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Da sinistra: il giornalista e scrittore Salvatore Giannella e la giornalista e storica dell’arte Benedetta Rutigliano a Cassina de’ Pecchi, ultima tappa attraverso i paesi dipinti di Lombardia.

Street Art sulla prima tappa dell’antica strada Milano – Aquileia. È quando finisce un viaggio che con occhi nuovi si guarda un luogo da dove siamo partiti: Cassina de’ Pecchi, comune a nord-est di Milano bagnato dal Naviglio Martesana, prima tappa sull’antica strada romana che collegava Milano con Bergamo, Brescia, Venezia e Aquileia fino all’Oriente europeo e alla via dell’ambra. E con questi nuovi occhi si guardano gli spazi urbani (lasciati alla partenza del nostro viaggio e ritrovati al ritorno rivitalizzati da visioni e storie), il movimento delle persone, le superfici e i volumi degli edifici che hanno accompagnato la nostra vita. A fine maggio 2015 sono state inaugurate, infatti, le opere di Street Art che decorano, portando colore, messaggi e bellezza, dodici aree di Cassina, muri oscuri comunque frequentati ma dimenticati, affidati dall’amministrazione comunale per la prima edizione del festival RES+ART.

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Da sinistra: l’assessore alla Cultura Laura Vecchi e l’Assessore alle Politiche Giovanili Tommaso Chiarella, promotori del festival RES+ART. Sullo sfondo il murale Un muro per ripartire di Mister Caos, Francesca Pels e Ste-Marta (2015)

L’incontro con l’assessore alla Cultura Laura Vecchi, con l’assessore alle Politiche Giovanili Tommaso Chiarella e il consigliere comunale Pietro Costantini, ha svelato il significato e gli obiettivi di un progetto che non è destinato a rimanere nel perimetro cittadino, ma che da qui è partito per la prima edizione con l’ambizione, lecita dato l’interesse internazionale suscitato dal festival nell’ambiente degli Street Artist, di espandersi e migrare per portare storie e nuove visioni in altri comuni dove il desiderio di racconto e di memoria diventa necessario.

RES+ART, si riparte con l’arte pubblica. Si potrebbe obiettare che Cassina non sia proprio un paese dipinto come quelli analizzati nelle tappe precedenti, poiché ancora non si tratta di opere eseguite sulle pareti delle case private, ma su spazi pubblici. Ma è solo una questione di tempo: la manifestazione, che per l’anno prossimo si prefigge, col permesso dei cittadini che lo vorranno, di espandere l’arte anche sui muri delle abitazioni civili, rimane comunque legata alla volontà di un’arte pubblica e partecipata, di un museo all’aperto fruibile da passanti occasionali e dai cittadini stessi. Non a caso il nome del festival, RES+ART, unisce col simbolo matematico della somma il termine latino RES, che significa “cosa, affare pubblico” a quello inglese ART (ma di radice latina, da “ars, artis”) che significa appunto “arte”: quindi “arte come questione pubblica”, che va curata nell’interesse di tutti, oppure, interpretando, come può suggerire la grafica del logo, il simbolo “+” con una “t”, diventerebbe “restart”, quindi “ripartire”, e si potrebbe infine dire: “ripartire con l’arte”.
La messa a disposizione dei muri comunali, infatti, gioca proprio in questa direzione di maggiore visibilità per l’arte, di partecipazione cittadina a un progetto nuovo, mirato a diffondere i messaggi degli artisti per le strade, ampliando le vedute del paese con stimoli diversi, rinnovando l’immagine e non solo della nuova Cassina (la “Cassina de’ Parchi” avvolta dall’Anello verde, percorso segnato da cartelli che illustrano beni storici, ambientali e culturali), introducendo una nuova estetica.

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(qui e nella foto d’apertura) Gli organizzatori del festival RES+ART, grazie al quale i muri pubblici del comune di Cassina de’ Pecchi rinascono con una nuova estetica e restituiscono ai cittadini visioni stimolanti. Da sinistra: Beniamino Brambilla, l’assessore alle Politiche Giovanili Tommaso Chiarella, Federica Mandelli, Sara Panetta, Martina Dubini, Pietro Costantini, l’assessore alla Cultura Laura Vecchi e Miriam Canzi. Sullo sfondo il murale Metamorfosi di Tenia&Amina (2015) in via Venezia a Cassina de’ Pecchi.

