Volpedo (Alessandria) –

volpedo-alessandriaUno dice Pellizza da Volpedo e pensa subito all’autore del famoso quadro Il Quarto Stato, all’artista sociale, teorico non “dell’arte per l’arte” ma “dell’arte per l’umanità”, al servizio solidale del popolo degli umili: un’arte che richiedeva concentrazione e tempi lunghi, tanto che non sorprende il fatto che ci mise dieci anni prima di completare il capolavoro con la fiumana dei contadini locali, lavoratori in silenzioso e dignitoso avanzare verso il palazzo dei conti Malaspina per far valere le proprie ragioni e verso un avvenire operoso e privo di miserie quotidiane, di ingiustizie, di dolore. Invece c’è un altro Pellizza, più gioviale, più rapido, più sereno, più attento al paesaggio che lo circondava e per incontrarlo basta lasciare per un weekend i grandi appuntamenti nelle città d’arte e avviarsi verso questo piccolo e appartato borgo dell’Alessandrino, a un’ora d’auto da Milano 1.200 anime, circondato da una campagna tra le più generose d’Italia, in particolare per la produzione di pesche, profumatissime e di ottima qualità.

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Volpedo (Alessandria). La riproduzione 1:1 de “Il Quarto Stato”, la più famosa opera di Pellizza (1901, olio su tela, 293×545 cm., originale al Museo del Novecento a Milano) è stata inaugurata quest’anno nella piazza omonima del borgo. Quei lavoratori di Volpedo sono diventati il simbolo di emancipazione e di riscatto nella pubblicistica socialistica del primo ‘900 e poi (caduto il fascismo, che ne aveva imposto il black-out) ripreso tante volte nei manifesti di propaganda dei partiti di sinistra e delle forze sindacali.

È in queste terre che oggi si celebra, fino al 15 ottobre 2017, la nona edizione della Biennale d’arte cultura e spettacolo, con la mostra “La fortuna artistica di Pellizza”, a cura di Aurora Scotti (docente universitaria di storia dell’arte, direttore scientifico dei Musei pellizziani di Volpedo e presidente dell’Associazione intitolata al pittore) e con le stimolanti iniziative di Vallinmostra (Festival di arte, cultura, storia, natura ed enogastronomia): per l’occasione viene presentato nella piazza omonima la riproduzione in scala 1:1 del Quarto Stato, e disegni e oli di grande qualità, incentrati sul tema del paesaggio di Volpedo e dintorni.

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“Il tran-tran Volpedo-Voghera” (1903, cm. 96×154.5, disegno restaurato dall’impresa Nicola di Aramengo, Asti). La strada è quella tra Casalnoceto e Rivanazzano. Il gelso sulla sinistra ricorda le tipiche piantate d’alberi sulle strade dell’Alessandrino. Le colline sullo sfondo fanno da confine tra le province di Alessandria e Pavia e culminano nella Madonna del Monte. I tratti del conducente ricordano il profilo dello stesso Pellizza. Il carretto è ispirato dalla “vettura” reale di un vogherese, tale Coronotti.

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Giuseppe Pellizza (Volpedo, 1868-1907) a 26 anni. Altre tappe della sua breve vita: 1884-1887: si iscrive all’Accademia di Brera a Milano. Viaggia e studia: Venezia, Roma, Firenze, Bergamo, Genova. 1889: il primo dei viaggi a Parigi. 1890: rientra nella sua Volpedo. 1892: sposa Teresa Bidone, che ispirerà la celebre figura femminile in primo piano nel Quarto Stato. 1893: lavora a Sul fienile, il primo grande quadro divisionista. 1898-1901: abitanti di Volpedo posano per l’amico pittore. Nasce Il Quarto Stato. 1907: si suicida nel suo studio, un mese dopo la morte per parto di sua moglie. A soli 39 anni.

Svela Aurora Scotti:

a rendere più emozionante l’incontro con l’artista è l’ambiente stesso della mostra: abbiamo scelto lo Studio dove il pittore, uno dei maestri del Divisionismo europeo, lavorò durante tutta la sua vita. Stanze e muri che avvolgono in un’aurea più affascinante le opere di Pellizza, capaci di farci ripercorrere le tappe di una ricerca che, dopo aver puntato al rapporto tra azione dell’uomo e ambiente naturale, si è focalizzata sulla natura pura, con straordinari esiti di sintesi compositiva, di leggerezza e curiosità atmosferica e di grande intensità cromatica.

