Un giorno nella vita di un professionista olistico che, in un contesto tortuoso, trova e aiuta a trovare la retta via per salute, benessere e integrità
Cosa fa un professionista olistico? Come ‘campa’? Quando fa al caso mio? Chi tutela lui e me, cliente? Dove può aiutarmi e perché saperne di più? Risponde – raccontando a Giannella Channel una sua giornata tipo – Marco Marson, 39 anni, counselor professionista e collaboratore del direttivo di Sicool (Società italiana counselor e operatori olistici). Ventiquattrore piene di spunti utili a tutti, pronto uso. Per una vita più organizzata e focalizzata.
- H 7 – Se non sono in viaggio per gruppi di formazione, apro gli occhi accanto a mia moglie al trillo della sveglia o ancor prima: quando nostro figlio Michele, di quasi sei mesi, chiama.
- H 7.30 – Dopo le pratiche di start-up (doccia e colazione) eccomi alla fase inquadramento della giornata: 30-40 minuti di meditazione e presenza per centrarmi; individuare gli aspetti stimolanti degli impegni che mi aspettano e i temi più complessi; fare il punto di tempi e obiettivi.
- H 8.30/9.00 – Parto alla volta della scuola di Counseling per cui collaboro, dove per prima cosa dedico un momento a email, piattaforme professionali e social network. Arriva il tempo della riunione di coordinamento, spazio di condivisione e allineamento sul mondo olistico, pressoché quotidiani grazie ai movimenti attivati dalla Legge 4/2013. La scuola con cui collaboro è accreditata da Sicool che fa un lavoro prezioso: aiuta gli operatori olistici a trovare e ri-trovare la propria identità nei gangli normativi e burocratici, anche con corsi di integrità professionale, attestazioni di qualificazione, fondi di garanzia e tutele ad hoc come polizze assicurative adeguate al contesto attuale, quindi non più solo RCT ma RCP (Responsabilità Civile Professionale), che a dire il vero non tutti i professionisti in Italia hanno.
- H 10.00 – Breve break prima di alcune sessioni di counseling, che di solito dura un’ora e mezza. Molti colleghi ricevono privatamente anche a casa, io lo faccio in uno spazio messo a disposizione all’interno dell’Istituto.
- H 11.15/14.30 – Entro nel vivo del mio lavoro: incontrare individui, coppie, famiglie o gruppi aziendali alle prese con difficoltà di relazione. Il mio compito: offrire supporto con strumenti che aiutino a uscire da una situazione percepita come complessa e dolorosa, a rinnovarsi in un momento di grande cambiamento del contesto lavorativo, ad andare oltre l’incapacità di inquadrare i propri obiettivi per esprimere al meglio il proprio potenziale. Un processo di ri-armonizzazione che parte da un’ottica di osservazione mirata a far emergere quanto è accaduto piuttosto che giudicare o interpretare i fatti e si focalizza su dove l’energia scorre, non dove si blocca. Ci si esercita a portare l’attenzione sulle soluzioni piuttosto che sui problemi, integrando – anche attraverso il corpo – la dimensione del pensiero con quelle della percezione e delle emozioni. Obiettivo: ‘Walk the talk’: rimettere sullo stesso asse ciò che penso, ciò che dico e ciò che faccio, ritrovare coerenza tra parole e azioni e connessione con le proprie risorse, per godersi il piacere di sprigionare il proprio potenziale e sentirsi vivi, pienamente protagonisti delle scelte che ci riguardano.
- H 15.00/18.30 – Pranzo in famiglia (quando ci riesco) e sono pronto per la seconda parte della giornata. Incontro le domande di professionisti olistici come me, che vorrebbero essere riconosciuti e indirizzati dalle norme, nel proprio libero esercizio, come avviene all’estero. Spesso i nuovi entrati, che si affiancano ai professionisti olistici ormai esperti, si chiedono in che veste sono autorizzati a proporsi al cliente, come diventare ‘imprenditori’ di se stessi, in che modo organizzare la propria attività per ottimizzare i costi e sostenere anche la necessità di aggiornamento e supervisione costante. Nel mio ruolo, cerco di creare un approccio positivo e responsabile alla Legge 4/2013, che ha di buono il fatto che non consiste in una serie di divieti ma è forse la prima legge liberale, invita a scegliere che tipo di professionisti si vuole essere, nei diversi campi di applicazione. E’ un momento importante: fare rete tra noi, renderci conto di essere parte di un contesto in evoluzione, farci promotori insieme di un movimento che ci coinvolge tutti come categoria è la chiave per creare innovazione e far diventare un testo di legge una realtà operativa. Il grande valore di una realtà come Sicool è quello di trasmettere il messaggio che una comunità di professionisti, con differenti competenze e obiettivi comuni, ha potenziale d’incidenza e può creare opportunità di crescita e lavoro per tutti. Condividere il modello olistico: questa scelta ci lega a un’Identità, molto più che a un semplice ambito generico di professione d’aiuto.
- H 18.30 – La stanchezza si fa sentire. Se possibile, mi prendo un tempo per integrare tra me e me quanto fatto nella giornata: una breve passeggiata, magari nella natura, scioglie il corpo e rilassa la mente.
- H 19 – Pronto a ripartire, salgo in macchina Una mezz’oretta di viaggio in cui continuare a mettere ordine tra le idee e lasciare andare progressivamente il lavoro per arrivare a casa e dedicarmi completamente a me e alla mia famiglia.
A PROPOSITO DELLA LEGGE 4/2013
Sicool è nata nel 2003 con l’intento di rappresentare professionisti olistici in un contesto povero di riferimenti ministeriali. Con la sua attività insieme agli Enti preposti, ha contribuito ad arrivare all’approvazione della Legge numero 4 del 2013. La norma:
- coinvolge almeno duecento ambiti professionali (dall’olistico al tributarista, dal traduttore all’amministratore di condominio) che fino all’entrata in vigore (il 10/2/2013) non avevano un quadro legislativo preciso all’interno del quale inserire e regolare il proprio lavoro.
- li riconosce come professionisti, estendendo il concetto di professionalità non solo alle ‘riserve di legge’ statiche e monopolistiche ma a tutte le professioni che già si esercitano in Italia da diversi anni e che spesso hanno caratteristiche simili agli stessi Ordini e Collegi.
- allinea l’Italia alle richieste europee in termini di ‘libero mercato’, libera circolazione di beni e servizi, oltre che di sviluppo delle Associazioni per l’ampliamento del sistema professionale.
- prevede l’iscrizione a un determinato elenco del Ministero dello Sviluppo Economico e non prevede una previdenza speciale.
- chiarisce il valore effettivo degli elenchi privati: non abilitano a una professione ma certificano le competenze e il percorso di qualificazione professionale nel tempo. Questo apre a un sistema duale (Ordini/Collegi e Associazioni) più dinamico che si auspica, nell’interesse del cliente, possa aiutare a definire meglio i confini professionali di ambiti a volte molto vicini ma sostanzialmente diversi, come psicoterapia e counseling o sanità e ben-essere.
Approvata la legge 4/2013, le Associazioni che rappresentavano una disciplina hanno dovuto scegliere se rimanere al livello di Associazione di tipo culturale o farsi rappresenzanti di una categoria, con tutti gli oneri che questo prevede: Sicool ha scelto da subito questa via per garantire agli utenti la qualità di attestazione professionale richiesta dalla legge.
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Candida Mantini, presidente della Sicool (Società italiana counselor e operatori olistici)