(s.g.) Ha toccato la coscienza del mondo la foto di Aylan Kurdi, il bimbo siriano di tre anni morto annegato con il fratellino Galip e la mamma Rihan e sepolto dal padre Abdullah a Kobane, la città martire curdo-siriana dalla quale erano fuggiti per cercare la salvezza verso l’isola greca di Kos prima e poi il Canada della zia. Quel piccolo che sembrava addormentato in riva al mare mi ha riportato alla mente, altre immagini di bambini innocenti (quelle di schiere di cuccioli d’uomo ammazzati in quelle terre antiche perché colpevoli solo di essere cristiani) e una storia che raccolsi da Tonino Guerra quando curai l’ultimo libro (Polvere di sole, Bompiani, 2012) di quel grande poeta e sceneggiatore che ci manca tanto.

Cedo la parola per primo a una delle voci più familiari ai lettori di Giannella Channel, il commissario Ennio Di Francesco, e pubblico a seguire il racconto di Tonino di tragica attualità, ambientato nella sua città natale, Santarcangelo di Romagna. Lo troverete (insieme a 100 altre storie e a tante “parole raccolte nelle fessure del mondo”), nel volume prima ricordato.

Mehmet-Ciplak

Un agente di polizia turca, Mehmet Ciplak, raccoglie il corpo senza vita di Aylan Kurdi, tre anni, sulla spiaggia di Bodrum (Turchia). «L’unica cosa che potevo fare era far sentire l’urlo del suo corpo che giaceva a terra», ha detto Silufer Demir, la fotografa dell’agenzia turca Dogan che ha scattato una foto difficile da dimenticare.

Chi ti ha ucciso piccolo bimbo dalla camicia rossa e le scarpine allacciate per correre verso un sogno di pace? Quale nenia sussurravano le onde e il vento per cancellare lo spavento e poi il buio dei tuoi occhi che cercavano la mamma e il fratellino che annegavano con te? Chi vi ha ucciso veramente? Non il mare, pietosa tomba di tanti che scappano da guerre e povertà. Lo hanno fatto gli uomini che hanno elevato il potere, l’avidità e l’ipocrisia a divinità di vita e di morte, i politici e governanti che hanno alimentato guerre e conflitti spesso ammantandoli di democrazia esportata, i falsi maghi della finanza e del profitto dai magici algoritmi, i famelici faccendieri e venditori di armi, gli sfruttatori di terre ricche di minerali e petrolio, i trafficanti materiali e morali di altri esseri umani, gli organismi internazionali burocratici e inetti, i fanatici radicali anche in nome dell’unico Dio dell’amore comunque lo si chiami. Ma Lui dice:

Guai a voi scribi e farisei ipocriti che rassomigliate a sepolcri imbiancati, all’esterno belli a vedersi ma dentro pieni di ossa di morti e di ogni putridume!

Allora, chi ha ucciso il bimbo dalle scarpine allacciate che non correrà più? Ciascuno si interroghi dentro. Parafrasando una vecchia canzone: “Anche se non c’eravamo, siamo tutti coinvolti”. Riflettiamo prima che sia troppo tardi.

Perdona bimbo dolcissimo, ma questa tristissima foto penetri come bisturi le coscienze.

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* Ennio Di Francesco, già ufficiale dei Carabinieri e funzionario della Polizia di Stato. Figlio di un Maresciallo di Carabinieri deceduto per infermità di servizio. Tra i promotori negli anni ’70 della riforma democratica di polizia che condusse alla legge 121/81. Autore di: Un Commissario con prefazioni di Norberto Bobbio, Gino Giugni, Marco Tullio Giordana, Giancarlo De Cataldo, Corrado Stajano e don Andrea Gallo; Radicalmentesbirro con quelle di Don Gallo e Marco Pannella; Frammenti di utopia, con quelle di Mario Calabresi e Marco Alessandrini; Il vate e lo sbirro. L’indagine segreta del commissario Giuseppe Dosi sul «volo dell’arcangelo». È un uomo dello Stato che ha avuto una vita difficile per la sua intransigente fedeltà alle istituzioni della Repubblica. Per approfondimenti: enniodifrancesco.it

A PROPOSITO

“Un raggio di sole”

Racconto di Tonino Guerra

Polvere-di-sole-tonino-guerra

“Polvere di sole”, l’ultimo libro di Tonino Guerra, Bompiani, 2012, a cura di Salvatore Giannella. Potete acquistarlo qui (link).

Ero con la schiena appoggiata al muro della collegiata di Santarcangelo e controllavo tre strade nel timore di essere preso dai fascisti o dai tedeschi che nell’agosto del quarantaquattro rastrellavano la Romagna ormai nella bocca del fronte.

A un certo punto vedo in fondo alla strada centrale un uomo che regge tra le braccia un sacco bianco. Questo tipo si avvicina e solo adesso mi accorgo che porta una piccola cassa da morto bianca. Ho capito subito che veniva a portarla nella chiesa che in quel periodo funzionava da cimitero. Gli vado incontro per dargli una mano e non scambiamo neanche una parola fino all’interno della chiesa. Solo a questo punto lui mi chiede: “Dove la mettiamo?”. Mi accorgo che c’è un lungo raggio di polvere solare che dalla vetrata alta scende fino sotto la gradinata dell’altare e indico quella luce magica. Lui è subito d’accordo e allora andiamo a sistemare la piccola bara proprio sotto a quel raggio polveroso.

Stavo per allontanarmi quando l’uomo mi dice: “Se fa sera il raggio scompare”. Resto bloccato da quella osservazione molto giusta. “Ha ragione”, gli dico avvicinandomi.

“È un bambino”, commenta lui. Allora decidiamo di metterlo vicino alle altre casse che erano nello spazio dell’altare di sinistra. “Qui sta in compagnia quando è notte”, dico sottovoce. Poi mi allontano lentamente indietreggiando per non rendere chiaro che me ne stavo andando.

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Antonio Guerra, detto Tonino (Santarcangelo di Romagna, 16 marzo 1920 – 21 marzo 2012), è stato un grande poeta, scrittore e sceneggiatore italiano. In suo nome è nata a Pennabilli (Rimini) un’Associazione culturale che cura il sito: toninoguerra.org. ll sito ripercorre le tappe principali dell’opera artistica di Tonino per promuoverne la cultura poetica, cinematografica e artistica. Per raccogliere le suggestioni del maestro l’associazione invita a visitare Il mondo di Tonino Guerra a Pennabilli.