“I populisti producono soluzioni semplificate a problemi complessi”, mentre “l’era della post-verità contribuisce a questo quadro dando più valore al sensazionalismo e alle opinioni piuttosto che ai fatti”. Lo denuncia Ilaria Capua che nel saggio “Discovering Invisible Truths”, pubblicato sull’ultimo numero del Journal of Virology, lancia un appello a tutto il mondo accademico affinché si mobiliti contro i movimenti anti-scientifici. La combinazione di questi effetti, spiega la scienziata, “è distruttiva e dovrebbe essere motivo di grande preoccupazione per tutti, dato il potere che ha di indebolire i cardini della scienza, come l’efficacia dei vaccini”.
Ilaria Capua, virologa di fama internazionale, deputata eletta nelle liste di Scelta Civica durante il governo Monti, promotrice della scienza “open source”, dal 2016 conduce le sue ricerche al One Health Center of Excellence della Università della Florida. Nel saggio la scienziata parte da una considerazione inconfutabile: “Il vento della ideologia anti-scientifica è attualmente forte su entrambe le coste degli oceani, dall’Atlantico al Pacifico”. Per questo è “importante e necessario” che gli scienziati scendano in campo, assumendosi responsabilità anche politiche, per difendere la scienza e la ricerca. “Nella mia personale esperienza”, scrive Capua, “è una vocazione che si lega al sacrificio e al rischio, personale e professionale, specialmente in un ambiente populista e di post-verità”.
L’articolo è un appello a tutta la comunità scientifica affinché vigili e si faccia trovare preparata per smontare le teorie cospiratorie e no-vax dei movimenti anti-scientifici: “Dobbiamo essere consapevoli che viviamo in un’epoca nella quale la competenza e la verità sono svalutate”. In questo contesto, frammenti delle conversazioni e confronti scientifici “possono essere facilmente fraintesi e interpretati in modo scorretto, o deliberatamente decontestualizzati, specialmente da persone che sono motivate da specifici punti di vista politici”.
Contro la diffamazione, la calunnia, gli attacchi sempre più frequenti che puntano a minare la credibilità degli scienziati, Capua ricorda che l’impegno per la scienza è l’impegno di chi “vuole che il mondo sia un posto migliore”.
“Come scienziati”, conclude, “abbiamo la responsabilità morale di sostenere il progresso della scienza piuttosto che la sua svalutazione e declino. Tempi difficili sembrano incombere, e noi non possiamo farci trovare indifesi, impreparati o incapaci di rispondere agli attacchi fomentati dai movimenti anti-scientifici”.
A PROPOSITO / UN MEDICO SUGLI INTERVENTI SOLO POLITICI SUI VACCINI
Per fare il mio lavoro ho dovuto studiare medicina per 12 anni. Per fare il suo, senatrice Taverna, le è bastato prendere dei voti
lettera aperta di Silvia Braccini* alla vice presidente del Senato
Cara Senatrice Paola Taverna, sono estremamente delusa come italiana, come cittadina e come medico, da quello che lei ha detto in materia di vaccini. Lei non ha reso questo Paese libero ma oppresso dall’ignoranza e dalla cecità. Ogni anno milioni di volontari sanitari rischiano la vita in giro per il mondo per salvare migliaia di piccole vite da malattie che hanno decimato intere popolazioni. E noi, del mondo ricco e civile, torniamo indietro di mille anni contro ogni ragione. I nostri bambini non sono bestiame. Sono solo bambini a cui garantiamo un futuro.
Perché non proibiamo anche tutte le altre scoperte scientifiche che hanno cambiato la sopravvivenza dell’uomo moderno e che hanno comunque possibili complicanze?
Proibiamo tutte le chirurgie. Proibiamo il vaccino anti hpv contro i tumori della cervice uterina. Proibiamo le coronografie con PCI (procedure coronariche percutanee) primarie che ogni giorno salvano la vita a centinaia di persone colpite da infarto. Proibiamo la trombolisi primaria per tutti i pazienti colpiti da ictus cerebrale. Proibiamo le trasfusioni. Proibiamo gli antibiotici. Spegniamo la luce… torniamo nel medioevo. Ma non chieda poi, a noi medici, di fare miracoli che volete distruggere. Non ci chieda di piangere la morte dei nostri bambini. La piangiamo da oggi. La piangeremo domani. Impotenti davanti a una “politica” che riduce la scienza a voti politici e twittate. Mi vergogno, onorevole. Mi vergogno profondamente.
Mi vergogno di essere rappresentata da lei e da chi pensa sia giusto non vaccinare. Mi vergogno di stare in un paese in cui le decisioni sulla sanità e sicurezza pubblica, perché è di questo che si tratta, vengano prese da persone non preparate sulla materia, non adeguate nemmeno lontanamente a parlarne pubblicamente e criticamente.
Per fare il mio lavoro, il medico anestesista rianimatore, ci vogliono 6 anni di università, 1 anno di abilitazione statale e 5 anni di scuola di specializzazione. Ci occupiamo di vite. È normale. Doveroso. Importante. Per fare il suo lavoro, Senatrice, basta prendere voti. Parlare sui social. Avere fortuna. Essere nel momento giusto con le persone giuste e al posto giusto. E questo non è giusto. Perché voi per un voto condannate il nostro Paese al ritorno delle malattie che avremmo dovuto debellare. Condannate bambini al rischio di non poter crescere. Condannate noi a guardare il vostro irresponsabile scempio con irresponsabile impotenza.
È un mondo ingiusto, il nostro, Senatrice. Ma soprattutto è ingiusto che chi come Lei, accompagnata da cattivi consigli e ignoranza dovuta al suo non essere competente in immunologia e malattie infettive, non sarà costretta a vedere un bambino morire di morbillo. Lei non lo farà. Lei e i suoi colleghi politici amanti dei selfie, dei social, dei video mentre siete al lavoro, non li vedrete. E quando sarà il momento, darete la colpa a qualcun altro.
Dorma bene, Senatrice, stanotte. Lo faccia anche per me. E per tutti i miei colleghi ai quali ha tolto il sonno, la speranza e la serenità. Vorrei avere la sua ostentata sicurezza. Vorrei credere ancora di poter fare il mio lavoro nel migliore dei modi in questo mio Paese che non riconosco più e di cui mi vergogno.
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Non sono no vax nonostante abbia avuto due esperienze pesanti con un mio figlio, ma è stato molti anni fa e suppongo e spero che ora i vaccini siano migliorati. Tuttavia a me sembra che, in mezzo a tante voci impreparate, si siano levate anche voci di scienziati – medici – preoccupati vuoi per la mole di farmaci da inoculare in tenerissima età, vuoi per la qualità dei componenti. Perché non ascoltare anche quelle? E’ così difficile pensare a test per la tollerabilità? Mi chiedo anche da dove venga tanta animosità, che giunge all’insulto o peggio, nei confronti di chi si pone dei dubbi, a mio avviso più che legittimi trattandosi del nostro tesoro più grande, i bimbi, appunto. Dopo tutto, l’etimo di farmaco è anche veleno… quindi richiede la massima attenzione.