Coinvolti molti giovani. L’abbellimento è un’altra delle motivazioni di questo festival, l’arte come ambasciatrice di bellezza: “La riqualificazione”, sottolinea Costantini, “diventa solo una conseguenza di questa operazione”. Sono diversi infatti in Italia i comuni (in Lombardia, per esempio, citiamo Locate di Triulzi oppure Pioltello) che hanno promosso opere di riqualificazione mediante l’arte, ma qui si aggiunge anche un altro fattore: l’amministrazione, che aveva già presentato il progetto nel suo programma elettorale, ha coinvolto nell’organizzazione del festival un gruppo di giovani cittadini cassinesi (Beniamino Brambilla, Miriam Canzi, Martina Dubini, Federica Mandelli, Gabriele Mellera, Daniele Melotti e Sara Panetta) formatosi spontaneamente per il semplice motivo di credere nel progetto, di amare l’arte con la volontà di assegnare ad alcuni artisti di fama internazionale, che operano sul territorio, degli spazi per esprimersi.

“Gli artisti chiedono pareti da dipingere”. Anche nel dopoguerra, nell’Italia della ricostruzione, si era verificata un’esigenza simile: l’artista Armando Pizzinato, infatti, aveva scritto nel 1949 l’articolo Gli artisti chiedono pareti da dipingere per il quotidiano l’Unità, facendosi portavoce dei suoi colleghi nel chiedere al Pci (che tentava di allargare il consenso elettorale), che le pareti degli edifici pubblici venissero offerte ai pittori per poter testimoniare la trasformazione sociale e il cambiamento dopo il secondo conflitto mondiale.

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Il murale L’arrivo degli astronauti alla città dei corpi di Elena Mistrello (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi, lungo il naviglio Martesana.

Parola chiave: metamorfosi. Ed è proprio la trasformazione il tema sviluppato sui muri cassinesi dagli oltre trenta artisti durante RES+ART, ognuno secondo una tecnica e uno stile diversi, mostrando ai fruitori diverse sfaccettature di questa arte di strada. Un tema ampio che a sua volta vuole stimolare tramite l’arte stessa, cancellando i pregiudizi sulla Street Art, una trasformazione urbanistica, sociale, culturale e ambientale in questo momento storico particolare. Tra gli artisti che hanno aderito a questo progetto (realizzato grazie anche al prezioso contributo organizzativo del gruppo Fuori la voce), alcuni selezionati con bando pubblicato sul sito di RES+ART (per i muri definiti di dimensione S e M), altri su chiamata diretta (per i muri definiti di dimensione L e XL): 2501, Martina Merlini, Silvio Espinoza, Canemorto, Mattia Pajè, Johnny Cobalto, Elena Mistrello, Nazzilla, Claudio Sale, Mad. Rioska, Riccardo Spinoso, Flash & Co, Aloha Project, Reverie, Nous + Loop, Piger, Mr. Caos, Ste-Marta, Francesca Pels, Tenia, Amina e altri. In una seconda sessione si vedranno le opere di Nemo’s e Sonda, e nel frattempo si sta lavorando al catalogo.

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Particolare del murale The Grid di 2501 (2015), sulla facciata della scuola elementare di via Trento a Cassina de’ Pecchi.

I primati storici di Cassina de’ Pecchi. Cassina, come dicevamo, in epoca romana era la prima tappa della strada che collegava Milano alla città di Aquileia, colonia latina dal 181 a.C. È rimasta un’importante stazione di posta per la sosta dei cavalli e dei viaggiatori fino al 1854, quando fu attivato il tronco ferroviario Milano-Treviglio e il paese perse parte del suo prestigio. Secondo lo storico Francesco Ogliari (Milano, 1931 – 2009), fondatore del Museo dei Trasporti di Ranco, proprio qui si trovava il migliore foraggio del circondario, una prelibatezza quindi per i cavalli, e ottimo per lo sviluppo della pastorizia (c’è chi ricorda che fino agli anni Ottanta alcune delle zone di una Cassina, ormai collegata con la metropolitana alla grande Milano, erano ancora meta di pascolo per le greggi itineranti). Un tempo, infatti, in questa area pascolava la Varzese, unica mucca autoctona lombarda. Lo storico delle scienze agrarie e vulcanico scrittore Antonio Saltini, nella sua monumentale Storia delle scienze agrarie, oggi anche in versione inglese, sottolinea inoltre come in passato, proprio lungo la strada tra Milano e Venezia, maturasse, ogni mese per tutto l’anno, una qualità di pera diversa: “Il grande agronomo lombardo Agostino Gallo, alla quinta delle Vinti giornate della vera agricoltura e piaceri della villa, che si svolgono nella villa di Poncarale di messer G. Battista Avogadro (Borgomineri, Venezia, 1572) racconta che il padrone di casa illustra all’ospite messer Maggio come creare e coltivare un giardino patrizio. Nel paragrafo dedicato alle varietà di pero nella pianura padana elenca i moscatelli (maggio), i cavalieri (giugno), ghiacciuoli e cicognini (luglio), del grumello e i secondi cicognini. Dichiara di omettere numerose varietà estive. Autunnali: bergamotto, garavello, bazavaresco, buon cristiano, garzignuolo…”. Tutti frutti dimenticati, sostituiti in seguito perché poco adatti, a causa della loro forma, per la produzione industriale e la commercializzazione.
Con la modernizzazione dei mezzi di trasporto Cassina sembra uscire dal girone dei primati, ma solo per un ventennio: nel 1878 si ritrova a essere sul percorso attraversato dalla prima tranvia a vapore italiana che collegava Milano a Vaprio. La via Veneta poi, che collegava Milano – Bergamo – Venezia e quindi Vienna, ora Strada Statale 11 Padana Superiore, era la prima via più importante di questo borgo rurale, senz’altro di passaggio per molti personaggi, alcuni dei quali meritano una citazione.

