Il rischio delle atomiche affidate agli automatismi: nel 1983 il mondo fu salvato da un uomo che pochi conoscono
Una notte del 1983 Stanislav Petrov (foto), tenente colonnello di 44 anni della sezione spionaggio militare dei servizi segreti dell’Unione Sovietica, giunge al proprio posto di comando al Centro di allerta precoce, da dove coordinava la difesa aerospaziale russa… Così evitò l’apocalisse atomica
Eroi svelati | Il tempo della storia – Reprint
introduzione di Salvatore Giannella – testo di Andrea Riva / Il Giornale.it*
Il rischio delle atomiche affidate agli automatismi: nel 1983 il mondo fu salvato da un uomo che pochi conoscono
Una notte del 1983 Stanislav Petrov (foto), tenente colonnello di 44 anni della sezione spionaggio militare dei servizi segreti dell’Unione Sovietica, giunge al proprio posto di comando al Centro di allerta precoce, da dove coordinava la difesa aerospaziale russa… Così evitò l’apocalisse atomica
Eroi svelati | Il tempo della storia – Reprint
introduzione di Salvatore Giannella - testo di Andrea Riva / Il Giornale.it*
Su Petrov torna anche il Corriere della Sera che rievocando i giorni caldissimi del settembre 1983, quando la difesa aerea sovietica distrusse il Korean Air Lines 007, entrato per sbaglio nello spazio aereo dell’Urss, con 269 persone a bordo. La tensione fra le due Superpotenze era allo zenit, il presidente Ronald Reagan (foto a lato) ordinò l’allerta nucleare. “Il 26 settembre, intorno alla mezzanotte, i satelliti sovietici segnalarono alla base di Serpukhov-15 un missile intercontinentale americano Minuteman in arrivo. Poco dopo ne vennero segnalati altri 4. Ma Stanislav Petrov, l’ufficiale in comando, invece di avvisare subito i superiori come voleva la procedura, attese. L’avesse rispettata, avrebbe sicuramente scatenato la rappresaglia nucleare sovietica. Passarono 23 interminabili minuti. Petrov pensò che se gli Stati Uniti avessero voluto attaccare l’Urss, non avrebbero usato solo 5 ma centinaia di missili atomici. Aveva ragione, era un falso allarme causato da un riflesso del sole. Probabilmente quell’uomo salvò il mondo dalla catastrofe”.
Alla storia di quell’uomo eroico e di quella notte cruciale per il mondo, il mio blog aveva dedicato un ampio racconto. Lo riprendo nei suoi brani centrali. (s. gian.)
Su Petrov torna anche il Corriere della Sera che rievocando i giorni caldissimi del settembre 1983, quando la difesa aerea sovietica distrusse il Korean Air Lines 007, entrato per sbaglio nello spazio aereo dell’Urss, con 269 persone a bordo. La tensione fra le due Superpotenze era allo zenit, il presidente Ronald Reagan (foto sotto) ordinò l’allerta nucleare. “Il 26 settembre, intorno alla mezzanotte, i satelliti sovietici segnalarono alla base di Serpukhov-15 un missile intercontinentale americano Minuteman in arrivo. Poco dopo ne vennero segnalati altri 4. Ma Stanislav Petrov, l’ufficiale in comando, invece di avvisare subito i superiori come voleva la procedura, attese. L’avesse rispettata, avrebbe sicuramente scatenato la rappresaglia nucleare sovietica. Passarono 23 interminabili minuti. Petrov pensò che se gli Stati Uniti avessero voluto attaccare l’Urss, non avrebbero usato solo 5 ma centinaia di missili atomici. Aveva ragione, era un falso allarme causato da un riflesso del sole. Probabilmente quell’uomo salvò il mondo dalla catastrofe”.
Alla storia di quell’uomo eroico e di quella notte cruciale per il mondo, il mio blog aveva dedicato un ampio racconto. Lo riprendo nei suoi brani centrali. (s. gian.)
Permettere una replica era inammissibile.
Ritenendo che l’esercitazione fosse una copertura per una vera invasione, presero una decisione: scaricare tutto il proprio arsenale al primo segno di attacco nucleare.
La tensione era al massimo. Al punto che il primo settembre 1983, un aereo di linea sud coreano penetrò per errore nello spazio aereo sovietico e i russi non esitarono ad abbatterlo senza preavviso, uccidendo 269 persone, tra le quali un senatore e diversi cittadini americani.
Questa storia non sarebbe potuta arrivare in momento peggiore.
