Orroli (Cagliari) –

orroli-sardegna-turismoGiovedì 21 settembre 2017 Antonio Orgiana, sindaco di un piccolo mondo antico (Orroli, a nord di Cagliari e a 520 metri di altezza), ha indossato la fascia tricolore, messo sotto braccia la targa appositamente ideata per l’occasione, è passato dal fiorista per comprare un mazzo di fiori tricolori e, accompagnato dalla sua vice, Anna Pitzalis, ha bussato alla porta di Antonietta Boi per auguri speciali: perché Antonietta, quel giorno, ha compiuto cento anni, diventando la ventiseiesima nella storia degli ultracentenari del borgo, il borgo della lunga vita nel cuore della Sardegna, l’isola dei centenari. Sulla sua agenda, il sindaco ha già segnato i prossimi appuntamenti centenari: con Giuseppe Piras e Speranza Puddu. Perché i nuovi Matusalemme abitano qua e là in tutti i 377 comuni della Sardegna ma prosperano in particolare a Orroli. L’ambiente millenario che ruota attorno agli eredi dei pastori-cacciatori alle falde del Gennargentu, su un pianoro verde che s’affaccia a strapiombo sul fiume Flumendosa, può essere considerato un vero e proprio laboratorio genetico: qui, tra case e botteghe artigiane incorniciate da una collana di 40 primitivi nuraghi, ho passeggiato per le strade, nella primavera del 2002, con Giovanni Frau, il nonnissimo d’Europa, che con i suoi 112 anni e 6 mesi (aprì gli occhi alla vita il 29 dicembre del 1890, in concomitanza con la creazione della colonia italiana dell’Eritrea) quell’anno del mio incontro era al terzo posto nel campionato mondiale della longevità preceduto solo dal giapponese Yukichi Chuganji e dell’americano John Ingram MacMonan, di soli pochi mesi più vecchi. (Su messaiu, l’agricoltore, come chiamavano Frau in paese, ha resistito ancora un anno: oggi mi aggiornano che ha chiuso per sempre gli occhi nel 2003).

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Orroli (Cagliari). La neocentenaria Antonietta Boi riceve i fiori dal sindaco Antonio Orgiana e della vice sindaco Anna Pitzalis.

Antonietta, oltre ad accudire alla numerosa famiglia e ad aiutare il marito nei lavori dei campi, ha contribuito al mantenimento della famiglia filando lino, lana e canapa e tessendo coperte (burrasa), bertulas (bisacce), arazzi, sacchi e tappeti che poi rivendeva.

A Orroli tziu Giovanni era in buona compagnia: nell’ufficio anagrafe del comune scorrono sotto gli occhi le storie di altri 25 ultracentenari, 23 dei quali sono deceduti. Erano donne come Clotilde Cotza (102, che fino a pochi anni prima aveva “firmato” il miglior pane e i più saporiti dolci dell’Ogliastra trasmettendo poi i suoi segreti ai più giovani). O uomini come Agostino Marcialis (101, ex pastore) o come il possidente Ottavio Anedda, arrivato al traguardo del secolo dritto come un fusto tanto da meritarsi il soprannome di Chiodo; o come Peppino Sulis (104, al quale era morta la cavalla e lui aveva comprato un cavallo maschio con l’intenzione di domarlo. Erano tutti amici di Giovanni Frau: nella squadra dei “nuraghi umani”, che si strinsero accanto a tziu Giovanni per posare orgogliosi per Oggi nel primo giorno di primavera del 2002 ai piedi del più maestoso e complesso nuragico del Mediterraneo, il nuraghe Arrobiu (significa “rosso”, dai licheni che ne ricoprono le pietre), del XIV secolo avanti Cristo, vera fortezza con torri e bastioni.

