
โContrabbandoโ, di Alcide Pancot, contrada Santa Maria, 2002. Questo murale รจ di particolare importanza per lโartista, perchรฉ descrive scene di contrabbando e imboscate di finanzieri a lui familiari, essendo stato Pancot finanziere del soccorso alpino per 23 anni. I finanzieri in primo piano sono ispirati allโimmagine dellโartista stesso, e il sasso rappresentato รจ realmente esistente, situato allโimbocco della Val Belviso e denominato โcorna di finanserโ.

Vittorio Giannella, fotografo ufficiale del Nuovo atlante dei paesi dipinti, e Benedetta Rutigliano di fronte al murale โLโepilobioโ, realizzato da Alcide Pancot nel 2003 in contrada del Dosso, quella dedicata alla flora. Qui lโartista, oltre alla flora, aggiunge il bestiame in omaggio al padrone di casa che allevava anche mucche.
Per coronare lโitinerario tra i paesi dipinti di Lombardia ci avventuriamo, nella cornice di un paesaggio unico, per le nevi e le strade della provincia di Sondrio: meta, Aprica. In questo comune montano sospeso tra la Valtellina e la Valcamonica, le due valli alpine piรน importanti della regione, il turismo si รจ affermato verso la fine del XIX secolo, quando sotto il governo austro-ungarico si fece costruire lโattuale strada statale 39 che collegรฒ, proprio tramite il passo dell’Aprica, Edolo e la Val Camonica con Tresenda e la Valtellina, facilitando ulteriormente le vie di comunicazione. Giร in epoca carolingia, infatti, cโera una struttura per alloggiare ad Aprica: nella contrada di San Pietro, originariamente chiamata per lโappunto Ospitale, esisteva uno xenodochio, ospizio per viandanti, pellegrini e soldati.
I segreti di un successo. Il nome Aprica sembra derivare dal verbo latino โaperireโ, cioรจ aprire, usato per descrivere un luogo aperto, soleggiato, esposto al sole, come raccontano Marco Della Moretta, presidente della Pro Loco di Aprica, e Laura Caspani dellโUfficio Turistico. Il clima รจ un fattore piรน che favorevole in questo comune montano che, nonostante i 1.200 metri di quota e la presenza della neve da dicembre ad aprile (mediamente), vanta inverni secchi ed estati ventilate. Un clima salubre, adatto a chi cerca tranquillitร , a chi scia, ma anche a chi ama perdersi in itinerari naturalistici (sono tracciati oltre 200 chilometri di sentieri). Tra i fedelissimi di Aprica, in passato, anche il rettore dell’Universitร di Pavia Camillo Golgi, primo premio Nobel italiano (per la medicina, 1906), originario della vicina Cรณrteno, che trascorse le sue estati in questo luogo ameno dal 1880 al 1913. Aprica fa parte inoltre del Parco delle Orobie Valtellinesi, e la sua fortunata posizione permette il facile collegamento con i comuni della Valtellina, della Valcamonica, e con la Svizzera.

Il presidente della Pro Loco di Aprica, Marco Della Moretta, di fronte al dipinto murale realizzato da Alcide Pancot nella contrada Santa Maria nel 2001. Il murale rappresenta โI primi sciatoriโ, momento chiave per il turismo di Aprica: lโallieva e il maestro (ad Aprica il primo maestro ufficiale di sci fu Achille Cioccarelli) discendono da una pista ancora priva di impianti, molto diversa da quelle attrezzate di oggi.
Da Aprica la via di fuga per trecento ebrei. Una nota storica: proprio la vicinanza con Svizzera facilitรฒ le gesta di Don Giuseppe Carozzi (1918-1955), originario della vicina Motta di Villa Tirano (Sondrio), che ad armistizio annunciato (8 settembre 1943), al termine del secondo conflitto mondiale, condusse fuori confine quasi trecento ebrei, prigionieri internati allโAprica in quanto deportati dai territori jugoslavi annessi allโItalia. Tutto anche grazie alla collaborazione di Don Cirillo Vitalini, parroco di Bratta, e della Guardia di Finanza di Madonna di Tirano dalla quale dipendevano anche le stazioni di Campione, Lughina e Sasso del Gallo. Per questโopera Carozzi fu costretto a rifugiarsi in Svizzera, ma non cessรฒ le sue azioni a favore della Resistenza.