Stanislav Petrov (Ucraina, 1939) tenente colonnello dell'Armata Rossa durante la Guerra Fredda. Passato alla storia per aver identificato nel 1983 un falso allarme missilistico e, contravvenendo al codice che gli avrebbe ingiunto di informarne i superiori e rispondere al presunto attacco, aver sventato così lo scoppio di un conflitto nucleare che avrebbe probabilmente assunto dimensioni mondiali.
Suo compito era analizzare e verificare tutti i dati provenienti da un satellite in vista di un possibile attacco nucleare americano. Per far ciò, aveva a disposizione un protocollo semplice e chiaro. Tanto più chiaro e semplice in quanto redatto da lui stesso. Dopo appropriati controlli, doveva allertare il proprio superiore, che avrebbe immediatamente dato inizio ad un massiccio contrattacco nucleare su Stati Uniti e i suoi alleati.
Poco dopo la mezzanotte, esattamente alle 12.14 del 26 settembre del ’83, scattano tutti i sistemi di allarme; suonano le sirene, e sugli schermi dei computer compare: “attacco di missile nucleare imminente”. Un missile era stato lanciato da una delle basi degli Stati Uniti. L’ufficiale ordina di mantenere la calma, che ognuno faccia il proprio lavoro. Così come lui esegue il proprio. Verifica tutti i dati e richiede conferma dalla veduta aerea, l’unica che il satellite non ha potuto confermare a causa delle condizioni atmosferiche. Nonostante le conferme, conclude che deve essersi verificato un errore. Non era logico che gli USA lanciassero un solo missile se davvero stavano attaccando l’Unione Sovietica.
Così ignora l’avviso, considerandolo un falso allarme.
Poco dopo, però, il sistema mostra un secondo missile. E poi un terzo.
In preda ad una forte scarica di adrenalina, dal secondo piano del bunker può vedere, nella sala operativa, la grande mappa elettronica degli Stati Uniti con la spia lampeggiante indicante la base militare sulla costa est, da cui erano stati lanciati i missili nucleari.
In quel momento, il sistema indica un altro attacco. Un quarto missile nucleare e immediatamente un quinto. In meno di 5 minuti, 5 missili nucleari erano stati lanciati da basi americane contro l’URSS. Il tempo di volo di un missile balistico intercontinentale dagli Stati Uniti era di 20 minuti. L’attività è frenetica. Intanto lui analizza i dati…
Dopo aver rilevato l’obiettivo, il sistema di allarme doveva passare attraverso 29 livelli di sicurezza per conferma; comincia ad avere forti dubbi man mano che vengono superati i vari livelli di sicurezza.
Sa che il sistema potrebbe avere qualche malfunzionamento. Ma poteva l’intero sistema essere in errore, 5 volte? O stava affrontando Armageddon?
Il principio di base della strategia della guerra fredda sarebbe stato un massiccio lancio di armi nucleari, una forza travolgente e contemporanea di centinaia di missili, non 5 missili uno a uno. Doveva esserci un errore.
E se invece non fosse così? Se fosse una astuta strategia americana? L’olocausto tanto temuto stava per succedere e lui non faceva niente?
Aveva cinque missili nucleari balistici intercontinentali in viaggio verso l’URSS e solo 10 minuti per prendere la decisione se informare i leader sovietici…
Essendo perfettamente consapevole che se segnalava ciò che tutti i sistemi stavano confermando, avrebbe scatenato la terza guerra mondiale.
I 120 tra ufficiali e ingegneri militari, gli occhi fissi su di lui, aspettano la sua decisione.
Mai prima nella storia, né dopo, sarebbe stato il destino del mondo nelle mani di un solo uomo come lo è in quei 10 minuti. Il futuro del mondo dipendeva dalla sua decisione, mentre lottava con sé stesso se premere o meno il “bottone rosso”.
Riflette: gli americani non sono ancora in possesso di un sistema di difesa missilistico e sanno che un attacco nucleare all’URSS equivale all’annientamento immediato del proprio popolo. E benché diffidi di loro, sa che non sono suicidi. Si dice: “Un tale imbecille non è ancora nato nemmeno negli Stati Uniti”.
Sapendo che se si sbagliava, un’esplosione 250 volte maggiore rispetto a quella di Hiroshima si sarebbe scatenata su di loro su di loro entro pochi minuti senza che essi potessero far più nulla, riesce a mantenere il sangue freddo, e ad avere il coraggio di ascoltare il proprio istinto e di conformarsi alla conclusione logica suggerita dal buonsenso.
E decide di segnalare un malfunzionamento del sistema.
