In quel freddo pomeriggio d’inverno, gennaio 1997, mentre la macchina procedeva verso lo studio del notaio, il paesaggio innevato della Murgia barese folgorò Gino Dato del ricordo degli altri “biancori” della sua vita.
Il bianco dei libri e delle cartelle battute e ribattute alla Olivetti Lettera 22 (un regalo dei genitori) per la tesi di laurea in Storia contemporanea, nel 1972, con i suoi maestri Beppe Vacca e Franco De Felice.
E poi il bianco delle mattine alla Fondazione San Giorgio, a Venezia, a seguire il corso post laurea di Scienza della politica con i Giovanni Sartori, i Giorgio Galli, i Gianfranco Pasquino, i Miglio e gli Urbani, non ancora prestati alla politica ma solo alla scienza della politica. Quelle mattine, dopo una notte insonne per godere di Venezia, ti avvolgevano nelle nebbie d’un tratto alte sulla laguna. O, d’estate, del baluginare del sole sulle onde aperte dal motoscafo. E c’era poi il biancore raffinato dei capelli di Renato Mieli, uomo acuto e folgorante, che seguiva e coccolava con occhio vigile e severo nelle lezioni del suo Ceses.
E ancora lo assaliva il biancore di quella sigaretta Nazionale senza filtro che inanellava fumo mentre l’editore Vito Laterza, in quel pomeriggio del 1976, gli diceva “Vogliamo fare di lei un redattore editoriale”. E i biancori del foglio che si riempiva di appunti ogni volta che l’editore ti impartiva le sue lezioni di pratica editoriale: Se la sera hai un’idea il giorno dopo devi costruire il progetto…
In un attimo, quel pomeriggio del 1997, un quarto di secolo dopo, si condensarono le ombre di una ellisse. E di una necessità: continuare a fare quello che aveva imparato a fare. A dispetto anche dei suoi stessi maestri di un tempo. Ora, tra una partita di tennis o una biciclettata o la pausa dedicata al giardinaggio, non c’erano più i bei biancori che riscaldavano e guidavano, il conforto di una lezione. Ora c’era il biancore di un paesaggio nuovo, infido, spettrale, per una nuova avventura, nella quale dovevi giocare e mettere a frutto tutto te stesso.
La Progedit nasce dal bagaglio di un patrimonio di professionalità pregresse. Determinante per il nuovo editore fu, nella Laterza, dal 1976 al 1997, una lunga esperienza di lettura e promozione di titoli, a stretto fianco con Vito Laterza, che “gli concedeva” di assisterlo per la cura grafica delle copertine. «La scuola di questa importante figura», ricorda oggi Gino Dato a Giannella Channel, «è stata determinante e non teme al momento confronti sul mercato».
Il marchio della Progedit, ideato dal grafico barese Geppi De Liso, richiama la natura primigenia della sigla e delle idee che la fondavano: il calamaio che ha messo radici e che germoglia indica come i progetti per fare libri non possano essere scissi dalle competenze tecniche. In quel momento l’editore chiamò con sé due vecchie colleghe, Marina Laterza (foto a sinistra), laurea in filosofia a Firenze con Eugenio Garin che a lungo aveva lavorato nella redazione anche a opere monumentali, e Alessandra Spadino, che aveva maturato molti anni nell’Ufficio tecnico.
Nel catalogo, tra le collane di rilievo che sono venute gemmando negli anni, ricordiamo «Letterature», diretta da Ettore Catalano, «Arti Musica Spettacolo», diretta da Giovanni Attolini e Pierfranco Moliterni, «Interpretare», diretta da Ferruccio De Natale, «Culture Segni Comunicazione», diretta da Patrizia Calefato, «Pedagogie», diretta da Isabella Loiodice, «Storia dell’educazione» diretta da Antonella Cagnolati, «Storie e ricerche sull’educazione mediale» diretta da Pierpaolo Limone, «Sociologie», diretta da Enzo Persichella.
Un graduale allargamento dell’offerta del mercato della formazione al territorio in generale ha portato a una maggiore attenzione alla cultura materiale e alla tutela delle risorse (ricordiamo la collana «Lunari» e «Il Paese di Cuccagna», diretta da Pietro Sisto e, ancora, «Reti», «Itinerari», «I Protagonisti»), alla storia (la collana «Storia e Memoria», diretta da Ennio Corvaglia, Vito Antonio Leuzzi e Luigi Masella), alla medicina e alla salute («Scienze della salute»).
La collana «Racconti» raccoglie volumi di poesia e di narrativa ospitando talenti poetici ma si caratterizza per l’assenza di una pura fiction a favore di testi d’impegno che raccolgono spunti offerti dalla cruda attualità o da tematiche scottanti (per esempio, i poteri mafiosi, l’usura, la disoccupazione, la violenza sui minori).