All’anagrafe spuntano anche i nomi di Giuseppe Cauli (100), Emanuele Pisano (102), Bonifacia Sirigu (101), Vincenza Orgiana (108), Adelaide Sirigu (101), Vitalia Schirru (103), Giovanni Carrus (101), Giovanni Marroccu (100), Ermenegildo Schirru (102), Adelaide Boi (101), Elena Orrù (102), Giuseppina Pala (102), Efisio Piras (102), Rita Lobina (104), Annetta Orrù (101), Giuseppa Orrù (100), Egidia Manca (103), Giuseppina Aresu (102), Ottavio Muggiri (102), e due viventi: Ermelinda Cotza, che ha compiuto 102 anni il 17 maggio e Antonietta Boi, la neocentenaria festeggiata dal sindaco, dal parroco don Sergio Pisano, dagli otto figli, i generi e le nuore, i 22 nipoti, i 28 pronipoti, parenti e amici. A proposito:

Il giorno più bello del mio secolo di vita? Quello del mio matrimonio con Ignazio. Il mio sogno d’amore era stato ostacolato in tutti i modi dai miei genitori-padroni che non condividevano la mia scelta solo perché la persona della quale ero innamorata era di origini umili.
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Il Nuraghe Arrubiu (significa “rosso”, dai licheni che ne ricoprono le pietre), risalente al XIV secolo avanti Cristo. È il più importante monumento megalitico tra quelli presenti in tutta la Sardegna.

Orroli vanta oggi anche 56 ultranovantenni: 26 maschi e 25 femmine. Ed è l’unico paese della Sardegna che ha avuto un ultracentenario a cavallo tra il 1700 e il 1800: Maria Pisano nata nel 1764 e deceduta il 20 luglio 1870 all’età di 106 anni.

“A conti fatti oggi 374 persone in Sardegna hanno superato il secolo di vita o vi si stanno avvicinando”, osserva il professor Luca Deiana, biochimico clinico di fama internazionale, docente alla facoltà di Medicina dell’Università di Sassari e coordinatore del progetto AKeA (che sta per A Kent’Annos, una frase augurale: “che tu possa vivere fino a cent’anni”) che lo ha portato a girare in lungo e in largo la Sardegna, con l’approvazione dei comitati etici e senza cedere alle lusinghe delle società d’affari. (Invece sull’aspetto commerciale dell’uso del DNA dei centenari sardi, venduti da un ex ricercatore del CNR, nessun legame con Deiana, a una società inglese, Tiziana Life, sta indagando la Procura di Lanusei: vedere l’interessante ricostruzione di Report, su RaiTre, di lunedì 30 ottobre, in replica sabato 4 novembre).

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A Orroli viene offerta la possibilità, unica in Sardegna, di un escursione in battello nei laghi artificiali del Flumendosa e Liscia su sicure imbarcazioni in stile Mississippi: dotate di suggestive ruote a pala, possono ospitare comodamente fino a 172 passeggeri e permettono di godere appieno della bellezza del paesaggio lacuale. Le dighe sono state costruite negli anni Cinquanta e inaugurate dall’allora presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.

Un progetto in collaborazione con la statunitense Duke University North Caroline e con finanziamento dell’assessorato alla Sanità della Regione Sardegna che ha mosso i passi nel 1996 e che, dopo l’analisi del DNA di oltre tremila patriarchi censiti nei 377 comuni dell’isola e conservati in una banca dati a Sassari, sta vedendo pubblicare, a firma di Deiana e dei suoi collaboratori (qualche nome fra tutti: il sassarese Ciriaco Carrru, la geriatra padovana Giovannella Baggio e l’immunologo dell’Università di Bologna Claudio Franceschi, coordinatore nazionale del programma di studio sui centenari) l’opera omnia sui Matusalemme sardi (800 pagine sull’isola dei centenari che Deiana sta per finire di scrivere faranno piena luce, anche per i non addetti ai lavori, sull’elisir di lunga vita dei “nonni d’Europa”). Innanzitutto, sono ben tre record mondiali finora registrati.