Paralizzati e sudando a fiumi, i 120 uomini al suo comando contano i minuti che mancano perché i missili raggiungano Mosca.
Quando di colpo, a pochi secondi dalla fine, le sirene smettono di suonare e le spie di allarme si spengono.
Aveva preso la decisione giusta. E salvato il mondo da un cataclisma nucleare. I suoi compagni, madidi di sudore, gli si gettano addosso, abbracciandolo e proclamandolo un eroe. Lui si accascia sulla sua sedia e beve oltre mezzo litro di vodka senza respirare. Alla fine di quella notte, avrebbe dormito 28 ore di fila.
Quando tornò al lavoro, i suoi compagni gli regalarono una TV portatile di fabbricazione russa per ringraziarlo. Erano tutti vivi grazie alla decisione che aveva preso. Nel venire a sapere ciò che era avvenuto, il suo superiore lo informò che sarebbe stato decorato per avere evitato la catastrofe e che egli avrebbe proposto di creare un giorno in suo onore.
Ma non è andata così.
Il pensionato Petrov ha vissuto ritirato e in condizioni molto modeste a Frjazino (nei pressi di Mosca) fino al 19 maggio 2017, giorno della sua scomparsa.
Ha vissuto il resto della sua vita in un modestissimo bilocale alla periferia di Mosca, sopravvivendo con una misera pensione di 200 dollari al mese, in assoluta solitudine e anonimato.
Fino a quando, nel 1998, il suo comandante in capo, Yury Votintsev, presente quella sera, ha rivelato l’accaduto, il cosiddetto “incidente dell’equinozio d’autunno” causato da una rarissima congiunzione astronomica, in un libro di memorie che accidentalmente arrivò fino a Douglas Mattern, Presidente dell’organizzazione internazionale per la pace, “Associazione di cittadini del mondo”.
E dopo aver verificato la veridicità di una storia così allucinante, questi è andato di persona in cerca di questo eroe sconosciuto a cui tutti dobbiamo di essere ancora in questo mondo, per consegnargli il “Premio Cittadino del Mondo”. L’unico indizio su dove trovarlo l’aveva avuto da un giornalista russo, che lo aveva avvertito che avrebbe dovuto andare senza un appuntamento perché né il telefono né il campanello funzionavano. Trovarne traccia in una fila enorme di grigi complessi condominiali a 50 chilometri da Mosca non è stato facile.
Uno degli abitanti a cui ha chiesto informazioni ha risposto:
Alla fine, al secondo piano di uno degli edifici, riuscì a rintracciare l’ufficiale, che si affacciò, la barba lunga e trasandato. “Sì, sono io, prego”.
“Ho sentito che ero con Gesù quando ha aperto la porta,” ha detto Douglas Mattern. “Tuttavia, viveva come un barbone. Zoppicando, i piedi gonfi, non potendo più camminare molto ed essendogli doloroso stare in piedi, mi ha detto che usciva solo per le provviste”.
Dopo aver raccontato la storia più o meno come abbiamo appena finito di riferire, quest’uomo vi direbbe: “Non mi considero un eroe; solo un ufficiale che ha compiuto il proprio dovere secondo coscienza in un momento di grande pericolo per l’umanità”. “Ero solo la persona giusta, nel luogo e nel momento giusto”.
commenta Mattern.
Dopo essere venuti a conoscenza di questo evento, esperti di Stati Uniti e Russia hanno calcolato quale sarebbe stata la portata della devastazione in base all’arsenale a loro disposizione al tempo. E sono arrivati ad un’agghiacciante conclusione: dai tre ai quattro miliardi di persone, direttamente e indirettamente, sono stati salvati dalla decisione presa da quest’uomo quella notte.
“La faccia della terra sarebbe stata sfigurata e il mondo che conosciamo, finito”, ha detto uno degli esperti.
- Premio Cittadino del mondo il 21 maggio 2004.
- Il Senato australiano gli ha conferito una onorificenza il 23 giugno 2004.
- Il 19 gennaio 2006 è stato ricevuto all’ONU. Ha detto che quello è stato il suo “giorno più felice da molti anni”.
- In Germania, nel 2011, gli è stato conferito il premio dedicato a chi ha apportato significativi contributi alla pace nel mondo, per aver scongiurato una guerra nucleare potenziale.
- Premiato a Baden Baden il 24 febbraio 2012.
- Vincitore della Dresda Preis nel 2013.
- E Kevin Costner ha realizzato il documentario “Pulsante rosso” (locandina a lato) in suo onore.
