Chi percorre i 205 chilometri della Nove Colli – Selle Italia sfiora bellezze paesaggistiche e culturali, storiche e artistiche di rilevanza internazionale. Come un libro, il viaggiatore curioso sfoglia pagine ricche di musei e monumenti, chiese e fontane artistiche, castelli e palazzi storici… Questi sono i consigli di chi, come me, ha scelto la Romagna come terra d’adozione a coloro che, prima o dopo la Granfondo ciclistica più antica in programma domenica 20 maggio, volessero concedersi soste per conoscere meglio e ricordare a lungo l’esperienza tutta vissuta su due ruote.

TAPPA N. 1: CESENATICO, MUSEO DELLA MARINERIA

Premiato come “museo dell’anno 2017”, è stato inserito tra i dieci musei italiani più attivi e attraenti dagli esperti italiani e stranieri dell’ICOM, l’International Council of Museums, l’organizzazione che riunisce i musei di tutto il mondo. La motivazione del premio è il più eloquente invito alla visita di questa attrazione diretta da Davide Gnola: “Affascinante per gli allestimenti delle due sezioni, a terra e galleggiante; attivo con fitte relazioni locali, nazionali e internazionali, il museo è diventato un centro di interpretazione del territorio e del paesaggio costiero, attrattivo per il pubblico e la comunità”.

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Cesenatico: il porto canale.

TAPPA N. 2: CESENA, BIBLIOTECA MALATESTIANA

L’UNESCO ha riconosciuto l’importanza culturale di questa istituzione fondata nel 1452 grazie a fondi di Novello Malatesta, inserendola, prima in Italia, nel registro della Memoria del Mondo. “Cuore della cultura della Romagna” (Guido Piovene) è una biblioteca monastica con due primati assoluti: è stata la prima biblioteca civica d’Italia e d’Europa ed è l’unico esempio di biblioteca monastica umanistica giunta fino a noi perfettamente conservata nell’edificio, negli arredi e nella dotazione di libri rari e di altri autentici tesori. Se avete una buona vista, inoltratevi dalla periferia nel cuore di Cesena e non perdetevi questa chicca che ha meravigliato chi vi scrive: una lettera di Galileo Galilei a Cristina di Lorena che è considerata il più piccolo libro del mondo.

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Cesena: la biblioteca malatestiana.

TAPPA N.3: FORLIMPOPOLI, CASA ARTUSI

Pellegrino Artusi (1820-1911), autore del famoso ricettario di gastronomia La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene, è tra i figli più illustri di questa città e il ristorante Casa Artusi, coerente con la filosofia artusiana e il territorio che lo ospita, propone il meglio della cucina domestica romagnola. La grande qualità delle materie prime, la ricerca delle eccellenze gastronomiche, il rispetto della tradizione e della stagionalità dei prodotti e la loro sostenibilità ambientale, sono alla base delle ricette servite. Una sosta di rigore per i golosi di ogni età.

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Forlimpopoli: il cortile di Casa Artusi.

TAPPA N.4: POLENTA CON BERTINORO, L’ELOGIO DELL’OSPITALITA’

La prima salita della Nove Colli – Selle Italia è a Polenta, a 37 km dalla partenza. Qui si trovano il celebre cipresso di Francesca, l’amante di Paolo Malatesta, e la Pieve romana anteriore al X secolo, cantata da Giosuè Carducci. L’idea suggerita dal Carducci che Dante fosse stato ospitato proprio qui dai Signori polentani di Ravenna è ormai diffusa. Frazione di Bertinoro, noto come “il paese dell’ospitalità”, tradizione di cui rappresenta il simbolo la Colonna delle Anella, nella Piazza Maggiore. Questa colonna in sasso, risalente al Trecento, porta affisse 12 Anella che corrispondevano a 12 famiglie bertinoresi: ogniqualvolta un forestiero raggiungeva il paese, per tutta la giornata era ospite della famiglia cui corrispondeva l’Anella. Bella tradizione rinnovata nel Novecento.

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La maestosa Rocca di Bertinoro.

TAPPA N. 5: SOGLIANO AL RUBICONE: FORMAGGI DA SOTTO TERRA

A Sogliano viene prodotto il formaggio di fossa, ottenuto dalla fermentazione del formaggio in speciali pozzi chiamati fosse, scavate nel tufo, che nel 1502 stupirono un visitatore dal nome illustre: Leonardo da Vinci. Qui singolari condizioni di temperatura, umidità, presenza di ossigeno creano l’ambiente ideale per la trasformazione del normale formaggio in formaggio di fossa, dal sapore e dalla fragranza inconfondibili. Ha lasciato scritto il grande poeta e sceneggiatore Tonino Guerra: “Questo formaggio, a Sogliano e a Talamello, ci arriva su da sotto terra. Va giù che è bianco e torna fuori quasi dorato, come l’ambra”.