Tra gli artisti conquistati, il veneto Alcide Pancot. Riguardo ai fatti storici e alle tradizioni di Aprica, sono le immagini dipinte sui muri a prendere voce, specialmente quelle riprodotte sulle abitazioni della contrada Santa Maria, nucleo antico assieme a quella di San Pietro. Risale al 2000 lโiniziativa dellโamministrazione comunale di abbellire le strade del borgo con dipinti murali, sedici per ognuna delle tre contrade, Santa Maria, Dosso e San Pietro (questโultima da terminare), rispettivamente decorate con storia e tradizioni di Aprica, esempi di flora alpina e di fauna delle cime. La mano creatrice di queste opere dai colori vividi e con scene cosรฌ vicine al reale รจ quella dellโartista Alcide Pancot (Vittorio Veneto, 1948), che si รจ unito alla nostra visita descrivendo il suo amore per questโarea, nonostante la terra dโorigine sia il Veneto. Nato da una famiglia di artisti, pittori, scultori e decoratori, Pancot comincia a dipingere come autodidatta, utilizzando (come tuttora fa) solamente i colori di base. Finanziere del soccorso alpino per ventitrรฉ anni, lavora tra il Bernina e il lago di Como e si appassiona cosรฌ alla montagna, a quella vegetazione e quella fauna cosรฌ varie, e allo sci (รจ maestro di questa disciplina, che insegna nella stagione invernale sulle attrezzate piste di Aprica). Questo amore lo porta a trasferirsi definitivamente nella provincia di Sondrio dal 1979. Accidentalmente comincia lโavventura di pittore dellโAprica, in seguito alla richiesta da parte di un privato di realizzare unโopera per il proprio figlio: il talento mostrato in questa commissione fa sรฌ che si sparga la voce della sua bravura, e da allora Pancot diventa il pittore di tutto il borgo. Realizza i murales sulle due torri del centro direzionale di Aprica, i quadri della sala del consiglio in municipio ed รจ richiestissimo da famiglie e da gestori di bar e locali.

Chiesa di S. Maria Assunta, del XVI secolo, nella contrada Santa Maria, osservata da Laura Caspani, dellโUfficio turistico di Aprica.

ll murale, sito in contrada Santa Maria, rappresenta lโalbergo Negri, il primo albergo di Aprica, attivo dal 1873 al 1919 e gestito da Elena Sinistri e Carlo Negri. Con questa struttura e le nuove vie di comunicazione comincia la fortuna turistica di Aprica. Ad ammirarlo Laura Caspani, dellโUfficio turistico di Aprica, con il costume tipico.
I murales di Santa Maria. Nel giugno 2002 si inaugurano cosรฌ i murales della contrada di Santa Maria, area di casupole in pietra, organizzate per accogliere, in passato, anche il bestiame e il raccolto. Si comincia cosรฌ a raccontare la storia e le tradizioni di Aprica con la vicenda dellโuccisione dellโultimo orso, avvenuta nel comune orobico nel 1892. Lโorso era molto rispettato in passato dalla gente locale, ma esistevano anche molti cacciatori dellโanimale bruno. Attualmente ad Aprica, allโinterno dellโOsservatorio Eco-Faunistico Alpino di cui parleremo piรน avanti, vive lโorso Orfeo, amatissimo dagli aprichesi e attrattiva per i visitatori. Tornando ai muri dipinti, si passa poi alla descrizione della transumanza (dalla bergamasca alla Svizzera e dal paese al Bernina), segue il trittico che descrive la produzione del carbone di legna (procedimento complesso illustrato nelle stazioni collocate lungo il โsentiero del legnoโ che collega Malga, Magnolta e Palabione), la rappresentazione della โsรผรจndaโ, ovvero il tracciato per condurre il legname dal bosco al piano, lโallevamento del bestiame sullโalpe Palabione e il Belvedere dโAprica, che negli anni Trenta comprendeva la cantoniera, un ristorante e due abitazioni.
