Ci fu un tempo, dieci anni fa, in cui da Cassinetta di Lugagnano, borgo elegante e signorile nel Parco del Ticino a pochi chilometri da Milano, partì un segnale all’Italia tutta: zero consumo di suolo previsto nel Piano regolatore. Era come se il sindaco (allora era Domenico Finiguerra, nato a Milano da genitori lucani, poco più che trentenne, una laurea in Scienze politiche e un lavoro come funzionario comunale prima di essere eletto sindaco per un decennio) avesse depositato idealmente la fertile terra in banca e ora i 1.800 abitanti raccolgono gli interessi. Ritrovo Finiguerra nella vicina Abbiategrasso dove continua il suo impegno politico (qui è all’opposizione):
Un consumo forsennato che è sintetizzato dal titolo di un suo recente libro: “8 mq al secondo. Salvare l’Italia dall’asfalto e dal cemento” edito da EMI).
L’ultimo rapporto dell’Ispra del 2017 mette in evidenza come il consumo di suolo in Italia proceda a una velocità insostenibile. Siamo arrivati a 23.000 kmq di territorio cementificato, pari al 7,6 % del territorio italiano (un’area pari a quella di Liguria, Campania e Molise messi insieme). Negli anni ’50 questo dato era del 2,7%. In 60 anni la superficie cementificata si è triplicata. Nel 2017, una petizione per fermare il consumo di suolo rivolta al Parlamento europeo e portata avanti da 200 associazioni in tutta Europa, ha raccolto 212 mila firme. In Italia le Associazioni che si erano impegnate (Legambiente, Coldiretti, Acli, Fai, Lipu, Wwf, Slow Food) hanno raccolto 82 mila firme. La petizione, pur non raggiungendo il milione di firme necessario a impegnare il Parlamento europeo in un atto legislativo, rappresenta una importante iniziativa che non può essere ignorata.

Cassinetta di Lugagnano, come la maggior parte degli antichi borghi dell’area posti sul Naviglio Grande, è diviso in due aree distinte dal corso d’acqua: l’una, contraddistinta oggi da poche case e ville che si staglia sulla via che conduce alla vicina città di Corbetta, mentre l’altra su cui si è sviluppato nel corso dei secoli il paese vero e proprio che protende verso Abbiategrasso. Le due aree sono collegate ancora oggi tramite uno storico ponte in granito costruito nel Seicento, durante la dominazione spagnola del Ducato di Milano, che ancora oggi rappresenta il principale punto di attraversamento del Naviglio.
I cittadini di Cassinetta all’epoca furono messi di fronte a una scelta precisa: finanziare la spesa corrente e gli investimenti con gli oneri di urbanizzazione, investendo, quindi in nuove lottizzazioni, oppure intervenire sulla fiscalità locale, permettendo così anche l’accensione di mutui per investimenti? La scelta dei cittadini fu quella di non alterare il patrimonio ambientale del borgo lasciando spazio a nuove edificazioni, e di accettare invece anche un aumento delle imposte comunali. In questo modo, la redazione stessa del piano si liberò di un fardello pesante, quello del “fare cassa” con il territorio. Il piano regolatore, redatto da Antonello Boatti e approvato nel giugno 2006, puntò decisamente sulla valorizzazione intesa come tutela del territorio e del paesaggio agricolo ricco di rogge e fontanili, manutenzione e restauro della più importante attrattiva del borgo (il suo patrimonio architettonico, cioè le bellissime ville nobiliari legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi, rimaste splendide come lo erano secoli fa), la minimizzazione del consumo di suolo e la compatibilità degli interventi con le risorse disponibili: sono gli elementi strategici del Pgt di Cassinetta, in funzione dei quali vengono definiti ancora oggi tutti i singoli interventi.
