“Con la carta si può fare ciò che l’immaginazione concepisce”: mi accoglie così all’ingresso della sua mostra Sandro Tiberi, uno degli ultimi Maestri Cartai di Fabriano, fondatore in quella città marchigiana dell’Accademia delle Arti Cartaie. Paperlight, la sostenibile leggerezza della carta è il titolo dell’esposizione a lui dedicata alla Stazione di viaggiatori di idee di Seven’s.bo*, in via Galliera 62/d a Bologna, fino al 21 ottobre 2016, all’interno della manifestazione internazionale Bologna Design week.
Mettiamoci in viaggio
Lasciati i rumori del traffico cittadino, guidati dall’eco dei passi sotto i portici, l’incontro con la carta di Sandro Tiberi (presentato da Salvatore Giannella) richiede un tempo che va oltre la rapida percezione del bianco. Leggerezza, discrezione, silenzio cromatico e poi la luce; luce che consegna ai viaggiatori in cerca di idee, negativi di orme, tracce di racconti, trame segrete, voci e passi subito assorbiti dal pulviscolo compatto, quasi fossile, della carta. Racconti ormai in viaggio nella mente di chi guarda.
Trasparenze, filigrane, rugosità, perfezione di profili, omogeneità di materia, esperienze secolari nei gesti delle sue mani. L’occhio giudice e motore del gesto che muove la macchina, l’occhio capace di cogliere nell’imprevisto una possibilità di sperimentazione: l’errore diventa qualcosa di più della banale perfezione.
La materia si piega e la fedeltà antica della carta si concede a giochi di trasformazione. La tradizione e l’innovazione, l’artigianato e l’arte, la creatività e la sostenibilità, il passato e il futuro che vivono nel presente. Nascono sculture luminose, lampade piramidali e ancora una volta il gesto, il tempo, il segno. Un rito che trasforma la materia in nuova forma.
Con la carta, è vero, si può fare ciò che l’immaginazione concepisce. Maestro Tiberi, credo proprio che sia vero.
* A PROPOSITO
Per i “viaggiatori di idee” è nata una stazione a Bologna
Seven’s.bo invita a sostare chi ha progetti per migliorare il mondo
Nel cuore di Bologna, un anno fa, è nato Seven’s.bo, progetto pilota insolito di co-working, ideato dalla fervida fantasia dell’architetto Gabriella Lungo (esperta di bioclimatica e direttore del progetto).
Seven’s.bo è un luogo d’incontro tra creatività e innovazione con la mission di ricostruire possibilità di lavoro favorendo idee, progetti a approcci utili alla sostenibilità ambientale, sociale e culturale. Promuove progetti innovativi e sostenibili attraverso la creazione e la gestione di network multidisciplinari capaci di scambio e di condivisione di saperi e di buone pratiche.
Ama definirsi come “stazione per viaggiatori di idee”, un luogo di sosta e di accoglienza per chi ha nel proprio bagaglio progetti in grado di generare cambiamenti positivi nella realtà in cui viviamo e il desiderio di farlo, viaggiando insieme agli altri. Nei suoi spazi non si occupa solo di creare e condividere un co-working ma crea e sperimenta nuovi sistemi e metodologie di lavoro collaborativo, occupandosi principalmente di green-building / ecodesign, ricerca di prodotti e sistemi innovativi (brevetti) e ricerca di fondi di finanziamento pubblico (progettazione europea, accesso ai bandi pubblici), cultura e comunicazione. Tutto questo è pensato come un grande volano di sviluppo economico e sociale, generando effetti benefici allargati e diffusi.
Nato in un periodo di stagnazione economica, Seven’s.bo ha puntato sulle nuove idee, ricercando e orchestrando una rete diffusa e selezionata di conoscenze e competenze professionali (anche molto differenti) e impegnandosi costantemente per stimolare creatività e generare, in modo innovativo, occasioni di lavoro e processi di produzione integrati.
Nel suo primo anno di vita numerosi sono stati i “viaggiatori di idee” che hanno sostato in questa “stazione” inconsueta, uniti dal desiderio di condividere esperienze, visioni e forze produttive. Seven’s.bo ha ospitato professionisti, artigiani e artisti, organizzando e partecipando a eventi culturali, incontri e conversazioni sui temi della sostenibilità, dell’arte e della ricerca dei fondi europei.
Nella rete di Seven’s.bo, che cresce ogni giorno, si incontrano ingegneri, architetti, imprenditori, specialisti in economia e finanza, in giurisprudenza e internazionalizzazione, in comunicazione, marketing e architettura digitale, artisti, fotografi, giornalisti, musicisti, artigiani e creativi, ricercatori di sistemi e prodotti innovativi. Le varie professionalità vengono aggregate per dare risposte complete, assistenza e consulenza e/o per realizzare progetti complessi. Seven’s.bo mette a disposizione spazi espositivi, sale riunioni, una sala conferenze, spazi di co-working attrezzati con archivi personali e connessione a fibra wifi, sala stampa e office attrezzato per servizio catering.
In questo primo anno le attività messe in calendario sono state numerose e, per citare solo alcuni esempi, Seven’s.bo ha organizzato e curato mostre di artisti e fotografi e partecipato a Riccione a ClimHabitat: entrare nel futuro a passo lieve, un convegno sul tema della sostenibilità, della mobilità dolce e del rispetto per l’ambiente circostante: la prima occasione dell’incontro con Giannella Channel.
Contatti: Seven’s.bo, via Galliera 62/d, 40121 Bologna. Telefono: 051.246430 – info@sevensbo.net – www.sevensbo.net
- A Como il primo liceo dell’artigianato, dove i ragazzi imparano anche i mestieri. Oltre alla formazione liceale, la scuola “Oliver Twist” nella città lariana offre l’insegnamento delle arti della cucina e dell’accoglienza, dell’arredo ligneo e del tessile (con un articolo ritrovato su “Inventiamo la nuova scuola” che mi mandò Umberto Eco, NdR)
- In Sardegna le mani sapienti degli artigiani battono l’industria. Nell’isola dove soffrono il tessile, la petrolchimica e altri settori industriali, resistono i telai della tradizione e “il sapere della mano”
- Favini, la carta antica che profuma di economia circolare. A volte bisogna cambiare l’immaginario collettivo per orientare la produzione industriale in senso sostenibile. La storia della cartiera Favini di Rossano Veneto (280 anni di attività, oltre 150 milioni di euro di fatturato e 500 dipendenti) ne è un esempio concreto