Oggi continua a vivere nel suo piccolo appartamento alla periferia di Mosca, con la sua piccola pensione di 200 dollari al mese, in relativo anonimato. Ha dato la maggior parte del denaro dei premi alla sua famiglia, tenendone un po’ per comprare l’aspirapolvere che sognava e che si è rivelato difettoso.
Quando ho sentito di questa storia, la prima cosa che ho pensato è stata: quando i suoi vicini o qualcun altro si trova a guardarlo, pensa mai di dover la vita propria e quella dei propri familiari, discendenti e amici a quest’uomo?
Quando guarda il sole sorgere o tramontare pensa mai che così tante altre persone possono farlo grazie a lui?
E mi chiedo quanto Karma può guadagnarsi un’anima umana per aver salvato miliardi di esseri umani, piante e animali; un intero pianeta.
Questo vecchietto che vive in due stanzette alla periferia di Mosca con pochi miseri 200 dollari al mese ha salvato il mondo e nessuno lo sa.
Come è possibile che dopo 32 anni, così poche persone al mondo sappiano di lui?
È inconcepibile e molto ingiusto. Per questo motivo, in questo nuovo anniversario della decisione basata sul buon senso che ha salvato il mondo, vorrei soltanto che tutti conoscano l’uomo che ha preso quella decisione. Il tenente colonnello Stanislav Petrov. (Fonte: Il Giornale.it)
Stanislav Petrov è morto il 19 maggio 2017, nella sua casa di Frjazino, presso Mosca. Noi porteremo a lungo il suo ricordo nel cuore e nella mente.
Merita il nobel per l’intelligenza ai me..si sono dimenticati di istituirne uno.
Davvero… lo possiamo togliere ad Obama?
FORTUNATAMENTE PER IL MONDO ESISTONO PERSONAGGI COME Stanislav Petrov,
NOTIZIARIO DEGLI ITALIANI IN FRANCIA – PARIGI, 07/04/2016
solechesorgi@free.fr
Ma non hanno pensato, per comprargli una casa decente e mettergli accanto 24 h una badante per aiuto?
Come è possibile che nonostante i premi nessuno ha ancora pensato di dargli una rendita vitalizia, una badante, magari anche una casa migliore, di incaricare qualcuno di monitorare continuamente il suo benessere per il resto dei suoi giorni, invece di lasciarlo vivere soli con 200 dollari al mese? Occorre attivarsi subito.
Questro dimostra che l’importante e essere non apparire.
sono d’accordo
Grazie Stanislav, credo che dovrebbe ricevere il premio Nobel per la pace, lo merita più di chiunque altro lo abbia mai ricevuto.
Dopo l’accaduto, Petrov in un anno era costretto a dimettersi. E stato punito dal superiore perché “non aveva registrato l’evento nel giornale registri” (naturalmente non poteva accusare il sistema che si era proclamato “migliore”)… Mi ricordo, da piccolo, che nelle foreste dell’Urss oltre dei funghi trovavamo anche dei bunker e a scuola sempre imparavamo metodi di difesa contro attacco nucleare… metodi che non sono stati utili durante la catastrofe della centrale nucleare di Chernobyl, perché sempre in mezzo c’era il “sistema sovietico” che ha avvisato la gente al terzo giorno dopo l’esplosione… In questo “sistema” un uomo cosciente come Stanislav era destinato alla smemorazione.
Ci sono persone, che hanno più pidocchi in testa che neuroni nel cervello!
E sono una moltitudine impressionante.
Semplicemente grazie di quella scelta
Ritengo opportuno ribadire che Petrov dovrebbe essere candidato al Nobel per la pace e, pur non sapendo come si fa, mi piacerebbe far nascere un movimento in internet che porti avanti questa idea.
Non ha importanza se da quella data è passato tanto tempo, il suo gesto ho donato ad ognuno di noi, giovani e vecchi, la possibilità di continuare la nostra esistenza in pace e serenità.
Proviamo almeno a dargli una vecchiaia serena in cui non debba sempre combattere per arrivare a fine mese.
Grazie Petrov
Provate, proviamo a scrivere a chi assegna il premio. Questo è l’indirizzo in Svezia:
Svenska Akademien
Postadress (casella postale)
103 13 Stockholm.
Indirizzo:
Källargränd 4, Gamla Stan, Stockholm
Telefono 08-555 125 00
E-mail sekretariat@svenskaakademien.se
Grazie per l’infomrazione, lo farò immediatamente!
Fatto!
Conoscendo un po’ ed amando la letteratura russa, non mi meraviglia più di tanto ma mi affascina e commuove l’esistenza di questi stupendi “idioti” – penso naturalmente al protagonista dell’omonimo romanzo di Dostoevskij.