Oggi Cassinetta si gode i redditi derivanti da quella felice intuizione. Mi dice Michele Bona, nuovo sindaco del borgo:
Chi arriva oggi in questo borgo sul Naviglio Grande, la vena d’acqua che attraversa il paese dividendolo in due parti (le due metà sono unite da uno storico ponte risalente al Seicento) trova l’anello di 200 chilometri di piste ciclabili lungo il quale si snoda il Parco cicloturistico dei Navigli. Basta spostarsi di qualche chilometro da Milano, e il rumore dell’acqua che scorre tra i campi coltivati del Parco del Ticino e del confinante Parco agricolo Sud accompagna il ritmo della bicicletta, mentre le trattorie lungo la strada invitano a una sosta golosa. Oltre alla bici, la barca: il Naviglio Grande è un canale navigabile che nasce prendendo acqua dal Ticino nei pressi di Lonate Pozzolo e finisce dopo 50 km nella darsena di Porta Ticinese a Milano. Nato come canale sia irriguo sia navigabile, come gli altri quattro Navigli lombardi (Bereguardo, Martesana, Paderno e Pavese) anche il Naviglio Grande ha accumulato nei secoli un grande tesoro rappresentato da nobili residenze estive, mulini, paesaggi rurali e naturali.
In questo scenario si incontra L’Aia, una delle migliori aziende agrituristiche lombarde, che già presentammo, con Roberto Angelino, in Milano 50, la guida ai luoghi imperdibili della metropoli lombarda e provincia. L’azienda è un complesso di edifici del ’500 e ’700 un tempo proprietà della famiglia meneghina Negri (il senatore Gaetano Negri fu il terzo sindaco di Milano, dal 1884 all’89, e anche primo cittadino di Cassinetta), i cui eredi nel 1966, pur mantenendo la proprietà della villa a fianco della cascina, cedettero i terreni, 10 ettari, e i fabbricati dell’azienda agricola alla famiglia già affittuaria dal 1927. L’attuale B&B ha quattro stanze, ognuna col nome di una stagione). L’Aia è il simbolo di una realtà in crescita in Lombardia e in tutt’Italia: nel 1995 le aziende agricole della regione che accoglievano turisti erano circa 300, ma nel 2011 erano già diventate 1.360 (20.413 in tutta la penisola) con un trend in costante aumento sia in Lombardia (1.415 nel 2012, 1.521 nel 2013 e 1.566 nel 2014) sia in provincia di Milano: 93 nel 2011, 97 nel 2012, 108 nel 2013 e 111 nel 2014, quando ne sono state censite ufficialmente 21.744 in tutt’Italia.

Villa Negri (Cassinetta di Lugagnano). Attualmente denominata I Platani, fa parte delle famose case da nobili
edificate lungo il Naviglio Grande dai proprietari terrieri milanesi del 500.
Questa crescita costante degli agriturismi sta a confermare una realtà dell’Italia che cambia: quella dell’addio alla città sempre più complicata e della riscoperta del piacere della campagna. I primi segnali erano già stati colti, negli anni Novanta, dalle antenne più sensibili puntate sulla società italiana: il Censis e l’Istat. In quegli anni, che mi vedevano alla direzione di Airone (il più diffuso mensile di natura e civiltà, dove apparve la prima rubrica fissa sull’ospitalità rurale compilata da quel grande scienziato agrario che è il modenese Antonio Saltini), c’era stato un segnale storicamente interessante: più del 50% degli italiani ormai viveva in campagna. L’esodo formidabile era stato registrato nel decennio precedente, degli anni Ottanta, quando un milione e 200 mila persone, più attente agli aspetti qualitativi più che a quelli competitivi del vivere) erano state accolte nelle sedi rurali (Su questi e altri aspetti del fenomeno agrituristico vedere Milano al verde, i 50 migliori agriturismi di Milano e provincia 2016-2017, di Roberto Angelino, con mia prefazione, BookTime, euro 14).
Dal quadro statistico emerge un’altra particolarità: un’impennata delle aziende agrituristiche gestite da donne. Di questa “marea rosa” può essere considerata simbolo Anna Baroni, curatrice dell’Aia con il marito Massimiliano Radice e il figlio Enea. La signora Anna mi indica le varie iniziative che hanno portato in cima alla graduatoria dell’ospitalità rurale la loro azienda agrituristica, che ospita anche antichi fontanili e una fattoria didattica con lezioni e percorsi alla scoperta della natura e dei suoi protagonisti nella zona:
Cassinetta e L’Aia: due piccoli mondi che ti raccontano come, nonostante la parte montuosa dove il rendimento dei campi è scarsissimo, la produzione agricola della Lombardia è tra le più alte d’Italia, grazie all’abbondanza delle acque d’irrigazione, all’adozione di tecniche moderne, all’impiego di macchine e di fertilizzanti e, in buona parte, all’esistenza di grandi aziende razionalmente organizzate.
