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Insieme al segmento degli over 60, viene considerato di grande importanza per il mercato turistico anche il segmento rappresentato dalla Generazione Y o dei Millennials. Questa generazione è rappresentata dai nati tra il 1980 e il 2000, anni caratterizzati da forti aumenti di natalità pari all’aumento delle nascite degli anni ‘50 e ‘60.
Nel 2025 gli esperti del settore, con in testa Horwath HTL, prevedono che la generazione dei Millennials possa rappresentare il 50% del mercato turistico globale. I Millennials privilegiano l’esplorazione, l’interazione, l’esperienza “emotiva”, costringendo già numerosi brand del settore alberghiero a integrare la propria offerta di servizi per soddisfare le loro nuove esigenze. Alcune delle maggiori catene alberghiere hanno quindi creato nuovi brand (per esempio, Radisson RED, Moxy di Marriott, Tommie, AC Hotels, Hyatt Centric, Canopy di Hilton, eccetera).
Il fatto che i Millennials considerino la tecnologia molto importante per il vivere quotidiano impone alle aziende del comparto turistico, e agli alberghi in particolare, di dare un impulso sempre maggiore alla digitalizzazione.
Dovrà essere ripensata l’intera catena di valori per soddisfare l’esigenza dello stile di vita di questa clientela. Questo processo sarà integrato da una crescita di trasparenza e di orientamento tecnologico che privilegerà l’empatia e la connessione con il cliente.
Profilo della Generazione Y (Millennials): 1980-2000
Sono i figli delle nuove tecnologie, coloro che sono eternamente connessi, coloro che restano più tempo a casa, quelli abituati a vivere in un mondo liquido e precario, caratterizzato dalla morte delle ideologie (quando è caduto il muro di Berlino o erano appena nati o dovevano ancora nascere).
Peculiarità:
- Ricettivi
- Aperti
- Poco interessati alla politica
- Pigri
- Attenti all’immagine e alla gloria
- Tolleranti
- Lasciano la casa in tarda età e non tagliano il cordone ombelicale (Fonte: Inbound Marketing)
Successiva alla Generazione Y è la Generazione Z che identifica le persone nate dal 1985 al 2010 (ma un preciso limite di età non è stato ancora definito). Negli Stati Uniti questa generazione rappresenta già il 25% della popolazione totale.
L’impatto della Generazione Z sul turismo non è ancora chiaro. Si pensa comunque che si differenzierà dalla generazione precedente sia per la disponibilità delle informazioni, di cui già gode, che per lo stile di vita dinamico.
I figli di questa generazione stanno sviluppando le proprie capacità e professionalità in un clima socio-economico segnato dall’incertezza, dalla recessione, dal caos e dalla complessità. Sono testimoni delle difficoltà vissute dai Millennials e, di conseguenza, desiderano vedere un cambiamento nel loro mondo. I turisti della Generazione Z metteranno i protagonisti del settore turistico di fronte alla necessità di operare molti cambiamenti. Le imprese alberghiere saranno chiamate a rivedere le proprie strategie sul lungo termine e chiedersi se i servizi che propongono siano in grado di soddisfare le esigenze e le aspettative di questa generazione.
Sarà possibile venire incontro a tali esigenze e a tali aspettative adottando lo stesso approccio rivelatosi efficace sino a oggi?
Profilo della Generazione Z, i figli della rete, dei tablet, degli smartphone
Peculiarità:
- Sono iperconnessi. L’85% degli appartenenti alla Generazione Z negli Stati Uniti possiede uno smartphone.
- Sono multimediali. Hanno un elevato livello di adesione alle tendenze digitali (“integratori digitali”).
- Sono autonomi
- Mirano alla rapidità più che all’accuratezza
- Sono attenti ai problemi globali
- Riescono a gestire il flusso continuo di informazioni.
- Spendono più rapidamente il denaro dei genitori.
- 17 diversi impieghi nel corso della vita.
- 15 diversi luoghi di residenza nel corso della vita.
- Cambiamenti linguistici (uso di termini internazionali e abbreviazioni).
- Metà degli appartenenti alla Generazione Z può contare su un’istruzione di livello universitario.
(Naturalmente tali generalizzazioni di carattere anagrafico possono fornire solo indizi, poi il livello di reddito, i luoghi di provenienza, il grado d’istruzione, sono fattori altrettanto importanti per meglio delineare i segmenti ai quali ci si si rivolge). •
A PROPOSITO
Qui Londra: sui Millennials
queste le cinque linee guida
Tutti li vogliono come clienti, ma capire veramente chi sono i Millennials (e cosa cercano quando viaggiano) non è un’impresa facile. L’ultimo a provarci è stato Peter Ballard, dell’agenzia londinese di comunicazione Foolproof, che ha studiato i comportamenti di acquisto (con minor denaro: i 30enne inglesi di oggi sono ricchi la metà dei coetanei, dieci anni fa disponevano in media di oltre 50 mila sterline, oggi ne hanno meno di 30 mila) e scelta della Generazione Y capendo che, sebbene abbiano le stesse aspirazioni dei loro padri in quanto a lavoro e stabilità economica, il loro stretto rapporto con la tecnologia li ha resi molto più strutturati e quindi più difficili da soddisfare. “Ciò che li differenzia davvero”, spiega Ballard a Tnooz, “è che si tratta di una generazione più tecnologica e con maggiori possibilità di esplorare il mondo, oltre ad avere aspettative elevate sui brand che hanno scelto”. E proprio per migliorare la performance delle aziende che vogliono conquistarli, sono state individuate cinque linee guida.
