Il mercato illegale dei beni culturali è uno dei traffici illeciti più importanti, accanto a quello delle armi, della droga e della contraffazione di beni (dati su Giannella Channel a questo link). In genere, quando si leggono libri specializzati o si assiste a convegni su questo tema, si leggono e sentono, tra le altre, storie in cui gli Stati inseguono, anche oltre oceano, loro beni culturali in precedenza illecitamente esportati, oppure racconti in cui scellerati curatori di musei chiedono ai trafficanti di beni culturali di scavare clandestinamente in determinate zone di un Paese, poiché hanno bisogno di specifici beni per arricchire le collezioni dei loro musei. In passato, prevalentemente queste storie non avevano un lieto fine, per fortuna oggi la tendenza sembra essere cambiata.

Precursore di questa tendenza positiva è il caso che ha visto protagonista il Museo degli Sguardi di Rimini. Fondato nel 1898, questo museo ha la missione di avvicinare il proprio pubblico alla cultura di altri popoli. Vi troviamo, infatti, oggetti provenienti dall’Oceania, da Taiwan e dall’Ecuador.

Negli ultimi decenni del secolo scorso un collezionista piemontese, Ugo Canepa, desiderava donare, come aveva già fatto per altre parti della sua collezione, 195 reperti archeologici precolombiani al Museo degli Sguardi, ma è stato bloccato da un’azione di rivendicazione della proprietà presentata dallo Stato dell’Ecuador davanti al Tribunale di Biella. I giudici hanno riconosciuto che l’Ecuador era il legittimo proprietario dei 195 reperti e la donazione è stata bloccata. Nel 1996, mentre pendeva il ricorso in appello, l’Ecuador e il Museo degli Sguardi di Rimini hanno raggiunto un accordo: il primo ha dato in comodato i 195 reperti archeologici precolombiani al secondo per 40 anni, rinnovabili. Nello stesso tempo, il Museo riconosce la proprietà di questi reperti in capo all’Ecuador e s’impegna a esporre tali reperti con l’indicazione della loro proprietà e provenienza, nonché a conservarli con le migliori tecniche.

«La bellezza ritrovata»: locandina degli eventi

Questo accordo ha un’importanza notevole in quanto ha permesso di raggiungere un giusto compromesso tra i diversi interessi in gioco: quelli dell’Ecuador, quelli del Museo degli Sguardi e quelli del signor Canepa. Prima di tutto, è stato possibile mettere la parola fine a una lunga controversia tra il collezionista e l’Ecuador. In secondo luogo, il signor Canepa ha potuto esaudire il suo desiderio di vedere quei beni esposti al Museo degli Sguardi e quest’ultimo ha visto arricchita la sua collezione. In terzo luogo, l’Ecuador, da un lato, ha compiuto un passo in avanti nella lotta al traffico illecito dei suoi beni culturali e, dall’altro lato, ha lasciato una testimonianza del suo patrimonio culturale nella città di Rimini, che proprio grazie alla sua vocazione turistica è un palcoscenico rilevante per la promozione di questo patrimonio e dello Stato a cui appartiene.

In conclusione, l’accordo tra Ecuador e il Museo degli Sguardi di Rimini è, senza dubbio, da considerare il precursore di altri accordi che l’Italia, in senso inverso, ha concluso a partire dal 2001 con diversi musei americani, come il Metropolitan di New York e il Getty Museum di Los Angeles. Tali accordi costituiscono il fiore all’occhiello della diplomazia culturale italiana degli ultimi due decenni e le hanno permesso di recuperare numerosi beni scavati ed esportati illecitamente dal suo territorio. Questo purtroppo non è stato finora il caso dell’Atleta Vittorioso attribuito a Lisippo, che si trova al Getty Museum, la cui confisca è stata ordinata dal Tribunale di Pesaro nel giugno scorso e, recentemente, confermata dalla Cassazione italiana. Questo caso deve comunque essere considerato a sé stante, poiché coinvolge complessi problemi del patrimonio culturale sottomarino e non è comparabile a quelli dei reperti archeologici scavati sulla terra ferma. Su questo bronzo l’Italia e il Getty Museum non sono riusciti a trovare un accordo, come avevano fatto per altri beni come la Venere di Morgantina e il Trapezophoros, ed è, infine, stata costretta a procedere per le vie legali.