  1. Primo record: sull’isola ha vissuto fino al 3 gennaio 2001 l’uomo che il Guinness dei primati registrava come il più vecchio del pianeta, Antonio Todde, 113 anni, per 70 allevatore a Tiana, 590 anime alle falde del Gennargentu.
  2. Secondo record: la Sardegna registra la percentuale più alta di centenari viventi. Ben 374 su una popolazione di solo 1,6 milioni di abitanti (in Italia si è passati dai 50 di inizio secolo, con 30 milioni di abitanti, ai quasi 4000 attuali: dato emerso in un convegno romano del CNR su La salute dell’anziano). La densità relativa in Sardegna è pari a 135 × milione, contro la media mondiale di 60-70. Questo spiega la nascita di altre ricerche sull’invecchiamento come quella dell’Università di Cagliari, nota come Progenia coordinata dei genetisti Antonio Cao e Giuseppe Pilia, cui spetta il compito di scoprire i segreti della popolazione di Lanusei, capitale dell’Ogliastra (Nuoro).
  3. Terzo record: nel Nuorese il rapporto donne-uomini tra ultracentenari è di 1 a 1, cioè maschi e femmine sono longevi allo stesso modo. In Sardegna il rapporto sale a 1 a 2, mentre negli altri Paesi del mondo oscilla da1 a 4 a 1 a 7. Tanta longevità (“a Nuoro ci si ammala soltanto di vecchiaia”, recitava il titolo di un’inchiesta premonitrice di Oggi del 21 marzo 1984) e tanto equilibrio sollecitano molte curiosità da parte di scienziati e aziende farmaceutiche interessati a scoprire quali sono i segreti delle “vite a tre cifre” per poterne ottenere grandi affari. Ma se ci sono uno o più segreti per prolungare l’esistenza dell’uomo, loro – i diretti interessati – non li conoscono, a meno che non si voglia parlare genericamente di “vita sana” o, per dirla con l’approccio del maresciallo dei carabinieri, tale è stato fino al congedo Antonio Brundu (102enne all’epoca del mio incontro, nato a Perfugas e oggi a Erula) “una vita scevra da stress da vizi”, compreso il fumo che lui confessa di aver abbandonato a ben 60 anni, magari illuminata dalla fede e dalla preghiera (testimonianza che mi rese Giovanna Laina, otto figli in 101 anni tutti i vissuti sulle montagne di Tula, presso Erula, “dalle quali mi allontanai in sella a un cavallo rosso affittato dal mio innamorato, solo il giorno del matrimonio, il giorno più bello del mio primo secolo di vita”).
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Giovanni Frau, il nonnissimo d’Europa (Orroli, 1890-2003).

Vita sana, dunque: come quella – simile in gran parte dei suoi colleghi – di Giovanni Frau, il recordman d’Europa che, fissandoti con quei suoi occhi vivaci da dietro le spesse lenti da miope, non smetteva di recitare a chi l’avvicinava la sua “formula” vincente:

Vivere in serenità, lavorare tanto, non fare stravizi: e un buon bicchiere di vino rosso non guasta.

Tornato dalla Prima guerra mondiale combattuta a 26 anni sull’altopiano di Asiago con la Brigata Sassari, appese al muro la medaglia al valore che si era guadagnato, mise gli occhi addosso alla contadinella Giuseppina Cavalleri, la sposò e con lei riprese il vecchio lavoro di agricoltore. E non ci vuole molta fantasia a capire quale fosse il tipo di vita di tziu Giovanni, specie in quegli anni: levataccia all’alba, calli alle mani, pane e formaggio, una minestra la sera e poche ore di sonno prima di ricominciare. Una routine rotta di tanto in tanto dalle feste di compleanno, celebrate con i migliori piatti tipici tradizionali della signora Tonia Lacone nel confinante museo-ristorante Vargiu, tra gli attrezzi da lavoro dei campi e i corredi ricamati dell’800. Poi gli otto figli e i tanti nipoti, ai quali trasmettere la sapienza popolare depurata dell’autoritarismo. Qualche esempio preferito:

Lea su tempus cum tempera
Prendi il tempo con saggezza
Quie rispectat non morit
Chi sa aspettare non muore
Su becciu non sentiada ca moriada, sentiada ca no isciada
Al vecchio non dispiaceva di morire, dispiaceva di non sapere
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I Matusalemme sardi in un murale nell’Ogliastra.

Infine il tempo della pensione, il saluto estremo alla moglie morta a 90 e a 5 degli 8 figli e – a poco a poco – il dolce far niente: è così che Giovanni Frau ha attraversato tre secoli e conosciuto nove papi, tre re, la guerra d’Africa e due conflitti mondiali. È così che si vive di più? “In realtà”, riprende il professor Deiana, “tentando di delineare un primo, sommario identikit del super centenario sardo (riassunto nella tabella che trovate più in basso) ‘l’elisir di lunga vita’ è dato da più fattori”. Vediamo quali sono i principali:

  • il fattore alimentare. Il mangiar sano è sintetizzabile nella sigla “dieta mediterranea” (cioè buon e modico uso di farinacei, pane, pasta, di carni poveri di grassi: l’olio è quello d’oliva, il burro quasi non esiste, poi un buon bicchiere di vino e soprattutto tanto formaggio, quel formaggio pecorino che è anche la base alimentare di una popolazione tibetana nota per l’alto numero di super vecchi);