Insomma, anche come paesaggista (“lo studio dell’uomo mi condusse alla natura”, scriveva), Pellizza era molto bravo.

Nello Studio pellizziano (nel 1966 le figlie Maria e Nerina lo donarono al Comune affinché venisse aperto agli studiosi e al pubblico “a scopo di istruzione”) sono esposti bozzetti di piccola e media dimensione ma di grande impatto emotivo, disegni che preludono a tagli presenti in opere notissime, ma soprattutto quadri che segnano momenti particolari della ricerca del pittore, dalla Marina, la più grande e compiuta tra gli studi realizzati a Genova nel 1890, a un vibratissimo Cascinale dalle raffinate tonalità cromatiche degli inizi del Novecento; a un’emozionante Valletta a Volpedo, dominata dal controluce, intenso, del grande albero che vibra nel bagliore del tramonto; al Tran tran Volpedo-Voghera, un grande disegno a carboncino e pastello preparato per l’Indisposizione artistica di Voghera, nel 1903.

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“Sul fienile” (1893, olio su tela, 133×243.5 cm), il primo grande quadro divisionista.

Ma sbagliereste se, una volta a Volpedo, vi limitaste a osservare la mostra e basta. I quaranta volontari dell’Associazione Pellizza da Volpedo, guidati fino al 2014 dal vivace ex preside della facoltà di Lettere dell’Università di Pavia, Ettore Cau (oggi socio e attivo come volontario semplice, sempre più impegnato nella ricerca storica sui temi pellizziani) hanno realizzato un lodevole recupero della memoria del loro cittadino speciale. Vi faranno così percorrere l’itinerario pellizziano portandovi nei luoghi in cui, all’alba e al tramonto, sistemata la tela sul cavalletto, il pittore dipingeva. Vi garantirete così un’emozione supplementare spiando i giardini con le bordure rose e azzurre dei Delphinium; scoprendo i comignoli sui tetti, oltre i quali s’intravvede l’ordito dei famosi pescheti e vigneti e la Val Curone; ascoltando la roggia che lambisce l’atelier; girando nelle sale del rinnovato Museo didattico e visitando sul retro la casa dove Pellizza visse, con le figlie Maria e Nerina, e l’amata moglie Teresa (che ispirò la celebre figura femminile in primo piano nel Quarto Stato), morta di parto, a 37 anni, con l’ultimo nato. Due luttuosi choc che spiegano perché un mese dopo, il 14 giugno 1907, Pellizza si suicidò nel suo studio impiccandosi.

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Lo Studio di Pellizza in un acquerello di Claudio Fronza del 2014.

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I pescheti in fiore nelle campagne di Volpedo (foto Stefano Marenzana).


Fotogallery

Giuseppe Pellizza nei musei

di Tortona, Piemonte e dell’Italia

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“Il ponte” (1904)

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“Il ritorno dei naufraghi al paese”, 1894

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“Paesaggio presso Volpedo, regione San Rocco”, 1897

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“Mattino di maggio”, 1903

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“Fiore reciso” (Il morticino), 1903

Oltre che a Volpedo, opere di Pellizza sono ammirabili in

  • Piemonte: nella Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona (Al), in Corso Leoniero, 6 – tel. 0131.822965, Email: info@fondazionecrtortona.it, web: www.fondazionecrtortona.it (foto in alto). In questo museo “il Divisionismo” è uno spazio recentemente arricchito che si propone di documentare una stagione di grande importanza della cultura artistica italiana tra Ottocento e Novecento attraverso la varietà e l’originalità dei linguaggi pittorici utilizzati non solo dai grandi maestri divisionisti, ma da personaggi che hanno dato voce a culture periferiche per lungo tempo sottovalutate; nella Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino; Pinacoteca Civica di Alessandria.
  • Lombardia: Pinacoteca di Brera di Milano; Museo del Novecento di Milano; Accademia Carrara di Bergamo.
  • Emilia-Romagna: Galleria d’arte moderna Ricci Oddi di Piacenza.
  • Marche: Pinacoteca civica di Ascoli Piceno.
  • Lazio: Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.