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Il murale Senza Titolo di Canemorto (2015), nel sottopasso del Colombirolo, in via Vittorio Veneto a Cassina de’ Pecchi.

Artisti, imperatori, protagonisti di passaggio. Sicuramente Leonardo da Vinci, che a fine Quattrocento lavorava come artista e ingegnere alla corte di Ludovico il Moro e degli Sforza e si interessava ai Navigli progettandone migliorie e ampliamenti, conobbe bene tutta l’area lungo la Martesana e lungo l’Adda: tra il 1506 e il 1513 fu ospitato presso la villa nobiliare della famiglia Melzi a Vaprio d’Adda. Un affresco che ricorda il suo stile (il che ha suggestionato alcuni storici del posto, ma l’affresco è da collegarsi, secondo il noto leonardologo Carlo Pedretti da noi interpellato, magari a un artista locale che ne aveva visto l’opera e ne era rimasto influenzato) è ancora visibile sotto il porticato di Cascina Nuova (complesso rurale del XV secolo) a Cassina: una Madonna col Bambino, il quale schiaccia il serpente del peccato con la croce e col piedino, sono in una corona di nuvole. Ai lati, con alle spalle un paesaggio montuoso, due santi: a destra una figura maschile con la barba bianca e accompagnata da un animale; a sinistra un’altra figura, maschile o femminile, con la palma del martirio. Secondo lo scrittore Giancarlo Mele e lo storico locale nonché artista del legno Franco Castelli, entrambi residenti nell’area della Martesana, potrebbe trattarsi di Santa Agata. Secondo la loro tesi (che diamo per completezza di informazione) per ringraziare o ingraziarsi la famiglia Melzi, che possedeva Cascina Nuova e altre aree a nord del Naviglio, così come la famiglia Taverna, e che lo ospitò nella Villa di Vaprio, Leonardo lo fece realizzare ad alcuni allievi. Nella loro interpretazione iconografica, il Bambino che schiaccia la serpe vuole essere un segnale contro la condotta non esemplare di Galeazzo Maria Sforza, il quale reggeva allora il Ducato di Milano, nel cui stemma era presente la biscia azzurra.
Al confine con Cassina sorge poi il comune di Gorgonzola, che ospitò per una notte, il 9 giugno 1853, Napoleone III con il suo stato maggiore nel palazzo dei Serbelloni Busca, sulla via per Solferino e la vittoria. Nello stesso paese, percorrendo la strada tra Milano e Bergamo per rifugiarsi dal cugino, Lorenzo Tramaglino nel sedicesimo capitolo de “I promessi sposi” di Alessandro Manzoni, si ferma in un’osteria. Una zona indubbiamente di passaggio, quindi.

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Parte del murale Un muro per ripartire di Mister Caos, Francesca Pels e Ste-Marta (2015) a Cascina Casale, Cassina de’ Pecchi. Alle spalle del muro si intravvede il Torrione seicentesco che ospita il MAiO.

Origini e toponimo. Il toponimo Cassina de’ Pecchi rimanda immediatamente al mondo rurale in cui il paese affonda le proprie radici, poiché Cassina deriverebbe proprio da “cascina”: sono infatti numerose le cascine storiche che tuttora costellano il perimetro comunale, alcune in rovina (come la Bindellera), altre ristrutturate. L’odierno assetto comunale risale all’Ottocento, quando al nucleo anticamente chiamato Villa Franca, che assunse il nome attuale quando nel Trecento divenne proprietà della famiglia Pecchi, vennero uniti gli allora autonomi comuni di Camporicco, nel 1841, e di Sant’Agata, nel 1870. Sulle origini della famiglia Pecchi esistono diverse ipotesi: la versione più accreditata li identifica con la nobile famiglia aretina originaria di Monte in Val Chiana; una seconda versione rispecchia la famiglia nei nobili milanesi Pecchio. Qualcuno rinnega queste origini aristocratiche e ricorda come in milanese “pecc” significhi mammella di mucca, mentre altri si rifanno al termine usato da Saba “pecchia”, ovvero piccola ape, insetto operaio che troviamo anche nello stemma.

