Gurlitt, un nome che evoca fatti inquietanti, talvolta “rimossi” ma sempre attuali, non solo per chi appartiene al mondo dell’arte e conosce la storia del collezionismo del XX secolo, ma anche per chi visse la tragedia delle persecuzioni naziste contro gli ebrei e (vedi il mio libro Operazione Salvataggio, Chiarelettere e il MAiO, Museo dell’arte in ostaggio, sorto su mia idea a Cassina de’ Pecchi, alle porte di Milano, NdR) ancor oggi ne tramanda la memoria.
Lo spunto per rievocare drammi che hanno inciso nella vita di migliaia e migliaia di persone, e capolavori che uscirono dal pennello (o dallo scalpello) dei maestri dell’arte antica e moderna e furono bollati dal marchio di arte degenerata, è scaturito nel maggio scorso a Milano in occasione della conferenza organizzata alle Gallerie d’Italia da Alessia Panella, avvocato specializzato in diritto dell’arte e diritto d’autore.
Il tutto in vista della mostra Fateful Choices: Art from the Gurlitt Trove che si terrà da settembre a Gerusalemme all’Israel Museum, istituzione che, tra le altre finalità, si pone anche la restituzione di opere d’arte agli eredi delle vittime del nazismo. Presenti Ido Bruno, nuovo direttore del museo, Ana Luiza M. Thompson-Flores, responsabile per l’Europa del Reparto Scienza e Cultura dell’Unesco, Manlio Frigo, avvocato, docente, esperto di transazioni internazionali nel settore dell’arte, Davide Blei, presidente di AIMIG.
Alessia Panella ha dichiarato:
LE OPERE
Sarà Bruno a curare l’esposizione, selezionando un centinaio di opere (delle 1600 totali), fra dipinti, disegni e incisioni più una trentina fra documenti e fotografie, e raccogliendo un’eredità difficile che vede oggi fra i principali attori il Kunstmuseum di Berna (che ha ricevuto il lascito Gurlitt e ha esposto parte della collezione per la prima volta nel 2017), il Governo tedesco (in Germania, in questi ultimi due anni, sono state organizzate mostre della collezione a Bonn e a Berlino ed è stata istituita una task force per indagare su provenienza e attuale collocazione delle opere) e la famiglia Gurlitt, ovvero Cornelius, che fu erede di Hildebrand, il mercante dalla fama di uomo colto quanto ambiguo, coinvolto da Hitler a partire dal ’39 nei sequestri di opere d’arte “degenerata”, in vista della costituzione da parte del Führer di un museo d’arte del Terzo Reich a Linz.
Proveniente da una famiglia di intellettuali (il nonno Louis e la sorella Cornelia furono, fra l’altro, pittori), Hildebrand Gurlitt riassumeva in sé molteplici volti: l’amante dell’arte, il bieco speculatore, il salvatore di opere d’arte che sarebbero state condannate alla distruzione, il finanziatore di famiglie ebraiche che, con la vendita delle loro collezioni, tentavano la fuga dai territori occupati. E fu il figlio Cornelius ‒ presso la cui modesta abitazione, a Monaco, si scoprirono per caso nel novembre 2013 molte delle opere che erano state possedute dal padre, e di cui fu intimata la restituzione ‒ a decidere di destinarle a Berna prima di morire. Oggi ecco tornare alla ribalta i tesori antichi e moderni di Gurlitt: Beham, Cranach, Brueghel, Boucher, Fragonard, Guardi, Delacroix, Corot, Courbet, Boudin, Munch, Beckmann, Dix, Müller, in attesa di ritrovare i legittimi proprietari.
