Ha ricordato più volte “le future generazioni” il presidente uscente degli Stati Uniti Barack Obama nel suo ultimo discorso da inquilino della Casa Bianca pronunciato a Chicago nella notte tra il 10 e l’11 gennaio 2017, otto anni dopo la sua prima elezione. Con il discorso del commiato, il saluto (a tratti commosso, a tratti pieno d’orgoglio) ai suoi elettori e a tutti gli americani il primo presidente afroamericano ha salutato una folla di migliaia di persone, concludendo: «Yes we can». Possiamo farcela, «possiamo e dobbiamo fare di più perché, se pure abbiamo cambiato questa America, l’abbiamo resa migliore, c’è ancora molto da fare. E da cittadino lotterò con voi». Una lotta che indica idealmente come personaggi-faro i 13 eroi della storia americana che lui stesso aveva consegnato alle figlie Sasha e Malia e a tutti i ragazzi americani con il libro “Di voi io canto” (Rizzoli, 2011). Quei 13 nomi erano stati anticipati dalla scrittrice e storica padovana trapiantata a New York Ilaria Dagnini Brey, nel numero di maggio 2011 di BBC History Italia, il mensile di storia pubblicato da Sprea Editore, a quel tempo da me diretto e varato nelle edicole. Rileggiamo il brano centrale. (s. gian.)
Dei 13 eroi di Obama, alcuni sono celeberrimi, come Toro Seduto, il capo Sioux che sconfisse Custer a Little Big Horn nel 1876. Altri noti ai lettori americani, molto meno fuori dagli Stati Uniti. È il caso di Jackie Robinson, primo afroamericano a giocare in un campionato nazionale di baseball negli anni Quaranta (questo sport era stato vietato ai neri dell’Ottocento). O la cantante jazz Billie Holiday, che in Strange fruit denunciò appunto la segregazione.
Oppure Jane Addams, che nel 1951 ebbe il Nobel per la pace. A Chicago, sul finire dell’Ottocento, la Addams fondò la prima settlement house, un luogo dove i poveri della città potevano ricevere assistenza sanitaria, trovare un asilo per i figli, una biblioteca e frequentare corsi serali.
Obama celebra anche la forza d’animo di Helen Keller che diede voce, lei sordomuta dall’infanzia, alla causa dei disabili. E cita il capo delle rivolte contadine, Cesar Chavez. E anche Maya Lin, che a 21 anni vinse il concorso nazionale per la costruzione di un monumento in ricordo dei caduti in Vietnam.
La carrellata degli eroi di Obama prosegue con Martin Luther King, il predicatore battista originario di Atlanta che si batté per i diritti civili delle minoranze e in questa sua lotta non violenta perse la vita. E con Neil Armstrong, l’astronauta che il 20 luglio 1969 mise piede sulla Luna e pronunciò poche parole diventate celebri:
L’elenco culmina con il geniale Albert Einstein, la pittrice Georgia O’Keeffe e con la celebrazione dei due più grandi presidenti americani: Abraham Lincoln, che guidò il paese all’unificazione dopo la guerra di secessione e decretò la fine dello schiavismo (“lui volle che ci comportassimo come una grande famiglia”) e George Washington, che “credette nell’idea di libertà e giustizia per tutti e che su quell’idea creò una nuova nazione”.
Dalla collana “Il mio eroe”:
- Giovanni Palatucci (1909-1945), scelto da Ennio Di Francesco, già commissario di Polizia e fautore del Movimento democratico della riforma della polizia
- Giuseppe Caronia (1884-1977), grande pediatra che salvò molti ebrei e antifascisti a rischio della sua vita, è l’eroe scelto da Italo Farnetani, il medico dei piccoli
- Roberto Baggio sceglie il maestro buddhista Daisaku Ikeda, che ha dedicato la vita a sradicare le cause della violenza
- E Gianni Boncompagni scelse Arturo Benedetti Michelangeli, il più grande pianista del mondo tifoso di Enzo Ferrari e Topolino
- Nerio Alessandri: quel giorno nella vita di mr. Technogym, il romagnolo che fa muovere il mondo: “Il mio eroe? Un altro innovatore che, come me, partì da un garage: Steve Jobs“
- Dario Fo elogia il Ruzzante: “Fu un vero rivoluzionario, l’unico che, in forma satirica, ha parlato del suo tempo”
- Urbano Cairo: “Se scalo le montagne lo devo a un filosofo-faro: Napoleone”
- Antonio Cederna, giornalista e battagliero difensore della città, del paesaggio, della bellezza italiana
- Brunello Cucinelli dona bonus culturale ai suoi 1.450 dipendenti e sceglie Marco Aurelio
- E don Ciotti mi indicò il suo eroe: Tonino Bello, vescovo degli ultimi
- Michael Collins: era italiano il gregario spaziale rimasto a orbitare intorno alla Luna. Ecco chi me lo raccontò
- Zorro, cent’anni fa nasceva la leggenda del giustiziere mascherato (l’eroe di Etro)
- Un eroe e un amore che, mi confidò, abitavano nella mente di Luciano De Crescenzo
- Rossana e Carlo Pedretti: le loro vite nel segno di quel genio di Leonardo
- E Roberto Bolle mi confidò: “Il mio eroe? Adam, bambino soldato d’Africa”
- Fabrizio Barca: “il mio uomo faro? Amartya Sen. Quell’economista e Nobel indiano ha dato una risposta alle paure e alla arida globalizzazione”
- Raffaella Carrà: “Felicità è aver avuto una nonna come Andreina mia maestra in una Romagna che era piena di note e di libertà”
- Lo spirito guida di Massimo Giletti? Toro Seduto, un leader lontano da potere e profitto
- E Mauro Corona mi confessò: “Devo a Mario Rigoni Stern la mia rinascita”
- Quando Maria Rita Parsi mi illuminò il suo spirito guida: Giovanni Bollea, esploratore delle menti bambine
- Giuseppe Masera: “per chi come me ha dedicato una vita nella battaglia alla leucemia infantile, la figura di Giovanni Verga assume i contorni di un gigante”
- Nel glossario di Andrea Camilleri inserite la voce: Mandrake, l’idolo che mi confessò
- Quando il grande giornalista Enzo Bettiza mi indicò il suo eroe vivente: Mario Draghi, italiano europeo che punta su competenza e controllo