I muri raccontano la storia del turismo. Importante il murale che rappresenta lโalbergo Negri, il primo albergo di Aprica, attivo dal 1873 e gestito da Elena Sinistri e Carlo Negri. La sua fortuna coincise (oltre che con il miglioramento delle vie di comunicazione) con lโarrivo di una comitiva di milanesi in viaggio verso St. Moritz che, fermatisi solo per un momento di ristoro, decisero di soggiornarvi piรน a lungo, invogliati dallโospitalitร e dal luogo. Tornarono anche negli anni successivi, cosรฌ come molti altri viaggiatori di passaggio divenuti ospiti abituali. Lโalbergo cessรฒ lโattivitร nel 1919, donato alla Croce Rossa gestita da un ordine di suore di Brescia. Seguono poi tre dipinti con le tre contrade principali (S. Maria, Dosso e S. Pietro), un accampamento militare che ricorda la prima guerra mondiale (il fronte, lโAdamello, non distava molto da Aprica), e la rappresentazione di un altro momento importante per il turismo di Aprica, ovvero lโavvento dei primi sciatori: lโallieva e il maestro (il primo maestro di sci ufficiale fu Achille Cioccarelli) discendono da una pista ancora priva di impianti, molto diversa da quelle attrezzate di oggi. Nei dipinti successivi si ricordano i mulini (ad Aprica erano in funzione cinque mulini, per macinare grano e castagne), la costruzione della diga di Frera (1957-1959), la prima seggiovia, quella del Palabione, costruita nel 1947, che incrementรฒ ulteriormente il turismo nel comune montano. Importante, soprattutto per lโartista Pancot, anche il murale che descrive il fenomeno del contrabbando ad Aprica: il pittore, in passato finanziere, racconta di aver vissuto in prima persona scene come quella descritta, e cosรฌ si rappresenta in primo piano, nelle due figure dei finanzieri appostati vicino al sasso denominato โcorna di finanserโ (situato allโimbocco della Val Belviso) per sorprendere i contrabbandieri di caffรจ e tabacco. Lโedificio su cui รจ dipinto questo murale era una volta una caserma della finanza.

Il pittore Alcide Pancot, autore di tutti i murales dโAprica, di fronte al dipinto murale โIl rododendro irsutoโ realizzato su una casa situata nella contrada del Dosso nel 2002.
Alla scoperta di fiori e piante. La contrada Dosso, da cui si gode bene della vista dellโAdamello, รจ stata la seconda a essere stata affrescata, e si distingue per la sua particolare esposizione al sole, che tra lโaltro fa brillare ancora di piรน i colori della flora rappresentata con tanta cura da Pancot, contestualizzata in ambienti talvolta esistenti, talvolta immaginari, ma sempre realistici. Ecco la viola di Comolli, tipica delle Orobie (cresce a 2000 metri), il giglio martagone, soggetto a tutela integrale, la stella alpina, il pino silvestre tra i laghi di Torena, nella Val Belviso. A incorniciare il lago entro cui si rispecchia il Palabione (che รจ visibile di fronte) ecco il rododendro irsuto. Seguono i bucaneve, i primi a spuntare dopo lโinverno, la carlina bianca, che pare prendere il nome dallโuso che i militari di Carlo Magno ne fecero per uscire dalla pestilenza, lโepilobio, la genziana punteggiata, inserita in una scena dove un ragazzino, il figlio del proprietario della casa, munge la capra. E ancora il botton dโoro, il ranuncolo glaciale, ovvero il fiore dei camosci, infatti presenti nella raffigurazione (e omaggio al proprietario della casa, Egidio Negri, guardiacaccia). Un altro omaggio al proprietario di casa reduce dalla seconda guerra mondiale si ritrova nel dipinto successivo, che ritrae la primula irsuta alla presenza degli alpini. Seguono la soldanella, simbolo del risveglio dellโamore e della primavera, il pino mugo attorniato da astri alpini e pianelle della Madonna (unโorchidea rara e protetta), la drosera, pianta carnivora che si trova nella Val di Gembro, qui ritratta con le tife e la rosa selvatica, e infine il doronico del granito, che sorge tra i 2000 e i 3000 metri, qui vicino alla cime del Torena, in Val Belviso.