A noi le tracce del passato, tra ville, chiese, cascine, mulini. Fino alla fine del XVII secolo le vicende delle tre frazioni autonome di Cassina, Sant’Agata e Camporicco furono sottoposte alle stesse nobili famiglie, quelle dei Marliani Visconti, dei Trivulzio, degli Stampa e dei De Leyva, tornando nuovamente ai Trivulzio; nel 1961 Cassina e Camporicco passarono al duca Gabrio Serbelloni (da cui l’albero nello stemma) e S. Agata al conte Francesco Corio e ai marchesi Terzi di Bergamo. Di questi ultimi, tra i vari possedimenti, ricordiamo Villa Terzi a Sant’Agata, ora proprietà privata, che conserva, tra le varie chicche, ancora un colonnato di gusto neoclassico, lo scalone d’onore pregevolmente stuccato. Anche Mulino Dugnani, le cui strutture si affacciano sulla Roggia Sant’Agata e mantengono le caratteristiche originali, apparteneva ai Terzi: ora sala civica per celebrazioni, mostre ed eventi, conserva la sala delle macine e delle macchine e un piccolo museo della civiltà agricola. Notevole, nella stessa frazione, anche la chiesa di Sant’Agata Martesana, eretta nella seconda metà del XVI secolo, in luogo di un preesistente edificio medievale. La struttura a navata unica con due cappelle laterali dedicate a San Fermo e alla Madonna, fu progettata da Pellegrino Tibaldi, detto il Pellegrini (nominato architetto del Duomo di Milano) e venne rimaneggiata successivamente. All’interno, tra altre opere, un crocefisso di antica fattura, cinque effigie di santi affrescate da Camillo da Landriano, e quattro tele della metà del Seicento di ignoto pittore lombardo di ispirazione caravaggesca: San Fermo, una Deposizione, i Funerali e il Martirio di Sant’Agata. Altra chiesa da segnalare, ma nel nucleo di Cassina sviluppatosi lungo via Roma, la cinquecentesca S. Maria Assunta, eretta nel 1577 per volontà dei conti Pecchi e convertita in piccolo monastero dai Padri Celestini. All’interno si conserva un grande affresco del 1601 raffigurante l’Immacolata e datato 1601. Restaurata da don Ambrogio Verderio negli anni ’30, la chiesa fu sconsacrata nel 1982.
Sulla stessa via Roma, ai numeri 56-60, si trovava l’ex stazione di posta. Nel 1854 l’edificio, in forma corrispondente all’attuale, è indicato quale “fabbricato per uso della posta dei cavalli ” di Luigi Gatti costituito da 23 vani tra cui 2 rimesse, 2 scuderie per 32 cavalli, selleria, fienile, officina del fabbro (A.S.M., F. Catasto, c. 9312).

Passando alla frazione di Camporicco, qui sorge la chiesa di Santa Maria Nascente: la prima cappella fu realizzata il 22 giugno 1388, come dimostrato da una pietra murata nel vano di ingresso a sinistra, e fu voluta dal conte Bonizio Corio. La struttura attuale risale al 1605, e fu restaurata nel 1815 dopo un incendio. All’interno un organo costruito da Paolo Chiesa alla fine del Settecento, alcuni crocifissi risalenti al 1600, 1700 e 1800, una Via Crucis artigianale e paramenti sacri. Nella medesima frazione di Camporicco, fino all’Ottocento, la storica Cascina Serbelloni Busca, diede lavoro a molti in qualità di filanda, o come dice il catasto (A.S.M., f. catasto, c. 9313) quale “stabilimento per la trattura della seta a vapore”.

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Veduta del Torrione seicentesco di Cascina Casale a Cassina de’ Pecchi, restaurato dallo studio dell’ing. Lorenzo Iurina e ora sede del MAiO, Museo dell’Arte in Ostaggio, ideato dal giornalista e scrittore Salvatore Giannella.