    Nel grande libro dei patriarchi sardi un capitolo importante è costituito dall’alimentazione. Alcuni studi specifici riguardano ad esempio il vino sardo, che, stando ai primi risultati ottenuti, conterrebbe una maggiore quantità di sostanze anti-ossidanti, ma anche la frutta autoctona, che presenta valori tre volte superiori di flavonoidi e polifenoli. I formaggi poi, secondo la ricerca in corso, presentano bacilli con alta resistenza al pH e con evidente attività probiotica.

    Una tesi che combacia con l’estratto dell’indagine sulle abitudini alimentari dei centenari, presentato all’Expo di Milano. Il 93% dei maschi centenari, infatti, beve vino (quasi il doppio rispetto alla media assoluta italiana), mentre le donne consumano abitualmente latticini nel 92% dei casi (89% i maschi), pasta (83% le femmine, 80% i maschi) e verdura (77% e 69%).

  • il fattore sociale. Perché qui, a differenza del resto d’Italia sempre meno attento ai problemi della vecchiaia, resiste la “cultura dell’anziano”, in famiglia e fuori, ci si prende cura con rispetto della sua dignità, non si fa loro mancare il calore della compagnia;
  • il fattore ambientale. È dovuto all’invidiabile situazione climatica e all’aria buona della Sardegna e alle ore lavorative ancora regolate dall’attività del Sole;
  • il fattore genetico. È la vera chiave di volta dell’architettura della lunga vita sarda e sta in quell’unico e singolare DNA elargito da genitori dotati di cromosomi “a denominazione di origine controllata”. I buoni geni, che nel millenario isolamento si trasmettono da infinite generazioni, (Podibba e giuusu in cogu tusu, moglie e gioco del tuo paese) rendono i sardi – specie quelli della Sardegna interna – diversi dagli italiani e dagli europei. Così diversi da costituire fattori favorenti della longevità, anche se – in qualche caso – possono esaltare taluni aspetti negativi della salute dei sardi, come l’anemia mediterranea, il diabete giovanile e la sclerosi multipla.
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Salvatore Giannella (a destra) durante una delle sue incursioni nella Sardegna interna.

L’analisi genetica finora condotta equipe del professor Deiana si è mossa in più direzioni: in particolare è stata privilegiata l’analisi del DNA per scoprire i geni candidati alla longevità. Un particolare approfondimento viene fatto sui cromosomi sessuali X e Y, femminile e maschile. “La conoscenza più approfondita dei geni che controllano la durata dei processi biologici e quindi della vita porterà informazioni di grande importanza, offrendo opportunità quasi inimmaginabili. Occorre, però, tener conto degli altri fattori in gioco, le cause esterne oltre a quelle genetiche”, conclude Deiana. Insomma è corretto lo slogan del sindaco di Orroli che sogna per il paese un futuro anche di turismo scientifico, “per vivere fino a 100 anni, mettete un po’ di Sardegna nel vostro DNA”. Ma c’è ancora molto da fare (qui, sul terreno fertile della Sardegna come altrove, in aree ad alta omogeneità genetica come il Cilento campano e l’Islanda) per trovare il tanto ricercato “gene di Matusalemme” e marciare verso la longevità di massa vissuta in piena salute.


Fotogallery

I Matusalemme sardi

visti da Pierino Vargiu*

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Giulio Podda, 104 anni (San Sperate, 27 settembre 1913). Va ancora in bicicletta, è molto loquace, socievole e uomo di mondo, è orgoglioso di essere andato all’Expo di Milano a rappresentare i centenari della Sardegna.

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Maria Carrus, 101 anni (Nurri, 10 settembre 1916). Dopo il matrimonio, oltre ai lavori domestici, teneva la contabilità per un magazzino di formaggio gestito dal suocero. È una “maestra del pane”, ha tenuto diversi corsi per insegnare l’arte del pane in tutta la Sardegna.

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Maria Mei, 100 anni (Terraseo di Narcao, 23 gennaio 2017). Rimasta orfana di padre a tre anni, ha frequentato la scuola fino alla seconda classe elementare. Ha avuto 10 figli. Per due anni è stata bidella presso le elementari di Perdaxius. Ha sempre allevato galline, maiali, conigli e coltivato verdure e ortaggi per uso familiare.