Fotogallery
L’Aia, una tessera di Cassinetta che ci ricongiunge alla terra
Uno sguardo all’azienda agrituristica gestita da Anna con il marito Massimiliano Radice e il figlio Enea
UNA MINIGUIDA
Il mosaico dei cento turismi
in natura e di cultura
a Cassinetta e nei dintorni
Turismi in natura
Agriturismo
Botanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
Entomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
Escursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
Micologia (specialisti), itinerari micologici
Pesca sportiva
Picnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
Trekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
Turismo equestre
Turismi di cultura
Concerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
Itinerari gastronomici
Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
Strade romantiche
Cassinetta VSD (Venerdì Sabato Domenica)
Sette incontri in un weekend ideale nel borgo dolomitico: consigli d’autore (in questo caso del presidente della Pro Loco, Tiziano Bonfarè) per una sosta arricchente in una comunità accogliente e gentile, per sentirsi parte di un luogo, per scoprire le luci della notte e il chiarore dell’alba. Fermarsi un po’, prima di ripartire.
- Visitare Villa Visconti Castiglione, la più estesa e interessante delle 12 ville di delizia del borgo legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi come, oltre ai Visconti, i Trivulzio, i Mantegazza, i Castiglioni e i Parravicini. Queste “case da nobile” costituivano indubbiamente per i proprietari un punto di riferimento, che consentiva loro di effettuare periodici controlli sulla gestione dei terreni da parte dei fittavoli; ma poiché la zona di Cassinetta possedeva notevoli attrattive paesaggistiche, erano adoperate soprattutto come abitazione per la villeggiatura.
- Sostare presso la statua di San Carlo Borromeo, lungo il Naviglio, dove godersi il punto naturalistico e paesaggistico più bello e più interessante; La costruzione della statua fu ispirata dalla tradizione secondo la quale nei primi di novembre del 1584 San Carlo Borromeo sarebbe transitato sul naviglio con una chiatta fortemente ammalato e diretto verso Milano ove morirà il 3 novembre dello stesso anno. L’anno 1749 è la data tradizionale, incisa sul marmo, a cui si fa risalire la costruzione della statua del Santo, situata sul lato Ovest, presso il ponte sul Naviglio Grande.
- Farsi raccontare la storia di famiglia del senatore ed ex sindaco di Milano Gaetano Negri, (nei primi del Novecento) nella cornice di Villa Beolco-Negri.

Lo scrittore e politico Gaetano Negri (Milano, 1838 – Varazze, 1902) fu deputato e senatore del Regno d’Italia, rispettivamente nella XIV e dalla XVII legislatura, nonché sindaco di Milano.
- Gustare la specialità del borgo, la polenta cassoeula solidale, nella ricetta speciale preparata dai volontari della Pro Loco, che rende unico il piatto lombardo per eccellenza.
- Percorrere in bicicletta l’Alzaia del Naviglio Grande: una pedalata lungo il Naviglio Grande è un viaggio nella storia, una storia iniziata più di 800 anni fa. I primi scavi per la sua realizzazione, in località Tornavento, iniziarono nel 1179 e l’acqua arrivò in città nel 1209. Si tratta del primo canale artificiale di grandi dimensioni realizzato in Europa, asse portante di tutto il sistema di canali e navigli lombardi, unico al mondo per dimensioni e complessità. Come tutti gli altri grandi canali ebbe, fin dal momento del suo progetto, due funzioni: quella irrigua, per portare alle campagne l’acqua del Ticino, e quella, ancor più importante, di via navigabile. Divenne presto un’importantissima via per i commerci, collegando il lago Maggiore a Milano. Sulle sue acque passarono anche i grandi lastroni del marmo, provenienti dalle cave di Candoglia, con cui venne costruito il Duomo di Milano. La passeggiata fa incontrare luoghi antichi, che possiamo facilmente immaginare ai tempi in cui il Naviglio Grande era percorso da barconi carichi di persone, animali, merci di ogni genere.
- Percorrere a piedi la Passeggiata dell’Amore, partendo dalla piazza del municipio, con i suggestivi e affascinanti scorci che si possono apprezzare andando a spasso lungo le sponde del Naviglio Grande.