Cassinesi in corte: un centro sinergico per una nuova stagione culturale partecipata. Una cascina degna di menzione, soprattutto per il valore culturale e sociale che sta assumendo sempre più ai nostri giorni, è Cascina Casale, complesso rurale risalente al XVI secolo posto ai margini orientali dell’abitato, al confine con il Parco Sud, lambito dalla Roggia Bianca e dalla Roggia Trenzanesio, completamente ricostruito. Qui, oggi, ci si incontra nuovamente in una corte che ospita la Biblioteca Civica, il Piccolo Teatro della Martesana, reduce da una stagione più che produttiva, la Scuola Civica di Musica e il Torrione seicentesco. Inaugurato lo scorso 16 maggio dopo il restauro conservativo dello studio dell’ing. Lorenzo Jurina, il Torrione, di cui non si conosce precisamente la funzione originaria (probabilmente abitativa, dei proprietari o forse, come i casoni, alloggio collettivo della manodopera stagionale con soprastante granaio appartenuto alla famiglia dei noti imprenditori alimentari Invernizzi) è ora sede del MAIO, il Museo dell’Arte in Ostaggio e delle grafiche visionarie, ideato da uno dei vostri cronisti, Salvatore Giannella, e ospita mostre temporanee ed eventi culturali. Alto 15 metri, ha un profilo severo ingentilito dal motivo decorativo sottogronda di una greca a dentelli in cotto; all’interno alcune delle imponenti travi di orditura delle tramezze sono state conservate e riutilizzate. In un’atmosfera suggestiva si vogliono sollecitare memorie e azioni per recuperare le 1.651 opere “ancora prigioniere di guerra” trafugate in gran parte dai nazisti durante l’ultimo conflitto mondiale. Oltre alle riproduzioni 1:1 di capolavori salvati durante la guerra da Pasquale Rotondi, Soprintendente di Urbino, e da altri funzionari delle soprintendenze e nascosti a Sassocorvaro e Carpegna, nel Montefeltro marchigiano, c’è anche una postazione multimediale con video 3D grazie alla quale il fruitore può interagire con le opere d’arte e reinterpretarle, ideata e realizzata dalla start up milanese Streamcolors creata dal cassinese Giacomo Giannella e da Giuliana Geronimo (per informazioni e visite guidate contattare la Biblioteca Comunale di Cassina tel. 02.9529295, email biblioteca@cassinadepecchi.gov.it).

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Particolare di Marameo di Claudio Sale/CLA (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi. Oltre il murale vista del mercato comunale.

Uno sguardo ai dintorni. Come già accennato Cassina de’ Pecchi, che è situata all’interno del Parco Agricolo Sud, si affaccia sulla pista ciclabile che affianca la Martesana, accompagnando ciclisti e pedoni da Milano fino all’incontro con le acque dell’Adda. Su questo percorso sorge, inaugurata il 30 giugno scorso, un’installazione chiamata Pausa, realizzata da Colla, ovvero dagli artisti Marco Bencivenga e Matteo Nativo nell’ambito di Ecoismi 2015, un evento internazionale di arte contemporanea nel territorio di Adda Martesana. Oltrepassando l’opera (che invita quindi ancora a fermarsi a Cassina, come ai tempi della stazione di posta) e proseguendo verso Milano si incontra il comune di Cernusco sul Naviglio, dove sorge l’Osservatorio Astronomico, l’unico osservatorio pubblico della provincia di Milano. Non solo: a Cernusco, dove merita una passeggiata per il Parco Azzurro dei Germani, esiste ancora l’architettura industriale di una vecchia filanda attorno alla quale girava parte dell’economia paesana, omaggiata in paese dallo scultore Nado Canuti con l’opera che mostra la trasformazione da baco in crisalide. In piazza Unità d’Italia, sulla quale si affaccia la maestosa Villa Greppi, si trova la Tuba Mirum, una scultura di Arman, maestro del nouveau réalisme francese. Da ricordare, oltre a Villa Uboldo dove sorge ora l’ospedale, anche Villa Alari, che unisce imponenza a ricercatezza stilistica sia esternamente, su disegno di Giovanni Ruggeri (1703), che per gli affreschi interni.

Andando invece da Cassina verso l’Adda, si incontrano Bussero, paese natale di Goffredo da Bussero, notabile e scrittore medievale milanese, che ospita le ville Sioli-Legnani, di origine settecentesca; Villa Berti, risalente al XVIII secolo; Villa Tamassia Radaelli, con giardino e oratorio rustico annessi di inizio Settecento; la deliziosa Villa Casnati, con parco annesso, la villa più antica che risale a prima del 1541. A Gorgonzola poi, nota per l’omonimo formaggio e un tempo per lo stracchino, sorge il piccolo santuario della Madonna dell’Aiuto, la testimonianza religiosa più antica del paese, con il suo altare seicentesco. Si incontrano poi la Corte dei Chiosi, con tracce di una costruzione del XIII secolo, quasi certamente il convento delle Umiliate, gli storici palazzi Freganeschi-Pirola e Serbelloni con il giardino (ora Sola Cabiati), l’Ospitale Serbelloni, l’ottocentesca parrocchia SS. Protaso e Gervaso che sorge sulla paleo-chiesa eretta nel VIII secolo dove un tempo sorgeva anche un castello.