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Sogliano al Rubicone: la fontana di Tonino Guerra.

TAPPA N.6: PERTICARA, LA MINIERA DI ZOLFO PIU’ GRANDE D’EUROPA

Sulphur, il Museo Storico Minerario di Perticara (frazione di Novafeltria), è uno dei primi significativi esempi di archeologia industriale in Italia. L’ex Cantiere Sulfureo Certino dal 2002 ospita moderni e affascinanti spazi museali, mentre all’esterno del museo l’originale pozzo Vittoria domina ancora il paesaggio su Perticara come antico simbolo del collegamento del paese con l’immensa città mineraria sotterranea.

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Perticara.

TAPPA N. 7: MAIOLO, INCONTRO CON LUCA DELLA ROBBIA E I PANI

La chiesa di Santa Maria d’Antico, frazione di Maiolo, custodisce una terracotta rinascimentale di Luca della Robbia raffigurante la Vergine con Bambino. Questo edificio sacro risale anch’esso al periodo romanico e mantiene ancora un portale a lunetta scolpita e rosone. Nel mese di giugno vengono riattivati gli antichi forni in pietra per la “Festa del Pane”, durante la quale si possono degustare le specialità locali accompagnate dal pane appena sfornato. I forni, una cinquantina sul territorio, fanno parte del “Museo del pane”, una rete di strutture che risalgono ai primi anni del ‘900.

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La chiesa di Santa Maria d’Antico.

TAPPA N. 8: SAN LEO E LA SUA ROCCA CHE INCANTO’ UMBERTO ECO

Il grande scrittore, che aveva scelto queste terre del Montefeltro per il suo buen retiro, aveva dichiarato: “La città più bella d’Italia? San Leo: una rocca e due chiese”. Sia il borgo che le due chiese, che la fortezza (ieri prigione inesorabile di Cagliostro) sono un esempio da seguire per chi vuol fare turismo intelligente: c’è pulizia, ma anche mistero e si può girovagare indisturbati. Da visitare almeno una volta nella vita.

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San Leo e il suo imprendibile Forte.

TAPPA N. 9: SAN MAURO PASCOLI, NEL SEGNO DEL POETA

Nel centro del paese incontrate la modesta casa natale del poeta Giovanni Pascoli, oggi piccolo museo domestico, con un orto, un giardino alberato e, al limite del giardino, la cappella della Madonna dell’Acqua. Poco distante, la Villa Torlonia di pascoliana memoria, con i possedimenti un tempo amministrati dal padre del poeta. Nel 1974 il ministero della Pubblica Istruzione ha dichiarato il complesso di particolare interesse storico, sottoponendolo a tutela, come caratteristico (e ormai raro) esempio di villa romagnola del XVII / XVIII secolo.

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Villa Torlonia a San Mauro Pascoli.

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* Fonte: Il Cicloturista, aprile 2018 – Direttore responsabile Roberto Sgalla. Direzione: via Saffi, c/o stadio comunale, Cesenatico (FC) – Stampa Sicograf srl Cesenatico – organo Ufficiale del Gruppo ciclistico Fausto Coppi.

A PROPOSITO

Ercole Baldini: la mia sposa Vanda,

simbolo della generosità romagnola

che va in scena ogni anno a Longiano

intervista di Salvatore Giannella per Sette / Corriere della Sera*

Ogni anno al Teatro Petrella, cuore bello e sano di Longiano (che fu identificato come “borgo ideale di Airone”) va in scena una festa per bene, anzi 2xBene, la corsa a coppie per beneficenza in programma sulle colline romagnole a cura del Gruppo ciclistico Fausto Coppi di Cesenatico (sì, quelli della famosa Nove Colli) e di 150 volontari di quella terra (per l’edizione del 2018, la 18ma, si sono aggiunte idealmente le ottomila società sportive italiane, con 40 mila praticanti il ciclismo, iscritti all’Acsi. Di regola non mancavo alla festa del Petrella ma quest’anno un lungo viaggio in Oriente mi ha impedito di accogliere il consueto invito dell’avvocato Roberto Landi, instancabile motore della 2xBene che nell’ultima edizione, il 16 e 17 settembre 2017, ha raccolto 12 mila euro destinati a quattro comunità terapeutiche della provincia di Forlì-Cesena: Balignano di Longiano, la Caritas di Cesena, Casa famiglia e la Nuova famiglia di Cesenatico. E da Longiano mi hanno mandato le immagini della festa di primavera, con la consegna degli assegni ai beneficiati da parte di Roberto Landi con il sindaco di Longiano, architetto Ermes Battistini. Trovate le immagini alla fine di una mia recente intervista con Ercole Baldini, grande campione di ciclismo su strada e su pista, che ho incontrato nella sua casa sulla Via Emilia, l’antica strada più energica della vitalissima regione Emilia-Romagna. Lì, in una stanza che affianca un piccolo ma suggestivo museo del ciclismo, quel gigante sportivo mi ha illuminato una figura simbolo di quel volontariato che vede la Romagna al primo posto in Italia. (s.g.)

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Ercole Baldini (Forlì, 1933) è stato un campione di ciclismo su strada e su pista. Si aggiudicò nel triennio 1956-1958 un titolo olimpico su strada, il record dell’ora, un Giro d’Italia e un campionato mondiale su strada. (CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Caro Baldini, venendo a casa tua lungo la Via Emilia pensavo a Forlì e alla fama (meritata) di essere una città generosa nella volata della solidarietà. È grazie al volontariato (316 associazioni nell’intera provincia, con 53.918 soci iscritti), se ogni anno classifiche come quella del Sole 24 Ore la premiano.

“Queste migliaia di persone impegnate nel sociale sono un patrimonio straordinario della mia terra romagnola. Per questo credo di non essere di parte se ti indico, a simbolo di questa bella umanità, una donna da poco scomparsa: Vanda Beccari, che è stata presidente della Croce rossa femminile, sezione di Forlì, e a capo di altre società impegnate in beneficenza”.

Di parte perché?

“Vanda è stata la mia sposa. Veniva da una famiglia agiata dell’Emilia e aveva trasferito in Romagna le cose belle di lassù. L’amore per la musica e il teatro, per esempio: quante volte mi ha portato alla Scala di Milano o alla Fenice di Venezia o al Maggio fiorentino… Noi non eravamo ricchi (famosi sì, perché all’epoca i ciclisti erano più famosi dei calciatori) ma facevamo la vita dei ricchi. Io sono amico del presidente della Confindustria, Giorgio Squinzi, e quando lo incontravamo in queste serate musicali lui ci faceva i complimenti per le scelte fatte da Vanda, per come ha contribuito ad arricchire Baldini uomo. Far del bene era una sua predisposizione naturale. Periodicamente ci veniva a trovare un sacerdote impegnato in India: se ne tornava nella sua missione con quanto aveva bisogno. E quando la comunità di Sadurano, qui vicina, che dà futuro a persone disagiate, si trovò in un momento di difficoltà, grazie all’organizzazione da parte di Vanda di un concerto con Muti e Pavarotti, riuscì a trovare i fondi per continuare”.

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Vanda Beccari (Castelnuovo Rangone, Modena 1938- Forlì 2008). Ha sposato Baldini nel santuario comasco della Madonna del Ghisallo, la patrona dei ciclisti, nel 1959. Ha dato a Ercole due figli, Anselmo e Riziero, costruttori edili impegnati in Costarica. (CREDIT Giacomo Giannella / Streamcolors)

Come la conoscesti?

“Era figlia di Anselmo, presidente della società Niccolò Biondo di Carpi, per cui corsi come dilettante. Il mio futuro suocero mi comprò dalla Baracca di Lugo regalando ai lughesi una gigantesca forma di mortadella. A Carpi, per risparmiare, venivamo ospitati in casa dei consiglieri di amministrazione. A me capitò di essere accolto in casa del presidente, che aveva due figlie studentesse a Bologna. Per quasi un anno non le vidi mai. Poi un giorno Vanda è venuta a una corsa e lì la mia vittoria è stata galeotta: ci conoscemmo, ci sposammo nel 1959, da allora siamo sempre stati insieme fino al 2008. Nell’orazione civile in suo onore, il sindaco forlivese Balzani sottolineò la passione e l’equilibrio, il forte carattere e l’ironico buonumore con cui Vanda ha agito nel mondo del volontariato. Capisci perché la considero una donna campione di vita”.

E capisco perché qui vicino, a Longiano, se ogni anno, per restare in campo ciclistico, la 2XBene e il suo vulcanico ideatore Roberto Landi premiano i gregari dei campioni come te.

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* Fonte: dalla serie “Il mio eroe” (marzo 2015), interviste curate da chi vi scrive per Sette, lo storico magazine del Corriere della Sera per cinque anni diretto da Pier Luigi Vercesi. Una selezione delle prime 80 interviste è nel libro in uscita dall’editore Minerva: “In viaggio con i maestri”.

Fotogallery

Metti una sera in scena a Longiano

una festa per bene, anzi 2xBene

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato docu-film per il programma Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).