- Dare uno sguardo curioso e una sosta golosa nell’Antica Osteria del Ponte, storico ristorante che sotto la guida di Ezio Santin conquistò 3 stelle Michelin (da qualche mese riaperto dallo chef Salvatore Garofalo).
Mangiare e dormire bene a Cassinetta e nei dintorni
AGRITURISMO L’AIA: Tel. 02-94.249090 – 347-00.23.121 – 347.1226664 Cascina dei Piatti, 20081 Cassinetta di Lugagnano. Web: www.agriturismoaia.it
Antica Osteria del Ponte, Piazza Gaetano Negri 9, Cassinetta di Lugagnano, tel. 02 942 0034. Web: www.anticaosteriadelponte.it
I migliori ristoranti dove pranzare e cenare a Cassinetta e nei dintorni
I migliori hotel a Cassinetta e nei dintorni
Altre coordinate utili:
- Comune di Cassinetta di Lugagnano (Milano): piazza G. Negri, 3 – Tel. 02/86894035 – Fax 02/86894036, sito istituzionale: comune.cassinettadilugagnano.mi.it
- Pro Loco: via Trento 9, tel. 348.9211856, mail: incontriamoilmondo@gmail.com
- Sito Regione Lombardia: in-lombardia.it

- Montefalco (Perugia) e i borghi ideali dell’Umbria;
- Valsinni (Matera), sulle tracce della poetessa Isabella Morra con i borghi ideali della Basilicata;
- Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), borgo recuperato e reso modello di attrattività turistica, commerciale e culturale;
- Volpedo (Alessandria), il borgo del pittore del Quarto Stato, Pellizza;
- Varese Ligure (La Spezia), comune pioniere sulla strada dell’eco-sostenibilità, con i borghi ideali della Liguria;
- Amalfi e la Costiera Amalfitana, con i borghi ideali della Campania;
- Orroli, il borgo nel cuore della Sardegna dove abbondano gli ultracentenari;
- Da Rimini a Pennabilli sulle tracce di Fellini e di Tonino Guerra: paesaggio con poeta;
- Nel Montefeltro marchigiano sulle orme di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte italiana;
- La Puglia Imperiale che stupì Federico II;
- Scicli, a tavola con il commissario Montalbano e Andrea Camilleri;
- A Barga e nella Valle del bello e del buono di Giovanni Pascoli;
- A Tropea i profumi del mare e della terra creano un gioiello della tavola: la cipolla rossa;
- Arpino, in Ciociaria, mette in campo Cicerone e i Grandi Spiriti;
- A Mel e nelle Dolomiti Bellunesi, rifugio del cronista Dino Buzzati.
- Nel futuro di Riccia ci sono le pantere grigie: qui sarà bello vivere (specie nella terza età).
- A Sappada, il borgo che accende la fantasia dei bambini.
- Da Cassinetta di Lugagnano si levò un urlo: “Terra! Terra!”
L’illustrazione di apertura, e qui a destra, è di Ro Marcenaro.
BUONO A SAPERSI / UNO SGUARDO ALL'INIZIATIVA DEL MIBACT
I 29 borghi ideali della Lombardia e le 5 località di paesaggi d’autore nel progetto “Borghi – Viaggio italiano”
Un link, un tour
Sul progetto “Borghi – Viaggio italiano”, una delle principali iniziative che caratterizzano l’Anno dei Borghi italiani proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), vedere viaggio-italiano.it
Capofila delle 18 Regioni coinvolte è la Regione Emilia-Romagna – viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna – Centralino: 051.5271. Direzione generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa: viaggioitaliano@regione.emilia-romagna.it (Responsabile: Laura Schiff).
I 21 borghi ideali della Lombardia
Con Cassinetta di Lugagnano sono 29 i borghi ideali della Lombardia, raggiungibili a questo link.
Paesaggi d’autore
E sono 5 i paesaggi d’autore, a questo link. Li ricordiamo: a Lecco Alessandro Manzoni; a Cremona il musicista Claudio Monteverdi; sui Navigli Lombardi Milano architetto Gio Ponti e Leonardo da Vinci; a Zavattarello la regina Teodolinda.