Dopo le polemiche e l’impegno di grandi studiosi come Roberto Burioni a favore della corretta immunizzazione (andata a buon fine, visti i dati dell’Istituto superiore di Sanità: obiettivo raggiunto con coperture sopra il 95%), alcuni esponenti della medicina e della scienza hanno deciso di mettere nel mirino le fake news, le panzane nel delicato campo della corretta alimentazione. Se ne parla al “secondo congresso nazionale di medicina e pseudoscienza”, dal 6 all’8 aprile a Roma, con il direttore dell’Istituto Mario Negri Silvio Garattini, il direttore del Dipartimento Scienze Umane del Cnr Gilberto Corbellini, il luminare della gastroenterologia Giorgio Dobrilla, presidente del Congresso, ma anche divulgatori come Piero Angela o il chimico Luigi Garlaschelli. Tutti in prima linea per spazzare via pregiudizi, mode, cattiva informazione, insomma tutta la pseudoscienza che gira attorno al cibo.
E intanto a cercare di mettere un freno alle fake news ci stanno provando in tanti, anche le istituzioni, come l’Istituto Superiore di Sanità che all’argomento ha dedicato un’intera sezione sul portale, nato da poche settimane, ISSalute.it. Molti gli esempi di falsi che la scienza cerca di smontare: “I cibi senza glutine sono più salutari”, “se hai bisogno di ferro mangia tanti spinaci”, “l’ananas fa dimagrire”, “lo zucchero di canna fa meno male”. La regina delle bufale sull’alimentazione è che lo zucchero di canna sia meno nocivo di quello bianco: “il processo industriale al quale viene sottoposto lo zucchero per diventare bianco non danneggia il prodotto, estraendo solo il saccarosio dalle impurità presenti nella melassa”, scrivono gli esperti dell’Iss. Che la pasta faccia ingrassare e l’ananas dimagrire è una falsa verità che si tramanda da generazioni, mentre in realtà “non esistono alimenti buoni ne’ cattivi: tutti vanno inseriti, nelle giuste proporzioni, nell’ambito di una dieta sana e varia”.
Quanto agli spinaci, nell’immaginario collettivo sono fonte di ferro, ma quello che contengono è molto meno assimilabile dal nostro organismo rispetto a quello della carne. Ma le fake news riguardano anche la salute in generale. È falso, ad esempio che non ci si debba preoccupare dell’obesità infantile perché passa con lo sviluppo. “Un bambino obeso – scrive l’Iss – ha un altissimo rischio di diventare un adulto obeso”. Così come è falso ritenere che il colesterolo sia solo una questione genetica e non alimentare. O, ancora, che i cibi grassi e il latte siano “un toccasana per la gastrite perché ‘foderano’ lo stomaco”. Ci sono poi i miti legati alla natura, come quello secondo il quale i cibi prodotti del contadino sono più sicuri e genuini degli altri. O quelli dettati da nuove mode, come l’idea che i cibi gluten-free siano più salutari. Bollino rosso anche qui. Utilizzare prodotti senza glutine per chi non ha problemi di celiachia “non solo è una scelta immotivata, ma anche controproducente”. Sono, infatti, “più calorici del corrispondente alimento contenente glutine”, “hanno un più alto indice glicemico”, “un minor effetto saziante” e “un minore contenuto di fibre, sali minerali e vitamine” (Ansa).
A PROPOSITO
E in aiuto dei giornalisti inglesi arriva un software per verificare in tempo reale le dichiarazioni dei politici, smascherando le ‘bufale’
“È come cercare di costruire un sistema immunitario”, dicono gli organizzatori. “Sempre più informazioni sbagliate vengono diffuse nel mondo e ciò che ci manca sono i mezzi per respingerle”
I giornalisti britannici potranno avvalersi di un software in grado di smascherare le fake news, le notizie senza fondamento. Il programma è stato messo a punto da Full Fact, organizzazione dedicata al fact-checking delle notizie, e consentirà di verificare in tempo reale la veridicità delle dichiarazioni rilasciate dai politici in televisione, sulla stampa e in Parlamento.
Stando al Guardian, il quotidiano inglese che ha testato il software, a partire da ottobre sarà diffusa una prima versione del sistema, chiamata dai suoi creatori il ‘bullshit detector’ (rivelatore di cavolate). La fase sperimentale riguarderà dapprima il Regno Unito, e successivamente il Sud America e l’Africa, dove Full Fact collabora con gli omologhi locali Chequeado e Africa Check.
Una prima versione del sistema usa un database con migliaia di controlli di veridicità fatti manualmente, ma le versioni future saranno in grado di accedere automaticamente a dati ufficiali.
“È come cercare di costruire un sistema immunitario”, ha detto Mevan Babakar, project manager di Full Fact a Londra. “Sempre più informazioni sbagliate vengono diffuse nel mondo, e ciò che ci manca sono i mezzi per respingerle”.
Il programma è stato sviluppato dai ricercatori di Full Fact con 500 mila dollari di finanziamenti da fondazioni di beneficenza sostenute da due miliardari: l’imprenditore George Soros e il fondatore di eBay Pierre Morad Omidyar.
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