Se n’è andata così, all’improvviso, senza alcun segnale premonitore, in questo tempo segnato dall’emergenza sanitaria. Anna Maria è stata e continuerà a essere un esempio di donna capace di coniugare la vita famigliare e professionale con la fatica e il privilegio di essere un’artista di talento. Un percorso che ha fatto con grande creatività, generosità e rigore. Molto ha ricevuto da Ennio, suo compagno di vita, che l’ha sempre sostenuta e accompagnata in questo suo lungo viaggio luminoso. E io vado a rileggere quanto scrissi nel mio diario in occasione delle Tende al mare dell’estate 2018 che la videro protagonista dell’annuale appuntamento estivo organizzato dal Comune di Cesenatico e da Davide Gnola in collaborazione con grandi firme dell’arte.
Cammino lungo la spiaggia libera, ai confini tra terra e mare, con alle spalle il grattacielo e il Grand Hotel. L’aria della notte di questa estate 2018 si tinge di rosso, presagio di calure pomeridiane. Gli ombrelloni ancora chiusi trattengono la frescura. Più tardi i gesti rapidi dei bagnini genereranno ombre circolari sulla sabbia.
Entro in acqua lentamente, bagliori nuovi confondono la schiuma luminosa generata dal ritmo senza tempo del mare. Lascio impronte fugaci sulla sabbia bagnata. La meridiana d’ombra segue il tempo della vita.
Ascolto il dialogo d’amore inconsapevole tra terra e acqua. Donare e ricevere, modificare e rigenerare. Tutto in una continuità che non conosce monotonia. La buca scavata da un bambino diventa gioco per l’acqua che scivola e trascina e per la sabbia che resiste e riempie.
Seguo i richiami dei gabbiani che graffiano lo sciabordìo delle onde. Le note dei concerti all’alba affiorano lentamente dalla memoria. Io grata e silenziosa, come un piccolo mollusco, mi lascio invadere dalla musica.
Emozioni, desideri, sofferenze e riscatti prendono il passo di ballerine spagnole e francesi. Le musiche delle Quattro stagioni di Vivaldi e della Marcia turca di Mozart colorano i volteggi dei loro abiti, disegnando un grande inno alla vita.
Ritorno da questo viaggio con sentimenti di gratitudine verso Anna Maria Nanni, artista che discende da una famiglia di fotografi e di musicisti e che ha percorso tutte le strade della sua vita con lo stesso impegno e la stessa forza.
Grazie, cara amica, per avermi ricondotta a un dialogo con il mare che troppi rumori rivieraschi avevano interrotto. Sono certa che il tuo racconto, dipinto sulle Tende da mare 2018, sarà alimento rigenerante anche per chi pratica l’economia dell’ospitalità.
Mi piacerebbe, questo prossimo inverno, trovare nei luoghi pubblici, nei ristoranti, nei caffè di Cesenatico, le tue finestre sul mare. Scaldare la memoria nelle giornate fredde sarà come rinnovare un appuntamento, un pensiero alla prossima estate, quando torneremo a volare con te sull’Ippogrifo. Perché guardare dall’alto è guardare lontano.
Fotogallery
In principio fu Dario Fo
La mostra in spiaggia nacque nel ‘98 con il premio Nobel
per celebrare i primordiali ombrelloni dei bagnanti
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grandissima Anna Maria Nanni, che dipinge “volando”, che vive con i colori che sono sentimenti, che lancia sulla tela la sua sensibilità trasparente. Che dona dolcezza là dove non c’è.
complimenti ANNA MARIA. Sono lontano in vacanza sulle dolomiti. Osservando le tue tele mi sento di assaporare la bellezza del mare e il tepore della sua brezza. Un caro saluto e arrivederci
(via email)
Caro Salvatore, l’inno coinciso e poetico scritto da Manuela Cuoghi per l’artista Anna Maria Nanni mi commuove mentre mette in luce lo splendore dell’arte di una donna instancabile, poliedrica, indimenticabile.
Ho guardato con ammirato stupore le immagini nelle sue creature pittoriche, contrassegnate da pura genialità: quella genialità che nasce dall’anima di un’artista che sa librarsi in volo… Lei è volata, come si legge nel tuo blog, sul suo Ippogrifo, per altri cieli e altri mari, ma i segni della sua arte rimangono e vanno conservati e celebrati, per procrastinarne la memoria.