Da Vinci a Forli’. Alle specialita’ gia’ citate vanno aggiunte la Chirurgia Bariatrica e quella Toracica.
Ps 2. bellissimo articolo!
(via mail)
Caro Salvatore, la presidente del Senato Casellati oggi a Padova ha dichiarato di voler portare avanti una giornata nazionale (con proposta di legge) per i camici bianchi. Propongo, e credo che possano essere d’accordo con me molti italiani, di portare avanti per questa data il giorno della nascita di Giovan Battista Morgagni, il grande medico padre dell’anatomia patologica: e cioè il 25 febbraio.
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