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Giuseppa Muggianu, 100 anni (Atzara, 29 ottobre 1917). Tzia Peppa è un nonnina dolcissima, con una memoria invidiabile. Ha lavorato fin da bambina, in campagna, nei lavori domestici in casa propria e a servizio per tanti anni presso le case dei “signori”. È specialista nel preparare il “pane e saba” (dolce fatto con la sapa e con le noci), dolce tipico del suo paese.

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Anna Maria Pasca, 102 anni (Alghero, 10 ottobre 1915). Ha sempre lavorato in campagna, alla raccolta delle olive, dei cachi, alla vendemmia e alla coltivazione del tabacco. Rimasta vedova dopo solo 10 anni di matrimonio, ha lavorato tanto per allevare al meglio i figli.

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Francesco Maria Palmas, 100 anni (Busachi, 14 maggio 1917). È un nonnino allegro e simpatico, è in buona salute e conserva un’ottima memoria. Ha trascorso 8 lunghi anni della sua giovinezza, sotto le armi durante la seconda guerra mondiale. Ha sempre fatto il pastore, si è dedicato anche alla politica, per 20 anni è stato consigliere comunale al suo paese. Scrive poesie.

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Adolfo Piddu, 103 anni (Esterzili, 31 agosto 1914). Fino a 102 anni accudiva un piccolo gregge, ogni giorno percorreva due chilometri fino al suo “tancato” per condurre le sue pecorelle al pascolo. Nella sua vita ha fatto diversi mestieri: carrettiere, agricoltore, allevatore. Si tiene costantemente informato leggendo quotidiani e ascoltando i telegiornali.

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Pierino Vargiu, il fotografo dei centenari sardi.

* Il fotoreporter Pierino Vargiu: il suo libro sui “Centenari di Sardegna” (edito da Claudia Giuseppetti, Lux Photo Art, testi di Francesca Murgia) è continuamente ristampato. Nelle pagine del suo volume si susseguono storie di persone che hanno vissuto periodi difficili ma che comunque, a dispetto delle prove superate, ancora sorridono alla vita. Classe 1952, Vargiu è un ex agente di Polizia penitenziaria, attualmente in pensione (link pagina Facebook). Nel suo viaggio tra i Matusalemme isolani è accompagnato dalla moglie Angela Mereu.


 

A PROPOSITO

In dieci punti, l’identikit

dei “Nuraghi umani” sardi

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Oniferi (Nuoro), 2013: Filomena Murgia, all’epoca 102enne, con il biochimico di Sassari Luca Deiana, che porta avanti dal 1996 un progetto che lo ha portato, con i collaboratori, ad analizzare il DNA di oltre tremila patriarchi censiti nei 377 comuni dell’isola e conservati in una banca dati a Sassari. Sta per pubblicare l’opera omnia sui Matusalemme sardi.

  1. È circondato dall’affetto dei familiari.
  2. Svolge una moderata attività fisica (passeggiare, curare orto e giardino, ecc.).
  3. Mangia poco: un piatto con poca pasta, formaggio e un bicchiere di vino.
  4. Affronta la vita con ottimismo e con scarsa incidenza di nevrosi, stress o depressione.
  5. Tiene in forma il cervello leggendo e, talora, scrivendo un diario.
  6. Ha valori più alti di colesterolo Hdl (quello buono), protettivo delle pareti dei vasi arteriosi.
  7. Ha livelli più alti di apoA.1, una lipoproteina associata al colesterolo, che protegge dall’infarto.
  8. Ha la pressione arteriosa più bassa (fino a 80-85), in particolare quella minima o diastolica, che comporta una minore usura delle pareti arteriose.
  9. Ha il sistema immunitario poco usurato da stress, con una buona funzionalità e capacità di “rimodellamento”.
  10. Ha la capacità di mantenere il sistema delle infiammazioni dell’organismo a basso livello circolante nel sangue a una complessa relazione delle proteine “citochine” (tra le quali la più nota e conosciuta è la Interleuchina-6).

