Approvato il piano per la costruzione di un grande parco pubblico su Treasure Island e Yerba Buena Island, nella baia di San Francisco.
50 milioni di dollari pronti a essere investiti per la realizzazione di monumentali opere pubbliche, migliaia di metri quadri a disposizione disposti su due isole quasi mitologiche Treasure Island e Yerba Buena Island, la baia più famosa del pianeta, San Francisco Bay, sono gli elementi su cui fonda il progetto di costruire il più grande parco di arte pubblica del mondo. Progetto che già dalle premesse ha tutte le carte in regola per essere vincente.

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Il rendering del futuro parco di arte pubblica a Tresaure Island. (Foto TIDA)

UN LUNGO LAVORO DI BONIFICA

Ci sono voluti più di vent’anni solo per bonificare e riqualificare l’area da dedicare alle opere d’arte. L’operazione è stata condotta da Treasure Development Authority Island, organizzazione senza scopo di lucro, che si occupa da anni della riconversione di Treasure Island e Yerba Buena Island da ex stazioni navali a centri abitativi, culturali e commerciali. Un intervento colossale in termini di lavoro e di capitali investiti che dovrebbe superare l’1,5 miliardi di dollari e portare oltre 8.000 persone a vivere e a lavorare sulle due isole. Certo, l’idea del parco di sculture non è solo molto affascinante. Rappresenta, soprattutto, una forte opportunità di richiamo turistico e quindi di risorse economiche.

IL PROGRAMMA “1% FOR ART”

Approvato il piano per la costruzione del parco da parte della municipalità di San Francisco, ora bisogna trovare i fondi per realizzarlo e acquistare le opere d’arte. Gli organizzatori puntano a raccogliere circa 50 milioni di dollari attraverso il programma “1% for art” che dal 1975 è adottato dai diversi stati degli USA e che permette di utilizzare l’1% delle tasse pagate dai cittadini per opere pubbliche di grande respiro indirizzate alla comunità. La città che ha più utilizzato questa forma di finanziamento è Seattle che negli ultimi venti anni è riuscita ad acquisire oltre 400 opere d’arte che sono state installate in piazze, strade, ponti, itinerari turistici. Il programma è diffuso in tutte le città degli States e permette ogni anno di finanziare grandi e piccole operazioni di arte pubblica.

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Seattle. Grazie al programma 1 for Art, nel 1988 sono stati raccolti oltre 767.000 dollari con i quali sono state commissionate più di 30 opere d’arte. Tra queste la celebre “Hammering Man” (“Uomo che martella”), statua di Jonathan Borofsky installata di fronte al Seattle Art Museum nel 1991.

IL NOME DELL’ISOLA COME FONTE DI ISPIRAZIONE

Per creare ancora più appeal e richiamare folle maggiori di visitatori la città di San Francisco ha pensato di utilizzare il nome dell’isola, Treasure Island, come fonte di ispirazione per gli artisti che dovranno realizzare le opere da inserire nel parco. Fin dalla sua costruzione nel 1936 l’isola artificiale di Treasure Island è stata fonte di ispirazione per scrittori, poeti e artisti. Si tratta solo di regolamentare e implementare un immaginario creativo collettivo che ha sempre visto nell’isola una sorgente immaginifica. Le prime tre sculture dovrebbero essere installate a partire dalla primavera 2019 al Building One Plaza di Treasure Island e allo Yerba Buena Hilltop Park. Altre località coinvolte nel programma culturale comprendono un’antica cappella, che potrebbe ospitare spettacoli al coperto, e gli ex hangar per gli aerei della marina che possono essere utilizzati per la proiezione di film o per mostre. Sono previste anche residenze d’artista della durata da tre a sei mesi sulle due isole unite tra loro da un ponte. Treasure Island è stata anche a lungo indicata come uno dei siti papabili per l’edificazione del Museo Lucas dedicato a George Lucas, creatore di Star Wars. Il progetto è però sfumato all’inizio di quest’anno, perché il regista ha optato per costruire il museo che raccoglie le sue memorabilia a Los Angeles.

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Fonte: Artribune.com, piattaforma di contenuti e servizi dedicata all’arte e alla cultura contemporanea, nata nel 2011 grazie all’esperienza decennale nel campo dell’editoria, del giornalismo e delle nuove tecnologie del suo staff, composto da Marco Enrico Giacomelli, Claudia Giraud, Helga Marsala, Santa Nastro, Daniele Perra, Caterina Porcellini, Valentina Silvestrini, Valentina Tanni, Arianna Testino, con la direzione di Massimiliano Tonelli.