Un viaggio in un mondo incantato e tra cime tempestose può cominciare dal ballatoio della mia casa alle porte di Milano: i miei vicini, Livio e Ivana, destinano i giorni di vacanza nella loro nativa Mel, borgo a metà strada tra Belluno e Feltre, nella Val Belluna sulla riva sinistra del Piave: proprio a quella valle, tra le più spettacolari dell’arco alpino, uno dei suoi figli più illustri, il grande scrittore e cronista del Corriere della Sera Dino Buzzati (1906-1972), autore di romanzi immortali come Il deserto dei tartari e Bàrnabo delle montagne, dedica queste parole eterne:v
Del Parco fanno parte cinque Unioni Montane, tra le quali la Val Belluna, quella che Buzzati chiamava “la mia patria”: una delle principali e più belle località della valle è proprio la romantica Mel, arroccata su un colle a metà strada tra Belluno e Feltre (bellissima città cinquecentesca da cui proveniva quel Panfilo Castaldi che ha avuto il merito di aver introdotto per primo la stampa a Milano), con una magnifica piazza sulla quale si affacciano palazzi di nobili famiglie veneziane che testimoniano l’antico prestigio di cui godeva Mel poi insignita della bandiera arancione del Touring e della medaglia di “borgo ideale 2017” dal Ministero dei Beni culturali. Nel centro storico di Mel batte il cuore antico, elegante e poetico, del paese. È la piazza dedicata a Papa Luciani, con il municipio e i palazzi che un tempo furono sede della nobiltà locale: Palazzo Del Zotto, Palazzo delle Contesse (con il Museo archeologico in cui sono custoditi i reperti della necropoli paleoveneta poco distante dal centro), casa Barbuio Francescon, Palazzo Fulcis Guarnieri e Palazzo Fulcis Zadra. “Sono porte che si aprono ai visitatori durante il weekend autunnale dedicato alla festa Mele a Mel, che porta in piazza le eccellenze dei campi e dell’artigianato insieme a un fiume di viaggiatori curiosi. Una curiosità che viene ampiamente ripagata”, mi racconta il vicino Livio Minoggio.
Ultimo, ma di primaria importanza per il filo rosso dell’itinerario buzzatiano che ci prefiggiamo, è il seicentesco palazzo dell’Antica Locanda Cappello, dove si mangia in sale affrescate e si può dormire in stanze con arredi d’epoca. Mi dice Valentina Morassutti, pronipote dello scrittore e presidente-timoniera dell’affascinante Villa Buzzati e dell’Associazione culturale Villa Buzzati San Pellegrino – il Granaio che, a distanza di due secoli dall’acquisto dell’abitazione da parte della famiglia Buzzati (1811), attualmente è diventata in parte Bed & Breakfast per viaggiatori ai quali le montagne vicine restituiscono intatta l’immagine che ne riportava Buzzati in Bàrnabo delle montagne:
Ricordo che da bambini frequentavamo con la nostra famiglia l’Antica Locanda Cappello di Mel, verso fine estate, quando ci si ritrovava tutti in Villa Buzzati San Pellegrino, per trascorrere settembre, il mese in cui Dino prendeva ogni anno le ferie dal Corriere, con la Nonna Nina (sorella di Dino) e il Nonno Eppe. A volte per il compleanno di Augusto, fratello maggiore di Dino, che compiva gli anni il 3 ottobre, era usanza andare tutti insieme a mangiare al Cappello: Dino amava frequentare il ristorante che all’epoca era gestito da Giovanni De Zorzi (lo gestì dal 1970 al 2007 insieme a sua moglie Liliana). Giovanni era stimato da tutti noi. Ricordo inoltre che Dino amava passeggiare lungo il greto del Piave e partendo dalla nostra villa, si dirigeva anche verso i boschi della vicina Limana (proprio lì è nato il suo ultimo romanzo, I miracoli di Val Morel, incluso nell’opera omnia in distribuzione da parte del Corriere, Ndr), salendo poi verso Valmorel, paesino sulle pendici dei monti che dividono la Val Belluna dal versante sud di Conegliano.