UNA MINIGUIDA

Il mosaico dei cento turismi

in natura e di cultura

a Orroli e dintorni

Turismi in natura

  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 01b fotografia naturalisticaBotanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
  • 04b campi scuolaEntomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 11b-miniereMiniere e archeologia mineraria, geologia, paleontologia, itinerari nei mondi di pietra (per turisti e per specialisti)
  • 05b picnic scoutismo vacanze scolastiche familiariPicnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • 13b-sport-dacquaSport d’acqua (escursioni in barca, vela, windsurf)
  • Sport dell’aria (deltaplano, parapendio, aquilonismo)
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
  • 08b turismo equestreTurismo equestre

Turismi di cultura

  • 20b-itinerari-archeologici Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
  • 24b artigianatoArtigianato e collezioni
  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 19b musei e beni storiciMusei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 26b strade romanticheStrade romantiche
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)

Mangiare e dormire bene

a Orroli e nei dintorni

A Orroli sono presenti numerose attività ricettive come i bed and breakfast e alcuni hotel costruiti secondo l’antica tradizione dei rifugi dei pastori e nell’assoluto rispetto dell’ambiente utilizzando le numerose abitazioni padronali di impianto tradizionale sardo, con corte interna spaziosa, magazzino per le provviste e animali, arco d’ingresso. Tra le strutture una molto accogliente è il Villaggio Antichi Ovili, che presenta un’architettura caratteristica, tipica del periodo antecedente alla civiltà nuragica, e offre camere esclusive con una splendida vista panoramica, inoltre le camere sono caratterizzate da soffitti a volta e muri in pietra a vista. Un altro hotel molto apprezzato nella zona è l’Hotel Castellinaria, che regala un’atmosfera magica, infatti la struttura sembra rimandare ad un’epoca precedente.

 

Altre coordinate utili:

  • Link utili per i siti istituzionali, turistici e regionali e altri borghi citati inseriti nella lista dei borghi ideali del Mibact: www.viaggio-italiano.it

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(Venerdì Sabato Domenica)

 

Sette cose da fare nel borgo della “lunga vita”. Consigli d’autore (in questo caso del presidente della Pro Loco di Orroli, Giampaolo Mereu) per una sosta arricchente, per sentirsi parte di un luogo, per scoprire le luci della notte e il chiarore dell’alba. Fermarsi un po’, prima di ripartire.

 

 

  1. Ammirate il “gigante rosso”, il Nuraghe Arrubiu, risalente al XIV secolo avanti Cristo. È il più importante monumento megalitico tra quelli presenti in tutta la Sardegna;
  2. Visitate a poca distanza da Arrubiu il villaggio nuragico e il pozzo sacro di Su Putzu, composto da circa 100 capanne, mentre il pozzo che dà il nome al sito presenta uno spiazzo antistante a forma di mezza luna. Si tratta di un tempio a pozzo per il culto delle acque e rappresenta il luogo dove si svolgevano i rituali di purificazione;
  3. Inoltratevi nel parco di Su Motti, dove sorge una vasta necropoli neolitica, due nuraghe e le famose Domus de Janas. Nel parco è possibile fare escursioni che non sono faticose, e sono adatte a chiunque voglia cimentarsi utilizzando dei sentieri. Dall’ingresso, si possono percorrere due sentieri distinti, quello di destra, un p’ più impervio a causa della presenza dei massi di basalto, attraverso il quale si raggiunge l’altopiano di Taccu Ida; e quello di sinistra che porta alle Domus de Janas, case delle streghe, che sono delle strutture sepolcrali costituite da tombe scavate nella roccia dalle forme più svariate;
  4. Gustate le specialità enogastronomiche tipiche del borgo, tra le quali i dolci e Kentos (ossia “cento”), il pane dei centenari, rigorosamente artigianali, come si facevano una volta, e interamente biologici. Belli da vedere e da mangiare, sani. Una curiosità supplementare: qui il grano è Re da sempre, al centro dell’economia e dell’alimentazione. In ogni capanna prenuragica c’era una piccola mola di pietra. Gli abitanti di Orroli erano chiamati Piccaperdas, ossia “martella pietre”, perché erano maestri riconosciuti in tutta la Sardegna proprio nel costruire le mole;
  5. Godetevi una gita in battello sul lago Flumendosa, molto suggestiva e di sicuro interesse per tutti gli amanti della natura;
  6. Immergetevi nella tre giorni di festa della sagra più importante del paese: Santa Caterina, martirizzata nel IV secolo (è la protettrice dei sarti e dei mugnai). Particolarmente suggestiva la processione della prima domenica di giugno, quando la statua della santa rientra a Orroli dalla chiesa campestre, accompagnata da cavalieri, traccas, tamburini, gruppi folk e suonatori di launeddas;
  7. Meravigliatevi nella visita a chiese importanti, che custodiscono un ricco patrimonio storico e artistico. Su tutte: la chiesa di San Vincenzo Martire, che risale al ‘500; la chiesa aragonese di San Vincenzo Ferreri, santo spagnolo; la chiesa di Santa Caterina, in stile gotico – catalano; e infine la chiesa di San Nicola, che presenta testimonianze di epoche diverse.

