Quest’anno compie 25 anni la fortunata manifestazione di Cervia “La spiaggia ama il libro” curata dall’Ascom. Un appuntamento che vede molti scrittori di fama anche internazionale presentare i propri lavori in vari punti della città balneare e la cui conclusione avviene nel giorno di Ferragosto sul palco allestito sulla spiaggia antistante il Grand Hotel dove si celebra la festa della scrittura.

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Riccardo Pascucci (a destra), artigiano artista delle tele stampate, con l’artista Onorio Bravi che firma le tele quest’anno sulla spiaggia di Cervia a Ferragosto ispirate al libro “Sole d’estate” di Grazia Deledda.

Dal 2001 la Stamperia Pascucci partecipa alla manifestazione proponendo mostre di tende da sole esposte sulla spiaggia il giorno di Ferragosto. Nel corso degli anni sono state presentate tende con vari disegni collegati a evocazioni storiche, artistiche e celebrative e onorate da grandi firme (Dario Fo, Tonino Guerra, Gianfranco Zavalloni, Tinin Mantegazza…).

Racconta Riccardo Pascucci, insignito a luglio del riconoscimento di cavaliere del lavoro conferito dal capo dello Stato per la sua attività imprenditoriale e per il suo impegno culturale e sociale (tra l’altro, lo si può ammirare come protagonista di commedie dialettali nella sua Gambettola e in Romagna):

Quest’anno per onorare al meglio il 25mo anno dell’iniziativa, il tema scelto è suggerito dai racconti di Grazia Deledda, la grande scrittrice che amava passare l’estate a Cervia nel suo villino in riva al mare dove, all’ombra dei pini, scriveva vari racconti tra cui “Sole d’estate” pubblicato nel 1933 dopo aver ricevuto l’alto riconoscimento del Nobel per la letteratura avvenuto nel 1926 e ritirato nel 1927. Cervia si prepara con alcuni appuntamenti a festeggiare quest’anno il 90° anno dalla consegna del premio. La nostra Stamperia parteciperà con la produzione ed esposizione delle tende da sole i cui disegni, tratti dai racconti della scrittrice, sono stati dapprima realizzati come graffiti dall’artista Onorio Bravi di San Zaccaria con abilità e maestria e da noi poi trasformati in stampi per le tele da realizzare.

La fotogallery che segue presenta dieci delle tele create dalla coppia Bravi / Pascucci. (Le didascalie sono tratte dal libro “Sole d’estate” di Grazia Deledda).

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Storia d’una coperta. “Ecco che un giorno ella viene e vede, sul nostro letto matrimoniale, una coperta nuova, di seta verde, che ha ancora il segno delle pieghe e l’odore della stoffa appena uscita dalla fabbrica. La camera ne è tutta illuminata come da un riflesso di primavera, e gli oggetti, anche i più umili, se ne rallegrano. Il pino, davanti alla vetrata della loggia, sembra quasi geloso, e fa di tutto per essere anche lui più verde del solito”.

Storia d’una coperta

Ecco che un giorno ella viene e vede, sul nostro letto matrimoniale, una coperta nuova, di seta verde, che ha ancora il segno delle pieghe e l’odore della stoffa appena uscita dalla fabbrica. La camera ne è tutta illuminata come da un riflesso di primavera, e gli oggetti, anche i più umili, se ne rallegrano. Il pino, davanti alla vetrata della loggia, sembra quasi geloso, e fa di tutto per essere anche lui più verde del solito.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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L’anello di platino. “Andata via la signora Pùliga, rimasero dunque sole, la futura suocera, bianca e tonda come la luna piena, e l’aspirante nuora, bionda esile come la luna nuova; sole, nella stanza da pranzo, che col suo decente divano ricco di cuscini chiari con ricami di colombi, rami di pesco, grifoni e ragni, e le belle credenze coi vetri smerigliati, funzionava anche da salotto”.