Allontanandosi un pochino dal Naviglio, è da menzionare il comune di Melzo, un tempo feudo di Lucia Marliani, della quale si innamorò follemente il duca Galeazzo Maria Sforza. Da vedere Palazzo Trivulzio, concepito in età medievale come castello della città, la Torre Civica, monumento nazionale, in origine campanile della cinquecentesca Chiesa di S. Ambrogio (demolita nel 1809), la Chiesa di Santa Maria delle Stelle, la cui presenza è già testimoniata a partire dal XIV, la Chiesa di Sant’Alessandro e Santa Margherita (XI o XII secolo) con, tra le numerose e pregevoli decorazioni, l’affresco strappato del Cristo morto, attribuito a Giovanni Battista Crespi detto il Cerano, la Chiesa di Sant’Andrea, nata verso l’anno 1000 come cappella privata di alcune famiglie aristocratiche, e infine la Chiesa di San Francesco, che un tempo ospitava la Madonna della neve attribuita al Luini e l’affresco del Cerano.

Tornando lungo il Naviglio si giunge a Gessate, dove si possono ammirare due tele dei Campi all’interno della chiesa parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo, costruita in stile neoromanico tra il 1913 e il 1916: nel transetto sinistro la Pentecoste di Antonio Campi (1580), e nel transetto destro l’Incredulità di S. Tommaso di Bernardino Campi (1567). Ricca di charme per il suo passato è Villa Beccaria Lattuada, costruita in stile neoclassico sul finire del secolo XVIII e residenza di campagna della famiglia milanese dei Beccaria. La villa ospitò Cesare Beccaria, Alessandro Manzoni, Cesare Cantù, Massimo d’Azeglio e molti intellettuali dell’epoca. Da non dimenticare Villa Daccò, costruita intorno al 1835, con ambienti affrescati e un parco di 9.100 metri quadrati. Arrivando a Inzago (dopo Cascina Monasterolo), si giunge nel luogo che attrasse moltissimi nobili e borghesi che hanno qui eretto dimore fuori città. Fra le più famose menzioniamo Villa Aitelli, Villa Magistretti, Villa Rey (la cui costruzione, risalente al Cinquecento, viene ricondotta a disegni leonardeschi) e Villa Facheris. A Cassano d’Adda sorge la maestosa Villa Borromeo d’Adda, con 142 stanze su 5000 metri quadrati e un parco di 7 ettari, eretta dai marchesi d’Adda a metà Settecento su progetto probabilmente di Francesco Croce e rimaneggiata da Giuseppe Piermarini (l’architetto del Teatro alla Scala di Milano). Qui vennero ospitati sia Napoleone che Gioacchino Murat. Palazzo Brambilla è la dimora dove abitava il marchese Rosales, villa che ospitò il Bonaparte, Napoleone III e Vittorio Emanuele II alla vigilia della battaglia di Solferino.

Maestoso il castello di Cassano, di epoca carolingia, che domina il fiume Adda. Qui termina poi (porta sud) il percorso dell’Ecomuseo Adda di Leonardo, che inizia (porta nord) in provincia di Lecco, con il traghetto che collega Imbersago a Villa d’Adda attraversando il fiume Adda. Cassano è anche parte del Parco Adda Nord, la cui sede è a Villa Gina a Concesa, frazione di Trezzo sull’Adda. Da non perdere a Trezzo il Castello Visconteo, uno dei più importanti del milanese, più volte distrutto o incendiato ma sempre ricostruito. I resti attuali sono quelli della costruzione del 1370 di Bernabò Visconti. Sempre in questo comune, per volontà di Benigno Crespi, titolare di una celebre industria cotoniera e fondatore del villaggio operaio di Crespi d’Adda (nella lista del Patrimonio Unesco) fu realizzata a fine Ottocento dall’architetto Gaetano Moretti la centrale idroelettrica Taccani, esempio di modernismo e liberty, per fornire energia al cotonificio. A Vaprio d’Adda sorgono la citata villa Melzi d’Eril, nobile edificio di gusto rinascimentale eretto per volontà di Giovanni Melzi a fine Quattrocento e poi ricostruito nell’Ottocento, dove come accennato soggiornò Leonardo da Vinci, e villa Castelbarco Albani, circondata da un parco di 75 ettari. Nel 1100 ancora un monastero, venne trasformata in villa di delizia nel tardo Seicento per volontà del conte Simonetta.