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7. Continua. Prossima tappa: da Rimini
a Pennabilli, sulle tracce di Tonino Guerra.

2017-anno-dei-borghi-viaggio-italiano* Testo adattato dal mio articolo pubblicato il 3 aprile 2002 su Oggi, il settimanale delle famiglie italiane. Le precedenti tappe di questa “geografia della memoria”, che toccherà tante altre eccellenze della piccola Italia, regione dopo regione dalle Alpi alla Sicilia, hanno riguardato

  1. Montefalco (Perugia) e i borghi ideali dell’Umbria;
  2. Valsinni (Matera), sulle tracce della poetessa Isabella Morra con i borghi ideali della Basilicata;
  3. Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), borgo recuperato e reso modello di attrattività turistica, commerciale e culturale;
  4. Volpedo (Alessandria), il borgo del pittore del Quarto Stato, Pellizza;
  5. Varese Ligure (La Spezia), comune pioniere sulla strada dell’eco-sostenibilità, con i borghi ideali della Liguria;
  6. Amalfi e la Costiera Amalfitana, con i borghi ideali della Campania;
  7. Orroli, il borgo nel cuore della Sardegna dove abbondano gli ultracentenari;
  8. Da Rimini a Pennabilli sulle tracce di Fellini e di Tonino Guerra: paesaggio con poeta;
  9. Nel Montefeltro marchigiano sulle orme di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte italiana;
  10. La Puglia Imperiale che stupì Federico II;
  11. Scicli, a tavola con il commissario Montalbano e Andrea Camilleri;
  12. A Barga e nella Valle del bello e del buono di Giovanni Pascoli;
  13. A Tropea i profumi del mare e della terra creano un gioiello della tavola: la cipolla rossa;
  14. Arpino, in Ciociaria, mette in campo Cicerone e i Grandi Spiriti;
  15. A Mel e nelle Dolomiti Bellunesi, rifugio del cronista Dino Buzzati;
  16. Nel futuro di Riccia ci sono le pantere grigie: qui sarà bello vivere (specie nella terza età);
  17. A Sappada, il borgo che accende la fantasia dei bambini;
  18. Da Cassinetta di Lugagnano si levò un urlo: “Terra! Terra!”

L’illustrazione di apertura, e qui a destra, è di Ro Marcenaro. Si ringrazia, per la collaborazione: Giampaolo Mereu, Giampiero Leoni, Luca Deiana, Fulvia Cederna Lanza.

BUONO A SAPERSI / UNO SGUARDO ALL'INIZIATIVA DEL MIBACT

I 60 Comuni ideali della Sardegna,

gli 8 storici marinari, i 4 paesaggi d’autore

e i 6 che aderiscono all’utile Passaborgo

nel progetto “Borghi – Viaggio italiano”

Borghi-Viaggio-Italiano

Un link, un tour

Sul progetto “Borghi – Viaggio italiano”, una delle principali iniziative che caratterizzano l’Anno dei Borghi italiani proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), vedere www.viaggio-italiano.it.

Capofila delle 18 Regioni coinvolte è la Regione Emilia-Romagna – viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna – Centralino: 051.5271. Direzione generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa: viaggioitaliano@regione.emilia-romagna.it (Responsabile: Laura Schiff).

Gli altri 59 borghi ideali della Sardegna

Altre eccellenze, oltre a Orroli, dei 59 borghi della Sardegna inclusi nel progetto “Borghi – Viaggio italiano” le trovate, arricchite da una scheda essenziale e utile, cliccando su queste righe.