- In cima alla lista c’è una buona user experience. Quelli della Generazione Y non tollerano il servizio misero e approssimativo. «Per loro un marchio che riesca a realizzare un’esperienza di consumo semplice e intuitiva, anche dal punto di vista del design, è meritevole di fiducia», spiega Ballard. Proprio come hanno saputo fare Airbnb e Uber che da aziende stanno diventando vere e proprie icone. Il messaggio per i marchi è quindi chiaro: reclutare designer in grado di dare al brand una veste fortemente peculiare, semplice da usare e distintiva che diventi un vantaggio sui competitor.
- Il secondo suggerimento è: siate autentici: i Millennials sono per natura disincantati di fronte alla pubblicità e alle promesse. Preferiscono scegliere sulla base dei suggerimenti di familiari e amici (72%), motori di ricerca e recensioni (50%), social network (21,4%) o blogger ed esperti (20,2%). Insomma, meglio investire su questi canali, e lasciare che i messaggi diventino virali. Anche perché in un recente sondaggio i ragazzi tra i 16 e i 24 anni si sono detti più propensi a fidelizzarsi a un marchio se questo li coinvolge via social e difficilmente intraprenderebbero un viaggio senza prima aver ascoltato il parere di chi in quel posto è già stato. E non si tratta più solo di opinioni in stile TripAdvisor. La fame di autenticità è tale da aver aiutato il lancio di siti come Like a Local e Showaround, dove consigli e suggerimenti di chi vive nelle città diventano un prontuario da seguire per chi vuol vivere la vera atmosfera di un luogo evitando di cadere nelle trappole turistiche.
- Terza questione da non dimenticare: la personalizzazione. «La vera opportunità per i brand del turismo è costruire prodotti e servizi che prendano in considerazione i comportamenti della Generazione Y, le loro modalità di consumo, i tratti delle loro personalità», afferma l’esperto. Per i Millennials è infatti sempre più importante trovare brand e tecnologie che li aiutino a fare le scelte più corrette per loro. Siti come Round the World Experts, portale sui viaggi tailor made, guida il consumatore proprio nel confezionamento dell’itinerario ad hoc, permettendogli di collezionare per il futuro anche le informazioni cercate e trovate.
- Parlando di individui estremamente consapevoli del proprio potere di spesa, è indispensabile che anche i programmi di fedeltà siano studiati fin nei minimi particolari, sempre con un unico obiettivo: far sentire il viaggiatore unico, per questo il quarto suggerimento della lista di Ballard va preso alla lettera. I Millennials sanno che le aziende possiedono un gran numero di dati su di loro e vogliono che queste informazioni siano usate in modo intelligente e rispettoso affinché la loro fedeltà venga ripagata. Siti come Lodgeo e Hotel Tonight regalano credito da spendere nei propri hotel a quegli ospiti che, raccomandando le loro app, hanno portato qualcuno dei loro contatti a effettuare una prenotazione.
- Last but not least, anche nel turismo i brand di successo dovranno programmare ottime performance in ogni momento, anche nel last minute o durante il viaggio. I Millennials sono abituati a avere internet a propria disposizione. Per questo credono che la tecnologia sia sempre in grado di aiutarli a scegliere, e nel caso dei viaggi, a farlo in modo rapido e sicuro. Anche e soprattutto all’ultimo momento. A differenza dei loro padri, questi ragazzi non si organizzano mesi prima, non comprano le mappe delle zone d’interesse, non prenotano tavoli nei ristoranti o taxi con anticipo. Sono Uber, CityMapper, Airbnb, e The Fork con un clic sullo smartphone a sbrigare le incombenze per loro, in modo facile e veloce, e spesso a viaggio già iniziato, per questo i brand devono dotarsi di siti e app che siano in grado di trovare quel che si cerca a tutte le ore.
Disincantata, iper-tecnologica, individualista, la Generazione Y è un target da coccolare perché nel giro di pochi anni un quarto della spesa complessiva del travel a livello globale sarà roba sua. E non è detto che a vincere sarà per forza la disintermediazione. A dirlo è una recente ricerca condotta da Asta (American Society of Travel Agents), secondo cui anche i giovani vanno in agenzia: anzi, secondo il presidente dell’associazione Zane Kerby, proprio i nati dopo il 1980 costituiscono la percentuale maggiore di clienti per le agenzie di viaggi a stelle e strisce. «Il 30% di loro ha usato un’agenzia negli ultimi 12 mesi, e addirittura il 45% dice che si sente di consigliare un’agenzia a un amico o a un membro della famiglia».
Le scuse, insomma, sono finite: i Millennials sono là fuori e vogliono fidelizzarsi, sta a ciascuno dei protagonisti del mercato turistico, con le proprie armi, provare a conquistarli. •
2. Continua
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