La Locanda Cappello è “ristorante storico d’Italia” poiché il maresciallo Johann Joseph Radetzky era di casa e proprio qui il re Vittorio Emanuele III ricevette la notizia che la Grande Guerra era finita con la vittoria. Nelle portate di Giovanni e Liliana c’era qualcosa di magico, di indefinito. Come nella zuppa rinascimentale, fatta con piccioni al forno disossati e amalgamati in pasticcio con pane raffermo poi cotto per un’ora e quindi immerso in un brodo fatto con carcasse, zampe e ali di gallina. Oppure, come nel rotolo di pasta di patate, imbottito a strati di radicchio di montagna, infilato in un sacchetto di cotone e poi cotto e quindi fatto rosolare con burro e “puina” (ricotta affumicata). O ancora, come nei ravioli con una salsa di farinelle, una sorta di spinacio che nasce in alta quota. Tutto questo secondo le migliori tradizioni della cucina bellunese e veneta.
Per chi volesse disegnare la geografia dell’universo di Buzzati, corrispondente per lo più nella provincia di Belluno “con i valloni deserti, con le gole tenebrose, con i crolli improvvisi di sassi, con le mille antichissime storie e tutte le altre cose che nessuno potrà dire mai”. Valentina Morassutti mi indica il libro/saggio della ricercatrice Patrizia Della Rosa uscito per le edizioni Marsilio dal titolo “Lassù… Laggiù… il paesaggio veneto nelle pagine di Buzzati”. Analizzando la toponomastica dei paesaggi e le descrizioni del suo immaginario “naturale e montano”, si può capire quanto la Val Belluna ritorni in quasi tutti i racconti di Dino: le Dolomiti Bellunesi, la Val Belluna, il Piave, la campagna, la Villa, i boschi, le pietre (“è stolto chi non sa che dentro a ogni buca, dentro a ogni crepa, a ogni sasso, a ogni macigno ci stanno spiriti rari, geni strani”)… Questi gli elementi presi in esame, insieme a tanti altri, a legare in modo così profondo e imprescindibile Buzzati alla sua terra natale sognata e immaginata nelle lunghe giornate milanesi quando al Corriere, seduto al suo tavolo di redazione in via Solferino, annotava:
Fotogallery
Le Dolomiti Bellunesi con gli occhi di Vittorio Giannella*
(tratto da Bàrnabo delle montagne)
(tratto da Bàrnabo delle montagne)
(tratto da Bàrnabo delle montagne)
(tratto da La mia Belluno)
(tratto da La mia Belluno)
(tratto da Il segreto del bosco vecchio)
(tratto dalla lettera alla guida Gabriele Franceschini)
A PROPOSITO
Paesaggi nella mente del cittadino Buzzati
ANCORA UN MOMENTO, PREGO/ PAROLE DI DINO DAL SESSANTOTTO
Dino Buzzati: Riservatissima al signor direttore (da “La boutique del mistero: 31 storie di magia quotidiana”, Milano, Mondadori, 1968)
UNA MINIGUIDA
Il mosaico dei cento turismi in natura e di cultura a Mel e nei dintorni
Turismi in natura
- Agriturismo
- Botanica, itinerari botanici, fotografia naturalistica
- Entomologia, campi scuola, vacanze per imparare, biblioteche
- Escursioni in bicicletta, mountain bike, piste ciclabili
- Micologia (specialisti), itinerari micologici
- Miniere e archeologia mineraria, geologia, paleontologia, itinerari nei mondi di pietra (per turisti e per specialisti)
- Picnic, scoutismo, vacanze scolastiche e famigliari
- Speleologia (specialisti), itinerari speleologici guidati
- Trekking a piedi, sentieri natura, passeggiate nel verde
- Turismo equestre
Turismi di cultura
- Archeologia (specialisti), itinerari archeologici (turisti)
- Concerti, musica, teatro, feste, balletto, danze, festival, eventi di costume, folklore
- Itinerari gastronomici
- Musei e beni storici, architettura, monumenti, castelli
- Strade romantiche
- Turismo religioso (luoghi sacri, convegni, monasteri, cattedrali)
Mel VSD (Venerdì Sabato Domenica)
Cose da fare e sentieri da percorrere in un weekend ideale nel borgo veneto. Consigli d’autore (in questo caso, le indicazioni vengono dai ragazzi della locale scuola elementare che, in occasione dell’annuale edizione della mostra-mercato Mele a Mel hanno realizzato una mini-guida, frutto delle loro escursioni guidate da esperti operanti nel territorio. Per una sosta arricchente, per sentirsi parte di un luogo, per scoprire le luci della notte e il chiarore dell’alba. Fermarsi un po’, prima di ripartire.