Veduta di Aprica dalla contrada del Dosso. In lontananza si intravvede lโAdamello, montagna delle Alpi Retiche.
Nel regno degli animali di montagna. Lโultima contrada dipinta, dove i murales non sono del tutto terminati, รจ quella di San Pietro, la piรน antica del paese, inizialmente chiamata Ospitale per la sua funzione di ospitare i viandanti. Qui sorge la chiesa dedicata ai SS. Pietro e Paolo, che lasciarono poi il nome alla contrada. Lโamministrazione comunale ha scelto come soggetto per questโultima area da dipingere la fauna alpina, e ancora Alcide Pancot dimostra talento, realismo, studio e una passione per i soggetti rappresentati. Ecco il gallo forcello, il gufo reale, il capriolo, il camoscio, il cervo, la marmotta, lโaquila reale, lโorso, la civetta nana, lo stambecco affiancato dallโinsegna del Club Alpino Italiano. Compaiono anche (alcuni da terminare, altri non ancora iniziati ma in programma) la volpe, la faรฌna, lโermellino, il tasso, lo scoiattolo, la lepre bianca e il gallo cedrone.

โIl doronico del granitoโ, di Alcide Pancot, contrada del Dosso, 2003. Il fiore sorge tra i 2000 e i 3000 metri, qui vicino alla cime del Torena, in Val Belviso.
Flora e fauna da vicino: lโOsservatorio Eco-Faunistico Alpino. Avendo citato la fauna e la flora alpine rappresentate nei murales, non si puรฒ non rimarcare lโappartenenza di Aprica al Parco delle Orobie Valtellinesi, istituito nel 1989, che comprende la catena montuosa esposta a nord delle Alpi Orobie e si estende per 60 chilometri e su una superficie che sfiora i 44.000 ettari. Allโinterno di questo, ad Aprica, รจ stato inaugurato nel luglio 1997 lโOsservatorio Eco-Faunistico Alpino, diretto da Bernardo Pedroni (biologo naturalista). Tramite una visita guidata organizzata si accede alla vasta area di oltre 25 ettari dove si snoda un itinerario didattico-naturalistico attrezzato. Qui il visitatore puรฒ condurre unโesperienza unica in Italia e rara in Europa: conoscere e osservare da vicino le specie animali e vegetali presenti, alcune in apposite โaree faunisticheโ predisposte lungo lโitinerario. Al momento, tra gli altri, vivono camosci, stambecchi e caprioli, rapaci notturni e diurni, l’orso bruno Orfeo, nato in cattivitร in Trentino e qui dal 2007, quando aveva sedici anni, e infine il gallo cedrone, in via dโestinzione, simbolo del Parco delle Orobie Valtellinesi. LโOsservatorio รจ sede di ricerche scientifiche e centro di ripopolamento per la fauna selvatica. Pedroni รจ anche ideatore di un progetto finanziato dallโUnione Europea e scelto con massimo punteggio, il Museo interattivo dellโuomo nella natura, di prossima apertura, volto a ricreare gli ambienti alpini.

Scorcio della contrada di San Pietro, la piรน antica, il cui tema รจ la fauna alpina. In primo piano il murale con soggetto il โCaprioloโ, di Alcide Pancot, contrada San Pietro, 2004.