 

UNA MINIGUIDA

Il mosaico dei cento turismi

in natura e di cultura

a Volpedo e nei dintorni

Turismi in natura

  • 06b agriturismoAgriturismo
  • 03b birdwatchingBirdwatching
  • 04b campi scuolaEntomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
  • 07b escursioni biciclettaEscursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
  • 05b picnic scoutismo vacanze scolastiche familiariPicnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
  • 09b trekkingTrekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde

Turismi di cultura

  • 25b concerti musica teatroConcerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
  • 21b itinerari gastronomiciItinerari gastronomici
  • 19b musei e beni storiciMusei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
  • 22b turismo religiosoTurismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)

Mangiare e dormire bene

a Volpedo e nei dintorni

 

Altre coordinate utili:


Volpedo VSD

(Venerdì Sabato Domenica)

 

Sette cose e un itinerario ottocentesco da fare in un weekend ideale nel borgo piemontese. Consigli d’autore (in questo caso di Pierluigi Pernigotti, direttore tecnico dei Musei pellizziani di Volpedo) per una sosta arricchente, per sentirsi parte di un luogo, per scoprire le luci della notte e il chiarore dell’alba. Fermarsi un po’, prima di ripartire.

 

 

  1. A Volpedo è possibile avanzare con i lavoratori di Pellizza in piazza Quarto Stato.
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“La piazza di Volpedo” (1888, olio su tela, 78×96 cm.)

  1. Fermarsi a riposare nella frescura del bosco alla “Montà di Bogino”
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“Montà di Bogino”

  1. Gustare i prodotti della terra volpedese.

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  1. Meditare nella suggestiva penombra della Pieve millenaria.

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  1. Riflettere sul senso della vita suggerito dal simbolismo pellizziano.
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“Lo specchio della vita”

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  1. Ritenere che sia stato tutto un sogno.
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“Idillio primaverile”

  1. Camminare lungo i sentieri degli Itinerari sui “Luoghi pellizziani”. L’itinerario ottocentesco andrà completato con la visita nella vicina Tortona alla Pinacoteca della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona (vedi fotogallery), che con una serie di mirate acquisizioni è diventata punto di riferimento per la pittura di Pellizza e per tutto il Divisionismo italiano.
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“Passeggiata amorosa”

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4. Continua. Prossima tappa: Varese Ligure,primo borgo eco-compatibile d’Italia.

2017-anno-dei-borghi* Testo adattato e aggiornato dal mio articolo pubblicato su Oggi, il settimanale delle famiglie italiane, il 9 settembre 2005. Le tappe di questa “geografia della memoria”, che toccherà tante altre eccellenze della piccola Italia, regione dopo regione dalle Alpi al Gennargentu, hanno riguardato

  1. Montefalco (Perugia) e i borghi ideali dell’Umbria;
  2. Valsinni (Matera), sulle tracce della poetessa Isabella Morra con i borghi ideali della Basilicata;
  3. Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), borgo recuperato e reso modello di attrattività turistica, commerciale e culturale;
  4. Volpedo (Alessandria), il borgo del pittore del Quarto Stato, Pellizza;
  5. Varese Ligure (La Spezia), comune pioniere sulla strada dell’eco-sostenibilità, con i borghi ideali della Liguria;
  6. Amalfi e la Costiera Amalfitana, con i borghi ideali della Campania;
  7. Orroli, il borgo nel cuore della Sardegna dove abbondano gli ultracentenari;
  8. Da Rimini a Pennabilli sulle tracce di Fellini e di Tonino Guerra: paesaggio con poeta;
  9. Nel Montefeltro marchigiano sulle orme di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte italiana;
  10. La Puglia Imperiale che stupì Federico II;
  11. Scicli, a tavola con il commissario Montalbano e Andrea Camilleri;
  12. A Barga e nella Valle del bello e del buono di Giovanni Pascoli;
  13. A Tropea i profumi del mare e della terra creano un gioiello della tavola: la cipolla rossa;
  14. Arpino, in Ciociaria, mette in campo Cicerone e i Grandi Spiriti;
  15. A Mel e nelle Dolomiti Bellunesi, rifugio del cronista Dino Buzzati;
  16. Nel futuro di Riccia ci sono le pantere grigie: qui sarà bello vivere (specie nella terza età);
  17. A Sappada, il borgo che accende la fantasia dei bambini;
  18. Da Cassinetta di Lugagnano si levò un urlo: “Terra! Terra!”

L’illustrazione di apertura, e qui a destra, è di Ro Marcenaro.