Fanno la parte del leone a Mel il tempio Fulcis (dal nome del finanziatore, marchese Fulcio De Fulcis), costruito su progetto dell’architetto feltrino Giuseppe Segusini che lo disegnò ispirandosi al Pantheon e al tempio del Canova di Possagno; la settecentesca chiesa arcipretale, costruita su stile palladiano, e la vicina antica chiesa dell’Addolorata; il palazzo del Municipio, che tra il 1400 e 1500 fu ristrutturato e ampliato: in particolare si costruì un portico che si apriva al fianco del palazzo, chiamato la loda o loggia che fu decorata e affrescata con l’immagine di San Marco dal pittore Giovanni da Mel, figlio di Antonio Rosso, proveniente dal Cadore; il salone municipale è stato affrescato nel 1545 da Marco da Mel, fratello di Giovanni e rappresentano scene dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Da poco nel salone sono stati posti i due bellissimi ritratti di Lucrezia e Costantino Zorzi, rimessi a nuovo da un efficace restauro. E infine il Castello di Zumelle, simbolo intatto del passato medievale del territorio e testimone di tante battaglie (la felicità degli sposi Genserico ed Eudosia, coppia nella corte di Amalasunta regina dei Goti, fu accompagnata dalla nascita di due gemelli e al castello da loro fondato, secondo la leggenda, fu dato il nome di Castrum Zumellarum, cioè Castello dei Gemelli).
Per chi ama la natura, i ragazzi invitano alla visita di alcune eccellenze locali, animate da uccelli e fiori: i laghetti della Rimonta, alla confluenza del torrente omonimo nel fiume Piave, piccoli specchi d’acqua nati dalle risorgive; il biotopo “Le Pose”, dove i botanici hanno registrato la presenza, unica nel Veneto bellunese, del Ranuncolo delle passere, pianta che predilige zone umide e paludose; e l’area delle Pagognane, tra Mel e Pagogna, immersa nel verde, raggiungibile attraverso una strada comunale circondata da campi e prati fioriti. Una visita la merita anche la Giazera (dal dialetto giaz, ovvero ghiaccio), a pochi minuti dalla piazza principale. Lo scopo di questo frigorifero naturale, usato per un secolo, era quello di conservare nel tempo il prezioso ghiaccio, che serviva a sua volta a mantenere conservati alimenti quali carne e burro.