Come è già accaduto tempo fa per il dipinto La Montagne Sainte-Victoire di Cézanne, i cui eredi hanno dovuto dirimere, come è facile immaginare, complesse questioni dovute a differenti (o assenti) legislazioni dei Paesi implicati e a interessi contrapposti. Oggi il dipinto è al Musée Granet di Aix-en-Provence, in Francia. Ogni opera ha una storia, che non riguarda solo l’artista che la creò ma soprattutto chi la possedette, e poi la cedette (o fu obbligato a cederla), e chi la acquistò in seconda o terza battuta, in circostanze più o meno chiare, di privato o di museo si tratti. In barba alla due diligence, che in caso di Stolen Art impone all’atto dell’acquisto la trasparenza sull’origine dell’opera. Conclude Panella:
- A Cassina, alle porte di Milano, ha aperto il MAIO, il Museo dell’Arte in Ostaggio (testo di Tina Lepri per il Giornale dell’Arte online, fotocronaca inaugurazione di Vittorio Giannella
- Quei 1.653 tesori rubati da Hitler e ancora prigionieri di guerra (testo di Salvatore Giannella)
- Pur sfigurata dalla guerra, ai soldati “aggiustaveneri” l’Italia sembrò bellissima (testo di Ilaria Dagnini Brey per Giannella Channel)
- “La Tempesta” nella tempesta della guerra e altre storie di eroici salvatori dell’arte (testo di Mirella Serri per Sette – Corriere della Sera)
- Fu trafugata dai nazisti nel 1943, la “Carica dei bersaglieri” torna alla Garibaldi
- Roberto Malini, l’italiano che ha salvato l’arte dell’Olocausto. E i dipinti condannati alla damnatio memoriae. La storia straordinaria di un italiano, Roberto Malini, che viaggiando in mezzo mondo e con l’aiuto della rete, ha recuperato e donato al Museo della Shoah 240 opere di artisti vittime dell’Olocausto (testo di Salvatore Giannella per Conoscere la storia)
- La Venere di San Giovanni in Perareto torna a Rimini dopo mezzo secolo (testo di Sabrina Urbinati per Giannella Channel)
- Sergio Romano elogia Giuseppe Bottai, paladino della cultura: “Era convinto che il nostro patrimonio fosse la prova dell’esistenza di una nazione italiana” (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera, elaborazioni artistiche di Giacomo Giannella)
- Chi li ha visti? I tesori di Piemonte e Lombardia, della Toscana e di Firenze ancora prigionieri di guerra
- Quei tesori d’Italia che intrigano gli Indiana Jones. Armati di metal detector, i predatori di antiche ricchezze scandagliano terreni ed esplorano fortezze dal Piemonte alla Sardegna. Per vivere il brivido del ritrovamento (testo di Salvatore Giannella per Sette – Corriere della Sera)
- Gli 007 dei Carabinieri riportano in Italia da Ginevra 45 casse di reperti romani ed etruschi trafugati. Erano in depositi di proprietà dell’antiquario inglese Robin Symes, arrestato
- I monumenti di Arquata del Tronto, nelle Marche, prima delle scosse, nel censimento fatto dal futuro “salvatore dell’arte”, Pasquale Rotondi (testo di Pasquale Rotondi, introduzione di Salvatore Giannella)
- Monza, recuperate dai carabinieri tre importanti opere trafugate dai nazisti. I dipinti sono di Cima da Conegliano, Alessio Baldovinetti, Girolamo dai Libri (testo di Tina Lepri, il Giornale dell’arte online)
- L’uomo che ha combattuto nella ex Jugoslavia per salvare i suoi tesori d’arte. Un nuovo libro illumina la figura e le azioni di Francesco Papafava, una figura a metà tra Sindbad, l’Ulisse d’Oriente e Gino Strada, il medico fondatore di Emergency. Ha fatto fino all’ultimo il pendolare tra la sua casa sulle rive dell’Arno e il Kosovo, per invocare un aiuto (concesso) affinché possano rinascere 1.800 monasteri e affreschi stupendi (testo di Salvatore Giannella)
- E Sgarbi annotò: onore a Pasquale Rotondi, salvò l’arte dalla furia nazista. Il Montefeltro in festa per la settimana ad arte dedicata al premio nato vent’anni fa per illuminare chi pratica l’arte di salvare l’arte (testo di Vittorio Sgarbi per QN, foto di Filippo Biagianti)
- La dichiariamo dottoressa in legge grazie alla sua tesi su guardie e ladri d’arte. Una studentessa in giurisprudenza all’Università Cattolica di Milano assiste a una serata condotta da uno 007 dei Carabinieri (il capitano Francesco Provenza) impegnato nel recupero delle opere d’arte. S’innamora dell’argomento e s’impegna per un anno in una documentata tesi di laurea che Giannella Channel, dato il grande interesse, presenta condensata in più puntate (testo di Camilla Angelino dalla tesi “Crimini contro il patrimonio culturale”)
- Ritrovato dopo 70 anni il Cristo rubato a Lucca dai nazisti. Gli 007 dell’arte dei Carabinieri, sezione Toscana, guidati dal maggiore Lanfranco Disibio, hanno recuperato una scultura in terracotta di Matteo Civitali del valore di oltre un milione di euro: era stato trafugato dalle truppe tedesche durante la Seconda guerra mondiale.
- Finalmente esposto a Bonn e Berna il tesoro di Hitler custodito da Gurlitt. Due mostre per fare chiarezza ed esortare altri eredi a richiedere la restituzione di opere trafugate in Italia e nel resto dell’Europa.
- L’Italia ringrazia l’avvocato cacciatore di tesori perduti. Un ritratto del mantovano Maurizio Fiorilli, l’inflessibile avvocato di Stato che dal 1965 ha rappresentato l’Italia in vari tribunali del mondo. Grazie alla sua diplomazia culturale ha riportato a casa tanti capolavori, soprattutto tesori archeologici, saccheggiati in anni recenti, meritandosi l’appellativo di “flagello dei predatori di tombe”.
La Svizzera non ha una legislazione specifica per trattare i casi di opere d’arte trafugate, la Svizzera tutela l’acquirente che in “buona fede” ha comprato un opera di dubbia provenienza. In Italia si chiama riciclaggio …