BUONO A SAPERSI / UNO SGUARDO ALL'INIZIATIVA DEL MIBACT

I 34 Comuni ideali del Piemonte,

i 5 della sezione Paesaggi d’autore

e gli 8 che aderiscono all’utile Passaborgo

nel progetto “Borghi-Viaggio italiano”

Borghi-Viaggio-Italiano

Un link, un tour

Sul progetto “Borghi – Viaggio italiano”, una delle principali iniziative che caratterizzano l’Anno dei Borghi italiani proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), vedere www.viaggio-italiano.it e il video seguente:

Capofila delle 18 Regioni coinvolte è la Regione Emilia-Romagna – viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna – Centralino: 051.5271. Direzione generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa: viaggioitaliano@regione.emilia-romagna.it (Responsabile: Laura Schiff).

Gli altri 33 borghi ideali del Piemonte

Altre eccellenze, oltre a Volpedo, dei 33 borghi del Piemonte inclusi nel progetto “Borghi – Viaggio italiano” le trovate, arricchite da una scheda essenziale e utile, cliccando su queste righe.

Cinque sono i borghi piemontesi inclusi nella sezione Paesaggi d’autore: in provincia di Alessandria, Castellania (Fausto Coppi) e Ricaldone (Luigi Tenco); Santo Stefano Belbo, Cuneo (Cesare Pavese); Omegna (provincia di Verbano-Cusio-Ossola), Gianni Rodari; Agliè, Torino (Guido Gozzano).

L’utile passaporto digitale: il Passaborgo

Otto dei Borghi prima ricordati aderiscono a Passaborgo, il passaporto del turista: durante il viaggio i turisti possono completare un “passaporto” digitale collezionando le visite in diverse località e beneficiando di convenzioni con operatori locali e associazioni. Sono:

  • Avigliana (Torino). Immaginate l’ambientazione perfetta per un racconto che unisce storia, passione e duelli, una fortezza arroccata in cima a un’altura sotto cui le battaglie imperversano, fino alla resa finale degli assediati… il tutto in un paesaggio di rara bellezza compreso nel Parco naturale regionale di Avigliana.
  • Borgo Maggiore, Garessio (Cuneo). La zona in cui sorge Garessio è nota per le sue acque delle proprietà termali e per una stazione dedicata agli sport invernali. C’è però una frazione di Garessio, Borgo Maggiore, che racchiude le sue radici storiche e che ha conservato l’aspetto di matrice medievale.
  • Candelo (Biella). Forse è l’autunno il periodo in cui il paesaggio che circonda Candelo esprime al meglio la sua bellezza, quando i boschi prendono i colori caldi che sfumano dal rosso al marrone, la luce si fa dolce e le passeggiate (a piedi, in mountain bike o a cavallo) diventano un momento quasi magico.
  • La Morra (Cuneo). Il panorama è il punto forte di La Morra, borgo che conserva ancora oggi il suo antico impianto medievale e che da Piazza Castello, cuore urbanistico dell’abitato, regala una splendida vista verso le Langhe e le Alpi. Qui la tradizione enogastronomica è radicata e rappresenta la base dell’ospitalità. La manifestazione più sentita è la “Mangialonga”, un percorso di 4 chilometri tra vigneti e cascine, con tante tappe culinarie.
  • Chianale, Pontechianale (Cuneo). Al confine con la Francia, a 1800 metri di altitudine, tra boschi e richiami dell’antica cultura occitana incontrate un piccolo villaggio che già nelle architetture e nei materiali con cui è costruito racconta la sua anima montana. Arrivare in paese e chiacchierare con i suoi abitanti vuol dire immergersi nell’affascinante cultura provenzale, che ci riporta indietro nel tempo, quando i trovatori componevano poetici versi e musica lieve e sognante.
  • Saluzzo (Cuneo). Il cuore storico, medievale, si trova nella parte alta del paese, sovrastato dall’imponente Castiglia. Oggi i locali della Castiglia ospitano l’archivio storico, bellissimi spazi museali ed eventi di grande valore culturale. Luogo famoso per la sua tradizione legata all’artigianato del mobile e all’antiquariato, permeato dalle radici della cultura occitana, sede della Scuola di Alto Perfezionamento Musicale, ha una storia musicale che ancora oggi emerge nelle tante manifestazioni.
  • Saluzzo /2. Casa museo Silvio Pellico, in piazzetta dei Mondagli, 5.
  • Saluzzo /3. La Casa museo Cavassa, in via San Giovanni 5.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog che vuole essere una bussola verso nuovi orizzonti per il futuro, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”, “Guida ai paesi dipinti di Lombardia”, “In viaggio con i maestri. Come 68 personaggi hanno guidato i grandi del nostro tempo” e, a quattro mani con Maria Rita Parsi, “Manifesto contro il potere distruttivo”, Chiarelettere, 2019), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).