Mangiare e dormire bene a Mel e nei dintorni
- I migliori ristoranti dove pranzare e cenare a Mel e nei dintorni
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Altre coordinate utili:
- Parco nazionale delle Dolomiti bellunesi, piazzale Zancanaro 1, Feltre (Belluno), tel. 043.93328, www.dolomitipark.it
- B&B Villa Buzzati (per soggiorni, racconti e visite), via Visome 18, 32100 Belluno, tel. 0437.926414 e 333.6486024, web: www.villabuzzati.com; mail: valentinamorassutti@gmail.com
- Associazione culturale Villa Buzzati S. Pellegrino – Il granaio (per visite culturali, scolastiche e Festival Giardino Buzzati) via Visome 18, 32100 Belluno. Mail: culturavillabuzzati@gmail.com; web: www.associazioneculturalevillabuzzati.com – Facebook Associazione Culturale Villa Buzzati
- Associazione internazionale Dino Buzzati e Centro Studi di Feltre (responsabile scientifica Patrizia Della Rosa): www.buzzati.it
- Ufficio turistico comunale di Mel: Piazza Papa Luciani, 3 – tel.: 0437.5441 int. 6; Fax: 0437.544232; indirizzo e-mail: turismo.mel@valbelluna.bl.it
- Mappa e sito comunale: comune.mel.bl.it
- Sito regionale: www.veneto.eu
15. Continua. Prossima tappa: Riccia, borgo molisano del Benessere.
- Montefalco (Perugia) e i borghi ideali dell’Umbria;
- Valsinni (Matera), sulle tracce della poetessa Isabella Morra con i borghi ideali della Basilicata;
- Santo Stefano di Sessanio (L’Aquila), borgo recuperato e reso modello di attrattività turistica, commerciale e culturale;
- Volpedo (Alessandria), il borgo del pittore del Quarto Stato, Pellizza;
- Varese Ligure (La Spezia), comune pioniere sulla strada dell’eco-sostenibilità, con i borghi ideali della Liguria;
- Amalfi e la Costiera Amalfitana, con i borghi ideali della Campania;
- Orroli, il borgo nel cuore della Sardegna dove abbondano gli ultracentenari;
- Da Rimini a Pennabilli sulle tracce di Fellini e di Tonino Guerra: paesaggio con poeta;
- Nel Montefeltro marchigiano sulle orme di Pasquale Rotondi, salvatore dell’arte italiana;
- La Puglia Imperiale che stupì Federico II;
- Scicli, a tavola con il commissario Montalbano e Andrea Camilleri;
- A Barga e nella Valle del bello e del buono di Giovanni Pascoli;
- A Tropea i profumi del mare e della terra creano un gioiello della tavola: la cipolla rossa;
- Arpino, in Ciociaria, mette in campo Cicerone e i Grandi Spiriti;
- A Mel e nelle Dolomiti Bellunesi, rifugio del cronista Dino Buzzati.
- Nel futuro di Riccia ci sono le pantere grigie: qui sarà bello vivere (specie nella terza età).
- A Sappada, il borgo che accende la fantasia dei bambini.
- Da Cassinetta di Lugagnano si levò un urlo: “Terra! Terra!”
L’illustrazione di apertura, e qui a destra, è di Ro Marcenaro.
BUONO A SAPERSI / UNO SGUARDO ALL'INIZIATIVA DEL MIBACT
I 14 borghi ideali del Veneto, i 2 borghi storici marinari, le 5 località di paesaggi d’autore nel progetto “Borghi – Viaggio italiano”
Un link, un tour
Sul progetto “Borghi – Viaggio italiano”, una delle principali iniziative che caratterizzano l’Anno dei Borghi italiani proclamato dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MIBACT), vedere www.viaggio-italiano.it. Capofila delle 18 Regioni coinvolte è la Regione Emilia-Romagna – viale Aldo Moro 52, 40127 Bologna – Centralino: 051.5271. Direzione generale economia della conoscenza, del lavoro e dell’impresa: viaggioitaliano@regione.emilia-romagna.it (Responsabile: Laura Schiff).
I borghi ideali del Veneto
I due borghi storici marinari
I due borghi storici marinari (Caorle e Chioggia, VE) sono invece visibili a questo link.
Paesaggi d’autore
Cinque i paesaggi d’autore: Vicenza, collegata ad Andrea Palladio; Possagno, TV, Antonio Canova; Arquà Petrarca, PD, Francesco Petrarca; Padova, Galileo Galilei; Castelfranco Veneto, TV, Giorgione.