Non solo natura. Ad Aprica รจ la natura a primeggiare, ma si possono visitare, oltre al percorso dei murales, anche la chiesa parrocchiale di S. Pietro, sorta nel XIII secolo, ampliata nel 1600 e decorata in facciata nel 1896, e lโOratorio della confraternita del SS. Sacramento (1747) a essa annessa. Nella contrada S. Maria si erge invece la chiesa di S. Maria Assunta, del XVI secolo, affrescata dal pittore Turildo Conconi. Interessante vedere anche le trincee della prima guerra mondiale, linee di resistenza collocate in localitร Magnolta (a ovest del comprensorio sciistico di Aprica) e lungo il sentiero degli alpini, qualora fosse ceduta la linea dellโAdamello. Notevole dal punto di vista culturale anche il โsentiero Zapei dโAbrigaโ, che collega Aprica, Motta e Tresenda, e il citato โsentiero del legnoโ.
Uno sguardo ai dintorni. A pochi chilometri da Aprica, nel comune di Villa di Tirano, specie rare di flora e fauna popolano la riserva naturale di Pian di Gembro, unโantica torbiera posta a 1350 metri di quota, formatasi 10.000 anni fa dopo lโultima glaciazione alpina. Dentro unโaula didattica alcuni paludari visitabili gratuitamente ospitano specie animali e vegetali tipiche degli ambienti umidi, come piante carnivore, insetti, rane, rospi, salamandre e tritoni. A 17 chilometri dal borgo dipinto si trova Tirano, nota per lโapparizione della Madonna il 29 settembre 1504, per la quale fu edificato il Santuario a lei dedicato, monumento religioso piรน importante della Valtellina. ย Sempre a Tirano sorge il cinquecentesco Palazzo Salis, col portale centrale barocco disegnato dal Vignola, dentro il quale รจ ospitato, in dieci sale affrescate e con gli arredi originali, il Museo senza frontiere tra Grigioni e Valtellina. Tirano รจ sede anche del Museo etnografico, e inoltre da questo comune parte il trenino del Bernina, che attraversa le Alpi a cielo aperto conducendo fino in Svizzera attraverso panorami mozzafiato. Allontanandosi ulteriormente in questa direzione (est) si giunge a Grosio, famoso specialmente per il Parco delle incisioni rupestri, attiguo ai resti del castello Visconti Venosta, con oltre 5000 figure incise databili tra la fine del Neolitico e lโetร del ferro. Verso ovest invece si arriva a Teglio, antico borgo che ha dato il nome alla Valtellina (dal latino Tellina vallis). Da visitare Palazzo Besta, antica dimora cinquecentesca in stile rinascimentale valtellinese, la chiesa romanica di S. Pietro e la torre โde li beli miriโ. Qui ha sede la rinomata Accademia del Pizzocchero. โข
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A PROPOSITO
IL MOSAICO DEI TURISMI AD APRICA E NEI DINTORNI
Ogni scheda del nuovo Atlante dei paesi dipinti รจ arricchita da simboli grafici indicanti quali forme di attivitร turistica, in natura e di cultura, รจ consigliabile nell’area presa in esame.
Turismi di natura
Agriturismo
Alpinismo, arrampicata sportiva
Botanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
Birdwatching
Canoa, Rafting, Gommone
Entomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
Escursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
Micologia (specialisti), itinerari micologici
Miniere e archeologia mineraria
Pesca sportiva
Picnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
Speleologia (specialisti), itinerari speleologici guidati
Sport dellโaria (deltaplano, parapendio, aquilonismo)
Sport di precisione (tiro a segno, tiro al piattello)
Turismo equestre
Trekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
Turismi di cultura
Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
Artigianato e collezioni
Concerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
Itinerari gastronomici
Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
Turismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
Strade romantiche
Informazioni utili:
- Municipio +39.0342.746116
- IAT – Ufficio Turistico di Aprica, 0342.746113, info@apricaonline.com
- Abitanti: 1576
- Altezza sul livello del mare: m 1174
- Nome abitanti: aprichesi
- Distanza da Milano: 170 km, da Sondrio 30 km
- Come arrivare:
Auto: Prendere la SS 36 fino a Piantedo, SS 38 fino a Tresenda, SS 39 per Aprica; oppure autostrada A4 Milano-Bergamo (uscita Seriate), SS 42 fino a Edolo, SS 39 per Aprica.