12. Continua

IL MOSAICO DEI TURISMI A CASSINA DE’ PECCHI E NEI DINTORNI

Ogni scheda del nuovo Atlante dei paesi dipinti è arricchita da simboli grafici indicanti quali forme di attività turistica, in natura e di cultura, è consigliabile nell’area presa in esame.

Turismi di natura

  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 01b fotografia naturalisticaBotanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
  • 03b birdwatchingBirdwatching
  • 17b-canoa-raftingCanoa, Rafting, Gommone
  • 04b campi scuolaEntomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 15b pesca sportivaPesca sportiva
  • 05b picnic scoutismo vacanze scolastiche familiariPicnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • 16b sport precisioneSport di precisione (tiro a segno, tiro al piattello)
  • 08b turismo equestreTurismo equestre
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde

Turismi di cultura

  • 20b-itinerari-archeologici Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 19b-musei-e-beni-storici Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
  • 26b strade romanticheStrade romantiche

Informazioni utili:

  • Municipio 02.954401
  • Biblioteca 02.9529295
  • Informazioni su festival e murales web restartfest.wordpress.com oppure rivolgersi a Pietro Costantini, e-mail costa93@gmail.com
  • Abitanti: 13.500
  • Altezza sul livello del mare: m 130
  • Nome abitanti: cassinesi
  • Distanza da Milano: 13 km, da Bergamo 40 km
  • Come arrivare:
    • car_iconAuto: autostrada A4 uscita Agrate, oltrepassare Carugate, poi Cernusco sul Naviglio, seguire per Cassina de’ Pecchi.Oppure prendere SS11, via Roma fino a Cassina de’ Pecchi.
    • treno_iconaMetropolitana: fermata Cassina de’ Pecchi, linea verde MM2.

Mangiare e dormire bene:

  • albergoAgriturismo Cascina San Moro, Località Sant’Agata – 20060 Cassina de’ Pecchi, tel. 02.9514860, cell. 392.1839323, web cascinasanmoro.com. Alloggi accoglienti, con bagno esclusivo, sistema di condizionamento, letti doppi o matrimoniali in camere singole (da 36 € al giorno), doppie (66 €) e quadruple con soppalco (120 €). A disposizione anche bilocali con cucina. La prima colazione viene consumata col sistema self made nella sala comune e, in estate, sotto i portici o in giardino. Servizi: tv, aria condizionata e Wi-Fi. Letti per 20 ospiti. La Cascina è stata scelta da Mediaset per ambientare lo spot contro l’abbandono dei cani, come informano i titolari Donata Radaelli, ex dirigente dell’Agenzia delle entrate, e il marito, l’agronomo Erminio.
  • albergoAgriturismo Cascina Fogliana, Via Cascina Fogliana 1 – 20060 Cassina de’ Pecchi, tel 02.9513652. Azienda agricola gestita da Lara Borgonovo, a due passi dal Parco Sud Milano e da quello dell’Adda Nord, nei pressi del Comune di Vignate. Cascina cinquecentesca restaurata rispettando le caratteristiche delle cascine lombarde, B&B per 16 ospiti.
  • ristorantealbergoHotel For You, Via Giuseppe Mazzini 3 F – 20063 Cernusco sul Naviglio (Mi), tel. 02.92462211, web foryouhotel.com. For You Hotel coniuga i servizi più moderni di un business hotel con una particolare attenzione al benessere e al confort. Dotato di ristorante panoramico “La Torre”, lounge bar e ristorante, SPA e sale meeting.
  • ristoranteRistorante-pizzeria Al 53, via Roma 99 – 20060 Cassina de’ Pecchi, tel 02.9522774. Ottima pizza e cucina con piatti della tradizione italiana, specialità di pesce e di carne, dolci della casa.
  • ristoranteRistorante Fusion, Via Roma, 68/70 – 20060 Cassina de’ Pecchi, tel 02.95299416. Ottimo sushi e cucina italiana in un ambiente accogliente.
  • ristoranteenotecaBirrificio artigianale con cucina La Spilleria, Largo Cooperativa 4, Sant’Agata Martesana, Frazione di Cassina de’ Pecchi, tel 02.91640682, web laspilleria.it. Birre di produzione artigianale e piatti realizzati con buon cibo stagionale prevalentemente a km zero.
  • enotecaEnoteca La Locanda del Pedro, Via Roma 85 – 20060 Cassina de’ Pecchi, tel 02.91672270. Ottima carta dei vini, abbinati a taglieri di affettati e gustose bruschette.