23 sono i borghi liguri inclusi nella sezione Borghi marinari:

  • in provincia di Sassari: Alghero, Castelsardo, Santa Teresa di Gallura, Stintino.
  • In provincia di Nuoro: Arbatax, Tortolì; Santa Lucia, Siniscola.
  • In provincia di Oristano: Bosa.
  • In provincia di Sud Sardegna: Carloforte.
  • Quattro le località dei paesaggi d’autore:
    1. Mandas, Sud Sardegna (David Herbert Lawrence, scrittore);
    2. Dorgali, Nuoro (Giulio Arata, architetto e Giuseppe Biasi, pittore);
    3. Galtellì, Nuoro (Grazia Deledda, scrittrice, premio Nobel 1926);
    4. Sassari (Mario Sironi, pittore).

Più info sui borghi citati su viaggio-italiano.it

L’utile passaporto digitale: il Passaborgo

Sei i Borghi che aderiscono a Passaborgo, il passaporto del turista: durante il viaggio i turisti possono completare un “passaporto” digitale collezionando le visite in diverse località e beneficiando di convenzioni con operatori locali e associazioni. Sono:

  • Aggius (SS). Nel cuore dell’Alta Gallura, il borgo incanta con le sue bellissime case in pietra granitica. La sua cultura tradizionale è valorizzata nel Museo Etnografico Oliva Carta Cannas mentre di particolare interesse è il Nuraghe Izzana. Terra di mani sapienti, Aggius è borgo di grandi artigiani che da sempre lavorano con passione e abilità gli antichi telai. (A proposito: lo sapevate che nella Sardegna l’artigianato ha superato i risultati dell’industria in crisi? I particolari in questo testo su Giannella Channel).
  • Ghilarza (NU). In Corso Umberto, 57 merita una visita la casa museo di Antonio Gramsci.
  • Masullas (OR). Nel Parco Regionale del Monte Arci: circondato da un paesaggio armonioso, il suo territorio comprende zone di grande bellezza, come il bosco di Tarxi, la parete rocciosa di Su Columbariu e siti archeologici di epoca nuragica. Tesori custoditi nel GeoMuseo MonteArci “Stefano Incani”.
  • Silanus (NU). Sorge su un territorio generoso, fertile, dove da sempre si coltivano cereali, orzo, fave, olivi, viti e alberi da frutta. Paese dalla storia antichissima, è circondato dalle tracce di questo passato, tracce preziose e con una lunga storia da raccontare. Nuraghe imponenti come il Corbos e numerose tombe dei giganti spuntano come fiori di pietra nel verde del paesaggio.
  • Sardara (SU). Al centro della fertile pianura del Campidano sorge questo borgo che ha mantenuto nelle sue architetture tracce del passato, come le mura medievali di cui sono ancora visibili i resti e il tempio a pozzo di S. Anastasìa, di epoca nuragica, che fu uno dei luoghi di culto più importanti dell’Isola tra l’Età del Bronzo e quella del Ferro. È da qui che provengono i materiali conservati del Museo Archeologico Villa Abbas. Operative anche le terme.
  • Tonara (NU). Al centro della Sardegna si trova questo piccolo borgo di Tonara, che nasce dai suoi tre antichi rioni, Arasulè, Teliseri e Toneri e il cui nome deriva proprio da quest’ultimo, che indica i torrioni calcarei presenti nella zona. Passeggiando per i vicoli si resta incantati dalle graziose case di pietra e dai colori dei fiori. Le mani sapienti dei suoi abitanti hanno intrecciato splendidi tappeti e arazzi, e inciso il legno dei boschi creando un patrimonio artistico di rara bellezza. Protagonista delle tavole, il torrone.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).

ANCORA UN MOMENTO, PREGO

Ecco il divertente “vecchiometro”

per capire oggi

quanto vivrete domani

Valutate qui la vostra possibilità di raggiungere il secolo di vita (fonte: Oggi, 3.4.2002)

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Questa tabella-test, elaborata con l’aiuto degli specialisti in geriatria, consente di calcolare – un po’ scientificamente e un po’ per gioco – quante possibilità ha ognuno di noi di invecchiare come i centenari sardi. Assieme a dati certi e non modificabili, sono indicate anche delle variabili che si riferiscono allo stile di vita e che, quindi, possono essere «corrette». Nell’ultima colonna di destra, si dovrà indicare, riga per riga, il punteggio parziale e, alla fine, calcolare, nel tassello più basso, il punteggio finale. Quanto più il totale è positivo tanto più sale la vostra aspettativa di vita.