Negli ultimi anni, la casa editrice si è aperta al mondo dei bambini, con titoli come Favole pugliesi, I grandi non capiscono mai niente, L’insalata era nell’orto, Storie di Bimba e, ultimo, In punta di stella, tutti di grande successo.
La casa editrice Progedit si caratterizza quindi come una realtà produttiva in forte sviluppo, orientata ai bisogni del mercato universitario ma anche a quello della varia e del territorio. Promozione e distribuzione librarie sono affidate a una rete di librerie fiduciarie e al commercio elettronico, con l’ausilio di un sito e di un capillare programma di incontri e presentazioni.
La Progedit è inoltre tra gli otto editori pugliesi che hanno fondato e animato l’esperienza dei Presidi del libro e fa parte dell’Associazione Pugliese Editori (APE).
- via De Cesare 15, 70122 Bari, a due passi dalla stazione centrale
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SUL COMODINO DI MARINA LOSAPPIO
Come parlare ai bambini
di lager nazisti e di Shoah?
Provate con racconti e disegni
“in punta di stella”
“Le parole per dirlo”, come il titolo di un famoso libro di Marie Cardinal: queste parole che dicono il dolore, la solitudine, la paura, la fame, la prigionia, il freddo le ha trovate la scrittrice Anna Baccelliere (di Grumo Appula, Bari) che si è cimentata nel delicatissimo compito di raccontare ai bambini, con storie, filastrocche, pensieri, nel modo più delicato e umano possibile, quel grande evento di disumanità che l’Olocausto (dal greco, “bruciato interamente”) ha rappresentato per il ‘900: lo sterminio di un numero compreso tra i 5 e i 6 milioni di ebrei (e non solo) di ogni sesso ed età.
Il racconto , scandito in tre momenti narrativi (con l’incanto, con gli interrogativi, con i sogni) è corredato e inframezzato dalle immagini di Liliana Carone, illustratrice barese esperta di letteratura per ragazzi. La magia emotiva di questo libro, destinato ai bambini ma da leggere anche per gli adulti, sta proprio nella fusione perfetta di parole e segni, come appare dall’incipit: “Quando vivevo a casa, spesso giocavo con nonno Elia”, corredato dalla illustrazione dei volti, ancora sereni e fiduciosi del bambino-io narrante e del nonno, affettuosamente sorridente all’avvenire, mentre sullo sfondo corrono, come in un film, le case sicure e illuminate del prima, che si avviano al rovesciamento del dopo… e compaiono, già nella prima storia (Conto e m’incanto) le stelle, filo conduttore di tutto il libro. le stelle gialle a sei punte dei bambini ebrei, (motivo conduttore del secondo racconto) ma anche le stelle lucenti che si possono vedere nel cielo, nonostante il filo spinato, quelle stelle che sono il tema della “filastrocca un po’ paurosa”, nel secondo momento narrativo.
Dunque si può raccontare l’orrore senza spaventare, con parole che rimandano alla realtà brutale dei lager e della condizione degli internati-bambini, ma lasciando un messaggio di speranza, la possibilità che da un pugno di terra, grazie ai bambini, possa rinascere qualcosa che cresca nel futuro, che faccia credere che Dio non è morto ad Auschwitz, come in una famosa canzone-preghiera.
L’autrice e l’illustratrice non tralasciano e non dimenticano nulla di quell’orrore: c’è la neve, c’è il filo spinato, ci sono i topi, ci sono i numeri sul braccio dei bimbi, c’è il cibo avariato, c’è un mondo in frantumi, un mondo che si è capovolto. Ma parole e disegni non danno angoscia, bensì fiducia in una luce che possa penetrare il buio fitto della notte; il racconto si chiude con il sogno dei bambini, il sogno di libertà che supera le recinzioni e riporta la vita a germogliare piano, a cercare la via di una nuova umanità, caratterizzata dalla consapevolezza del passato e dalla tolleranza e dal rispetto per l’altro.
Il piccolo alfabeto illustrato della Shoah (in lingua ebraica vuol dire “catastrofe”, “distruzione”), al termine delle tre sezioni, è un contributo didattico interessante e intelligente ai docenti e ai genitori, perché possano spiegare, grazie anche alle foto d’epoca, i riferimenti precisi dell’Olocausto.
Mancava, nel panorama letterario di letteratura per ragazzi, un libro di questa forza, di questa intensità, di questa capacità emotiva. Ne siamo grati alle autrici e all’editore, che ci hanno consegnato un pezzo di memoria da tramandare alle giovani generazioni, nella scuola e nella famiglia.