Questo e altri casi sono stati e saranno trattati nel ciclo di conferenze, intitolato “Bellezza e verità. La bellezza ritrovata”, coordinato dalle docenti Ileana Belluzzi, Guenda Bezzi e Licia Pozzi del Liceo “A.Volta – F.Fellini” di Riccione, al fine di sensibilizzare gli studenti del triennio sul tema della lotta al traffico illecito di beni culturali.

«La bellezza ritrovata»: una classe del liceo Volta-Fellini di Riccione durante la prima lezione del ciclo di eventi

“Bellezza e Verità – La bellezza ritrovata”. Auditorium Liceo “Volta-Fellini” Riccione, immagini del primo incontro, 15.11.2018.

L’iniziativa, che ha ricevuto il marchio dell’Anno europeo del patrimonio 2018 dal Ministero dei beni culturali e il patrocinio del Comune di Riccione, è articolata in tre incontri. Il primo, rivolto solo agli alunni del Liceo, si è svolto il 15 novembre 2018 e con il mio intervento gli studenti sono stati introdotti alla tematica della lotta al traffico illecito di beni culturali attraverso l’esame di diversi casi concreti concernenti il territorio di Rimini e di Pesaro. Il secondo, aperto alla cittadinanza, si svolgerà il prossimo 9 febbraio 2019 (ore 11,00-13,00) e vedrà l’intervento di Jeannette Papadopoulos (archeologa e dirigente del Ministero dei beni culturali in pensione) e del maggiore Giuseppe De Gori, Comandante del Nucleo di Bologna dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. La prima relatrice interverrà sul tema “Perdita di ricchezza e verità, perdita di storia”, il secondo su “Il ruolo del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale nella prevenzione e repressione del traffico illecito di beni culturali”. Anche il terzo incontro sarà aperto alla cittadinanza e avrà luogo il 22 marzo 2019 (ore 15,00-17,00). In tale occasione, Silvia Cecchi (Sostituto Procuratore della Repubblica del Tribunale di Pesaro) tratterà del caso dell’Atleta Vittorioso attribuito a Lisippo (tema affrontato da Giannella Channel a questo link).


Fotogallery

L’Ecuador che incontri

nel Museo di Rimini

Ecuador. Donna di rango con lunga sottana.

Ecuador. Donna di rango con lunga sottana.

Ecuador. Donna di rango.

Ecuador. Donna di rango.

Ecuador. Persona anziana di rango.

Ecuador. Persona anziana di rango.

Ecuador. Uomo con flauto.

Ecuador. Uomo con flauto.

Ecuador. Uomo di rango.

Ecuador. Uomo di rango.

Ecuador. Uomo in meditazione.

Ecuador. Uomo in meditazione.

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* Sabrina Urbinati è una giurista esperta di protezione internazionale dei beni culturali. Dal 2009 al 2016 è stata assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano-Bicocca. Dal 2012 al 2016 ha lavorato sul tema “La nuova dimensione del concetto di pace e sicurezza internazionali” e dal 2009 al 2012 sulla “Salvaguardia del patrimonio culturale intangibile e la protezione del patrimonio subacqueo”. Ha ottenuto il Dottorato di ricerca in diritto internazionale nel quadro di una co-tutela tra l’Università degli Studi di Milano e l’Università di Parigi 1, Panthéon-Sorbonne. La sua tesi di dottorato è stata pubblicata dall’Università degli Studi di Milano-Bicocca (titolo: Les mécanismes de contrôle et de suivi des conventions internationales de protection de l’environnement). I risultati dei suoi lavori sono stati pubblicati su numerose riviste scientifiche. Dal 2006 tiene seminari di diritto e organizzazione internazionale, protezione dei beni culturali e dell’ambiente. Dal 2000 è esperto giuridico del Ministero degli Affari Esteri. Contatto: sabrinaurbinati73@gmail.com. Il Museo degli Sguardi è in via delle Grazie, 12 a Covignano di Rimini. Tel. 0541.793858. La mail è: musei@comune.rimini.it. La pagina Facebook: facebook.com/museicomunalirimini. © Credit foto reperti: Archivio fotografico dei Musei Comunali.

Da “I salvatori dell’arte”: