Douglas Craner, più conosciuto come Doug Craner, si può considerare un artista a 360 gradi: disegnatore, pittore, scultore, artigiano, vive a Nottingham, in Inghilterra. Dalle sue mani si sprigiona una forza creativa che lo porta a far rivivere l’epopea degli aviatori delle due guerre, plasmando una particolare argilla modellante che prende la forma di piccole e precise sculture che li ritraggono. Aviatori rigorosamente maschili, fino a ieri. Ma, raggiunto oltremanica grazie a Giannella Channel dalle storie delle audaci antenate di Samantha Cristoforetti (L’altra metà in cielo / Quando le donne presero il volo) ed entusiasta di quella metà del cielo non così tanto nota, Doug ha celebrato una di queste protagoniste femminili, Ruth Law Oliver (1887-1970), realizzando la sua scultura in una miniatura di soli 50 millimetri. Proprio dell’aviatrice americana, inoltre, l’anno prossimo si festeggia il centenario del suo record di distanza conquistato nel novembre 1916, col quale, a bordo di un biplano “Pusher” Model E, Ruth superò il connazionale Victor Carlstrom con ben 820 chilometri dal punto di partenza (contro i 780 di Carlstrom).
Doug, cha ama l’Italia ed è appassionato di storia antica e moderna, ha anche creato, proprio quest’anno, il modello originale, ora prodotto in serie da Aviattic, un’azienda di modellismo, di un pilota italiano della prima guerra mondiale, basato su una fotografia d’epoca che ritrae l’equipaggio del Caproni Ca-3, il terzo aeroplano (un biplano monomotore a elica traente) progettato e costruito nel 1911 dal pioniere dell’aviazione trentino Gianni Caproni.
Il fascino di Douglas Craner per il cielo e per i piloti, la tentazione di guardare sempre verso l’alto, lo caratterizzano fin da quando andava alla scuola elementare: “Durante le lezioni di matematica mi perdevo a guardare le nuvole fuori dalla finestra”, racconta sorridendo in una pausa della visita a Giannella Channel, “fino a che un gessetto tirato dalla maestra non mi riportava in classe”. Ma il suo interesse verso i piloti nasce dall’ammirazione che da piccolo aveva per il padre, responsabile del carico per gli aerei della Royal Air Force: “Mi sembrava qualcosa di speciale il fatto che mio padre si alzasse presto al mattino, non per andare in ufficio, ma per sedersi sulle nuvole. E mi sembrava molto esotico, in un periodo in cui non si andava in vacanza all’estero, che lui tornasse dalla giungla del Borneo. Ai miei occhi era un vero e proprio esploratore, che portava cioccolato, un lusso per i bambini ai tempi, da quei luoghi così lontani”.
La passione per il volo aveva portato Douglas, a 13 anni, a unirsi a una branchia della RAF, l’Air Training Cadets, ma il suo amore per l’arte e l’idea che ognuno abbia in sé una vocazione e una volontà individuali da dover esprimere, si scontravano con la mentalità militare omologatrice, per cui Doug lasciò l’aviazione dopo solo due settimane per dedicarsi alla sua più grande passione, l’arte, divenuta poi una professione.
Nato a nord di Londra nel 1957, Douglas Craner è cresciuto tra i resti monumentali e preistorici di Stonehenge e Avebury, l’affascinante cavallo di gesso di Cherhill nell’umido e verdeggiante Wiltshire, e il caldo oriente di Singapore e della Malesia, dove si trasferì per il lavoro del padre assistendo al tramonto dell’impero britannico e disegnando tra le statue del Buddha e templi sacri. L’amore per i monumenti preistorici, per una spiritualità tramandata dagli antenati tramite tracce ancestrali, l’idea di una Natura come madre generatrice si ritrovano nelle opere di Douglas, dove spesso, oltre agli aeroplani disegnati con assoluta attenzione per la veridicità storica, sono rappresentati dolmen, cavalli bianchi e altre tracce preistoriche.
Immagini dei suoi piloti modellati con sapienza artigiana e di miniature in legno di eliche di aerei “dell’età d’oro dell’aviazione, quella in cui l’innovazione negli aerei non era solo legata a farli diventare degli strumenti di guerra”, specifica Douglas, vengono spesso riprese dal magazine bimestrale Windsock Worldwide, e anche la sua arte possiamo dire che “vola” da un genere all’altro. Nella sua eclettica produzione si annoverano dipinti, disegni, illustrazioni, vetrate artistiche per attività commerciali e privati, ricostruzioni di abitazioni celtiche grazie a tracce archeologiche dell’età del Ferro (Doug Craner ha contribuito a ricostruire il sito archeologico di Castell Henllys nel Pembrokeshire), che riconfermano la sua passione per la storia e le origini. Registrato tra gli artisti della Saatchi Gallery e della National Library of Wales, Doug Craner è stato premiato come illustratore di copertine di libri dall’artista John Piper (1903-1992) al National Eisteddfod of Wales, un festival che celebra la cultura del Galles. La maggior parte delle sue opere si trova in collezioni private, mentre il Royal Air Force Museum di Londra (RAF Museum) gli ha commissionato ed espone una delle sue opere relative all’aviazione.
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A cura di Salvatore Giannella e Luigi Butti per Giannella Channel