L’anello di platino

Andata via la signora Pùliga, rimasero dunque sole, la futura suocera, bianca e tonda come la luna piena, e l’aspirante nuora, bionda esile come la luna nuova; sole, nella stanza da pranzo, che col suo decente divano ricco di cuscini chiari con ricami di colombi, rami di pesco, grifoni e ragni, e le belle credenze coi vetri smerigliati, funzionava anche da salotto.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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Scherzi di primavera. Notte d’aprile, improvvisamente calda, dopo un lungo prepotente inverno che non si stancava di torturare la terra coi suoi furori. Adesso finalmente se n’era andato; e la terra dormiva tranquilla: ma era il sonno fecondo della primavera”.

Scherzi di primavera

Notte d’aprile, improvvisamente calda, dopo un lungo prepotente inverno che non si stancava di torturare la terra coi suoi furori. Adesso finalmente se n’era andato; e la terra dormiva tranquilla: ma era il sonno fecondo della primavera.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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I diavoli nel quartiere. “Fra la nostra e le case dei vicini sorgeva un villino a due piani, con una striscia di giardino davanti, completamente disabitato. I proprietari lo avevano fatto ripulire, da cima a fondo, con l’intenzione di venderlo; ma poiché ne pretendevano un prezzo esagerato, nessuno si presentava a comprarlo. Padroni, per adesso, ne erano i gatti del vicinato, che, dopo le loro feroci lotte amorose, si sdraiavano sulle gramigne delle aiuole o s’arrampicavano fino alla loggia del pian terreno”.

I diavoli nel quartiere

Fra la nostra e le case dei vicini sorgeva un villino a due piani, con una striscia di giardino davanti, completamente disabitato. I proprietari lo avevano fatto ripulire, da cima a fondo, con l’intenzione di venderlo; ma poiché ne pretendevano un prezzo esagerato, nessuno si presentava a comprarlo. Padroni, per adesso, ne erano i gatti del vicinato, che, dopo le loro feroci lotte amorose, si sdraiavano sulle gramigne delle aiuole o s’arrampicavano fino alla loggia del pian terreno.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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Lo stracciaiolo del bosco. “Era giovane ancora, alto, dritto nonostante il suo pesante fardello: vestito decentemente di panno scuro, con un cappelluccio nero calcato sopra le grandi orecchie rosse, aveva, nel viso abbronzato e accigliato, due vividi occhi verdognoli che parevano di diaspro”.

Lo stracciaiolo del bosco

Era giovane ancora, alto, dritto nonostante il suo pesante fardello: vestito decentemente di panno scuro, con un cappelluccio nero calcato sopra le grandi orecchie rosse, aveva, nel viso abbronzato e accigliato, due vividi occhi verdognoli che parevano di diaspro.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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Bonaccia. “Sì, il tenero sole di autunno fa bene al cuore. Ed anche i pescatori, nel tirare le corde della lunga rete che pareva venisse dall’altra riva del mare, si sentivano tutti caldi di bontà, di allegria, di appetito. È vero che nella mattinata avevano preso e subito spedito al mercato un bel quintale di pesce quasi tutto grosso e fino: adesso toccava a loro, e già ciascuno di essi faceva conto di succhiarsi uno sgombro e una fetta di razza, oltre il pane inzuppato nel brodetto”.

Bonaccia

Sì, il tenero sole di autunno fa bene al cuore. Ed anche i pescatori, nel tirare le corde della lunga rete che pareva venisse dall’altra riva del mare, si sentivano tutti caldi di bontà, di allegria, di appetito. È vero che nella mattinata avevano preso e subito spedito al mercato un bel quintale di pesce quasi tutto grosso e fino: adesso toccava a loro, e già ciascuno di essi faceva conto di succhiarsi uno sgombro e una fetta di razza, oltre il pane inzuppato nel brodetto.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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Occhi celesti. “Come spesso le piaceva fare, la signora andò a sedersi sul divano del salotto, nell’angolo dal quale meglio si vedeva la finestra sul giardino. Era quasi sera; una sera di maggio, ancora fresca, ma con già lievi rossori estivi ad occidente”.

