Dal 1969 le Giornate internazionali di studio del Centro Pio Manzù hanno visto arrivare a Rimini duemila tra capi di Stato, premi Nobel, First Ladies che qui hanno delineato i grandi scenari del pianeta. Eppure, quando mi concesse la sua ultima intervista per Sette/Corriere della Sera, nel gennaio 2014, il “motore” del Pio Manzù, Gerardo Filiberto Dasi, non esitò a indicarmi nella “bacchetta delle baraccopoli” il suo eroe. Gli chiesi:
Caro Dasi, tra i moltissimi protagonisti incontrati chi ha lasciato il segno nella sua memoria da proporre come modello per l’Italia?
«Vivo una stagione in cui i ricordi sono più forti del futuro. Eppure proprio a un futuro migliore è rivolto il mio pensiero, e alla sfida che ci attende: dare una prospettiva ai bambini, gli uomini del futuro. Mi ha allarmato il record italiano dell’abbandono scolastico (il 17,6% degli alunni lascia i banchi in anticipo, 5 punti in più della media europea). Per questo io ho un uomo e il suo piano educativo da segnalare a un’Italia che ha bisogno di gesti coraggiosi nel mortificato campo culturale: José Antonio Abreu, economista e musicista, ex ministro della Cultura del Venezuela che premiammo a Rimini sette anni fa per aver ideato e portato avanti El Sistema, un programma di promozione sociale dell’infanzia e della basato sulla musica che ha del miracoloso».
Ricordo l’incontro con Abreu che mi delineò le note della sua rivoluzione gentile: dal 1975 ha coinvolto 350 mila giovani e 300 gruppi nel mondo che suonano in centinaia di orchestre.
«Prima che nascessero le Orchestre giovanili in Venezuela la musica era un passatempo per pochi. Oggi l’educazione musicale è un diritto dei bambini. Merito di Abreu che si è sempre impegnato perché i suoi ragazzi potessero avere come insegnanti i migliori direttori d’orchestra».
Se n’era innamorato anche il nostro Claudio Abbado.
«Non è un caso che l’Orchestra Simón Bolívar, composta dai migliori talenti delle orchestre giovanili, sia chiamata a esibirsi nei teatri più prestigiosi del mondo. Così la musica ha dimostrato il suo potere educativo. Abreu, sognatore con i piedi ben piantati nella realtà, parte dal principio che far parte di un’orchestra richiede impegno, studio, disciplina. Non si suona da soli e ognuno deve fare la sua parte: bisogna osservare gli altri, andare d’accordo, sostenersi e correggersi a vicenda. Ci sono ragazzi che per la prima volta hanno scoperto di saper fare qualcosa di buono. Poi la musica unisce, un artista è l’orgoglio della sua famiglia, del suo quartiere. Infine il saper suonare equivale a maneggiare un mestiere e dunque ad avere una prospettiva di lavoro e di guadagno. Gustavo Dudamel, classe 1981, uno dei fiori all’occhiello dell’esperienza di Abreu, oggi dirige la Los Angeles Philharmonic ed è considerato come uno dei migliori direttori d’orchestra». (* Fonte: “Sette” / “Corriere della Sera”, n.3/2014.)
Dalla collana “Il mio eroe”:
- Giovanni Palatucci (1909-1945), scelto da Ennio Di Francesco, già commissario di Polizia e fautore del Movimento democratico della riforma della polizia
- Giuseppe Caronia (1884-1977), grande pediatra che salvò molti ebrei e antifascisti a rischio della sua vita, è l’eroe scelto da Italo Farnetani, il medico dei piccoli
- Roberto Baggio sceglie il maestro buddhista Daisaku Ikeda, che ha dedicato la vita a sradicare le cause della violenza
- E Gianni Boncompagni scelse Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande pianista del mondo tifoso di Enzo Ferrari e Topolino
- Nerio Alessandri: quel giorno nella vita di mr. Technogym, il romagnolo che fa muovere il mondo
- Dario Fo elogia il Ruzzante: “Fu un vero rivoluzionario, l’unico che, in forma satirica, ha parlato del suo tempo”
- Urbano Cairo: “Se scalo le montagne lo devo a un filosofo-faro: Napoleone”
- Antonio Cederna, giornalista e battagliero difensore della città, del paesaggio, della bellezza italiana
- Brunello Cucinelli dona bonus culturale ai suoi 1.450 dipendenti e sceglie Marco Aurelio
- E don Ciotti mi indicò il suo eroe: Tonino Bello, vescovo degli ultimi
- Michael Collins: era italiano il gregario spaziale rimasto a orbitare intorno alla Luna. Ecco chi me lo raccontò
- Zorro, cent’anni fa nasceva la leggenda del giustiziere mascherato (l’eroe di Etro)
- Un eroe e un amore che, mi confidò, abitavano nella mente di Luciano De Crescenzo
- Rossana e Carlo Pedretti: le loro vite nel segno di quel genio di Leonardo
- E Roberto Bolle mi confidò: “Il mio eroe? Adam, bambino soldato d’Africa”
- Fabrizio Barca: “il mio uomo faro? Amartya Sen. Quell’economista e Nobel indiano ha dato una risposta alle paure e alla arida globalizzazione”
- Raffaella Carrà: “Felicità è aver avuto una nonna come Andreina mia maestra in una Romagna che era piena di note e di libertà”
- Lo spirito guida di Massimo Giletti? Toro Seduto, un leader lontano da potere e profitto
- E Mauro Corona mi confessò: “Devo a Mario Rigoni Stern la mia rinascita”
- Giuseppe Masera: “per chi come me ha dedicato una vita nella battaglia alla leucemia infantile, la figura di Giovanni Verga assume i contorni di un gigante”
- Nel glossario di Andrea Camilleri inserite la voce: Mandrake, l’idolo che mi confessò
mi interessano soprattutto articoli su personalità altruiste che dedicano la vita al prossimo.