ALCUNI DEI PIU’ SIGNIFICATIVI MURI D’AUTORE DI CASSINA DE’ PECCHI

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Particolare del murale Untitled di Krep (2015) sulle pareti della piscina comunale di Cassina de’ Pecchi, in via Radioamatori.

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Madiba di Flash, Emod, Teso (2015), vicino alla piscina comunale di via Radioamatori, Cassina de’ Pecchi.

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Untitled di Reverie (2015), sulla parete della farmacia di piazza Europa a Cassina de’ Pecchi.

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Particolare del murale The Grid di 2501 (2015), sulla facciata della scuola elementare di via Trento a Cassina de’ Pecchi.

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Particolari del murale The Grid di 2501 (2015), sulla facciata della scuola elementare di via Trento a Cassina de’ Pecchi.

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Metamorfosi di Tenia&Amina (2015) in via Venezia a Cassina de’ Pecchi.

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Parte del murale Un muro per ripartire di Mister Caos, Francesca Pels e Ste-Marta (2015) a Cascina Casale, Cassina de’ Pecchi. Alle spalle del muro si intravvede il Torrione seicentesco che ospita il MAiO.

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Le fasi della luna, di Piger (2015), presso Cascina Casale, a Cassina de’ Pecchi (2015)

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Il murale Senza Titolo di Canemorto (2015), nel sottopasso del Colombirolo, in via Vittorio Veneto a Cassina de’ Pecchi.

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Il murale L’arrivo degli astronauti alla città dei corpi di Elena Mistrello (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi, lungo il naviglio Martesana.

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Il murale L’arrivo degli astronauti alla città dei corpi di Elena Mistrello (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi, lungo il naviglio Martesana.

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Particolare di Marameo di Claudio Sale / CLA (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi.

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Particolare di Marameo di Claudio Sale / CLA (2015), sotto la stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi. Oltre il murale vista del mercato comunale.

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Particolare di Whipala di Sivio Espinoza, sottopassaggio di via Naviglio Piccolo a Cassina de’ Pecchi.

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Untitled di Emod (2015), parete della piscina comunale di Cassina de’ Pecchi.

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Pilastro della stazione della metropolitana di Cassina de’ Pecchi con il murale Untitled di Amina e Saber (2015).

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Gli organizzatori del festival RES+ART, grazie al quale i muri pubblici del comune di Cassina de’ Pecchi rinascono con una nuova estetica e restituiscono ai cittadini visioni stimolanti. Da sinistra: l’assessore alle Politiche Giovanili Tommaso Chiarella, Federica Mandelli, Sara Panetta, Beniamino Brambilla, Pietro Costantini, l’assessore alla Cultura Laura Vecchi, Miriam Canzi, Martina Dubini. Sullo sfondo il murale Metamorfosi di Tenia&Amina (2015) in via Venezia a Cassina de’ Pecchi.

Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).
Benedetta Rutigliano è giornalista pubblicista, divulgatrice di arte e cultura sul web (Wakeupnews.eu, Artincontro.com, Stillmagazine.eu) che ha dimostrato una passione per il giornalismo e la scrittura dai tempi del liceo classico, quando collaborava con il settimanale La Gazzetta della Martesana, edito a Cernusco sul Naviglio. Si è laureata a pieni voti in Storia e critica dell’arte presso l’Università degli Studi di Milano con una tesi sperimentale, sulla pittura murale in edifici pubblici nell’Italia del dopoguerra (gli artisti trattati: Aldo Borgonzoni, Renzo Grazzini, Sineo Gemignani, Armando Pizzinato e Sabino Coloni). Ha frequentato un Master in Giornalismo e comunicazione multimediale e lavora nel campo della comunicazione e dell’organizzazione di eventi.
Vittorio Giannella (Trinitapoli, BT, 1961) ha fatto delle sue passioni (natura, fotografia, viaggi) un affascinante lavoro. Collabora da anni con riviste come Bell’Italia, Touring, Bell’Europa, Travelglobe, WeekendIn, Confidenze, Donna Moderna, Madre e all’estero con Terre Sauvage, Der Spiegel, Geo, New York Times e con la collaborazione di Airone e UNESCO ha realizzato un reportage sulla Micronesia. Ha vinto numerosi premi tra cui il “Tourism Photo of the Year” di Singapore. Tre primi premi Agfa Gevaert. La sua mostra itinerante ha un titolo eloquente: “Quando fotografia fa rima con poesia”, ritratti di paesaggi che hanno ispirato le più belle parole di poeti e scrittori.