La storia mi sembra una bufala o meglio ampiamente modificata ed esagerata per il semplice fatto che i missili atomici intercontinentali tutt’ora nel 2016 non esistono. Una testata nucleare lanciata da una base militare riesce a percorrere un massimo di 3000km…
Sei molto informato riguardo ai vettori che trasportano ordigni nucleari, sei per caso un esperto della NATO? Perché così si spiegherebbero molte cose
La vicenda è sicuramente romanzata. Ad esempio il volo di linea coreano NON fu affatto abbattuto senza preavviso, non solo gli furono inviati segnali radio di identificazione, a cui non rispose, ma fu affiancato da due caccia sovietici che gli segnalarono di atterrare, e non obbedì. Solo dopo fu abbattuto. Tra l’altro il suo equipaggio risultava di 46 persone, cosa senza senso per un Boeing intercontinentale, ma del tutto compatibile con un aereo spia.
I missili atomici intercontinentali esistono da oltre mezzo secolo. Ne esistono lanciati da silos sotterranei pesantemente protetti e perfino da convogli ferroviari.
D’altra parte, se si riescono a inviare in orbita terrestre carichi che superano le 10 tonnellate, mi sai dire perché non si potrebbero lanciare testate multiple enormemente più leggere su traiettorie suborbitali?
Prima di fare certe affermazioni, sarebbe meglio studiare un po’ gli sviluppi della missilistica degli ultimi 50 anni.
Grazie mille, non ci sono parole…..
Per come è il mondo ora, avrebbe fatto meglio a sbagliarsi!
ok alla canditura per il premio Nobel per la Pace, ma ci vuole tempo e non si sa l’esito finale.
Sinceramente se Stati Uniti e Russia non sono ostili , potrebbe essere accolta .
Forse gli Americani per vogliono creare un Eroe dell ‘ URSS ( maggior mente se Trump deventerà presidente degli USA) e Putin (vorrebbe un eroe dell’ URSS che non ha rispettato la procedura che
doveva rispettare.
SONO FAVOREVOLE AD AIUTARE Stanislav Petrov .
Forse iniziare una raccolta fondi con SMS Solidali in Italia e nel resto d’Europa .
Non ho immente una ONG che possa e voglia cordinare la raccolta fondi .
Cerchiamo una (o più) ONG che condive il progetto e voglia , nella massima trasparenza , voglia aiutare questo progetto.
Cosa ne pensate ??
Poi raccogliamo le firme per proporre la Candidatura del premio Nobel per la Pace , forse le due idee sono interesecabili, in altre parole mentre si cercano le firme si promuove la raccolta per SMS , come il contrario mentre si publizza la raccolta di fondi SMS si possono creare di aumentare le firme.
Cosa ne pensate ??
Grazie Stanislav Petrov .
gentile accademia di stoccolma, vi pregherei a nome dell’umanità intera di considerare il nobel per la pace al colonnello stanislav petrov
Grazie Stanislav Petrov!Il Nobel per la pace e tuo di diritto.Vediamo se riusciamo a far sentire la nostra voce per attirare l’attenzione a Stoccolma.Mandiamo l’e-mail tutti al indirizzo presente mailto:sekretariat@svenskaakademien.se
Come al solito, disquisizioni e commenti pro o contro. Ha fatto bene o ha fatto male. Signori miei, se ancora campate dovete esserne riconoscenti a Stanislav Petrov. E basta!
Stanislav Petrov ha mostrato la: Responsabilità Personale Sociale Politica dell’Uomo.
La Responsabilità è una essenza. E non biochimica disciolta nel cervello.
in: Responsabilità Personale Sociale Politica – JOUVANCE Editore (Mimesis Group) 2016
Bisogna scrivere al Presidente Putin. Il Presidente Putin ama la meritocrazia: gli darà un premio.
Uomini rari,straordinari!
Sono per premio Nobel per la pace, si lo merita. Grazie ,sei un Grande Uomo
La prerogativa ,direi l’obbligatorietà , spetta alle televisioni, dovrebbero essere loro in primis
a rendere universale questo merito a Stanislav Petrov divulgandone la storia .
Solo così si arriverebbe al Premio Nobel.
Il mondo ha bisogno di conoscere questi fatti che sono più importanti dei miracoli!
Ho condiviso questo bellissimo articolo anche nella mia pagina di facebook, perchè giri il più possibile. A volte basta un solo uomo a distruggere il mondo ed uno solo a salvarlo. E grandi giornalisti come Salvatore Giannella a ricordarci queste importanti storie!