L’ALBERO DEI GIOIELLI
L’albero dei gioielli
Progedit
Alcuni titoli e collane della Casa editrice barese per un viaggio privato e misterioso
- Cinema e pittura. Dall’effetto-cinema nell’arte figurativa alla “cinepittura digitale” di Angelo Moscariello, pp.152 , euro 17,12 Come il cinema di oggi guarda alla grande pittura del passato.
- Novecento a colori di Raffaele Nigro, pp. 256, € 17.12 L’arte contemporanea, le sue forme e i suoi protagonisti nella rivisitazione di un grande, pluripremiato scrittore.
- Per altre terre. Il viaggio di Ulisse di Ettore Catalano, tavole a colori di Donato Sciannimanico, pp. 128, € 18.85 Una rilettura dell’Odissea sulla scorta dei poeti greci del Novecento e di altri “testimoni” privilegiati.
- Metamorfosi della scrittura. Dalla pagina al web di Patrizia Calefato, pp. 128, € 13.70. Il tema della scrittura intesa quale complesso lavoro di “incisione” di segni nel mondo svolto da una docente di Sociolinguistica e Linguistica informatica all’Università di Bari.
- I grandi non capiscono mai niente. I bambini ci spiegano la vita di Anna Baccelliere. Illustrazioni di Chiara Gobbo, pp. 144, € 15.40 La saggezza dei bambini facilita l’incontro di due mondi che si allontanano.
- La scuola delle emozioni di Daniela Dato, pp. 128, € 12.85 Una scuola che, da luogo di mera trasmissione di saperi, diviene luogo di ben-essere per il bambino, per l’insegnante e per le famiglie.
- Uniti per forza. 1861-2011 di Federico Pirro, pp. 192, € 17.10 Quali furono le profonde motivazioni che hanno portato allʼUnità dʼItalia? E quali furono le reazioni e gli effetti dei provvedimenti sul territorio e sullʼintera popolazione? Di fronte alle odierne minacce scissioniste della Lega e ai molteplici nodi sullʼidentità italiana, emerge la necessità di scandagliare il processo che, a partire dal 1861, determinò lʼunificazione del mosaico territoriale italiano. Una rivisitazione critica da parte di un acuto cronista per indagare e completare ricostruzioni troppo lontane dalle ragioni degli sconfitti.
Leggi anche:
- Ricostruiamo il nuovo atlante delle piccole case editrici e i loro fiori all’occhiello. Per ringraziarli della grande offerta culturale che ci offrono e per aiutarli in un mercato in crisi
Le puntate:
- V come Il Vicolo di Cesena: se lo stampatore degli artisti si siede a tavola
- F come Felici Editore di Pisa: libri preziosi che raccolgono l’ingegno delle università
- A come Armando Editore di Roma: con i nostri libri insegniamo ai maestri che insegnano
- P come Progedit di Bari. Un calamaio che ha messo radici e germoglia, questo è un Dato
- K come Kurumuny. Nel Salento vogliono far tornare protagonisti gli invisibili e la loro umanità
- A come AdArte: la bussola per entrare nelle città più intime e segrete, navigando nel mare delle arti
- C come CB Edizioni. Dalla Toscana educare nel segno di Leonardo e Michelangelo
- D come Edizioni Dedalo. La carica dei mille titoli: più qualità per vincere (non solo) nelle università
- DR come Di Renzo Editore. La signora delle stelle, Margherita Hack, fece da passaparola e fu subito un successo
- G come Guida Editori. In principio fu Benedetto Croce… e Napoli si fregiò di un altro vulcano, questo editoriale
- AE come Artistica Editrice: alla scoperta del Piemonte (e non solo)
- C come Cavinato Editore: nel nome del padre e di Ippocrate
- E come EMI, Editrice Missionaria Italiana: da Bologna libri che cambiano la Chiesa e il mondo
- L come Lupo Editore: dal Salento libri caldi per ragazzi ed esordienti
- E come Este Edition: a Ferrara una storia lunga 500 libri
- V come Venexia Editrice: libertà, positività, spiritualità
- O come Edizioni Dell’Orso: dal Piemonte libri candidati a “rimanere”
- G come Gattomerlino Edizioni: una bussola a colori tra poesia e scienza
- Editrice Rotas vivrai! A Barletta c’è una nuova Disfida
- P come Polistampa: la casa editrice sbocciata nel fango dell’Arno
- M come Minerva: nelle campagne bolognesi una bottega per libri d’autore e giovani talenti
- G come Girasole, la più antica casa editrice di Ravenna, che guarda al futuro volgendo lo sguardo al passato
- C come Canneto: eravamo tre amici al bar che volevano raccontare il mondo (oltre Genova)
- GA come Grafiche Antiga: 8.000 lettere per conservare la storia dell’arte tipografica italiana
- MyM come Marcos y Marcos: la casa editrice alla ricerca di inaspettati punti di vista sul mondo, che presentò all’Italia John Fante