Occhi celesti

Come spesso le piaceva fare, la signora andò a sedersi sul divano del salotto, nell’angolo dal quale meglio si vedeva la finestra sul giardino. Era quasi sera; una sera di maggio, ancora fresca, ma con già lievi rossori estivi ad occidente.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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La Madonna del topo. “Il modello della Vergine era una sua bionda servetta, procuratagli da pochi giorni dal padrone di casa: una bimba quasi, con le lunghe trecce attorcigliate intorno alla testa, con la fronte d’avorio, grande, prominente, e i nerissimi occhi lunghi, pieni di languore e di sofferenza. Il resto del visetto scivolava giù con la bocca quasi invisibile e il mento giallino, non più grosso di una ciliegia acerba. Era triste, silenziosa, timida; e forse la sua morbosa paura dei topi aveva dato al pittore la prima idea del quadretto”.

La Madonna del topo

Il modello della Vergine era una sua bionda servetta, procuratagli da pochi giorni dal padrone di casa: una bimba quasi, con le lunghe trecce attorcigliate intorno alla testa, con la fronte d’avorio, grande, prominente, e i nerissimi occhi lunghi, pieni di languore e di sofferenza. Il resto del visetto scivolava giù con la bocca quasi invisibile e il mento giallino, non più grosso di una ciliegia acerba. Era triste, silenziosa, timida; e forse la sua morbosa paura dei topi aveva dato al pittore la prima idea del quadretto.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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Il tappeto. “Dalle lontananze verso Ravenna si avanzò la figura rossa di una donna, che aveva nello stesso tempo la mansuetudine veloce del cammello e la sveltezza rapace della zingara. Con un pesante carico sulle spalle, e cassette e sacchi in mano, pareva venisse dall’antica città, con un tesoro rubato a qualche principessa bizantina”.

Il tappeto

Dalle lontananze verso Ravenna si avanzò la figura rossa di una donna, che aveva nello stesso tempo la mansuetudine veloce del cammello e la sveltezza rapace della zingara. Con un pesante carico sulle spalle, e cassette e sacchi in mano, pareva venisse dall’antica città, con un tesoro rubato a qualche principessa bizantina.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

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La grazia. “I miei primi piccoli successi letterari furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri. In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza”.

La grazia

I miei primi piccoli successi letterari furono accompagnati, come certi grandi successi, da vivi dispiaceri. In famiglia mi si proibiva di scrivere: poiché il mio avvenire doveva essere ben altro di quello che io sognavo: doveva essere cioè un avvenire casalingo, di lavoro esclusivamente domestico, di nuda realtà, di numerosa figliolanza.

(Onorio Bravi, 2017, graffito su pannello 20x35cm)

INVITO ALL’ASCOLTO. E chi vi scrive vi invita alla presentazione del libro “Terme di Cervia. 60 anni di storia tra natura e cura” (edizioni Minerva), fissata alle 21,30 di sabato 12 agosto in viale Ravenna, a Milano Marittima. Partecipano, con me, Giancarlo Mazzuca, editorialista e scrittore, già direttore di QN, Il Resto del Carlino e Il Giorno, attualmente consigliere d’amministrazione della Rai; e Aldo Ferruzzi, direttore delle Terme di Cervia. Poi, martedì 15 agosto, appuntamento alle 10 sulla spiaggia di fronte al Grand Hotel di Cervia, per il “Ferragosto con gli autori”.

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Salvatore Giannella, giornalista che ha ideato e cura con passione questo blog, ha diretto il mensile scientifico del Gruppo L’Espresso Genius, il settimanale L’Europeo, il primo mensile di natura e civiltà Airone (1986-1994), BBC History Italia e ha curato le pagine di cultura e scienza del settimanale Oggi (2000-2007). Ha scritto libri (“Un’Italia da salvare”, “L’Arca dell’arte”, “I Nicola”, “Voglia di cambiare”, “Operazione Salvataggio: gli eroi sconosciuti che hanno salvato l’arte dalle guerre”), curato volumi di Tonino Guerra ed Enzo Biagi e sceneggiato documentari per il programma della Rai “La storia siamo noi” (clicca qui per approfondire).