Treno: Milano โ Sondrio โ Tirano, prendere lโautobus per Aprica da Sondrio o Tresenda.
Autobus: Linea Milano โ Edolo โ Ponte di Legno con cambio a Edolo per Aprica.
Mangiare e dormire bene:
Hotelย Meublรจ Ambrosini****, via Magnolta 7 โ 23031 Aprica, tel. +39.0342.747754, web www.meubleambrosini.it, con camere attrezzate e vista sul panorama aprichese, e annesso, a poche centinaia di metri il ristorante-pizzeria Ambrosini, Corso Roma 158 โ 23031 Aprica, tel.+39.0342.747736 con specialitร gastronomiche valtellinesi. Tariffe e prenotazioni;
Agriturismo Li Spondi, via Sponde – 23031 Aprica, cell. +39.339 1924482. Camere per pernottare (tariffe e prenotazioni), cucina tipica (pizzoccheri, sciatt, risotti), specialitร con capra e capretto, spaccio aziendale di prodotti dellโagriturismo.
Ristorante-bar Il piccolo Chalet, via Magnolta โ 23031 Aprica, cell. +39.333.5321603, specialitร gastronomiche tipiche valtellinesi e non solo. Info e orari.
ALCUNI DEI PIUโ SIGNIFICATIVI MURI D’AUTORE DI APRICA
Dalla collana “Il nuovo atlante dei paesi dipinti in Lombardia”:
- Calcio, Bergamo: in questo borgo il paesaggio รจ unโopera dโarte
- Madone: di strada in strada la storia dellโIsola Bergamasca
- Arcumeggia e la prima galleria allโaperto in Italia. Non dimentichiamo un borgo pilota per lโarte
- A Runo di Dumenza 68 affreschi e il dipinto che cercherete invano: la leonardesca Gioconda
- A Gravellona Lomellina, paese dโarte dove bellezza e creativitร si sposano con lโironia
- Expo: a Milano per sei mesi, a Dairago รจ per sempre
- A Guidizzolo i colori dellโarcobaleno avvolgono velocitร e moda, pace e star come Mina o Chaplin
- In bici a Crotta dโAdda, con le Dolomiti e la Cina allโombra dei muri dโautore
- Lasco, da bandito a ispiratore dellโidentitร colorata di Parlasco
- Cโera una volta a Cadorago un uomo che sognava opere dโarte su ogni casa
- Aprica: stazione โapertaโ al sole, a viandanti e Nobel, artisti e turisti
- Cassina deโ Pecchi, ieri stazione di posta e oggi ciclovia, si rinnova nel segno della Street Art
- I muri dโautore di Dozza raccontano storie da piรน di mezzo secolo
L’invito al viaggio di Flavio Caroli: “Quei muri dโautore che ci donano le piccole storie di una grande regione: ecco la Guida ai paesi dipinti di Lombardia”.
Magnifico servizio, complimenti! Ricordo comunque che ad Aprica ci sono anche bei rifugi alpini, agriturismi e un ottimo camping.
Addetto Stampa apricaonline.com,
(sito ufficiale Aprica)
Grazie per le sue gentili parole. Il mosaico dei cento turismi di cultura e in natura, caratteristica editoriale di Giannella Channel, e l’indicazione delle coordinate dell’ufficio turistico di Aprica sono utili proprio per completare la mappa dei servizi per il viaggiatore. (s.g.)
Caro Salvatore,
il rifugio che รจ all’Aprica vicino alle piste di sci รจ anche il terminale del sentiero Frassati della Lombardia che parte dalla frazione di Corteno (sant’Antonio all’inizio della splendida Val Brandet) e sale in quota con un panorama ed un percorso di crescente bellezza. ร descritto bene in una pubblicazione edita dal CAI qualche anno fa. Puรฒ descrivertelo molto bene anche il gestore del camping Aprica, Antonio Stefanini, che presumo abbia scritto il post sopraesposto (tel.03424674204; cell.3474674204). Sappi che sono nativo di Corteno Golgi !
Roberto De Martin